venerdì 26 agosto 2016

PREVENZIONE SISMICA: COSA FARE PRIMA DOPO E DURANTE UN TERREMOTO!!!




COSA FARE PRIMA DURANTE E DOPO UN TERREMOTO.


In caso  di terremoto, il rispetto  di alcune semplici norme rappresenta un fattore determinante  per la diminuzione dei danni alle persone 


PRIMA

Prima che arrivi un terremoto è importante:

- sapere se si è in zona a rischio
- sapere quali sono i punti più sicuri della propria abitazione ( dove sono i muri portanti, le travi di cemento armato)  e  del luogo di lavoro.
- sapere dove sono gli interruttori  generali della luce, del gas e dell’acqua
- sapere se vi sono uscite di emergenza
- sapere dove sono gli spazi aperti  sicuri vicino alla propria casa e del luogo di lavoro 
- assicurarsi che tutte le persone che vivono con noi sappiano cosa fare


DURANTE

Durante un terremoto non c’è moto tempo per riflettere, bisogna sapere subito cosa fare. E’ molto importante rimanere calmi e reagire, non solo se si è nella propria casa, ma anche nei luoghi di lavoro, nei negozi, nei luoghi affollati o per strada. Il pericolo maggiore è quello di essere colpiti da oggetti che cadono.


DOPO

Quando la scossa è finita, ci possono essere danni agli edifici  o addirittura morti e feriti. 
E’ molto importante verificare subito  lo stato di salute di chi ci è vicino ed è necessario accertarsi che non vi siano principi di incendio.
Quindi bisogna raggiungere gli eventuali centri di raccolta  stabiliti dai piani di emergenza e collaborare con la protezione civile. Le linee telefoniche  sono di vitale importanza per lo svolgimento delle operazioni di soccorso. Usate il telefono solo in caso di assoluta necessità


Questo comunicato serve a dare maggiore informazione, sicurezza, agli amici di questa pagina FB. Avere una conoscenza approfondita di fenomeni poco conosciuti. Per diminuire la paura dell’ignoto. Per diminuire il senso di panico e permettere un miglior controllo di noi stessi nei momenti in cui se ne ha maggior bisogno. Sia che si dovessero verificare o meno forti terremoti in tutta Italia, cerchiamo di applicare e trasmettere nel più breve tempo possibile informazioni utili in caso di:  sciame sismico, forte evento o serie di eventi che potrebbero  colpire o meno  in sequenza diversi territori del nostro paese.

Come riconoscere il pericolo

Nel caso che gli enti preposti allo studio dei fenomeni fisici dovesse mettere in quarantena i sismografi, oscurare gli accadimenti, adottare una sorta di coprifuoco come in tempo di guerra, tenersi informati attraverso il passa parola o cercare collegamenti con i vari siti amatoriali, numerosi in tutta Italia.
L’ente Italiano, responsabile degli accadimenti sismici sul territorio, per sua stessa ammissione, non è in grado di prevedere terremoti, neanche quando la natura mostra dei segnali chiari ed innegabili, sull’approssimarsi di eventi catastrofici.

1)    Incremento di eventi strumentali in prossimità di epicentri appartenenti alla stessa faglia,  nell’arco temporale relativo a qualche giorno o qualche settimana.
Incremento del grado sismico dallo strumentale al sommovimento avvertito da parte della popolazione o dalla maggior parte di essa.
Incremento del grado sismico e scuotimento di suppellettili nelle abitazioni, (in questo caso, pur non possedendo un sismometro, al tremore e rumore delle suppellettili, possiamo dire di essere interessati da eventi tra il 3° e 4° grado della scala Mercalli.)

2)    Incremento eventi di media intensità, li percepisce quasi tutta la popolazione, sia durante il giorno che ad inizio della sera o durante la notte.

