giovedì 29 marzo 2012

ADDIO A EMILIO BELLAVITE, PER UNA VITA 
CI HA DETTO CHE TEMPO FARÀ

Emilio Bellavite si è spento ieri all´età di 85 anni. Dal 1952 era il meteorologo de «L´Arena»

LUTTO. Si è spento a 85 anni il meteorologo amato dai veronesi: dal ´52 teneva la sua rubrica di previsioni su «L´ Arena» Dal 1981 era il volto delle previsioni di Telearena.  Fondò l´Osservatorio Meteo 4 e lavorò per il ministero dell´Agricoltura

Addio al «mago del meteo»: a 85 anni, ieri (martedì 27 marzo 2012), all´ospedale di Borgo Trento, si è spento Emilio Bellavite, il meteorologo tanto amato dai veronesi, che per 57 anni ha annunciato dalle pagine de L´Arena «che tempo farà», per diventare poi, dal 1981, anche il volto delle previsioni televisive, prima su Televerona, poi, dalla sua nascita, su Telearena, emittente con la quale la popolarità di Bellavite è cresciuta ancora. Lascia la moglie Claudia, e quattro figli, l´ultima, Lucia, arrivata quando Bellavite aveva 71 anni.


Era davvero impossibile per lui passeggiare tra le vie di Verona senza incrociare qualcuno che, sorridendogli per quel senso di immediata simpatia che il viso dell´esperto del meteo sapeva suscitare anche in chi non lo conosceva, gli chiedesse un pronostico sul tempo del fine settimana: a riprova che nel mileu dei patiti del meteo (le cui fila negli ultimi anni si sono ampiamente infittite: ormai, più che guardare fuori dalla finestra per capire che tempo fa, consultiamo le previsioni in internet e, se la realtà le smentisce, stentiamo a credere al cielo!) Bellavite era davvero un´indiscussa autorità.


La sua passione era cominciata presto: nato nel febbraio del 1927, quinto di unici fratelli, maffeiano, già all´epoca del liceo alle lettere preferiva le nuvole, assecondato dai genitori che ad ogni compleanno gli regalavano barometri e termometri. Così nel 1948, nella casa dell´amico e compagno di scuola Angelico Brugnoli, in via Caprera, aveva realizzato l´Osservatorio Meteo 4, che poi, ingranditosi, si trasferirà nel ´65 sulla torricella di Santa Giuliana. Medico mancato (aveva lasciato l´Università perché «non reggevo le autopsie»), fu assunto nel 1951 dal ministero dell´Agricoltura con l´incarico di allestire e gestire l´Osservatorio per lo studio dei temporali e della grandine, lavoro mantenuto fino all´età della pensione, nel ´91. 


L´arrivo a L´Arena fu invece nel 1952: l´allora capocronista Silvio Bertoldi gli affidò l´incarico di curare la nota meteo. Fu un successo tale che da mensile la rubrica fu promossa a settimanale: tutti i venerdì Bellavite, con le sue previsioni, orientava i veronesi a scegliere la meta per il week-end. Augurando sempre una «serena domenica», anche quando il cielo non fosse poi tanto sereno. Del resto Emilio aveva la rara dote di saper dire mea culpa e scusarsi con lettori e telespettatori nel caso di previsioni sbagliate, che potevano creare confusione nei piani di migliaia di veronesi. Personalmente, lui ci aveva confessato di amare i temporali: «Amo il bel tempo, ma il temporale è uno degli elementi più affascinanti della natura. Mi piace aspettarlo e vederlo, sentirne il presagio nell´aria», ci aveva raccontato. 


Ma il meteo non era la sua unica passione: ogni podista sa che Bellavite era stato per anni una presenza immancabile in tutte le corse domenicali. Nella sua vita aveva partecipato ad una trentina di maratone, ma non disdegnava di correre su lungadige Attiraglio. Anche le moto, quelle di grossa cilindrata, erano nel suo cuore e nel suo stile. Era così, appassionato e positivo. Lo ricordiamo con una frase che lui stesso ci aveva confidato, facendo un bilancio della sua vita in occasione del suo ottantesimo compleanno, intervistato sul balcone della sua casa in via Pescetti: «Mi ritengo fortunato perché nella vita sono riuscito a fare quello che sognavo».

Fonte:  srs di Alessandra Galetto, da  L’Arena di Verona di  mercoledì 28 marzo 2012, CRONACA, pagina 23


CIAO EMILIO BELLAVITE, CI MANCHERAI. IL SALUTO DEI LETTORI


Emilio Bellavite con la sua stazione meteorologica

ADDIO. Sul sito de «L´Arena» tanti messaggi di commiato al meteorologo amato per la sua passione e istintiva simpatia. Anche sul portale del suo Meteo 4 il cordoglio della redazione I funerali domani alle 15.30 nella chiesa di Santo Stefano

Decine di saluti da parte di tanti lettori commossi. La notizia della morte di Emilio Bellavite, il meteorologo più amato dai veronesi, che dalle pagine de L´Arena ha annunciato sole e nuvole per centinaia di week-end nel corso di 57 anni, volto noto e amato di Telearena, ha spinto molti nostri lettori a scrivere sul sito L´Arena.it un messaggio.  I funerali di Bellavite si svolgeranno domani alle 15,30 nella chiesa di Santo Stefano.

