martedì 26 gennaio 2021

OLOCAUSTO AFRICANO, DIMENTICATO DAGLI OCCIDENTALI.

 

 

OLOCAUSTO AFRICANO, DIMENTICATO DAGLI OCCIDENTALI.

 

 

Il volto nascosto della schiavitù.

 

 

Impiccagioni del popolo Herero (gruppo etnico Bantu) da parte dei tedeschi. 1907 Namibia-Est Africa

 

 

Si chiama Maafa, è l’equivalente del termine Shoah, riferito all'Olocausto africano, detto anche Olocausto della schiavitù, o Black Holocaust. Deriva dallo swahili e significa “disastro, tragedia”. Si riferisce ai 500 anni di schiavitù, imperialismo, colonialismo, apartheid. Tutto il continente ne porta ancora le conseguenze, sia sociali che economiche.

Il colonialismo non è terminato, come sostengono i libri di scuola, con il ritiro degli eserciti occidentali dalle colonie. Bensì ha cambiato forma.


Il “colonialismo post-moderno” avviene mediante dei governanti locali che rispondono agli interessi stranieri e lobbistici, e non a quelli del proprio popolo e della propria terra. Regimi autoritari che mantengono il popolo nella miseria, reprimendo ogni forma di dissenso, anche la più pacata.
“Se noi europei non andavamo a saccheggiarli, oggi non sarebbero in condizioni di povertà”“Li abbiamo colonizzati, schiavizzati, abbiamo depredato le risorse e ce ne siamo andati lasciandoli morire di fame“.
Concetti simili, tutti giusti nel merito, ma sbagliati in quanto riferiti ad una epoca coloniale che parrebbe appartenga al passato e terminata con il ritiro delle truppe.


venerdì 15 gennaio 2021

MEDICI E FARMACI UCCIDONO PIÙ DELLE GUERRE!


di Marcello Pamio

 

 

«Qual è la differenza tra attraversare la strada bendato ed entrare in ospedale? Nessuna, in entrambi i casi rischi la vita». M.P.

 

Lo scrittore latino Publiliu Syrus nato nell'85 a.C. era convinto che «dagli errori degli altri, un uomo saggio corregge i suoi». In teoria dovrebbe essere così, ma oggi soprattutto in ambito medico le cose sono un po' diverse...

 

Mortalità in Italia

In Italia ogni anno a causa di una qualche malattia muoiono circa 600.000 persone.

Secondo l'Istat nel 2014 i decessi sono stati quasi 598.670 e nel 2015 hanno superato quota 646.000.

 

Le principali cause in ordine decrescente sono: malattie ischemiche del cuore (69.653), malattie cerebrovascolari (57.230) e altre malattie del cuore (49.554). Poi i tumori maligni (33.386), malattie ipertensive (30.690), demenza e Alzheimer (26.600), malattie respiratorie (20.234), diabete mellito (20.183), tumori di colon/retto (18.671), tumore seno (12.330), tumori al pancreas (11.186) e via via fino al suicidio (4.147) all'ultimo posto.

Raggruppando le prime tre voci sotto "malattie cardiovascolari", visto che tutte interessano lo stesso apparato, si raggiunge la cifra di 184.737 morti all'anno, mentre i tumori uccidono all'circa 125.000 persone.

 

Da qui l'arcinota classificazione che vuole al primo posto per mortalità le malattie cardiovascolari, poi i tumori. Ma è proprio così?

Dall'elenco dell'immarcescibile Istat non esisterebbero infatti per esempio le «morti iatrogene», cioè tutte quelle morti dovute a errori medici o date dagli effetti collaterali dei farmaci.