3)    Uno o più eventi, di giorno, di sera ed in modo particolare di notte: si percepisce un boato, seguito da un sibilo d’aria con seguente vibrazione di suppellettili, (Tavolo, sedie, piatti, bicchieri, bottiglie etc.) segno premonitore di probabile prossimo rilascio di evento molto forte.
In tutti questi casi, in particolare quello al punto 3), se l’abitazione in cui ci troviamo non garantisce una tenuta per un evento molto forte, predisporsi ad uscire di casa e se occorre organizzarsi a trascorrere il resto della notte fuori.
Se si abita in appartamenti di palazzi, oltre il terzo piano, costruiti prima degli anni 1960 fino a prima del 1980, è doveroso portarsi in luogo aperto e sicuro ed organizzarsi per una o più notti all’aperto.
Per forti terremoti, lontani da vulcani,  non c’è bisogno di evacuare popolazioni da una città all’altra. E’ sufficiente porsi ordinatamente in spazi lontani da costruzioni pericolose.
Tutto quanto fino ad ora detto, fa parte di quella cultura spicciola che dovremmo avere acquisito da almeno 20 anni. Da almeno 30 anni avremmo dovuto avere messo anche in sicurezza tutte le strutture, dove come formiche, viviamo e spendiamo il nostro quotidiano: abitazioni, asili, scuole, ospedali, ministeri, uffici, impianti sportivi, chiese, tutti i centri di raccolta, sia nelle piccole città, medie e nei più grandi centri urbani.
Ora non possiamo recriminare, se niente è stato fatto, apprendiamo ciò che non ci è stato mai detto.
Nel minor tempo possibile dobbiamo recuperare il minimo indispensabile, per la sicurezza della nostra incolumità. Partiamo dal presupposto che comunque non saremo colpiti da un evento sismico nell’immediato futuro. Prepariamoci però come se fosse domani.

Per essere pronto in qualsiasi momento.

Tutti avete potuto osservare le immagini del forte terremoto giapponese e sicuramente tutti avete visto quale preparazione ha evidenziato quel  popolo durante il fortissimo evento durato più di 400 secondi. Ciò che hanno mostrato è il risultato di 30 anni di cultura sul terremoto che nessuna altra popolazione al mondo possiede. Ricordatele, rivedetele e fate vostre le immagini che più vi hanno colpito. 
Vediamo ora velocemente ciò che dobbiamo avere per essere comunque pronti in qualsiasi momento:

4)    Un piccolo Kit di sopravvivenza. Sempre pronto a portata di mano. Da prendere al volo nel momento in cui fuggo di casa (Piccola borsa o zainetto, anche una busta).
All’interno: una coperta leggera o maglioncino, piccolo pronto soccorso da campeggio, un ricambio intimo, un paio di scarpe leggere,  una bottiglietta d’acqua (Anche vecchia). Una torcia elettrica, un fischietto, un caschetto da cantiere.

5)    Se vivo da giorni con il timore che all’improvviso possa essere interessato da un forte evento, la torcia elettrica, il fischietto, il caschetto da cantiere ed il cellulare lo devo avere a portata di mano sul comodino. Sono le cose che devo prendere anche se fossi costretto a fuggire in mutande. Sono le cose che possono salvare la vostra vita nei primi 30 secondi dall’occorrenza sismica.

6)    Preventivamente: se l’amministrazione locale, dove abitualmente vivo,  non mi ha fornito informazioni, in caso di calamità naturali, su quello che deve essere il mio comportamento, per me, la mia famiglia ed i miei cari, sopperisco a questa negligenza da solo. Individuo nell’intorno della mia abitazione uno spazio sicuro, lontano da infrastrutture pericolose in caso di sisma e lo considero come punto d’incontro.

7)    Vivo in una grande città, ad alta densità di popolazione, nucleo urbano costituito da grandi palazzi, in caso di abbandono della propria abitazione, non mi soffermo nelle vie tra i palazzi. Durante le repliche di scosse possono cadere: cornicioni, comignoli, intonaci, tegole e quant’altro. Mi porto nel luogo che ho scelto come punto d’incontro.