«Più di una volta l´ho incrociato che scendeva con il motorino dalla Cola.  Un personaggio garbato che ti comunicava passione per quello che faceva, mancherà a tutta la città», scrive giorgioelle, mentre PolentaEMusso gli manda: «Un grande commosso saluto.....», e buteldeverona confessa: «Mi addolora tanto la scomparsa di Emilio, grande uomo e persona sempre gentile. Riposa in pace»
«Mitico Emilio, questi sì che sono personaggi di cui Verona può andar fiera. Mi raccomando, da lassù, il prossimo inverno, manda qualche "spruzzatina di neve" sulle nostre montagne!», si augura Tasta-Sal. E faccio aggiunge: «Grazie Emilio, rimarrai sempre nel cuore di tutti quelli che hanno avuto il privilegio di conoscerti. Buon viaggio». 
«Figura lieve e determinata, ribelle e romantica...un extraterrestre amante più del cielo che della terra!», dice skuria. C´è anche chi gli riconosce il merito di avergli contagiato la passione, come aci88: «Grazie, mi hai fatto amare il meteo. Un saluto Emilio e condoglianze alla famiglia». 
Ancora parole affettuose per Emilio da Riky 66: «Era un riferimento, e quando ha lasciato mi è dispiaciuto molto.... Nonno del tempo, lo chiamava affettuosamente la mia bimba.... Ciao Emilio, controlla le isobare dall´alto e dicci se piove quà o là». E girmi riconosce: «Un uomo buono e intelligente. Tutti fattori riconoscibili sul suo volto e nella sua voce. Capace anche di trasmettere ai veronesi, col metodo più efficace, cioè l´esempio, la passione per le corse a piedi e per il movimento in generale. Corse cui si recava, anche in inverno, rigorosamente in vespa o in moto. Aveva ragione ad amare il temporale, è uno degli eventi naturali più imponenti ed eccitanti. Proprio in questo momento ne sentiamo il bisogno e, incontrandolo, gli avremmo chiesto: "ma quando è che arriva l´acqua?" Rimarrà sempre nei nostri ricordi più affettuosi. Grazie».
Insomma, sarà impossibile dimenticarlo, come riconoscono i_vano: «Il suo era un appuntamento imperdibile, resterà un personaggio indimenticabile. Ciao Emilio, controlla il cielo da lassù», pippoblu: «Chissà come le vede le nuvole da lassù... Buon viaggio Emilio», e farafin1: «Addio Emilio. Rimarrai nei cuori di tutti i veronesi che come me sono cresciuti guardando la sera il meteo su Telearena, seduti sul divano coi propri genitori». 
E anche sul sito Meteo4 sono tantissimi coloro che hanno voluto lasciare un messaggio di ricordo e saluto. Sulla Home page si legge: «Oggi ci ha lasciati il nostro amico meteorologo Emilio Bellavite. Con la tristezza di chi ha perso un´amico ed un maestro lo staff di Meteo4 porge le più sentite condoglianze a tutta la famiglia». E a seguire le parole commosse ddel suo discepolo e co-fondatore del gruppo, Massimiliano Veronesi: «Sono davvero commosso, è difficile spiegarlo a parole. Emilio non è un mio parente ma è stato molto di più. Oggi non ci ha lasciato ora ci seguirà con passione e sorriso proprio dal cielo che ha amato tanto. Un giorno Emilio tu mi hai scelto, donandomi i tuoi registri, dopo che ti ho inviato una semplice lettera. Grazie mille per la generosità di quel gesto nei miei confronti. Non potrò mai dimenticarlo».

Fonte: srs di Alessandra Galetto;  da L’Arena di Verona di giovedì 29 marzo 2012, pagina 25



mercoledì 28 marzo 2012

IL MALE NON ESISTE: UNA OCCASIONE PER RIFLETTERE

Un Professore universitario di filosofia in un noto College sfidò i suoi studenti con la seguente domanda: “Dio ha creato tutto ciò che esiste?”

Un coraggioso studente rispose: “Sì, lo ha fatto!
Dio ha davvero creato tutto?” ribadì il Professore.

Sì Signore, sicuramente!” rispose lo studente.

Il Professore allora disse: “Se Dio ha creato tutto, allora ha creato il male; e, dato che il male esiste, e secondo il principio che le nostre opere definiscono chi siamo, allora possiamo supporre che Dio sia malvagio!”

Lo studente rimase in silenzio e non poté rispondere alla definizione ipotetica del Professore. Egli, fiero di sé, si vantò con la classe che, ancora una volta, aveva dimostrato l’inutilità di una fede religiosa.

Un altro studente alzo la mano e disse: “Posso farle io una domanda, Signor Professore?
Ma certo!” disse lui.

Lo studente si alzò e chiese: “Professore, il freddo esiste?”

Ma che domanda è? Certo che esiste! Non hai mai sentito freddo?”

Gli altri studenti si misero a ridere della domanda, ma il giovane rispose:
In verità, Signore, il freddo non esiste. Secondo le leggi della fisica, ciò che noi consideriamo freddo è semplicemente la mancanza di calore.
Ogni corpo o oggetto è suscettibile a studio quando ha o trasmette energia, ed il calore è ciò che fa avere o trasmettere energia a un corpo o materia. Lo zero assoluto, meno 460° Farenheit, è l’assenza totale di calore; ed a quella temperatura, ogni corpo o materia diviene inerte ed incapace di reazione.
Il freddo non esiste: abbiamo creato noi questa parola per descrivere come ci sentiamo quando non c’è calore.

Lo studente continuò: “Professore, esiste il buio?
Il Professore rispose: “Certo!”

Lo studente rispose ancora: “Ancora una volta la devo contraddire, non esiste nemmeno il buio. Il buio è in verità solo l’assenza della luce. Possiamo studiare la luce, ma non il buio.
In effetti possiamo usare il Prisma di Newton per dividere la luce bianca in molti colori e studiare le varie lunghezze d’onda di ogni colore, ma non si può misurare il buio. Un semplice raggio di luce può penetrare in un mondo di tenebre ed illuminarlo.
Come facciamo a sapere quanto sia buio uno spazio? Misuriamo la quantità di luce presente in esso, esatto? Il buio è un termine usato dall’uomo per descrivere ciò che succede quando non c’è presenza di luce.

Infine, il giovane chiese: “Professore, il male esiste?”

Adesso incerto, il Professore rispose: “Certo, come ho detto prima, lo vediamo tutti i giorni; è evidente negli esempi quotidiani del comportamento inumano dell’uomo verso i suoi simili.
E’ presente nella moltitudine di crimini e di violenza che vediamo ovunque nel mondo. Queste cose sono solo manifestazioni del male.

Lo studente rispose: “Il male non esiste, Signore, o perlomeno non esiste di per sé; il male è semplicemente l’assenza di Dio. Come per il freddo o il buio, è una parola che l’uomo ha inventato per descrivere l’assenza di Dio. Dio non ha creato il male. Il male è il risultato di ciò che avviene quando l’uomo non ha l’amore di Dio nella sua vita. E’ come il freddo che si sente quando manca il calore, o il buio che si percepisce quando non c’è luce.”

Lo studente si mise a sedere nel silenzio generale, così fece anche il Professore.


Dicono che questa  sia una   storia vera, e il nome dello studente era Albert Einstein.

martedì 27 marzo 2012

VERONA. AL CASTELLO DI MONTORIO 
SPUNTANO REPERTI ANTICHI

L´area all´interno del castello di Montorio dove sono stati ritrovati i reperti antichi

TESORI NASCOSTI. La scoperta è stata fatta dagli operai durante i restauri: Sono un pozzo di età scaligera e bassorilievi con scene di conciatura Di Dio: «Abbiamo chiesto il permesso di ampliare l´area degli scavi»

«Sono rimasto stupefatto». Il commento a caldo dell´assessore comunale all´Edilizia pubblica, Vittorio Di Dio rispecchia l´importanza dei ritrovamenti venuti alla luce durante gli scavi al castello di Montorio. I lavori erano partiti nel luglio dello scorso anno ed erano finalizzati al completamento del restauro della cinta muraria e alla realizzazione di un percorso attrezzato per consentire alla popolazione di fruire in sicurezza dell´intera area del castello.