Come mai? Mancanza alquanto anomala visto che si tratta di una delle prime cause di morte al mondo!

lunedì 4 gennaio 2021

LA MORTE DI UN GRANDE: MILLO BOZZOLAN

 

Millo Bozzolan - Milo Boz Veneto 


Silenziosamente, il 4 dicembre  2020 le Dolomiti feltrine e l’intera Comunità veneta sono diventate più povere. Assorto nel torpore e nella solitudine della malattia, che lo stava vincendo, Millo Bozzolan se ne andava. «Ma come? Chi era mai costui?», si chiederanno i più. Non esito a rispondere con una definizione impegnativa ma vera: era un grande; un uomo nel senso vero e alto della parola. Egli era un maestro, senza essere mai salito in cattedra; era un padre spirituale, senza mai atteggiarsi ad esserlo. Lo era proprio per questo: per verità e non per scena. Con il suo sorriso forte, con il suo animo equilibrato, con la sua bonomia che ispirava e dava fiducia, con la sua competenza vasta e sapiente, con il suo sapere incredibile e pur umile, ci ha accompagnato negli ultimi vent’anni come un vero fratello, un padre, un amico.

 

Millo era nato il 19 aprile 1948 e, dopo una vita laboriosa, da prima nel commercio e poi come artigiano (come tanti, uomini e donne, che portano avanti la vita e la società con i fatti e non con le ciance, come i nostri maledetti politici, perlopiù autentiche sanguisughe), aveva acquistato una casa, secondo le sue possibilità, in comune di Seren del Grappa, «in mezzo ad un bosco, tra caprioli e ghiri», lontano dalla «confusione del mondo moderno». Ora, in quella casa, è rimasta solo la vedova Albana.

Quella casa era diventata un laboratorio culturale di prim’ordine. Da essa partivano via internet i suoi articoli, i suoi studi, su un blog che – incredibilmente – era riuscito a costituire su Facebook una community di più di 8 mila lettori, intitolata: «La storia vista da un veneto». Tra gli iscritti e collaboratori vi sono alcuni membri del Patriziato Veneto e dei docenti universitari, suoi grandi estimatori, pur non essendo Millo né un aristocratico né un laureato; ma ricorrevano a lui, poiché le sue qualità, come nobiltà d’animo e preparazione culturale, erano troppo evidenti per essere ignorate.  

 

Millo diceva di sé: «Come età e come spirito mi definirei un “ragazzo del ‘68”»; e il ritratto corrispondeva al vero. Ma ecco l’incredibile proseguo della sua auto-presentazione: «…un “ragazzo del ‘68” che, ad un certo punto della vita, ha capito quanto sia importante la Tradizione per far sopravvivere la Società umana, e farla progredire nella giusta maniera. Quindi anche la Storia, che illustra le tradizioni nostre e di altri popoli, per me è diventata importantissima».

Di qui, a 29 anni, l’inizio di un impegno concreto. Scrive: «Dopo la presa del campanile di San Marco, nel 1997, mi sono accostato al movimento indipendentista. Ho pensato che dovevo e potevo dare un contributo alla causa dei Veneti e contattai Luigi Faccia, allora ai domiciliari, che col fratello Fausto continuava la lotta per l’autodeterminazione nel Veneto Serenissimo Governo. Insieme, abbiamo fondato un periodico, intitolato “Spirito Veneto”, perché coscienti del fatto che la nostra storia ci era negata, e quello era un piccolo, primo, modesto tentativo di diffonderla. Luigi fu poi incarcerato, il suo gruppo, male gestito, in pratica si è disperso ed io ho continuato per conto mio».

 

Sempre attivo e lungimirante, fu tra i fondatori della «Milizia Veneta» e del Primo Reggimento «Veneto Real», tuttora fiorenti. Sabato 9 dicembre, si sono svolti nella chiesa di Valle di Seren del Grappa i funerali di Millo, scortato e onorato (per concessione speciale del vescovo) dalla bandiera della Serenissima e da una rappresentanza del Primo Reggimento, coi militi nelle loro storiche divise. La S. Messa è stata celebrata dal parroco don Alessandro Coletti.




