Il governo Letta-Alfano sta portando avanti un disegno di legge che tende ad eliminare progressivamente il finanziamento pubblico ai partiti. Come sostituirlo? Tra l’altro, uno dei modi è contribuire con “finanziamenti” e “donazioni”.
Perciò l’eliminazione totale o parziale del finanziamento
pubblico ai partiti, misura diventata “urgente” per riguadagnare almeno in
parte la fiducia persa di tanti elettori e per arginare il successo elettorale
del M5S, forse porterà ad una situazione che per un certo punto di vista
potrebbe sembrare anche più grave di come è ora: l’ingresso nella politica italiana di milionari, miliardari e “paperoni”
oltre a quelli che già ci sono, i quali una volta assicurato il loro sostegno
economico ai partiti potranno chiedere “qualcosa in cambio”.
Insomma più o meno come succede attualmente negli Stati
Uniti, dove i privati “guidano” il risultato elettorale a “suon di dollari”.
La politica ha bisogno di soldi in Italia come in altri
paesi, questo è scontato: però il finanziamento pubblico ai partiti potrebbe
essere “l’occasione”, come già accade, per affermare il potere di lobbies e
“poteri forti”.
Se a quanto detto poi aggiungiamo che nelle ultime elezioni
amministrative c’è stato il “trionfo” dell’astensionismo allora ci rendiamo conto
che la politica sta diventando un gioco inutile, ma soprattutto sta diventando
“qualcosa” di antidemocratico, un “mostro senza forma” che “fagocita” democrazia
e diritti delle persone.
La politica infatti ormai è solo come un notaio che ratifica
ordini ricevuti dall’alto: a guidare la politica oggi sono le “lobbies”, i “poteri forti”, l’economia, le banche, i
mercati etc.
In questa condizione
di postdemocrazia c’è la “morte della
democrazia”, l’assenza totale di quest’ultima.
Fonte: visto su System failure del 2 giugno 2013
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