Durante gli scavi però sono emersi reperti di cui non era nota l´esistenza, come un pozzo di età scaligera, alcuni bassorilievi, rappresentanti una scena di conciatura delle pelli, sulle mura della chiesetta medioevale, già individuata durante la prima parte dei lavori, ed alcune importanti opere, quali sistemi di raccolta delle acque piovane in una grande cisterna, realizzate verso il 1860, durante la dominazione asburgica, quando il castello era adibito a scopo difensivo.
«In realtà alcuni documenti parlavano dell´esistenza di questi reperti», precisa l´ingegner Sergio Menon, dirigente comunale dell´edilizia pubblica, «ma non vi si era prestata fede, perché non c´erano riscontri. Il pozzo di età scaligera era nominato in uno scritto del Seicento, ora sappiamo che questi documenti sono attendibili».

La particolarità dei reperti rinvenuti nell´area del castello sta nella loro stratificazione: ogni parte rappresenta un tassello, che nell´insieme va a raccontare la storia secolare del sito, che parte dal XI secolo ed arriva fino a noi. Forte difensivo nell´età scaligera, divenne poi punto strategico all´epoca del dominio asburgico, per tramutarsi in sede militare italiana nei primi del novecento.
Oggi è il simbolo della Valsquaranto.  I lavori infatti prevedono di rendere ben visibile il castello, nella sua interezza, anche dal lato di Montorio.
«Tutti i ritrovamenti», precisa ancora Di Dio, «sono stati tempestivamente segnalati alla Soprintendenza; sono stati quindi temporaneamente interrotti i lavori e chiesto il permesso di estendere le operazioni di scavo anche sotto due importanti accumuli di terra, che erano stati sempre interpretati come postazioni di artiglieria di periodo austriaco, non ritenendo probabile che sotto ci fosse qualcosa di interessante. Sarà doveroso da parte nostra trovare i fondi necessari per completare i lavori di recupero di questo importante sito».

Fonte: srs di Elisa Innocenti, da L’Arena di Verona di mercoledì 21 marzo 2012, CRONACA, pagina 21


lunedì 26 marzo 2012

IL PD È DALLA PARTE DEI LAVORATORI... MA! FORSE..DI SICURO MAI QUANDO APPOGGIA IL GOVERNO

In foto: Veltroni e Calearo

Ve lo ricordate il 2002?  Tutti in piazza contro l'eliminazione dell’articolo 18,  ma allora  governava Berlusconi,  e si doveva conquistare voti.  La  realtà che “quella roba là” era solo pura  propaganda, visto che oggi sono palesemente favorevoli  e, come ha  ammesso Enrico Letta,   non sanno come farla "digerire" all'elettorato...
Come  sempre  la sinistra più che amare i lavoratori ama il potere sui lavoratori

domenica 25 marzo 2012

NON È COME NASCI, MA COME MUORI CHE RIVELA A QUALE POPOLO TU APPARTIENI


Non è come nasci, ma come muori che rivela a quale popolo tu appartieni

 Alce Nero capo indiano 1890

sabato 24 marzo 2012

NAPOLITANO: «NON MI RICANDIDO, DAL 2013 SARÒ PRIVATO CITTADINO NON SI DEVE MAI RITENERE 
DI ESSERE INSOSTITUIBILI »


E non lo potevi  fare  sessanta anni fa?  

QUANDO MARRA NARRÒ, TRE ANNI FA, IL COMMERCIO DELLE SENTENZE E MOLTO ALTRO. ANCHE IN TEMA DI SIGNORAGGIO E ILLICEITÀ DEL SISTEMA FISCALE...

ALFONSO LUIGI MARRA

Alberto Dandolo:  Ad aprile 2009, lei, su una pagina intera di Il Giornale, ha pubblicato un documento tremendo, intitolato: «..Vendita di massa delle sentenze ad opera di buona parte dei giudici delle Commissioni Tributarie. Diritto di comprare le sentenze se si consente che i giudici le vendano». Oggi, puntuale, il grande scandalo è scoppiato: era tutto come diceva lei.

Alfonso Luigi Marra: Quella è solo la prima parte del titolo del documento n. 166, del 25.3.2009 (scaricabile da:  http://www.marra.it/ ),  nel quale descrivevo i fatti oggi emersi, ma anche molte altre cose, delle quali invece per il momento nessuno fa parola. Proseguivo infatti scrivendo: «Criminalità della tassazione stante il signoraggio bancario, e necessità di portare allo scoperto quella parte della magistratura e dell'apparato ministeriale, poliziesco ed esattoriale, che costituisce il principale baluardo del crimine del signoraggio bancario e del conseguente crimine della tassazione». Da quest'orecchio però la magistratura insiste per il momento a non sentire, e dobbiamo così assistere alla prosecuzione della sceneggiata dell'indignazione per l'evasione fiscale. Ora però tutte le commedie stanno per finire, e anche Monti, che a mio avviso non è sobrio ma fibrillante di paura nel manifestare esaltazione per i suoi presunti successi, dovrà iniziare a fare qualche ammissione,  visto che a gennaio 2012 il fatturato dell'industria è sceso su base mensile del 4,9%. Né è dato capire da cosa possa mai dipendere - se non dalla fantasiosità della finanza e di chi la controlla - il miglioramento del famoso spread, visto che nessun altro indicatore è positivo.

Dandolo: Che sensazioni dà l'aver previsto tutto, nei suoi libri e nei suoi documenti, con decenni di anticipo?

Marra: Di dispiacere per la società, perché quelle analisi e quelle previsioni hanno credo prodotto, sia pure nel più generale silenzio, molti cambiamenti, ma sono state troppo soffocate e mistificate, e non hanno fermato il disastro.

Dandolo: Secondo lei perché c'è tanta resistenza verso le sue tesi?

Marra: Perché nel momento in cui si ammette la fondatezza di quel dico inizia un nuovo e ben più vasto e profondo '92.  Come faranno infatti i partiti a spiegare perché hanno taciuto sul crimine del signoraggio bancario, sulle sei leggi regala-soldi alle banche e sulle tante altre cose, soprattutto in campo scientifico, che ho scritto dal 1985?

Dandolo: Si sente un po' Robespierre?

Marra: Per fortuna di tutta questa gente non siamo nel 1789, altrimenti non so quanti avrebbero salvato la testa. È certo però che saranno tutti 'condannati' allo status di cittadini privati. Cosa c'è di male: forse che lei stesso ed io, in questo momento, non siamo appunto dei privati cittadini?


