In tema di moneta unica e di uscita dall'euro vi riportò l'opinione della bravissima Gpg Imperatrice di Scenari Economici.
Articolo Fondamentale – Lettera ad un Amico Immaginario:
l’uscita dall’Euro e’ questione essenziale (a breve sara’ questione di mera
sopravvivenza)
(continuo a leggere in rete e ricevere missive di amici
che, pur percependo in qualche modo il problema dell’Euro per l’Italia, tendono
irrimediabilmente a sottovalutarlo, pensando che questo e’ un problema minore,
e ricercando soluzioni salvifiche di altro genere. In questa missiva proveremo
a rispondere. Suggeriamo per chi avesse tempo di aprire e leggere con
attenzione gli articoli linkati)
PARTE 1 – SFORZI INUTILI
Caro mio,
Ho provato in tutti i modi a spiegarti la questione EURO, ma
continui irrimediabilmente a sottovalutarla.
1) Sappiamo che gia’ 42 anni fa c’era chi sapeva che sarebbe
stato un fallimento fare una valuta unica prima di fare un unione politica, dei
mercati del lavoro e fiscali e senza un sistema di trasferimenti, e spiegava
con estrema lucidita’ l’evoluzione con una crisi di sistema legata agli
squilibri: L’Economista
Kaldor nel 1971 spiegava con precisione millimetrica il perche’ l’Euro avrebbe
fatto collassare il sistema (clicca sul titolo per aprirlo)
2) Ti ho messo graficamente tutti i dati economici degli
ultimi 15 anni che spiegano la crisi: USCIRE
DALL’EURO? DATI PER RAGIONARCI SOPRA (clicca sul titolo per
aprirlo)
3) Ti ho spiegato graficamente il Ciclo
della Crisi dell’Eurozona in 9 semplici slides (clicca
sul titolo per aprirlo) e poi ti ho spiegato nel dettaglio i
perche’ della Crisi attuale: Capire
la Crisi dell’Europa in 80 slides (clicca sul titolo per
aprirlo)
4) Abbiamo smontato una per una, con tanto di dati e
grafici, le argomentazioni del potere e degli euro-sognatori: Fact
Checking alle argomentazioni pro-euro: smontiamole una ad una (clicca
sul titolo per aprirlo)
5) Abbiamo svolto, unici in Italia, una simulazione
numerica di uno scenario europeo su diversi indicatori economici, con e senza
euro: Esclusiva
Analisi: simulazione di cosa accadrebbe con e senza EURO. (clicca
sul titolo per aprirlo)
6) Ti ho spiegato con grafici e dati storici la
ragione per la quale all’Italia conviene uscire EURO:
Analisi di dettaglio del perche’ all’Italia conviene uscire (clicca
sul titolo per aprirlo)
7) Ti ho dato tutti gli elementi per capire perche’ Italia e
Germania hanno irrimediabilmente interessi divergenti, Euro-crisi:
Germania, Italia e gli altri, un matrimonio destinato a finire male…. molto
male (clicca sul titolo per aprirlo)
Detto quanto sopra, ti ho dato a disposizione il “meglio”
degli elementi disponibili in campo economico a livello internazionale:
8) Ti ho postato TUTTI gli studi relativi al break-up
dell’Euro: Nove
studi e rapporti a confronto sul break-up dell’Euro (clicca sul
titolo per aprirlo)
9) Ti ho evidenziato cosa dicono gli economisti di maggior
fama mondiale: 4
Premi Nobel (Paul Krugman, Milton Friedman, Joseph Stigliz, Amartya Sen):
“l’Euro e’ una patacca” (clicca sul titolo per aprirlo)
Le parole di Milton Friedman, autentico
liberale, gia’ nel 1998 spiegavano che la Moneta Unica e’ un
Soviet e Bruxelles e Francoforte prenderanno il posto del Mercato (clicca
sul Titolo per vedere l’articolo integrale; sotto gli estratti piu’
significativi)
Niente di sbagliato, in generale, a volere un’unione
monetaria. Ma in Europa c’e’ gia’ ed e’ quella esistente di fatto tra Germania,
Austria e Paesi del Benelux. Niente vieta che, se ci tiene, l’Italia aderisca a
quella. Il resto e’ una costruzione non democratica“.