8)    Se vivo in prossimità della costa: uscendo da casa perché interessato da un forte evento, mai portarsi verso la spiaggia. Le nostre coste possono essere interessate da terremoti sottomarini e provocare onde anomale esattamente come quelle giapponesi. Ricordate Messina e Reggio 1908. Tra terremoto e tsunami 100.000 morti.


Forte scossa improvvisa

Ogni sera prima di andare a letto chiudo il gas della cucina.
Il terremoto mi sveglia durante la notte. Se l’evento è molto forte, comunque mi impedirà qualsiasi movimento razionale. Se ne ho la possibilità, durante la scossa mi porto il prima possibile nel punto più sicuro della mia abitazione (Un’arcata, un muro maestro, magari sotto il letto) ed attendo la fine del sommovimento. Non mi faccio prendere dal panico. Parlo con voce calma ai famigliari e recupero torcia elettrica e telefonino. Prendo al volo il kit già pronto.

Durante un forte evento c’è quasi sempre un black out elettrico. Il pavimento, subito dopo la scossa è cosparso di mille e più cose.
Se l’appartamento è situato oltre il primo piano, prima di uscire mi accerto che ci sia ancora la rampa delle scale.
Dopo un evento molto forte, quasi sempre, entro i primi 10 minuti segue una delle prime scosse di assestamento, non sappiamo ancora se sarà più forte o più debole della precedente. Scopriamolo quando saremo all’aperto.

Ecco, credo di avervi detto solo una minima parte di ciò che bisognerebbe non solo sapere, ma dovrebbe essere quel minimo che in fase di occorrenza passi per la nostra mente.
Tutto ciò sopra scritto dovrebbe divenire normale routine, ciò che non è mai stato fatto andrebbe da subito preparato.
Non vi vergognate di assumere tutte quelle precauzioni che possono sembrare futili ed inutili. Sono quelle semplici cose mai dette che possono salvare una vita.

Ricordate sempre:

in caso di calamità siete solo voi la vostra prima protezione civile.

Gli aiuti arriveranno sempre e solo dopo ogni catastrofe. In Italia non abbiamo ancora la cultura della prevenzione.

Giampaolo Giuliani




venerdì 19 agosto 2016

VAL SQUARANTO - LA "STRADA DELLA PISSARÒTA" - IL SERVIZIO DI TRASPORTO DELLE PERSONE VERSO LA LESSINIA. L’ORIGINE DELLA BREC


Roverè Veronese nel 1921. In questa fotografia si raffigura l'arrivo, nella piazza del paese, delle prime corriere del trasporto pubblico delle persone ottenute trasformando due autocarri Fiat 18 BL dismessi dalla I° Guerra Mondiale. Il servizio verso la Lessinia venne istituito dall'impresa "Bacca", che organizzò corse giornaliere attraverso l'antica strada della pissaròta, l'unica agevole via di accesso per l'alta Lessinia per chi partiva da Montorio. L'impulso maggiore nel servizio di trasporti della val Squaranto si ebbe però dal 1933 allorchè sul monte Recamao di Roverè Veronese venne reso funzionale il seminario. Si rendeva infatti necessario garantire agli oltre trecento iscritti un servizio di trasporto ed assicurare le visite mensili ai loro familiari.


L'antica strada della pissaròta, cioè quella porzione della valle di Squaranto compresa tra Mizzole e la località Pissaròta, nel comune di Roverè Veronese, in passato veniva gergalmente denominata la "strada della pissaròta" e sino alla seconda metà degli anni '50 costituiva praticamente l'unica agevole via di transito per accedere all'alta Lessinia per chi partiva da Montorio.



Val d'Illasi - albori della linea di trasporto pubblico con le corriere. Inizi anni '20.


In un'epoca in cui la meccanizzazione era poco sviluppata l'uso del cavallo e del carro erano i mezzi prevalenti per gli spostamenti a lunga distanza.


Autista


Ecco quindi che l'antica strada della pissaròta per molto tempo è stata percorsa da carovane di carrettieri che con i loro carri trasportavano le merci da e verso la città, fu soprattutto il trasporto del ghiaccio che vide un fiorente commercio verso "le basse".