Fonte: Ufficio Stampa PAS-FermiamoLeBanche
Fonte: da Noncensura.con del  21 marzo 2012


venerdì 23 marzo 2012

VERONAE PULCHRA ES SEMPER, SEMPER ET SEMPER! A VERONA TU SEI SEMPRE BELLA, SEMPRE E COMUNQUE!



VERONAE PULCHRA ES SEMPER, 
SEMPER ET SEMPER! 
A VERONA  TU SEI SEMPRE BELLA, 
SEMPRE E COMUNQUE!

giovedì 22 marzo 2012

ARTICOLO 18: QUELLO CHE LE TEORIE ECONOMICHE NON DICONO


Gran dibattiti sull’articolo 18, anche se nessuno sa quello che si stanno dicendo al tavolo con i sindacati. Gli economisti espongono il proprio pensiero: chi in modo sbrigativo, chi con articolate argomentazioni. I più articolati sono, come spesso accade, quelli di NFA che hanno pubblicato due pezzi ben fatti sulla teoria economica in tema di protezioni sull’occupazione, con le teorie e le evidenze empiriche
Tuttavia ci sono almeno un paio di grandi assenti nei discorsi sul lavoro (NFA compresa) e cioè
  1. la domanda
  2. la malafede
LA DOMANDA
Alla Bocconi, uno dei corsi base del primo anno era macroeconomia. Quando frequentavo io, il prof era un certo Mario Monti e la prima cosa che leggeva (sì, Monti non spiegava, leggeva) dal Dornbusch-Fisher era la curva IS-LM, e del suo necessario presupposto, ovvero l’equillibrio tra domanda e offerta. La riforma del mercato del lavoro e il suo feticcio art.18 agiscono dal lato dell’offerta di lavoro, cioè aumentano la mobilità (in uscita) delle persone.
NFA dice tra le altre cose che l’evidenza empirica dimostra, pur tra mille distinguo, che una maggiore facilità in uscita genera anche maggiore facilità in entrata, in particolare per le parti più “deboli” della forza lavoro – donne e giovani – che più a lungo restano disoccupate. Tutto a posto, quindi, è come dicono tutti: aboliamo l’articolo 18 e avremo più posti di lavoro? Mica tanto.
Quello che NFA non dice è che le evidenze empiriche che abbiamo sono tutte riferite a situazioni dove c’era domanda di lavoro. Erano, cioè situazioni nelle quali le imprese avrebbero avuto bisogno di assumere, perché la domanda dei loro prodotti superava l’offerta e loro non riuscivano a stare al passo.
Noi siamo in quella situazione? Per niente.
L’evidenza empirica mostra anche che maggiori protezioni rendono più lente le reazioni del mercato del lavoro alle variazioni esterne, ovvero:
la domanda cresce? Non cresce subito l’occupazione, perché assumere è rischioso.
La domanda cala? Non cala subito l’occupazione, perché non si può licenziare a piacimento. Ripeto: in che situazione siamo? Con domanda calante, forse sarebbe meglio tenerci la protezione, no? Anche perché il mercato del lavoro NON E’ un posto dove tutti gli attori giocano secondo le regole e si comportano onestamente, E qui vengo al punto 2.

LA MALAFEDE
Che posto ha la malafede nelle teorie economiche? La domanda è retorica: per i commentatori economici le ragioni dei tagli e dei problemi sono sempre oggettive. Noi sappiamo però che nelle vite reali di molti di noi la malafede conta, eccome. Tre esempi concreti presi dalla mia modestissima cerchia di conoscenze.
Esempio n.1: banca privata italiana che vende a banca d’affari svizzera un ramo d’azienda con circa 30 persone. In fase di vendita viene stipulato un accordo sindacale dove si garantisce per 18 mesi nessun intervento sui livelli occupazionali. Dopo soli 4 mesi dalla vendita, oltre metà dei dipendenti vengono licenziati, in barba all’accordo sindacale ed allo stesso art.18. Per la serie “e adesso fammi causa”.
Esempio n.2: azienda manifatturiera a conduzione familiare, circa 25 dipendenti. Il capo azienda non paga da quattro mesi gli stipendi e avvia le pratiche per la cassa integrazione per i tre quarti dei dipendenti. Colpa della crisi? Mica tanto: gli ordini, per quella ditta, sono calati, ma non tanto da mettere in crisi l’azienda a quella maniera. Fonti interne riferiscono che la figlia del padrone stia costruendosi una villa al lago con rimborso spese a piè di lista a carico dell’azienda.
Esempio n.3: azienda del parabancario nata tre anni fa da uno spin off e mai in utile dalla sua creazione; trecento dipendenti di cui quattordici dirigenti, ovvero il doppio della media di settore. Ognuno dei dirigenti costa come dieci-quindici impiegati; i 14 godono di un parco macchine aziendali degno di un autosilo, iPad  per tutti e , nonostante gli scarsi risultati, premi in abbondanza. Ora il management chiama i sindacati e dichiara che bisogna ridurre i costi, trecento dipendenti sono troppi e ci sono cento esuberi, non tra i dirigenti, però: tra gli impiegati.

Soggetti come quelli dei tre esempi, oggi, devono almeno trovare qualche buona scusa per procedere ai licenziamenti: devono fare procedure, chiedere, trattare o, nel caso degli svizzeri, devono sfidare apertamente un sistema di regole contrarie. Ci sarà di sicuro una certa percentuale di imprenditori onesti che, magari, tirano loro la cinghia per non licenziare i dipendenti, ma non credo siano la maggioranza. La maggioranza sono di quel tipo lì.
Qualcuno sa indicarmi delle teorie economiche che tengano conto di cose di questo tipo?
Vogliamo mettergli il tappeto rosso, sapendo che, oltretutto, lo faremmo inutilmente? O c’è qualcuno che crede davvero che la Fiat perda quote di mercato perché c’è lo sciopero delle bisarche?


Fonte: srs di  di italy4dummies, (Bancario, sindacalista nel sindacato sbagliato, bocconiano con 30 e lode in Analisi dei Sistemi... servirà a qualcosa?)   da Reset Italia del 18 marzo 2012



mercoledì 21 marzo 2012

VERONA. L´ARCO DEI GAVI NASCONDEVA UN TESORO.

Il mosaico colorato di epoca romana scoperto durante gli scavi all´Arco dei Gavi: era il pavimento di una domus gentilizia.  

VERONA. PATRIMONIO ARCHEOLOGICO. Scoperto uno splendido mosaico colorato a figure geometriche: era il pavimento della domus romana venuta alla luce negli scavi per mettere in sicurezza il monumento. «Ritrovamento eccezionale, il primo in Veneto», dice la soprintendente Cavalieri Manasse. E ora? Potrebbe essere spostato al museo.

