giovedì 31 ottobre 2013

ANCHE PER LA DECAPITAZIONE DI LUIGI XVI SI VOTÒ A SCRUTINIO SEGRETO



Siccome anche dalle parti del Pd – al netto di amazzoni tirolesi e pitonesse – non è che brillino per intelligenza, hanno deciso di fare il gioco di Silvio Berlusconi. La gazzarra penosa in Senato di queste ore sta certificando ciò che il Cav va dicendo da vent’anni: è in atto una persecuzione. Vero o no, rimaniamo ai fatti: la Giunta per il regolamento di Palazzo Madama sta valutando se deliberare la votazione palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Tradotto, sta studiando e varando una norma contra personam. Un cambiamento fatto esclusivamente contro l’odiato nemico. Una specie di lodo concordato dai piddini famelici e dai circensi pentastellati. Con tanto di indecisi in mezzo e di italotedeschi che perdono l’aereo a poche ore dal voto.

Neanche il voto sulla decapitazione di Luigi XVI, nel 1792, avvenne a scrutinio palese. Dopo le dichiarazioni di voto, infatti, si passò a uno “scrutinio di controllo”. Qui, invece, immersi nel mefitico clima da piazzale Loreto perenne, da resa dei conti finale, ecco che si passa la cera sulla lama della ghigliottina. Si vuole lo spettacolo pubblico, il sangue che eccita, che dà quella scarica di adrenalina che anche i vecchi politicanti del Senato come Zanda riescono a sentire. Non si accorgono che l’esecuzione pubblica fatta rompendo le regole creerà un martire pronto per la salita all’onore degli altari, alla canonizzazione. Pronto per fare incetta di voti, per recuperare quei margini di manovra che ora neppure all’orizzonte si vedono. Contenti loro, contenti tutti. Non sarebbe altro che l’ennesimo capolavoro di limitatezza politica. Ma a questo sono ben abituati, la storia parla.


Fonte: visto su DAW del 30 ottobre 2013



QUINDI SPEGNETE I VOSTRI TELEVISORI, SPEGNETE I TELEVISORI PROPRIO A METÀ DELLA FRASE CHE VI STO DICENDO ADESSO, SPEGNETELI SUBITO!!!



Signore e signori, vorrei a questo punto annunciare che io sarò costretto ad abbandonare questo programma fra due settimane, perché ho un basso indice. Dato che questa era l'unica cosa che mi dava soddisfazione nella vita, ho deciso di suicidarmi: mi farò saltare le cervella durante questo programma, fra una settimana. Quindi, martedì prossimo mettetevi in ascolto. Le pubbliche relazioni avranno una settimana per promuovere lo spettacolo. L'indice d'ascolto dovrebbe salire alle stelle: 50 punti, almeno.

Buonasera. Oggi è mercoledì 24 settembre, e questa è la mia ultima trasmissione. Ieri ho annunciato durante questo programma che io mi sarei pubblicamente suicidato. Chiaramente un gesto da pazzi. Sapete perché l'ho detto? Avevo esaurito le cazzate. [...] Cazzate sono tutte le ragioni che troviamo per vivere, e se non riusciamo a inventare ragioni nostre ricorriamo alla cazzata di Dio. Sì, perché non sapendo il motivo per cui dobbiamo sopportare tutto questo dolore, queste umiliazioni, cerchiamo di avere da qualche parte chi invece lo sa, ed ecco allora la cazzata di Dio.




Non serve dirvi che le cose vanno male, tutti quanti sanno che vanno male. Abbiamo una crisi. Molti non hanno un lavoro, e chi ce l'ha vive con la paura di perderlo. Il potere d'acquisto del dollaro è zero. Le banche stanno fallendo, i negozianti hanno il fucile nascosto sotto il banco, i teppisti scorrazzano per le strade e non c'è nessuno che sappia cosa fare e non se ne vede la fine. Sappiamo che l'aria ormai è irrespirabile e che il nostro cibo è immangiabile. Stiamo seduti a guardare la TV mentre il nostro telecronista locale ci dice che oggi ci sono stati 15 omicidi e 63 reati di violenza come se tutto questo fosse normale, sappiamo che le cose vanno male, più che male.

