DEL MENGA
Quella che oggi è definita “la cultura”, non ha niente a che
vedere con la libertà, la conoscenza, e con quella consapevolezza di sé e delle
cose, capace di darci il polso della situazione così da intervenire sui nostri
comportamenti e atteggiamenti. E’ una menzogna del Sistema Potere, ripetuta
così tante volte da averla trasfigurata nel tempo in verità assoluta. Il branco
di allocchi si adegua e ne fa baluardo, trattandola come bene primario, e
“condizione senza la quale” nessun individuo potrà mai liberarsi da quel
presunto stato di ignoranza e letargia intellettuale che, a oggi, gli preclude
ogni vera capacità di giudizio critico. Nei fatti poi, non esiste nulla di più
omologante, inconcludente e improduttivo ..
Se oggi la cultura producesse reali vantaggi alla
collettività, di fatto non esisterebbe – come del resto la politica e le
privatizzazioni, che se fossero di qualche utilità sociale, sarebbero vietate.
Immaginare per un solo istante che al Sistema Bestia stia a
cuore il nostro livello di istruzione, per meglio comprendere i meccanismi
perversi attraverso i quali ha reciso ogni nostro personalismo, slancio
creativo e sussulto rivoluzionario, non solo è una bieca contraffazione della
realtà, ma è una tale fesseria, che ci da la misura del livello di
condizionamento mentale dentro il quale siamo precipitati. Tutto si è ridotto
ad arido apprendimento, informazione, a sterile e fastidioso chiacchiericcio –
una condizione di totale subalternità al Sistema Potere, dove, gli schiavi si
sono convinti di essere uomini liberi e così potere decidere delle proprie
scelte.
Alfabetizzazione e omologazione procedono allo stesso passo,
e sono le due facce di una stessa medaglia. Spingono gli individui a
uniformarsi alle tendenze dell’idea dominante – un’opera di plagio senza
precedenti, che in pochi decenni ha scardinato ogni preesistente regola, e
costretto l’individuo a tradire la sua vera natura, per sottomettersi
all’egemonia del Sistema e alle seducenti sirene del consumismo.
Quanti giovani, oggi, hanno buttato il loro prezioso tempo,
chini sui banchi di scuola, dentro atenei caotici, fra master, stages e
improbabili specializzazioni? Quanti hanno rinunciato a vivere per rincorrere
il mito di una laurea svuotata di ogni significato e intenzione, per coronare
l’ambizione dei loro padri? Quante energie e sudati risparmi è costato tutto
questo? Meglio sarebbe stato per loro zappare un campo, coltivare patate –
raccogliere i frutti della fatica, dando alla propria esistenza, un senso, una
dignità e una vera libertà.
Che futuro avranno mai questi ragazzi, quando oggi il
Sistema li ha derubati dalla capacità di volare da soli e liberi, incatenandoli
all’illusione di una libertà dalle ali spezzate?
Il mito dell’alfabetizzazione e della scolarizzazione
obbligatoria, sdoganato dal Sistema come riscatto da una condizione di
ignoranza, accesso alla società civile, e come presupposto per un lavoro
dignitoso (mortificando così il lavoro della terra, vera conoscenza,
tradizioni, principi e valori) è dunque miseramente defunto.
Fonte: visto su STAMPA LIBERA del 11 settembre 2013
Nessun commento:
Posta un commento