«È un ritrovamento eccezionale, il primo del genere avvenuto in Veneto». Giuliana Cavalieri Manasse, direttore del Nucleo operativo della Sovrintendenza ai beni archeologici, trattiene a stento l´entusiasmo davanti al mosaico di quasi venti metri quadrati, raffigurante figure geometriche, emerso dallo scavo del fossato effettuato per difendere dai vandali l´arco dei gavi.  E chissà se l´antica domus romana che sorgeva in riva all´Adige di cui il mosaico costituiva parte della pavimentazione, apparteneva a quella Gens gavia da cui il monumento prende il nome e che in origine si trovava sulla via Postumia. Al sopralluogo ha partecipato anche l´assessore ai lavori pubblici Vittorio Di Dio, promotore dell´opera di messa in sicurezza del monumento.

Il mosaico lungo 5,5 metri e largo 3,5, che si trovava sotto i due olmi il cui abbattimento aveva suscitato proteste e polemiche, risale alla prima metà del I secolo dopo Cristo. Mosaici di questo tipo, di questa qualità e di questa dimensione, risalenti alla stessa epoca», sottolinea, «in Veneto non ne erano mai stati trovati e ciò segnala il livello di ricchezza della famiglia patrizia che vi abitava, tutto ciò inoltre testimonia la presenza di abitazioni all´infuori delle mura». La qualità del mosaico è testimoniata dall´utilizzo di tessere molto piccole e dalla fattura raffinata e regolare. Tale mosaico verrà probabilmente asportato ed esposto altrove, poiché allestire un percorso museale come a Porta Leoni, sarebbe molto costoso. Si calcola che ci vorrebbe un investimento di almeno 300mila euro.
Oltre al mosaico sono state ritrovate parti di muri e di pavimentazione della casa romana e un frammento di affresco risalente al terzo secolo. «Il problema è la scarsità di risorse economiche. Togliere da lì il mosaico ed esporlo altrove», commenta la dirigente della Sovrintendenza, «è meno dispendioso che valorizzarlo sul posto, mentre gli altri reperti, finiti i rilievi archeologici, verranno di nuovo coperti. Un domani se ci saranno le risorse si potrà monumentalizzare l´area».
Mosaico e affresco, fa sapere Di Dio, «potrebbe essere esposti nell´adiacente museo di Castelvecchio. Quanto all´arco, monumento unico in Europa che non possiamo lasciare nel degrado, sarà protetto da una cancellata e da telecamere di sorveglianza». 
L´architetto Luigi Calcagni è il responsabile della progettazione e direzione dei lavori, affidati all´impresa Geco Costruzioni: «Il ritrovamento è così importante da compensare i disagi per il prolungamento dei tempi del cantiere».

Fonte: srs di Enrico Santi da L’Arena di Verona di  venerdì 16 marzo 2012 CRONACA, pagina 11

martedì 20 marzo 2012

LAVORO USA: CHIUDONO 15 INDUSTRIE AL GIORNO, 5600 L'ANNO

Foto - Flickr

Negli USA chiudono industrie a raffica. Con questo ritmo, tra meno di trent'anni non ne resterà più neppure una. Nel Paese più consumista del mondo. E' una piccola notizia di qualche mese fa, ma sempre purtroppo attuale. La scoperta è di un deputato dell'Ohio, Betty Sutton, il cui ufficio studi ha esplorato i database pubblici.

Ebbene: negli Stati Uniti, nel 2001, c'erano 398.887 industrie private. Alla fine del 2010, il numero è sceso a 342.647: in dieci anni, ne sono sparite 56.190, oltre 15 al giorno. Ma si tratta solo di una media, ed è persino ottimistica.
Infatti, nel solo 2010 sono state chiuse ben 8.660 fabbriche, il dato è simile per il 2009, e possiamo solo immaginare quali saranno i numeri del 2011, anno di crisi.
In realtà, come precisa il deputato, non si tratta soltanto di aziende chiuse per problemi economico-finanziari. Molte di queste industrie hanno semplicemente chiuso i battenti in USA e trasferito tutta la produzione in Cina. Volendo paventare il peggio, nel giro di trent'anni non ci sarà più una sola industria aperta in tutto il territorio statunitense, ma anche molto prima se consideriamo il fattore crisi e l'effetto a catena sull'indotto territoriale.
Milioni di posti di lavoro persi, e soprattutto il Paese più energivoro e consumista del mondo che non produce più un bel nulla. Solo a me tutto ciò pare un assurdo incubo?
Chi diavolo sta prendendo le decisioni, su questo pianeta?

Fonte:  srs di Debora Billi , in Apocalypse nowda  ds  Crisis  di Giovedì 9 Febbraio 2012

lunedì 19 marzo 2012

LE BANCHE STANNO CREANDO UN SISTEMA DI DOMINIO E SCHIAVISMO



Le banche stanno creando un sistema di dominio e schiavismo impressionante, tengono a scacco il mondo, decidono, nominano, impongono tasse… le banche creano crisi, le banche fanno circolare denaro che nessuno vede mai... le banche decidono chi si salva e chi no...
Non hanno Dio, le banche, non hanno amore, non sono a servizio di nessuno… l'unica cosa di cui hanno paura è che in noi si formi la gioia: di vivere, di stare insieme, di condividere, di raccontarci le favole alla sera, di aiutarci, di ritornare a vivere con i valori cristiani, perché lì  loro non hanno potere, perché lì troverebbero un muro, perché dal dio denaro passeremmo ad un Dio diverso e loro crollerebbero.



Fonte: srs di Veronica Viazzarin

domenica 18 marzo 2012

IL PREMIO NOBEL JOSEPH STIGLITZ RIVELA I NOMI DELLA CUPOLA FINANZIARIA INTERNAZIONALE: SI CHIAMA I.S.D.A. E LA SEDE CENTRALE È A LONDRA.....