 

Sono allo studio varie iniziative per onorare la conoscenza e la memoria di Millo Bozzolan, non appena la stagione sarà più mite e saranno più miti pure le assurde restrizioni che l’attuale Governo, con giustificazioni tutt’altro che credibili e condivisibili, impone

 

Fonte: Don Floriano, da la Casata di Levazono del 13 dicembre 2020

Link: http://dallacasatadilevazono.altervista.org/don-floriano-la-morte-di-un-grande-millo-bozzolan/?fbclid=IwAR3PmBwqdeV9Ax0x8ueWG-tHxxenO0kXKFBtwKg1i_0B7yauhoTf5NbdtkM

 

 

 

ADDIO A MILO BOZZOLAN, UN PATRIOTA VENETO



 

di PAOLO L. BERNARDINI

 

Il 4 dicembre 2020 è mancato Millo Bozzolan, Milo Boz Veneto (questo il suo nome di battaglia), un patriota veneto, profondo conoscitore della storia della sua terra, e che come noi per tutta la vita ne ha sognato la liberazione.

Ebbi modo di conoscerlo e partecipare con lui a diverse manifestazioni.

Qui un mio ricordo.

 

Abbi cura di te, nell’arca dei Morti

Dove vivrai lo spazio di un mattino

Dove San Marco saprà bene cosa porti

In dono al Paradiso, ed è un destino:

Ora che schiavitù non più sopporti.

 

Milo la libertà vale un milione

Invero non l’abbiamo mai perduta

La sognano milioni di persone

Oranti invocano la sua venuta:

 

Possa tu ancor guidarci da lontano

A lidi sereni, a luoghi incantati

Tenendoci colle storie tue per mano

Riandando alla gloria di dèi passati.

Io ti ricorderò, ma non son solo:

Ora che la tua terra si risveglia

Tutti gli uccelli s’alzano in un sol volo

A fare del tuo sonno eterna veglia. 

 

Fonte: srs  di di PAOLO L. BERNARDINI, da Miglio Verde del 13 dicembre 2020

 

Link: https://www.miglioverde.eu/addio-a-milo-bozzolan-un-patriota-veneto/

 

 

 

L'ULTIMO SALUTO AL SARGENTE MILO BOZ VENETO


Non si possono tagliare le radici altrimenti l’albero muore

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12.12.2020 Valle di Seren - La cerimonia funebre per l'amico Millo Bozzolan


S’ciavo Vostro, Milo, amico nostro.

 

È così che ieri ci siamo detti ciao per l’ultima volta, almeno in questa terra. Vedere il carro con la tua salma allontanarsi da noi ha stretto il cuore di tutti e rigato i nostri volti.

La cerimonia per salutarti è stata semplice ma coinvolgente, proprio come eri tu e gli infiniti ringraziamenti ricevuti dalla tua sposa Albana e dal fratello Mauro, sono stati per noi la più grande ricompensa che potevamo ottenere.

Eravamo lì per te, in una giornata fredda, cruda, ma sincera, per dirti che l’affetto dei tuoi amici del Veneto Real non è mai venuto meno, ne mancherà nei prossimi giorni. Troveremo il modo, ne siamo certi, di onorarti ancora con tante altre belle iniziative che porteranno il tuo nome e la tua firma di Veneto.

L’omelia di don Alessandro è stata toccante e ha saputo cogliere la tua essenza. È stato particolarmente emozionante proprio sentire dalle sue parole, come ti abbia dedicato il nostro motto “Certamente i primi”.

Perché scegliere di essere i “i primi” significa scegliere di prendere le decisioni difficili, significa fidarsi ciecamente e credere fino in fondo alle proprie convinzioni senza indugiare anche rischiando difficoltà e sofferenze. E per quanto ci riguarda, tu per noi sei il primo tra i primi.

Caro Milo, con noi c'era anche il San Marco della nostra bandiera reggimentale e ti ha voluto salutare sventolando (in chiesa) per te.