Piu’ che unire, la moneta unica crea problemi e divide.
Sposta in politica anche quelle che sono questioni economiche. La
conseguenza piu’ seria, pero’, e’ che l’euro costituisce un passo per un sempre
maggiore ruolo di regolazione da parte di Bruxelles. Una centralizzazione
burocratica sempre piu’ accentuata. Le motivazioni profonde di chi
guida questo progetto e pensa che lo guidera’ in futuro vanno in questa
direzione dirigista.….
Ma non vedo la flessibilita’ dell’economia e dei
salari e l’omogeneita’ necessaria tra i diversi Paesi perche’ sia un successo.
Se l’Europa sara’ fortunata e per un lungo periodo non subira’ shock
esterni, se sara’ fortunata e i cittadini si adatteranno alla nuova
realta’, se sara’ fortunata e l’economia diventera’ flessibile e deregolata,
allora tra 15 o 20 anni raccoglieremo i frutti dati dalla benedizione di un
fatto positivo. Altrimenti sara’ una fonte di guai“.
Cosa prevede succedera’? Una riduzione della liberta’
di mercato. A Francoforte siedera’ un gruppo di banchieri centrali che
decidera’ i tassi d’interesse centralmente. Finora, le economie, come quella
italiana, avevano una serie di liberta’, fino a quella di lasciar muovere il
tasso di cambio della moneta. Ora, non avranno piu’ quell’opzione. L’unica
opzione che resta e’ quella di fare pressione sulla Ue a Bruxelles perche’
fornisca assistenza di bilancio e sulla Banca centrale europea a Francoforte
perche’ faccia una politica monetaria favorevole. Aumenta cioe’ il peso dei
governi e delle burocrazie e diminuisce quello del mercato. Sarebbe meglio
fare come alla fine del secolo scorso, quando, col Gold Standard, l’Europa
aveva gia’ una moneta unica, l’oro: col vantaggio che non aveva bisogno di una
banca centrale.
…Quello che c’e’ da dire sul mercato unico, piuttosto, e’
che e’ reso piu’ complicato proprio dall’Unione monetaria che rende piu’
difficili le reazioni delle economie, toglie loro strumenti e le rende piu’
dipendenti dalle burocrazie”.
La dinamica della
crisi attuale e’ figlia dell’Unione Monetaria:
- Negli ultimi anni, una nazione s’e’ rafforzata in Europa,
la Germania, ed il resto dell’Eurozona e’ andato a gambe all’aria o quasi. Il
motivo l’abbiamo spiegato mille volte: la Germania ha fatto una
politica di compressione salariale e cio’ ha permesso di guadagnare un 20-25%
di competitivita’ sugli altri paesi (non solo sull’Italia), allargando la sua
produzione, il suo PIL, la sua bilancia commerciale e riducendo la sua
disoccupazione. Sostanzialmente in un sistema a moneta comune e’ come se avesse
SVALUTATO. Tutti gli altri paesi europei hanno ridotto produzione ed ampliato i
deficit commerciali, ed hanno avuto un boom dei Debiti Privati. Allo scoccare
della crisi sono andati gambe all’aria
- Il problema essenziale non sta nei Deficit
Pubblici, nella Burocrazia, nelle Tasse, ma negli Squilibri di competitivita’
nel sistema Privato. Infatti anche paesi sa basso Deficit e Debito e bassa
Tassazione e Spesa Pubblica, come la Spagna o l’Irlanda, sono andati a gambe
all’aria. La Spagna ha perso 3 milioni e mezzo di posti di lavoro.
- Sostanzialmente quasi tutti gli Studi
internazionali dicono che in caso di Breakup dell’Euro le nazioni periferiche
avrebbero netti vantaggi e la Germania riceverebbe una mazzata.