IL PREMIO NOBEL JOSEPH STIGLITZ

di Sergio Di Cori Modigliani


Chi ha incontrato Mario Monti, a New York, quindici giorni fa, di talmente importante, da fare in modo che nessun giornalista, curioso, (e tantomeno bloggers indipendenti) potessero sostenere di averli visti insieme?
In teoria, la persona più importante che lui ha visto in Usa è stato Barack Obama. Dopotutto si tratta del comandante in capo del più potente esercito mai esistito.
Macchè.
Se Monti è un semplice ragioniere, Obama è, diciamo così, un solidissimo direttore generale. Poi ci sono altri, nei piani alti.
Il nostro baldo premier sembra che abbia incontrato un piccoletto anonimo, un signore di Singapore, totalmente sconosciuto ai più. Il suo lavoro ufficiale consiste nell’insegnare all’università di Toronto “pianificazione dei sistemi di telecomunicazione avanzata” nella facoltà di ingegneria elettronica. E’ un grande esperto (considerato tra i primi cinque esperti al mondo) in “gestione delle risorse energetiche europee e sue applicazioni economiche”. Vabbè che è un professore pure lui, e tra professori si capiscono. Ma non basta per incontrarlo.
L’anonimo piccoletto di Singapore ha anche un’altra curiosa particolarità. Che a noi ci interessa. Eccome se ci interessa!!!!!
Dai primi di quest’anno 2012, infatti, questo professore ha trovato un nuovo lavoro. Glielo hanno dato gli arabi. Per essere precisi gli emiri. Per essere ancora più precisi: gli sceicchi  che rappresentano gli interessi petroliferi e finanziari dell’Emirato Arabi Uniti a Dubai. Costoro, quatti quatti, zitti zitti hanno di recente fatto un acquisto in apparenza disastroso: la più alta quota di maggioranza in Unicredit, la cosiddetta “banca del made in Italy” in teoria simile alla nave Concordia, dato che ha soltanto debiti, ma rappresenta la Repubblica Italiana (così recitava la pubblicità mandata in televisione per sedurre i gonzi italioti con patriottico cuore, pronti a versare i propri risparmi per acquistarne le azioni). Possiedono, infatti, gli emiri, dal 28 gennaio 2012 il 6.5% del capitale finanziario della banca –sufficiente per imporre ogni decisione- attraverso un fondo reale del Dubai che si chiama “Abaar Investment Fund”.
Gli emiri hanno convocato a Dubai il nostro piccoletto anonimo e gli hanno delegato la rappresentanza. E così, l’ometto, alias “the professor”, alias “controllore della pianificazione investimenti in Europa di Unicredit” si è messo al lavoro.
Alias Lim Teng Joon: un genio della finanza al servizio dei cinesi.
Un genio delle telecomunicazioni strategiche.
E’ stato immediatamente cooptato come unico….forse è meglio ripeterlo….UNICO…rappresentante italiano (non è folle che noi italiani siamo rappresentati da un piccoletto di Singapore che in Italia non c’è mai neppure stato?) all’interno della più potente organizzazione finanziaria planetaria, che attualmente gestisce un capitale complessivo di 47.000 miliardi di euro. Questa è la cifra che la cupola tratta.
L’organizzazione ha sede a Londra.
Si chiama I.S.D.A.
In Usa è considerata la cupola finanziaria sovranazionale planetaria.
E’ un acronimo.
E’ il datore di lavoro di Mario Draghi.
Praticamente è ufficiale, questo è il bello. Anzi, il triste. Per non dire, il tragico.
Chi lo dice, questo? Il sottoscritto: macché. Il furioso Paolo Barnard?: proprio no. Il Wall Street Journal, allora?: no no no.
Ce lo rivela, con parole semplici, dirette e un solo condizionale, il premio nobel per l’economia Joseph Stieglitz, ormai reo-confesso (“sì sono io la Gola Profonda di “occupy wall street” e allora?” confessione fatta a Bloomberg television in data 12 febbraio 2012) in un articolo pubblicato in data 6 febbraio 2012 da un modesto giornale studentesco della Columbia University dove lui insegna Economia, dato che la rivelazione è stata fatta, così, volutamente en passant, nel corso di una lezione registrata dagli studenti. In tale articolo, Stieglitz ci spiega che la Bce non decide un bel nulla. Bensì, esegue gli ordini dell’I.S.D.A.
L’acronimo sta per “International Swaps and Derivatives Association”.
Secondo Stieglitz, sono loro a decidere il destino della Grecia; sono loro che hanno deciso e stanno decidendo su come la Bce deve o non deve occuparsi della gestione della finanza in Europa. Il tutto non è stato presentato come uno scandalo, né come una notizia da scoop, né come un allarme clamoroso. Non è nella tradizione di Stieglitz. L’esimio professore non è in cerca nè di visibilità (non ne ha bisogno, dato che è il numero 1 al mondo) né tantomeno di pubblicità (ne ha fin troppa). Lo ha fatto commentando con i suoi studenti la situazione finanziaria dell’Europa, delle richieste fatte a Italia e Spagna e dell’imposizione dei tagli alla Grecia. Dice Stieglitz “…..the final oddity of the ECB’s stance concerns democratic governance. Deciding whether a credit event has occurred is left to a secret committee of the International Swaps and Derivatives Association, an industry group that has a vested interest in the outcome. If news reports are correct, some members of the committee have been using their position to promote more accommodative negotiating positions. But it seems unconscionable that the ECB would delegate to a secret committee of self-interested market participants the right to determine what is an acceptable debt restructuring. The one argument that seems – at least superficially – to put the public interest first is that an involuntary restructuring might lead to financial contagion, with large eurozone economies like Italy, Spain, and even France facing a sharp, and perhaps prohibitive, rise in borrowing costs........The ECB’s behavior should not be surprising: as we have seen elsewhere, institutions that are not democratically accountable tend to be captured by special interests. That was true before 2008; unfortunately for Europe – and for the global economy – the problem has not been adequately addressed since then”.    Joseph E. Stiglitz
Tradotto e in sintesi, Stieglitz ci annuncia che la Bce è sottoposta a ordini esterni di privati, i quali porteranno l’economia europea al disastro. Intendiamoci, a naso e istinto lo sapevamo già. Ma è utile sapere nomi e cognomi, date e dati, quando l’informazione la dà un premio nobel dell’economia stimato in tutto il mondo.
E perché lo fa?
Perché la lezione che stava tenendo era di “democrazia e politica”, con il sottotitolo: “quale governance nell’interesse dei cittadini delle nazioni democratiche?”.
E poi, perché ci teneva a fare il mago.
Alla fine della sua lezione, infatti, ha predetto (davvero uno stregone) che “l’Isda annuncerà formalmente sul suo sito di qui a qualche giorno che posizione l’Europa deve assumere rispetto alla Grecia. Sono un’associazione di industriali, non sono mica clandestini. Loro sono orgogliosi di essere al comando delle operazioni e da un mese a questa parte ci deliziano nel loro sito con il racconto addirittura sfacciato relativo a ciò che stanno facendo. Quando loro parlano e scrivono sul sito, al massimo dopo 48 ore parlano la Merkel, Sarkozy, Monti”.
Agghiacciante.
Immancabilmente la profezia di Stieglitz è diventata realtà.
E così, sul sito dell’Isda, in data 27 febbraio è comparsa la seguente notizia:
LONDON, February 27, 2012 – The International Swaps and Derivatives Association, Inc. (ISDA), as secretary to the Determinations Committees (the DCs), today announced that a question relating to the Hellenic Republic has been submitted to the EMEA Determinations Committee.
In accordance with the Determinations Committee process, the EMEA Determinations Committee will decide whether to accept the question for deliberation or reject it and this decision will be made by 5PM GMT on Wednesday, February 29, 2012.
Further information regarding the question is available at www.isda.org/credit.
For Media Enquiries, Please Contact: Lauren Dobbs, ISDA New York, +1 212 901 6019, ldobbs@isda.org
Claire Freer, ISDA London, +44 203 088 3578, cfreer@isda.org