È la follia, è come se tutto dovunque fosse impazzito così che noi non usciamo più. Ce ne stiamo in casa e lentamente il mondo in cui viviamo diventa più piccolo e diciamo soltanto: "Almeno lasciateci tranquilli nei nostri salotti per piacere! Lasciatemi il mio tostapane, la mia TV, la mia vecchia bicicletta e io non dirò niente ma... ma lasciatemi tranquillo!

" Be', io non vi lascerò tranquilli. Io voglio che voi vi incazziate. Non voglio che protestiate, non voglio che vi ribelliate, non voglio che scriviate al vostro senatore, perché non saprei cosa dirvi di scrivere: io non so cosa fare per combattere la crisi e l'inflazione e i russi e la violenza per le strade. Io so soltanto che prima dovete incazzarvi.

Dovete dire: "Sono un essere umano, porca puttana! La mia vita ha un valore!" Quindi io voglio che ora voi vi alziate. Voglio che tutti voi vi alziate dalle vostre sedie. Voglio che vi alziate proprio adesso, che andiate alla finestra e l'apriate e vi affacciate tutti ed urliate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!"[1].

Voglio che vi alziate in questo istante. Alzatevi, andate alla finestra, apritela, mettete fuori la testa e urlate: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Le cose devono cambiare, ma prima vi dovete incazzare. Dovete dire: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" Allora penseremo a cosa fare per combattere la crisi, l'inflazione e la crisi energetica, ma Cristo alzatevi dalle vostre sedie, andate alla finestra, mettete fuori la testa e ditelo, gridatelo: "Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!"




Edward George Ruddy è morto oggi! Edward George Ruddy era il grande presidente della Union Broadcasting Systems ed è morto alle 11 di questa mattina di collasso cardiaco e, poveri noi, stiamo affondando nella merda! Così un ricco ometto coi capelli bianchi è morto. Cosa c'entra questo con il prezzo del riso, esatto? E perché io dico "poveri noi"? Perché voi, il pubblico, ed altri 62 milioni di americani, ascoltate me in questo istante! Perché meno del 3% di voialtri legge libri, capito? Perché meno del 15% di voi legge giornali o riviste! Perché l'unica verità che conoscete è quella che ricevete alla TV!

Attualmente, c'è da noi un'intera generazione che non ha mai saputo niente che non fosse trasmesso alla TV. La TV è la loro Bibbia, la suprema rivelazione. La TV può creare o distruggere presidenti, papi, primi ministri. La TV è la più spaventosa, maledettissima forza di questo mondo senza Dio, e poveri noi, se cadesse nelle mani degli uomini sbagliati e quindi poveri noi che Edward George Ruddy è morto.

Perché questa Società è ora nella mani della CCA, la Communications Corporation of America; c'è un nuovo presidente in carica, chiamato Frank Hackett, al 20° piano nell'ufficio del signor Ruddy e quando una fra le più grandi corporazioni del mondo controlla la più efficiente macchina per una propaganda fasulla e vuota, in questo mondo senza Dio, io non so quali altre cazzate verranno spacciate per verità, qui.

Quindi ascoltatemi. Ascoltatemi! La televisione non è la verità! La televisione è un maledetto parco di divertimenti, la televisione è un circo, un carnevale, una troupe viaggiante di acrobati, cantastorie, ballerini, cantanti, giocolieri, fenomeni da baraccone, domatori di leoni e giocatori di calcio! Ammazzare la noia è il nostro solo mestiere.

Quindi se volete la verità andate da Dio, andate dal vostro guru, andate dentro voi stessi, amici, perché quello è l'unico posto dove troverete mai la verità vera.