- Anche oggi, in pieno 2013, l’Italia sta perdendo quote di
mercato sia sui mercati esteri, che sul mercato interno. La causa principale e’
semplicemente legata ad una perdita di competitivita’ connessa al fatto di non
poter svalutare
PARTE 2 - ANALISI, CRITICHE E SOLUZIONI
Scappare all’Estero
Rispetto chi dice che l’Italia e’ una sorta di Titanic
irriformabile, per cui l’unica soluzione per ogni singolo e’ scappare
dall’Italia e cercare fortuna all’estero. Costoro omettono pero’ di dire, che
pure andare all’estero comporta rischi tutt’altro che trascurabili (e lo dice
una persona che 5 anni all’estero per lavoro se li e’ fatti), ed il benessere
non e’ per niente garantito; tra parentesi nel caso di una crisi mondiale,
ipotesi tutt’altro che remota, verrebbero investite in pieno anche altre
nazioni. Tanti Italiani emigrarono nel passato, e non tutti lo fecero in
nazioni che successivamente hanno avuto dinamiche economiche migliori
dell’Italia. Inoltre non e’ pensabile che fuggano 60 milioni di Italiani.
Il nodo competitivita’ del settore Privato
Sulla questione rilancio dell’Italia, il discorso e’ di una
semplicita’ impressionante: il problema dell’Italia non risiede integralmente
nel “pubblico”, ma e’ un problema di “competitivita’” del sistema paese (sia
pubblico che privato).
Da 15 anni PIL e Produzione flettono brutalmente rispetto
alla media europea. Cio’ e’ semplicemente connesso ad una ponderosa perdita di
competitivita’ (in soldoni perdiamo quote di mercato sia sul mercato interno
che su quello estero).
Per cui non esiste soluzione per rilanciare l’Italia
che non passi dal riprendere competitivita’.
Come riprendi competitivita’?
Sostanzialmente riducendo il CLUP (Costo del Lavoro
per unita’ di prodotto).
La quota salari pesa circa il 50% del PIL, mentre, per
esempio la quota energia e’ legata ad una bolletta energetica che pesa il 5%
del PIL (conta pure questa, ma certamente molto meno).
Come riduci il CLUP? Hai sostanzialmente 2
strade:
a) Svaluti
b) Riduci i salari (quindi
riduci l’occupazione, paghi meno la gente, e riduci ovviamente anche le entrate
fiscali connesse)
Vediamo gli effetti:
a)
Se svaluto per esempio del 15% rispetto alla media delle valute mondiali,
semplicemente miglioro il CLUP del 15%. La competitivita’ complessiva migliora
ovviamente di meno (per l’energia ed altro). Tradotto significherebbe per
l’Italia passare da Bilancia dei pagamenti nulla ad attivo di 60-80 mld
(esattamente quanto avvenuto nel 1993-95). Cio’ tra l’altro ti migliora i
conti pubblici di 30 mld (che volendo puoi utilizzare per ridurre il cuneo
fiscale e quindi ancora una volt ail CLUP ed avere un ulteriore PIL
aggiuntivo). Esito? PIL crescente,
Indebitamento (pubblico e privato) calante. E cio’ e’ la premessa per far
ripartire i consume interni e quindi la nazione
b)
Poniamo ora di voler ridurre i salari. Che accade? Semplicemente crollano
consumi ed investimenti, ed il PIL va malissimo (film visto in molti paesi
periferici) ed il Debito Pubblico esplode. Ovviamente puoi ridurre la
componente Tasse e non quella retribuzioni, ma cio’ avrebbe tempi dell’ordine
di 10 anni (se non vuoi far esplodere il deficit), e nel frattempo sei cotto a
puntino.
Il nodo classe dirigente italiana poco seria
Mi si dice: uscire dall’Euro e’ irrealistico vista la classe
dirigente che abbiamo. Giusto. Ma e’ realistico pensare che questa massa di
idioti persegua la soluzione b) di cui sopra in modo organico? No.
E’ realistico che costoro riformino la struttura pubblica?
No.
E poi, dettaglio non irrilevante, pensiamo realmente che in
un sistema a cambi fissi, una nazione con una tradizione di industria
parcellizzata possa in modo durevole avere meno inflazione della Germania? No
di certo.
