E’ stupefacente l’ipocrisia del nostro sistema mediatico.
Proprio mentre l’Europa è preda di un rigurgito nazista che
riattualizza le pulsioni eugenetiche del fuhrer autentico, la grande stampa
esorcizza le nefandezze del presente infierendo sui fantasmi del passato. In
questi giorni, come saprete, è morto il boia Priebke. Carnefice
miserabile e sanguinario macchiatosi di crimini efferati e vigliacchi. E’ dura provare perfino un sentimento di umana
pietas per la fine di un essere tanto spregevole e infame.
Ma, amici miei, mi spiegate con quale faccia i media europei
condannano i crimini del nazismo passato continuando a sostenere impunemente le
malefatte del tecno-nazismo odierno?
Valgono meno i morti spinti al suicidio dalla Troika
di quelli finiti con un colpo alla nuca dai macellai alla Pribke?
La tanto decantata purezza del bilancio, quella per capirci
che “obbliga” i nostri governanti a decimare la classi povere e
disperate, non rappresenta forse la più brillante evoluzione di quell’ossessiva
ricerca della purezza della razza, posta a fondamento dell’assassinio su larga
scala di neri, zingari e slavi?
Per avere la prova provata circa la pacifica
sovrapponibilità tra due fenomeni apparentemente distanti, è sufficiente
osservare il ritrovato entusiasmo senile di alcuni fascisti di allora, mai
evidentemente del tutto ripresisi dopo la caduta della croce uncinata sul trono
d’Europa.
Molti balilla invecchiati male come Eugenio Scalfari,
ad esempio, difendono oggi le politiche eugenetiche imposte dal politburo
di Bruxelles con lo stesso malvagio sadismo con il quale in gioventù
sospiravano al passaggio del Duce.
Tutti gli scarti della Storia, quelli cioè che hanno per
decenni servito idee illiberali e violente, dai fascisti della prima ora fino
ai sovietici pentiti a scoppio ritardato, hanno trovato nella Ue la loro
insperata rivincita.
L’Unione Europea
è un ircocervo mostruoso, strutturata dal punto di vista organizzativo sul
modello dei soviet di leniniana memoria, ma infarcita ideologicamente di
tentazioni sterminatrici tipiche del nazismo classico. La vertiginosa crescita
dei partiti di estrema destra in quasi tutta Europa certifica l’esponenziale
aumento di sacche di malcontento e frustrazione.
Ora vi faccio una domanda. Nessuno di voi è sfiorato dal
dubbio che i vari Draghi, Olli Rehn e Van Rompuy siano
perfettamente consapevoli di ingrassare le fila dei partiti di estrema destra
proseguendo sulla strada scientificamente insensata della più assurda
austerità? Pensate che siano ciechi? Forse stupidi?
Non riuscite a capire che una volta distrutto il benessere
collettivo, la sicurezza del lavoro e il welfare (obiettivi pressoché già
realizzati), ai neonazisti tecnocratici sopramenzionati non rimarrà
altro da fare se non liquidare definitivamente alcuni diritti civili che, allo
stato, non sono in grado di mettere chiaramente in discussione?
Draghi può certamente impoverirvi e può pure “rabbonire”
una serie di intellettuali endemicamente attratti dal potere. Non può
però (ancora) impedire a nessuno di scrivere e di parlare.
Quando un domani, grazie ad un sapiente gioco delle parti,
alcune forze smaccatamente nemiche della libertà di pensiero prenderanno il
sopravvento cavalcando le condizioni dolosamente create dagli apripista in
doppiopetto ora al comando, la dissimulata Restaurazione neonazista all’opera
da decenni potrà dirsi definitivamente ultimata.
Pensateci bene. Il gioco è tanto sottile quanto evidente.
La massoneria reazionaria guidata da Mario Draghi,
legittima discendente di Erich Priebke e Hjalmar Schacht,
ha elaborato un progetto diluito nel tempo finalizzato al recupero dei più
vergognosi miti classisti. Non si sono inventati nulla.
Il nazismo, pensano questi lucidi alchimisti, nacque
nel secolo scorso sulla scia dell’aggravarsi della famosa Grande Depressione.
Anche oggi quindi, questa la speranza nascosta degli euroburocrati,
l’abbattimento dei pilastri che sorreggono le democrazie liberali passa per un
generale e voluto peggioramento delle condizioni socio-economiche delle masse.
L’oligarchia tecnocratica sta giocando il primo tempo di una partita
estremamente pericolosa.
Esaurita la prima parte del progetto, i vari Draghi, Monti
e Saccomanni (riedizione italiana del Gran Consiglio originale)
lasceranno felicemente il campo per permettere l’ingresso trionfale del tanto
atteso Benito del nuovo millennio.
Nulla accade per caso.
Di sicuro, al riparo da occhi indiscreti, qualche sapiente
burattinaio sta già allevando dei cuccioli di tigre nell’attesa di gettarli
nell’arena. Temo che i curiosi e gli increduli non dovranno
pazientare ancora molto.
Francesco Maria Toscano
15/10/2013
Fonte: visto su IL
MORALISTA del !% ottobre 2013-10-21
Nessun commento:
Posta un commento