Sapete, da noi non potrete ottenere mai la verità: vi diremo tutto quello che volete sentire mentendo senza vergogna, noi vi diremo che, che Nero Wolfe trova sempre l'assassino e che nessuno muore di cancro in casa del dottor Kildare e che per quanto si trovi nei guai il nostro eroe, non temete, guardate l'orologio, alla fine dell'ora l'eroe vince, vi diremo qualsiasi cazzata vogliate sentire.

Noi commerciamo Illusioni, niente di tutto questo è vero, ma voi tutti ve ne state seduti là, giorno dopo giorno, notte dopo notte, di ogni età, razza, fede... conoscete soltanto noi! Già cominciate a credere alle illusioni che fabbrichiamo qui, cominciate a credere che la TV è la realtà e che le vostre vite sono irreali. Voi fate tutto quello che la TV vi dice: vi vestite come in TV, mangiate come in TV, tirate su bambini come in TV, persino pensate come in TV. Questa è pazzia di massa, siete tutti matti! In nome di Dio, siete voialtri la realtà: noi siamo le illusioni!

Quindi spegnete i vostri televisori, spegneteli ora, spegneteli immediatamente, spegneteli e lasciateli spenti, spegnete i televisori proprio a metà della frase che vi sto dicendo adesso, spegneteli subito!!!

Ieri sera sono salito quassù e vi ho chiesto di alzarvi e di lottare per la vostra sopravvivenza: lo avete fatto ed è stato bellissimo! Sei milioni di telegrammi sono arrivati alla Casa Bianca! L'acquisto della CCA da parte degli Arabi è stato fermato! Il popolo ha parlato! Il popolo ha vinto! È stata una radiosa "eruzione di democrazia"! Però tutto finirà lì, amici.

Questo tipo di cose non si ripeterà facilmente: noi sappiamo molto bene in fondo ai nostri cuori terrorizzati che la democrazia è un gigante agonizzante, uno stanco, disfatto, morente concetto politico che si contorce nella sua fine penosa. Non dico che gli Stati Uniti sono finiti come potenza mondiale: gli Stati Uniti sono il più ricco, più potente, più progredito paese del mondo, anni luce più avanti di qualsiasi altro. E non dico che i comunisti si impossesseranno del mondo, perché i comunisti sono più morti di noi.

Ciò che è finita: è l'idea che questa grande nazione sia dedicata all'affrancamento, alla floridezza di ogni suo singolo individuo.  È l'individuo che è finito! È il singolo, solitario essere umano che è finito! È ognuno di voi altri che mi ascoltate che è finito! Perché questa non è più una nazione di individui indipendenti oramai.  È una nazione composta da duecento ed oltre milioni di esseri transistorizzati, deodorrizzati, più bianchi del bianco, tutti profumati al limone: del tutto inutili come esseri umani e rimpiazzabili come pezzi di un'auto.

Ebbene, è arrivato il momento di chiedersi se "disumanizzare" sia un verbo così brutto: bello o brutto, la disumanizzazione è in corso! Il mondo intero sta diventando umanoide: fatto da creature che sembrano umane ma non lo sono. Il mondo intero, non solo noi: noi siamo solo il paese più progredito, quindi ci stiamo arrivando prima. Le persone del mondo intero stanno diventando prodotti in massa, programmati, numerati, computerizzati.



DA QUINTO POTERE  (1976)


UNA CORRETTA INFORMAZIONE PER FAR CROLLARE IL NUOVO ORDINE MONDIALE



Ho accettato con entusiasmo, al di là della mia recente e motivata adesione al P.A.S., la proposta fattami dall’amico Alfonso Luigi Marra di tenere quotidianamente su questo blog una rubrica di approfondimento e di analisi dell’attualità, di ciò che avviene in Italia e nel mondo. Un’analisi che però si discosti dalla visione dei fatti che ogni giorno ci propina la cosiddetta “stampa di regime” e che sappia scavare a fondo dietro le quinte dell’informazione e delle notizie, spogliandole da quei veli e quei filtri di falsità e di convenienza che siamo purtroppo abituati a vedere e a sentire.