Lessinia - i primordi delle linee di trasporto da e verso la Lessinia.



In origine l'antica strada della pissaròta era solo un angusto viottolo, poi agli inizi del XIX°, sotto la dominazione austriaca, si attuò un allargamento della carreggiata in quanto vi era in progetto la realizzazione di una linea ferroviaria mediante l'utilizzo di automotrici a vapore (littorine) dotate di cremagliere per raggiungere l'alta Lessinia; con il tempo l'assetto politico italiano ed internazionale mutò e non si giunse mai alla realizzazione del progetto. Tuttavia venne lasciata una strada in eccellente stato che rappresentò una fondamentale via di accesso per la Lessinia del passato.




Biglietti di viaggio dell'impresa di trasporti "Bacca" per raggiungere l'alta Lessinia, attraverso l'antica strada della pissaròta. Sul biglietto sono chiaramente visibili le varie fermate intermedie. (Alfred Sternberg )


Nel 1918 ad opera dell'impresa di " Guasco Bacca", venne istituito un servizio di trasporto pubblico che collegava la città di Verona con il paese di Montorio, che a quel tempo costituiva un comune autonomo; successivamente nel 1921 venne potenziato il servizio con un nuovo itinerario verso la Lessinia passando appunto dalla valle di Squaranto. Le prime corriere vennero ricavate da alcuni autocarri Fiat 18 BL dismessi dalla I° Guerra Mondiale ed opportunamente trasformati per il trasporto dei passeggeri. L'impresa "Bacca" per garantire un continuativo servizio di trasporto pubblico verso la Lessinia assunse l'autista Giacomino Cajani che, successivamente rilevò l'impresa di trasporti. 



Biglietti di viaggio dell'impresa di trasporti "Bacca"



Tuttavia con il l transito di queste primordiali corriere si presentò un problema in precedenza mai esistito, cioè nei casi in cui transitavano in senso opposto contemporaneamente una corriera, più larga rispetto ad un carro, ed un carro non v'era possibilità di proseguire. Ecco dunque che lungo il ciglio stradale, rivolto verso il costone della roccia, vennero realizzate svariate piazzole di scambio che servirono appunto per consentire la momentanea fermata di uno dei veicoli in movimento per dare la possibilità all'altro di poter proseguire il transito.




Il primo servizio di trasporto pubblico della valle di Squaranto venne istituito dall'impresa "Bacca" che nel 1918 collegò la città di Verona con Montorio. Le prime corriere vennero ricavate da autocarri militari della I° Guerra Mondiale, opportunamente trasformati per il trasporto delle persone. Nel 1921 l'impresa "Bacca" potenziò il proprio servizio di trasporto raggiungendo Mizzole e lungo l'antica strada della pissarota sino a Velo Veronese.( ‪Alfred Sternberg /react-text ‪)



Nel corso del tempo l'impresa "Bacca" sviluppò sempre più il proprio servizio di trasporto verso la Lessinia ed entrarono nuovi soci, Palmiro Rubele e Giacomino Cajani, che ne erano già esperti autisti; dalla società nacque la nuova impresa di trasporto pubblico denominata "Brec", che fa derivare il proprio nome appunto dall'unione delle iniziali dei tre cognomi dei soci, cioè B ( = Guasco Bacca) + R ( = Palmiro Rubele) e C ( = Giacomino Caiani).

L'azienda di trasporti venne successivamente rilevata dal solo socio Giacomino Cajani, che passò poi al figlio Enzo e dopo la sua morte (avvenuta di recente) venne gestita con amorevole passione dalla figlia Laura, dopo il suo decesso l'azienda di trasporti è gestita dai figli che hanno mantenuto la storica denominazione BREC Viaggi, accrescendo sempre più nel tempo il proprio prestigio di moderna e solida società di trasporti e vanto per l'imprenditoria veronese.

Fonte: da Facebook  Amici di Velo Veronese.