Vogliamo credere, fosse un chiaro segno per dirci, “..state sereni Veneti, non vi preoccupate Milo ora è con me, ce lo siamo presi, per fargli dare una mano a San Michele Arcangelo a dare una sistemata alla milizia celeste...”.  E così già ti immaginiamo, in questa nuova avventura in cielo, attorniato di attenti ragazzini, e adulti, che pendono dalle tue labbra per sentire ancora un’altra storia sui Veneti.

Queste sono le righe che ti abbiamo dedicato durante la funzione e che Claudia ha magistralmente letto.





Milo Boz Veneto, questo è il nome con il quale firmavi i tuoi capolavori, marcando proprio volutamente la provenienza, come si faceva in tempi andati.

Una firma d’autore, un marchio di qualità nel panorama degli storici. Le tue ricerche sono sempre state guidate dal continuo bisogno di ricerca della verità, ma, a differenza di molti tuoi colleghi, tu avevi qualcosa in più, tu, nel tuo lavoro, sapevi mettere il cuore, sapevi interpretare con il sentimento ciò che gli altri troppo spesso interpretano solo con la ragione.

Ed è per questo che i tuoi racconti ed il tuo blog era per noi non solo fonte di conoscenza e sapere, ma anche di emozione.

Oggi caro Milo, nel porgere il nostro profondo cordoglio alla tua Albana, al fratello Mauro ed alla cognata, e nel ringraziarli di averci permesso di partecipare in uniforme a questa funzione, noi, i fioj del Veneto Real siamo presenti, per farti i massimi onori e celebrarti con le nostre belle nuove uniformi, quelle uniformi che proprio TU, più di tutti hai voluto e hai studiato per noi fin nel minimo dettaglio.

Mai dimenticheremo la luce nei tuoi occhi e la soddisfazione nel tuo volto per il traguardo raggiunto.

Quando siamo venuti a da te ormai due anni fa a farti vedere il risultato, da quanto eri emozionato tu ci hai perfino ringraziato, ma sai, la verità è che siamo noi a dover ringraziare te, per tutto quello che generosamente ci hai regalato in questi anni.

Tante cose meravigliose e infiniti aneddoti dovremmo e vorremmo dire di te, ma in questo momento l’unica cosa proviamo e riusciamo a dire è che ci manchi! E ci manchi tanto.

Un giorno, ne siamo certi, ci ritroveremo sotto ad un tiglio a parlare di storie e di battaglie, magari proprio sotto a quel tiglio, fonte di ispirazione per i Venetkens, che, se possibile, vorremmo donare a Seren da far piantare in tuo ricordo.

Ora, purtroppo è venuto il momento di salutarci, di salutarci come si saluta un grande amico, quell’amico che ti rimarrà nel cuore per sempre, e che sei sicuro un giorno rivedrai.

Pax Tibi Milo frater meus.

S’ciavo Vostro, Milo, amico nostro!




Ti salutiamo sargente Milo, questa volta non militarmente ma con un abbraccio forte, quell’abbraccio che ieri purtroppo, a causa di questo virus maledetto, non abbiamo potuto ma avremmo voluto dare alla tua e sposa ed a tuo fratello.

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Requiem aeternam Milo.

 

Fonte:  Da Venetorela.com del 13 dicembre 2020

Link: https://venetoreal.com/s-ciavo-vostro-milo-amico-nostro/?fbclid=IwAR3Aa1f8aBjJhAonmizmfaC_3TlU9_oKUDALrRda47CVOrZv8LclNu_zf-4



CIAO MILO E GRAZIE DI TUTTO QUELLO CHE CI HAI DONATO!



 

Un piccolo ringraziamento dai fioj del Veneto Real all'amico Millo Bozzolan

 

Ahinoi è purtroppo giunta la tua ora, caro Milo, ci hai lasciati in un venerdì di novembre di questo funesto 2020, dove anche il cielo piangeva per te. Hai deciso di raggiungere San Marco.
Forse ne eri consapevole che le tue forze fisiche erano allo stremo, che la tua energia fisica era ridotta e così vogliamo credere, anzi siamo certi, tu abbia deciso di spiegare le tue ali di leone veneto per volare da Claudio (Tandin) e Bruno (Toffolo) altri amici del Real, che ti hanno preceduto.