Chi mi conosce e ha avuto modo di seguire la mia attività giornalistica ed editoriale, sa che non sono certo quello che si definisce “un moderato” e che non ho mai avuto paure o reticenze ad esternare quello che penso e a dire quello che molti non dicono e che non vogliono o non possono dire. Da anni mi batto contro le prevaricazioni del “sistema” e, in particolar modo contro il signoraggio bancario e le politiche della grande finanza internazionale, in favore della sovranità monetaria e dell’autodeterminazione dei popoli, denunciando senza sosta i piani per l’edificazione di un Nuovo Ordine Mondiale che sta opprimendo ed annientando sempre più le nazioni della Terra e le coscienze dei cittadini.

Concordo con Marra quando parla della necessità di una rivoluzione delle coscienze che possa spezzare e scardinare lo stato di coma culturale che il potere ha causato, come concordo sulla necessità storica di superare finalmente quegli steccati, quelle divisioni, quelle pregiudiziali, quelle contrapposizioni ideologiche che hanno portato i popoli a erigere muri e barriere, sia fisiche che mentali, che hanno impedito loro di avere una visione chiara ed organica del vero nemico da combattere.

Affermava Sherman Rotschild già nel lontano 1863:
“Pochi comprenderanno questo sistema, coloro che lo comprenderanno saranno occupati nello sfruttarlo, il pubblico forse non capirà mai che il sistema è contrario ai suoi interessi”.
Gli faceva eco negli anni ’30 l’industriale Henry Ford:
“Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo che scoppierebbe una rivoluzione”.
Eppure, nonostante la disinformazione e l’abbrutimento culturale voluto da certi “signori” per poter perseguire al meglio i propri fini, le persone stanno cominciando a capire, stanno iniziando ad avere un quadro chiaro del castello di carte costruito a loro spese e sulle loro teste, e stanno iniziando a colpirne le fondamenta.

Alfonso Marra ha avuto il grande merito di avere per primo denunciato in Italia il concetto di “signoraggio” e di aver contribuito, attraverso le sue battaglie politiche e le sue cause giudiziarie, a diffondere questo concetto a livello di massa e farne comprendere a un sempre maggior numero di persone il significato. Dobbiamo continuare a diffondere questo messaggio, attraverso questo blog e attraverso ogni altro canale possibile, per abbattere il muro di silenzio con cui il sistema risponde a questa presa di coscienza.

E la contro-informazione diventa per noi una necessità, perché sono troppe le cose non dette, troppi i fatti omessi o taciuti, troppe le bugie raccontate, sia in Occidente che in altre aree del mondo, dai giornalisti e dagli scrittori “di regime”, da quei pennivendoli che, pur di compiacere i governanti di turno, non cercano la Verità, limitandosi a fornire ai loro lettori quelle mezze verità di comodo che servono a tranquillizzare il cittadino e a garantire lo status quo.

Sappiamo tutti quanto sia difficile al giorno d’oggi fare informazione e, soprattutto, controinformazione, in una società in costante involuzione culturale, ottenebrata da una televisione spazzatura ed alle prese con continue crisi economiche più o meno pilotate dagli speculatori e dai grandi burattinai della finanza internazionale; una società in cui l’informazione appare sempre più come addomesticata e pilotata da chi ci governa e in cui ogni tentativo di andare controcorrente, di capire e di spiegare a chi ci sta intorno come veramente stanno le cose, viene inesorabilmente e ipocritamente bollato come “non politicamente corretto”, o unpolitically correct, per dirlo all’inglese. Ebbene, rivolgendomi a certi “signori”, io voglio dirlo all’italiana: avendo ben capito il vostro concetto di “correttezza”, non sono, non intendo essere e non sarò “politicamente corretto”!