Per dirla in breve e in sintesi: sembra un comunicato stampa dal fronte di guerra. Il che ci chiarisce la posizione dei tedeschi, da efferati padroni integerrimi ridotti, povere stelle, a efficienti quanto efficaci ragionieri sottoposti.
Il comunicato, infatti, specifica che si riserva il diritto di stabilire se tutta la manovra finanziaria relativa alla Grecia può funzionare o meno (naturalmente per i loro interessi). Il che vuol dire che se loro decidono che non funziona, andiamo tutti a picco.
Non è una notizia clamorosa.
Forse, per i più, non è neppure una notizia.
Diciamo che è un buon segreto di Pulcinella.
Ma è bene cominciare a passare dagli stereotipi alle informazioni garantite.
E soprattutto con nomi e cognomi, in modo tale da avere un quadro esauriente e veritiero su chi è al comando delle operazioni e chi decide per davvero.
Se non altro, quando (nel caso esista qualcuno che in Italia intenda farlo potendoselo permettere) si va da Mario Monti in conferenza stampa o alla tivvù, si possono fare domande precise e nette a proposito di questi signori.
Ecco l’elenco dei nomi dei funzionari preposti alla gestione di quello che loro chiamano “il pacchetto Europa”.

 

Lista dei direttori:

Stephen O’Connor…..                                                                              Morgan Stanley
Michele Faissola….Managing Director……                                          Deutsche Bank
Gay Huey Evans…..Consultant Executive…..                                         ISDA
Diane Genova…….Treasurer……………..                                            JPMorgan Chase & Co.
Guillaume Amblard………Global Head Fixed Income Trading……    BNP Paribas
Brian Archer…….Managing Director Global Head Trading……..        Citi
Martin Chavez…….Managing director……..                                           Goldman Sachs & co.
Bill De Leon…….Global head of Portfolio risk management………     PIMCO
Thibaut De Roux………Global head of structured derivatives……      HSBC bank
Nitin Gulabani……Global head of Rates…………………….             Standard Chartered Bank
George Handjinicolauou……..Deputy Chief Executive Officer………ISDA
Harry Harrison…………………Head Rates trading…………               Barclays Capital
Alan Haywood……Head Commercial Development……..                    BP p.l.c.
Peter Healey………Fixed Income, Currency, Gold & Silver…………..  UBS AG
Jonathan Hunter…………Managing Director Fixed Income……         RBC Capital Markets
Jeroen Krens……………Managing director risk trading……                RBC market & Capital
T.J.LIM…………………..Global Co-Head of Markets……………..         Unicredit
Eric Litvack…………………Chief Operating Global Equity Flow……   Societè Generale
Ted MacDonald…………Managing Director of Shaw………………     The D.E. Shaw Group
Yutaka Nakajima……Senior Managing Director………………….         Nomura Securities
Robert Pickel………..Chief Eexecutive Officer……………                     .ISDA
Gerard Sheebacher……Head Global Rates, Foreign Exchange and Structured Credit Trading…………                                                                                  Bank of America Merryl Lynch
Yasushiro Shibata……Joint Head Fixed Income Group……..    Mizuho Securities
Eraj Shirvani…..managing director Head Fixed income ….        Credit Suisse
Stuart Spodek………..managing director……………………      Black Rock Investment
Emmanuel Vercoustre……..Head of AXA Bank Europe…….. AXA Bank of Europe
Lili Wang….executive director and senior e vice-president…      ICBC Ltd

Come noterete non c’è nessun italiano. Il che è una notizia.
Non piacevole per i mitòmani, ma mi auguro lo sia per tutti gli altri cittadini che ragionano. Così quando sentono il ragionier Monti che ci spiega come adesso contiamo in Europa, ecc., gli si può sempre dire “come mai visto che contiamo tanto non c’è nessun italiano seduto nel consiglio direttivo dell’I.S.D.A.?”.
La risposta, molto probabilmente sarà “Non so che cosa sia questa sigla”.
Avrete notato che c’è Unicredit.
Siamo rappresentati dal piccoletto di Singapore: il nostro Lim Teng Joon.
In teoria, e in pratica, con la totale complicità del primo ministro in carica Mario Monti, e del PDL, PD, UDC, FLI, API che lo appoggiano, il nostro unico rappresentante è un anonimo quanto geniale ingegnere di Singapore che lavora per gli emiri del Dubai e ha rappresentato per quindici anni gli interessi finanziari dei cinesi.
Vi sembra normale, tutto ciò?
Non pensate che sarebbe il caso di cominciare a far domande a furor di popolo?
A pretendere delle risposte?
Vogliamo che la gentile e squisita generosità di Joseph Stieglitz non trovi da noi una sponda?
Vogliamo far credere al premio nobel per l’economia che siamo insipienti? Ingrati? O peggio ancora: indifferenti alle notizie che lui divulga?
In Germania e Francia hanno cominciato la diffusione, analisi, dibattito e discussione sull’.I.S.D.A., sulle sue funzioni, sulle sue modalità, sulla sua natura. Sono 862 membri.
Consiglio a chiunque sia in grado di leggere in inglese di andare a leggere il loro sito: troverà tutto lì. Loro, così si presentano:
Since 1985, ISDA has worked to make the global over-the-counter (OTC) derivatives markets safer and more efficient. Today, ISDA is one of the world’s largest global financial trade associations, with over 815 member institutions from 58 countries on six continents. These members include a broad range of OTC derivatives market participants: global, international and regional banks, asset managers, energy and commodities firms, government and supranational entities, insurers and diversified financial institutions, corporations, law firms, exchanges, clearinghouses and other service providers. Information about ISDA and its activities is available on the Association's web site: http://www.isda.org/.


Per quanto riguarda il nostro prode ometto di Singapore, il geniale professor Lim Teng Joon, va ricordato che è il più grande esperto al mondo in “Energy harvest” (ovverossia “raccolta e sfruttamento energetico” oltre ad essere il riconosciuto inventore della “cognitive radio system”, nonché direttore generale del “Sistema Informatico Europeo Operativo nel campo delle Transazioni Elettroniche”. A Bruxelles è il duce.
Certo, con tanti cervelloni europei, a me sembra quanto meno strano che un anonimo signore di Singapore sia riuscito ad avere un potere così forte, così vasto, al punto tale da poter andare in giro per il mondo e con il suo inglese -.peraltro declinato in maniera non certo decorosa- presentarsi a chiunque sostenendo, a ragione “Salve io rappresento Unicredit”.
Buona fortuna a tutti noi.



