La casa di Los Altos, in California dove Steve Jobs ha
passato la su giovinezza
Mettiamo che STEVE
JOBS sia nato in Italia.
Si chiama Sefano Lavori. Non va all’università, è uno
smanettone. Ha un amico che si chiama Stefano Vozzini. Sono due appassionati di
tecnologia, qualcuno li chiama ricchioni perchè stanno sempre insieme. I due
hanno una idea. Un computer innovativo. Ma non hanno i soldi per comprare i
pezzi e assemblarlo. Si mettono nel garage e pensano a come fare. Stefano
Lavori dice: proviamo a venderli senza averli ancora prodotti. Con quegli
ordini compriamo i pezzi.
Mettono un annuncio, attaccano i volantini, cercano
acquirenti. Nessuno si fa vivo.
Bussano alle imprese: “volete sperimentare un nuovo
computer?”. Qualcuno è interessato: “portamelo, ti pago a novanta giorni”.
“Veramente non ce l’abbiamo ancora, avremmo bisogno di un vostro ordine
scritto”. Gli fanno un ordine su carta non intestata. Non si può mai sapere.
Con quell’ordine, i due vanno a comprare i pezzi, voglio darli come garanzia
per avere credito. I negozianti li buttano fuori. “Senza soldi non si cantano
messe”. Che fare? Vendiamoci il motorino. Con quei soldi riescono ad assemblare
il primo computer, fanno una sola consegna, guadagnano qualcosa. Ne fanno un
altro. La cosa sembra andare.
Ma per decollare ci vuole un capitale maggiore. “Chiediamo
un prestito”.
Vanno in banca. “Mandatemi i vostri genitori, non facciamo
credito a chi non ha niente”, gli dice il direttore della filiale. I due
tornano nel garage. Come fare? Mentre ci pensano bussano alla porta. Sono i
vigili urbani. “Ci hanno detto che qui state facendo un’attività commerciale.
Possiamo vedere i documenti?”. “Che documenti? Stiamo solo sperimentando”. “Ci
risulta che avete venduto dei computer”.
I vigili sono stati chiamati da un
negozio che sta di fronte. I ragazzi non hanno documenti, il garage non è a
norma, non c’è impianto elettrico salvavita, non ci sono bagni, l’attività non
ha partita Iva. Il verbale è salato. Ma se tirano fuori qualche soldo di
mazzetta, si appara tutto. Gli danno il primo guadagno e apparano.
Ma il giorno dopo arriva la Finanza.
Devono apparare pure la Finanza. E poi l’ispettorato del
Lavoro. E l’ufficio Igiene. Il gruzzolo iniziale è volato via. Se ne sono
andati i primi guadagni. Intanto l’idea sta lì. I primi acquirenti chiamano
entusiasti, il computer va alla grande. Bisogna farne altri, a qualunque costo.
Ma dove prendere i soldi?
Ci sono i fondi europei, gli incentivi all’autoimpresa.
C’è un commercialista che sa fare benissimo queste pratiche.
“State a posto, avete una idea bellissima. Sicuro possiamo avere un
finanziamento a fondo perduto almeno di 100mila euro”. I due ragazzi pensano
che è fatta. “Ma i soldi vi arrivano a rendicontazione, dovete prima sostenere
le spese. Attrezzate il laboratorio, partire con le attività, e poi avrete i
rimborsi. E comunque solo per fare la domanda dobbiamo aprire la partita Iva,
registrare lo statuto dal notaio, aprire le posizioni previdenziali, aprire una
pratica dal fiscalista, i libri contabili da vidimare, un conto corrente
bancario, che a voi non aprono, lo dovete intestare a un vostro genitore.
Mettetelo in società con voi. Poi qualcosa per la pratica, il mio onorario. E
poi ci vuole qualcosa di soldi per oliare il meccanismo alla regione. C’è un
amico a cui dobbiamo fare un regalo sennò il finanziamento ve lo scordate”. “Ma
noi questi soldi non ce li abbiamo”. “Nemmeno qualcosa per la pratica? E dove
vi avviate?”.
I due ragazzi decidono di chiedere aiuto ai genitori.