E pensiamo che alla fine la Germania accetti di pagare
100-150 miliardi di trasferimenti all’anno a favore del resto d’Europa, per non
far saltare l’Euro? No.
Cosa accadra’ in Italia?
Semplicemente accadra’ che alla prossima grande crisi
mondiale, il sistema EURO verra’ sgretolato. Nel frattempo continueremo
beatamente a declinare come paese. Tutto qui.
La soluzione salvifica del Default
C’e’ chi dice che la soluzione e’ il Default? Ma e’
veramente cosi’? No, se resti in un sistema a cambi fissi. Motivo banale: anche
il default ha effetti evidenti sul saldo pubblico, ma il problema del CLUP ti
rimane (che e’ un problema del settore privato), per cui torni alle soluzioni
a) o b) di cui sopra, con le conseguenze annesse.
La Germania
Contestazione abituale e’ dire che chi vuole uscire dall’euro
fa critiche sterili alla Germania e non capisce che il problema vero sta a casa
nostra. E’ una visione sostanzialmente “morale” a mio vedere. La Germania negli
ultimi anni ha fatto una politica predatoria, sostanzialmente “rubando un 10%
del PIL” ai vicini. Il tutto in un contesto, quello Europeo, che vede (anche a
causa di questa politica) un andamento economico sostanzialmente disastroso.
Ovviamente, ci si scorda anche di 2 guerre mondiali, ambedue
con la Germania come protagonista: entrambe le guerre, al di la’ delle ragioni
ufficiali, furono scatenate da forti contrasti economici, tra la potenza
tedesca (che aveva interesse ad ampliare la propria area vitale di scambi, come
condizione essenziale per poter ulteriormente far sviluppare la propria economia)
e le altre grandi nazioni europee. Non sono “dettagliucci”: oggi siamo per
certi versi nella stessa situazione, e la Germania ha attuato una sorta di
svalutazione, approfittando del cambio fisso, esattamente per le stesse ed
identiche ragioni di fondo che causarono qualche decina di milioni di morti in
Europa (l’allargamento del proprio spazio vitale): oggi i “morti” sono alcune
decine di milioni di persone nei periferici (nuovi disoccupati, imprenditori
impiccati, giovani senza accesso al mercato del lavoro o sottoposti ad una
estrema precarizzazione).
Poi e’ del tutto ovvio che la colpa non e’ solo della
Germania, ma e’ anche di tutte le altre nazioni europee, noi in testa, che
hanno lasciato a crucchi fare cio’ che hanno fatto, senza concertare le politiche,
e probabilmente senza capire veramente cosa stava accadendo.
Ma ogni causa ha un effetto: se la Germania nell’era euro e’
passata dall’essere il grande malato d’Europa (8 anni fa erano la nazione con
piu’ disoccupati d’Europa tra quelle medio-grandi) ad una corazzata
invincibile, l’effetto e’ aver raso al suolo due terzi delle altre nazioni
europee.
Personalmente ho visto di tutto nella vita, ma Leader che
sostanzialmente prendono a calci i propri sottoposti, storicamente hanno sempre
fatto una brutta fine (magari avendone vantaggi inizialmente): finira’ cosi’
anche questa volta, credo.
Ulteriore dettaglio: anche nazioni con classi politiche e
dirigenti piu’ che decenti sono state investite in pieno dalla crisi. Inoltre
rammento che anche 10 anni fa, nonche’ 20 anni fa, nonche’ 30 anni fa, avevamo
comunque classi dirigenti penose e burocrazie assurde (ricordo, anzi, che 20-30
anni fa i sindacati facevano un casino terrificante): stranamente pero’
l’Italia stava decisamente meglio.
Euro e Libero Mercato
Dal mio punto di vista non si puo’ essere a favore del
LIBERO MERCATO e contestualmente essere a favore dell’attuale costruzione
dell’EURO. Libero Mercato significa “flessibilita’”. Una valuta nazionale ha
una forza che e’ funzione della forza del paese, e muovendo i cambi il
sistema SI AUTOREGOLA. Ovviamente se si fa l’EURO mettendo in comune mercato
del lavoro, debiti e con meccanismi di trasferimento, si trovano strumenti di
flessibilita’.