Eri sicuramente consapevole che lì avresti ritrovato un altro Veneto Real da riformare e riorganizzare, consigliare al meglio. Ma ci hai lasciati qui, soli.

Soli a combattere ad armi impari contro la mediocrità culturale che ci circonda.

Nell’ultima tua intervista nella semplicità e schiettezza delle tue parole ci ha lasciato un compito, un impegno, una via da percorrere. Educare le nuove generazioni per “liberarle” dal nulla del presente continuo in cui la società moderna li ha scaraventati, ridare loro salde radici ed un passato di cui andare fieri.

Sei stato per noi un riferimento, la tua fiamma ardente dell’amore per la Venezia è sempre stata gratuitamente a nostra disposizione, ora questa fiamma non c’è più, ma ognuno di noi è custode di una parte di essa, ognuno di noi ha il dovere morale di tenerla accesa dentro di sé e di non farla morire mai.

È la tua eredità per noi tutti, e tutti noi come fossimo tuoi “figli” ne abbiamo acquisito la sostanza. Magari solo in questo momento qualcuno ne sta davvero apprezzando il valore.

Ci hai dato tanto, tantissimo, hai posto sempre nuovi interrogativi, hai continuamente cercato risposte e collegamenti nella nostra storia di Veneti.

Dal 4 dicembre sarà compito nostro, probabilmente non ne saremo all’altezza, ma, è un impegno morale che chiunque abbia avuto il piacere di conoscerti se ne dovrà far carico.

La tua vita è stata preziosa per noi, e l’onda lunga del tuo insegnamento si sta già propagando ai nostri figli.

Non ti dimenticheremo caro Milo, per le battaglie e per la sete di giustizia che pretendevi, non solo dai nemici ma spesso, troppo spesso, anche da quelli che si professavano “amici”.

Non ci hai mai nascosto chi fossero le persone meritevoli di fiducia, e dalle quali invece stare alla larga, ed anche in questi giorni in cui sei stato male chi ti ha davvero voluto bene ha capito e conosciuto questa amara verità.

Ma ora quello che conta sei tu, che tu abbia trovato la tua libertà nella Serenissima dei cieli, fuori da questo inferno terrestre che hai combattuto.

Se puoi, continua a darci una mano, perché senza le tue preziose ricerche sulla nostra storia, ci sentiamo soli e più fragili.

Tutto il TUO Veneto Real stretto intorno, ti ringrazia di cuore, e per merito del nostro "poeta" @leDiss ti dedichiamo questa sua poesia: Esser un Veneto

Ciao Milo!


 

Fonte: da Venetoreal del 5.12.2020

Link: https://venetoreal.com/milo-boz-veneto/



 

ESSER UN VENETO (MILO BOZ)

 



Essar un Veneto

 

Il nostro "poeta" Alessandro Dissegna ci regala una poesia tutta dedicata a Milo

 

El Veneto,
ze beo, 
a so zente ze come par un bosco e so piante,
Na roba molto importante,
A vita ze come un esser un tutt'uno tra natura storia e cultura,
Un veneto a so region ze quanto pi importante ghe sia,
Quando in giro pal mondo el va,
Na someja sempre drio la ga,
Ze come un porta fortuna,
Ze come un lassa passar,
Ze na certessa che ogni volta te vien el magon basta vardarla e,
Sarando i oci,
tutto come par magia te fa passar a nostalgia,
Tutta magia,
No importa se te ghi si nato,
No ze dove che te nassi che te fa essar fiero,
A dire el vero,
Te pol essar anca bianco nero o daeo,
Esser Veneto ze amar la to patria,
La to storia,
La to cultura,
Diffendar tutto questo o so la ze tanto dura!
Ma credime,
Se in tutto questo te lo ghe drènto al to cor,
Te si veramente un Veneto,
Un Veneto vero!

@leDiss