Vendono l’altro motorino, una collezione di fumetti. Mettono
insieme qualcosa. Fanno i documenti, hanno partita iva, posizione Inps, libri
contabili, conto corrente bancario. Sono una società. Hanno costi fissi. Il
commercialista da pagare. La sede sociale è nel garage, non è a norma, se
arrivano di nuovo i vigili, o la finanza, o l’Inps, o l’ispettorato del lavoro,
o l’ufficio tecnico del Comune, o i vigili sanitari, sono altri soldi. Evitano
di mettere l’insegna fuori della porta per non dare nell’occhio. All’interno
del garage lavorano duro: assemblano i computer con pezzi di fortuna, un po’
comprati usati un po’ a credito. Fanno dieci computer nuovi, riescono a venderli.
La cosa sembra poter andare.
Ma un giorno bussano al garage.
E’ la camorra. Sappiamo che state guadagnando, dovete fare
un regalo ai ragazzi che stanno in galera. “Come sarebbe?”. “Pagate, è meglio
per voi”.
Se pagano, finiscono i soldi e chiudono. Se non pagano, gli
fanno saltare in aria il garage. Se vanno alla polizia e li denunciano, se ne
devono solo andare perchè hanno finito di campare. Se non li denunciano e
scoprono la cosa, vanno in galera pure loro.
Pagano. Ma non hanno più i soldi per continuare le attività.
Il finanziamento dalla Regione non arriva, i libri contabili costano, bisogna versare l’Iva, pagare le tasse su quello che hanno venduto, il commercialista preme, i pezzi sono finiti, assemblare computer in questo modo diventa impossibile, il padre di Stefano Lavori lo prende da parte e gli dice “guagliò, libera questo garage, ci fittiamo i posti auto, che è meglio”.
Il finanziamento dalla Regione non arriva, i libri contabili costano, bisogna versare l’Iva, pagare le tasse su quello che hanno venduto, il commercialista preme, i pezzi sono finiti, assemblare computer in questo modo diventa impossibile, il padre di Stefano Lavori lo prende da parte e gli dice “guagliò, libera questo garage, ci fittiamo i posti auto, che è meglio”.
I due ragazzi si guardano e decidono di chiudere il loro
sogno nel cassetto. Diventano garagisti.
La Apple in Italia non sarebbe nata, perchè saremo pure affamati e folli, ma se nasci nel posto
sbagliato rimani con la fame e la
pazzia, e niente più.
di Antonio Menna
Fonte: visto su Facebook
SE NASCI IN AMERICA O IN UN ALTRO PAESE NORMALE INVECE
LA CASA
IN CUI È NATO E CRESCIUTO STEVE JOBS STA PER DIVENTARE UFFICIALMENTE UN SITO
STORICO PROTETTO.
La casa di Los Altos, in California, dove Steve Jobs ha dato
inizio all’avventura che l’avrebbe trasformato in uno degli imprenditori
americani più celebri e imperituri, sta per diventare un sito storico
protetto.
Proprio lì, al 2066 di Crist Drive, dove l’interna famiglia
si era trasferita allorché il giovane Jobs aveva circa 12 anni. Lo ha rivelato
la CNN in un recente articolo.
Questo lunedì la Commissione Storica di Los Altos ha dato
il via ad una “valutazione di una proprietà storica” per una dimora in stile
ranch a un piano. Se la designazione venisse infine approvata, allora la casa
al 2066 di Crist Drive a Los Altos, in California, dovrà essere preservata.
Proprio lì, oltre la saracinesca che vedete in foto, il
giovane Steve Jobs e il suo amico Steve Wozniak hanno progettato e assemblato i
primi 50 Apple I della storia, commercializzati al Byte Shop di Paul
Terrell Mountain View per la non modica cifra di 500$ l’uno. Ora, quei pochi
che ancora si trovano in giro valgono quasi 400.000 dollari.
Nove mesi più tardi è nata la Apple Computer Co. con sede a Cupertino, e il
resto è storia.
Per curiosità, vi diciamo anche quanto vale sul mercato
attuale la villa in questione; costruita nel 1952 e dotata di due bagni e tre
camere da letto, il prezzo dell’abitazione è stimata attorno a 1,5 milioni
di dollari.
Fonte: da
MELABLOG del 24 settembre 2013
Nessun commento:
Posta un commento