Le parole di un autentico liberale come Milton Friedman
sopra riportate sono chiarissime, e perfettamente logiche. Anche il buon
Friedrich von Hayek credo si stia rigirando nella tomba.
Ma l’EURO attuale e’ un sistema INGESSATO, senza alcuna
FLESSIBILITA’, una sorta di sistema sovietico, il cui esito e’ che la Nazione
piu’ forte si rafforza ai Danni delle piu’ deboli. Tutto qui.
Ci sono persone autenticamente liberali o “austriache” che
provano in ogni modo a negare che la costruzione attuale dell’Euro sia in
totale contrasto proprio con i principi di base del liberalismo e della scuola
austriaca: il punto e’ che sostanzialmente mentono a se’ stessi.
Il problema sono i parassiti, la burocrazia, lo Stato, le
corporazioni, etc. L’euro e’ un problema minore. Sara’ vero?
E’ ovvio che questi siano tutti problemi fondamentali. Si
sa, che a differenza di tanti che amano criticare, pontificare e basta, ho
fatto un grosso lavoro per fare proposte costruttive e puntuali:Manovra
shock da 150 miliardi di Riduzione delle Tasse (e Spese) per far Rinascere
l’Italia
Il punto e’ che una serie di nazioni europee, entrate
nell’euro, che avevano bassissimo Debito Pubblico e Deficit, sistemi con Spesa
Pubblica e Tassazione contenuta, Stato efficiente, buone infrastrutture,
costi minori dell’energia, e burocrazia tollerabile, sono semplicemente finiti
a gambe all’aria. Film visto sistematicamente in ogni dollarizzazione. Un
esempio e’ la Spagna (ma ve ne sono anche altri di esempi). La ragione e’
banale: il sistema privato di e’ ultra-indebitato e la bilancia dei pagamenti
e’ sprofondata, in perfetto parallelismo con la perdita di competitivita’ con
la Germania. La Spagna e’ ancora i piena crisi, nonostante 3 milioni e mezzo di
disoccupati aggiuntivi.
E qualcuno realmente crede che se l’Italia iniziasse un
percorso (che durerebbe molti e molti anni) di riduzione della spesa pubblica,
riduzione delle burocrazia, etc il problema della Competitivita’ del sistema
privato verrebbe risolto? No, di certo. Perlomeno no di certo in tempi
brevi e medi. Ovviamente sono tutte cose da fare, ma farle restando in un
sistema ingessato e partendo da un 20-25% di gap nel Costo del Lavoro per
Unita’ di Prodotto, non cambia la musica, e la tendenza all’impoverimento
progressivo continuera’.
L’Euro non e’ un problema come i tanti altri che ha
l’Italia. Non e’ neanche un problemuccio minore, o come una questione in cui
non si puo’ aver un opinione. L’euro e’ un problema fondamentale per l’Italia e
per l’intero continente. L’attuale costruzione provoca (inevitabilmente) un
impoverimento complessivo continentale, con effetti maggiori nelle nazioni piu’
deboli. La non risoluzione di questa questione, semplicemente portera’ al
proseguimento di tale impoverimento. La costruzione saltera’ inevitabilmente
prima o poi, e questo non lo dico io, ma l’hanno previsto menti eccezionali
gia’ decenni fa.
Uscire dall’euro e’
la premessa per poter agire su tutti gli storici mali di cui soffre la nazione,
e non un alibi per non affrontarli. Uscire dall’euro e’ interesse ben preciso
delle classi popolari e borghesi lavoratrici, nonche’ della sterminata massa di
piccoli e medi imprenditori, e non delle categorie
parassitarie, dirigenti, sindacali, bancarie e corporative (non casualmente
schierate al 100% in difesa del feticcio).
Fonte: Visto su
VINCITORI E VINTI del 6 ottobre 2013
Nessun commento:
Posta un commento