Troppe cose vengono taciute all’opinione pubblica, troppe informazioni distorte vengono inoculate alla massa e troppe realtà vengono ignorate perché la conoscenza di esse non si rivelerebbe un profitto, ma anzi un danno, per il potere costituito. Lo dimostrano i continui tagli alla cultura e all’editoria, nel tentativo chiaro ed evidente di imbavagliare ogni tipo di informazione non allineata con il sistema.

Potremmo dormircene sonni tranquilli, trascorrere le nostre giornate davanti alla Pay-TV a goderci i reality e le partite di calcio e far finta che tutto vada per il verso giusto, ma non lo facciamo. Semplicemente perché non sarebbe nella nostra natura.
Perché non c’è partita e non c’è frase rassicurante del governante di turno che ci possa convincere che non siamo sull’orlo del baratro e del conflitto sociale, che non esistano il precariato, la disoccupazione, la crisi abitativa, la cassa integrazione per decine di migliaia di lavoratori, che le famiglie non arrivino più alla fine del mese e che i giovani non vedano più prospettive per il loro futuro, cadendo vittime dello sconforto, del disagio e dei paradisi artificiali.
È per questo che abbiamo deciso di essere scomodi, di non omologarci con il gregge e, per quanto privi di risorse economiche e di finanziatori “altolocati”, dedicare tutto il nostro tempo e tutte le nostre energie al servizio di un’informazione libera, nella  quale, nonostante tutto, ancora crediamo.

Perché è soltanto attraverso l’informazione e la comprensione della realtà che potremo spezzare le nostre catene, attuare una vera rivoluzione delle coscienze e far crollare dalle fondamenta il cupo castello del Nuovo Ordine Mondiale.
Nicola Bizzi


Fonte: visto su Il Signoraggio


L’ECCEZIONALE STUPIDITÀ DI QUEST’EPOCA BASTARDA



“Siamo individui senza radici, destinati a soccombere, travolti dalla furia e dalla collera di quel Dio che abbiamo voluto sfidare e ridicolizzare, profanando la sua Opera e violando i confini del suo imperscrutabile disegno celeste”.

Il valore supremo e vivificante della “diversità” (che è l’essenza stessa delle ragioni, della vita), è stato, di fatto, soppiantato e soppresso da un’opera di omologazione mentale che non trova precedenti nella storia dell’umanità. Non rendersi conto di questa realtà sostanziale e lapalissiana, (che ci uniforma in una sorta di appiattimento verso il basso, alle tendenze dominanti, propagandate e sdoganate, come opportune, dal Sistema Relativista), la dice lunga sullo stato di narcolessia prodotto negli individui.  Siamo, tutti quanti l’effetto di un diabolico esperimento di clonazione di massa e di lavaggio del cervello, risultato di una speciale e inedita forma di schiavitù che, per un assurdo contrasto logico, ci porta a ritenerci liberi. L’omologazione dei comportamenti e dei modi, in un unico pensiero dominante, tende a raggruppare tutte le identità in una sola, rendendo superflue, nulle e dissonanti, tutte le altre.
Un tempo, la diversità, era Regina di creatività, di tradizione, di storia, di cultura, di immaginazione e di sapere e, ogni essere umano rappresentava, per unicità, una delle infinite tessere che andavano a comporre l’immagine trascendente di quell’immenso e misterioso puzzle, icona del mistero infinito.

I fabbri del passato, per capirci, modellavano e personalizzavano i loro strumenti di lavoro (tenaglie, pinze, martelli, incudini, ecc) a seconda delle loro necessità, della tecnica, della forza e della corporatura. Il prodotto della loro fatica, era unico, benedetto e irrepetibile.
Sarti, calzolai, tessitori, tintori, muratori, pittori e scultori, fino al più stupido garzone di bottega, erano gli artefici di quel mondo magico e profumato che risplendeva di diversità e dissetava i bisogni dell’anima. E’ del resto singolare il fatto, che il Sistema Liberista, visto il contrasto logico (e diversamente dai suoi obiettivi), sia stato in grado, più di ogni altro regime massimalista, di concepire, pianificare e mettere in atto un’opera di omologazione e di appiattimento culturale, unica nella storia dell’uomo.

