domenica 27 ottobre 2013

L’INGRESSO DEI “PAPERONI” NELLA POLITICA ITALIANA



Il  governo Letta-Alfano sta portando avanti un disegno di legge che tende ad eliminare progressivamente il finanziamento pubblico ai partiti. Come sostituirlo? Tra l’altro, uno dei modi è contribuire con “finanziamenti” e “donazioni”.

Perciò l’eliminazione totale o parziale del finanziamento pubblico ai partiti, misura diventata “urgente” per riguadagnare almeno in parte la fiducia persa di tanti elettori e per arginare il successo elettorale del M5S, forse porterà ad una situazione che per un certo punto di vista potrebbe sembrare anche più grave di come è ora: l’ingresso nella politica italiana di milionari, miliardari e “paperoni” oltre a quelli che già ci sono, i quali una volta assicurato il loro sostegno economico ai partiti potranno chiedere “qualcosa in cambio”.
Insomma più o meno come succede attualmente negli Stati Uniti, dove i privati “guidano” il risultato elettorale a “suon di dollari”.

La politica ha bisogno di soldi in Italia come in altri paesi, questo è scontato: però il finanziamento pubblico ai partiti potrebbe essere “l’occasione”, come già accade, per affermare il potere di lobbies e “poteri forti”.

Se a quanto detto poi aggiungiamo che nelle ultime elezioni amministrative c’è stato il “trionfo” dell’astensionismo allora ci rendiamo conto che la politica sta diventando un gioco inutile, ma soprattutto sta diventando “qualcosa” di antidemocratico, un “mostro senza forma” che “fagocita” democrazia e diritti delle persone.

La politica infatti ormai è solo come un notaio che ratifica ordini ricevuti dall’alto: a guidare la politica oggi sono le “lobbies”,  i “poteri forti”, l’economia, le banche, i mercati etc.

In  questa condizione di postdemocrazia c’è la “morte della democrazia”, l’assenza totale di quest’ultima.



Fonte: visto su System failure del  2 giugno 2013



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