Fonte: srs di Sergio Di Cori Modigliani, da Libero Pensiero del  s8 febbraio 2012



sabato 17 marzo 2012

I LAVORATORI SENZA DIRITTI DELLE FALSE COOPERATIVE, DIMENTICATI DAL MONDO



La realtà delle "cooperative", o meglio delle FALSE cooperative, una forma di società che viene utilizzata per avere vantaggi fiscali e sfruttare quelli che figurano come "soci" ma in realtà sono lavoratori dipendenti. Senza diritti.

Se in alcuni casi la costituzione di "società cooperative" è un'ottima soluzione per gruppi di persone che vogliono costituire una società tra loro, all'interno della quale svolgono il ruolo di socio/titolare e lavoratore, l'altro lato della medaglia delle cooperative, è lo sfruttamento di quelli, che in realtà non sono "soci" - anche se "sulla carta" figurano come tali - ma lavoratori dipendenti privati dei loro diritti.

Le cooperative sane (ovvero come dovrebbe essere una cooperativa)
Dieci persone - per esempio - danno vita a una società cooperativa, che per esempio, lavora nell'ambito delle pulizie industriali. Ciascuna delle dieci persone è titolare del 10% della società, e lavora nella stessa. Percepisce uno stipendio concordato, e partecipa alla spartizione degli utili residui nella misura della sua percentuale di possesso della società. E' un'ottima soluzione per gestire aziende dove tutti i soci sono titolari e lavoratori.

Ma come al solito, c'è chi approfitta di questa possibilità per SFRUTTARE le persone.
E' il caso di quei soci che in realtà sono veri e propri lavoratori dipendenti, tuttavia figurano come se fossero veri e propri soci, seppur in possesso di percentuali di proprietà quasi sempre insignificanti.

"VUOI LAVORARE?  OK LE CONDIZIONI SONO QUESTE... ALTRIMENTI VATTENE PURE, TROVIAMO UN ALTRO."

Se cercate la parola "cooperative" su Google immagini trovate diverse immagini simili a questa: in realtà  quella pubblicata sopra sarebbe più appropriata per descrivere la realtà della maggioranza delle cooperative


Queste società, che di "cooperativo" hanno solo il nome, hanno la possibilità, coperte dalla legge, di sfruttare il lavoratore, quasi sempre retribuito in modo inadeguato, al quale non spetta la copertura assicurativa in caso di malattia, la tredicesima mensilità, le ferie, i contributi INPS e gli altri diritti che gli spetterebbero se fosse assicurato come "lavoratore a tempo determinato" che sarebbe la tipologia contrattuale "naturale", dovuta a chi lavora con queste modalità.

Il fatto che questa "tipologia di contratto" (anche se in realtà non è un "contratto di lavoro") permette ai titolari di avere agevolazioni fiscali e di non ottemperare agli adempimenti retributivi/previdenziali previsti per i lavoratori dipendenti, ha fatto, negli ultimi anni, spuntare come funghi le "cooperative", al quale spesso le grandi aziende si rivolgono per delegare alcuni servizi (come le pulizie all'interno dell'azienda, le mense, etc.) fino alla gestione di alcuni reparti produttivi, o alcuni tipi di lavori.

Per esempio: un'azienda che produce bicchieri, fa sistemare ai propri lavoratori i prodotti su un pallet (un pancale) e poi si rivolge ad una cooperativa per la "scatolatura" del prodotto nelle "confezioni regalo", dove vengono adagiati dopo aver posto su ciascun pezzo un bollino, insieme a un depliant illustrativo del prodotto. Questo permette all'azienda in questione di avvalersi di meno lavoratori dipendenti, e di risparmiare sui costi di produzione. Se all'azienda in questione un lavoratore - tra stipendio, 13° mensilità, ferie, contributi, etc - costa 15€ all'ora, farlo fare alla cooperativa può costarne dieci, in quanto queste pagano meno tasse, e sopratutto, pagano meno i lavoratori, ai quali danno - per esempio - 6€ all'ora e basta, in molti casi, probabilmente, anche meno.

Una situazione molto simile a quella in cui si trovavano i lavoratori assunti come "co.co.co" e simili; persone che svolgono una mansione tale che richiederebbe l'inquadramento come "lavoratore dipendente", che vengono sfruttate in tutti i modi possibili, con la complicità della legge, che "guardacaso" permette tutto questo. 


LA COSA BRUTTA, QUELLA CHE DISPIACE VIVAMENTE, è CHE QUESTI LAVORATORI SONO DIMENTICATI... provate ad effettuare una ricerca su Google, dove è possibile trovare praticamente qualsiasi cosa, anche quelle più strane... non troverete NIENTE su questa situazione! Non un sito o un blog che ne parli! Le uniche notizie disponibili sulle cooperative riguardano aspetti tecnici, pratiche legali e burocratiche... non c'è un solo articolo che descriva lo sfruttamento di questi "nuovi schiavi", che spesso svolgono lavori umili e faticosi, le "cooperative di servizi" che offrono manodopera per pulizie e facchinaggio sono moltissime... e la maggioranza di queste non sono COOPERATIVE di persone che si sono associate tra di loro, ma cooperative di sfruttamento, dove c'è qualche socio - magari parenti tra loro - che possiedono l' 80% della cooperativa, che guadagnano sul lavoro degli altri - per esempio - 20 "soci" che possiedono l'1% della cooperativa ciascuno...  per questo motivo, invito i colleghi blogger (mi piacerebbe rivolgermi anche ai "giornalisti", ma chi lavora per le testate di regime certo non lo pubblica...)  a parlare di questa nuova forma di sfruttamento, invito inoltre i lavoratori delle cooperative a raccontarci la loro esperienza... è bene che la gente sappia cosa sta succedendo... scrivete a noi e agli altri blog liberi che conoscete, ovvero le uniche "voci libere" rimaste in questo scellerato paese... gli unici mezzi di comunicazione davvero vicini ai cittadini. Anche se il problema non ti riguarda direttamente, non fregartene! Il dramma dell'Italia è proprio questo: ognuno pensa al proprio orticello, fregandosene degli altri.  Ma un giorno chissà che anche tu non possa trovarti nelle condizioni di dover lavorare per una cooperativa, oppure potrebbe finirci tuo figlio, un tuo familiare... 

Chiudiamo esprimendo solidarietà e vicinanza ai lavoratori sfruttati delle FALSE cooperative, SCUSATECI se non abbiamo mai affrontato la questione prima di oggi.

Fonte: da nocensura.com   del 15 marzo 2012