Che cosa è rimasto, oggi, di quel mondo che, con perfetto sincronismo, scandiva le pulsioni e le ragioni di ogni cuore, sospinto dall’armonia danzante dello spirito divino?
L’uomo di quest’epoca bastarda, non è che la ripetizione in serie, di una eccezionale stupidità, assunta a regola comportamentale. E’ sempre più simile a tutta quell’infinita varietà di tecnologie, ludiche e infantili, con le quali, in forma psicotica, si rapporta con allarmante quotidianità, alimentandone la dipendenza, la tossicità e lo spirito di emulazione.
Questo processo di disumanizzazione e di snaturamento, ha avuto inizio alcuni decenni dopo la rivoluzione industriale per attestarsi, in seguito (in un tempo eccezionalmente breve e con un’accelerazione impressionante), in omologazione meccanica. Mai, nella storia del mondo, si era prodotta una tale mutazione degenerativa e, in un arco di tempo così corto.

Oggi, la vita degli individui, non ha più alcun valore. Il loro livello, di comprensione, apprendimento, di soluzione, la capacità mnemonica e organizzativa, sono tutte variabili, infinitamente al di sotto delle normali funzioni delle macchine tecnologiche. Quest’uomo, così com’è, non serve più a nulla – non è di alcuna utilità, ne a questo mondo, ne a se stesso. Roba da rottamare!
Un qualsiasi “server” è più prezioso della vita di un uomo! E’ dunque, questo, il sogno di libertà e benessere, a cui tanto aspiravamo? Ci siamo ridotti al rango di schiavi e servi della nostra cazzonaggine e inettitudine.
Abbiamo innescato un processo (ormai alla fine), di omologazione globale, che ci porterà dritti verso l’estinzione dell’umanità.
La mia, non è una tesi pessimistica o un’ipotesi catastrofista, ma la proiezione logica, consapevole e scientifica della somma di dati incontrovertibili e inconfutabili, che ci confermano, drammaticamente, la fine di un’epoca.

Nel frattempo, la solita banda di scienziati e ricercatori al soldo del potere economico, ci parlano di una cellula virtuale in grado di riprodursi, e di un fantascientifico acceleratore di particelle capace di generare, in un laboratorio (della lunghezza di 27 km alla profondità di cento metri e dai costi incommensurabili), le cause relative all’origine dell’universo. L’oramai famoso “bosone” in maniera irriverente e blasfema, viene confidenzialmente chiamato, la “particella di Dio”. Un’opera di profanazione congiunta a un livello di stupidità che non hanno eguali nella storia del mondo.

Al metodo di insegnamento pedagogico, didattico e socio-culturale di Maria Montessori che maturava l’imprinting, deputato a modellare, formare e plasmare, la personalità e il carattere delle nuove generazioni, abbiamo sostituito il metodo Maria De Filippi.
Alle passeggiate nei boschi e alle gioiose scorribande, la casa del Grande Fratello – alle notti stellate, il chiuso malsano e maleodorante di discoteche intrise di volgarità e ignoranza – all’azione, il voyeurismo – alla manualità, il lassismo, e alle responsabilità individuali, un libretto di istruzioni edito dal Sistema Relativista, al quale ci atteniamo con scrupolosa ipocrisia e malafede.
Quale futuro possiamo mai intravedere per i nostri giovani, quando una montagna di menzogne, di paure e di vanità, sommerge e soffoca ogni loro speranza, personalismo e capacità critica?

Se non siamo i grado di percepire il mondo, al di fuori delle nostre esperienze personali e convinzioni, liberandoci da filtri e pregiudizi, che ci precludono una analisi oggettiva e disincantata del nostro presente e, più in generale, il significato stesso della vita, non potremo mai misurarci ad armi pari con le forze del male, ne intravedere l’ombra di un futuro.

Siamo individui senza radici, destinati a soccombere, travolti dalla furia e dalla collera di quel Dio che abbiamo voluto sfidare e ridicolizzare, profanando la sua Opera e violando i confini del suo imperscrutabile disegno celeste.

Fonte: visto su STAMPA LIBERA del 16 marzo 2013


mercoledì 30 ottobre 2013

DISCRIMINAZIONE IN BASE A RAZZA E PROVENIENZA: “LA REPUBBLICA CERCA STAGISTI. LI PAGA. SOLO SE STRANIERI O FIGLI D’IMMIGRATI”






Ogni mattina, quando mi alzo, so che davanti a me si prospetta una giornata in cui dovrò lottare per quello che vorrei fosse il mio lavoro anche in futuro. Essere giornalista di questi tempi non è di certo facile, lo sappiamo tutti, fin troppo bene. Non ci sono fondi, non è il momento, è l’epoca sbagliata per campare scrivendo. Te lo dicono, ripetono, te lo inculcano in testa come un maledetto ritornello di un’odiosa canzone. Eppure, tutte le mattine, io – e con me tutti gli altri giovani sulla mia stessa barca – mi alzo, ci provo, e ci riprovo convinta che un giorno ce la farò.

Ma poi, ci sono mattine come questa mattina. Oggi quando mi sono alzata, mi sono imbattuta in una di quelle notizie che non solo ti fa passare un po’ la voglia di “farti il mazzo” ma ti fa anche arrabbiare quanto basta per rovinarti la mattinata.

Sul profilo Facebook di Alessandro Morelli, capogruppo della Lega Nord a Palazzo Marino, è comparso un link in cui si annunciavano “stage trimestrali retribuiti in un grande quotidiano nazionale, la Repubblica o nella testata web Redattore Sociale“.  Occasione ghiotta per chi, ogni giorno, un po’ ci prova a ricavarsi un posto all’interno di una redazione.
Peccato che la gallinella dalle uova d’oro sia riservata esclusivamente a giovani stranieri e figli di migranti.
È il bando di concorso a parlare chiaro e a mettere i paletti su chi potrà candidarsi, entro il 2 novembre, allo stage previsto dal 20 novembre 2013 al 20 febbraio 2014. “I tre tirocini sono rivolti a giovani stranieri/e e figli/e di migranti residenti in Italia, di età compresa tra i 20 e i 35 anni, in possesso di diploma di scuola media superiore o titolo equipollente e aventi conoscenza della lingua italiana (livello B2)”.

Le tre redazioni ospitanti, poi, sono dislocate in tre città italiane: Firenze, con la Repubblica, Roma e Capodarco (quest’ultimo stage con modalità residenziale gratuita presso la Comunità di Capodarco di Fermo) per Redattore Sociale, la testata web e agenzia giornalistica leader in Italia nell’ambito del giornalismo sociale.
A far storcere il naso, poi, è anche il compenso: mentre molti italiani arrancano con stage gratuiti o mal retribuiti, per tre mesi grazie a questo mirabolante bando, i tre tirocinanti riceveranno 2000 euro lordi e una copertura assicurativa per tutto lo svolgimento dello stage.  I tirocini sono parte del progetto promosso da Ansi (Associazione nazionale stampa interculturale) con il finanziamento di Osi (Open society institute).

“Finalmente si fa qualcosa per i giovani” scrive Morelli “finalmente si fa qualcosa per i giovani!
No, scusate, non tutti: bisogna essere figli di stranieri. Capito come si forma chi parlerà di noi?” E per me, figlia di italiani, forse per mia colpa? Quando arriverà per me – e le centinaia, migliaia di ragazzi come me –  l’occasione d’oro? Quando potrò avere la mia occasione? Non chiamateci mammoni, choosy, sfaticati, poi, se rimaniamo a casa con mamma e papà fino a oltre 30 anni. Con pochi euro al giorno (20 se ti va bene e scrivi tanto), vivendo di questo mestiere, come si può campare?

Fonte:  Visto su L’Intraprendente   del 30 ottobre 2013