Paolo Chiaia sulla
moto Zaeta, prodotta a San Martino Buon Albergo
Alberto Tonello
La storia
dell’imprenditore e finanziere Paolo Chiaia. Produce la moto che piace tanto
a Valentino Rossi. Si tratta di
modelli uno diverso dall’altro, costruiti in alluminio e del peso di 115 chili,
liquidi compresi. La sede dell’officina è a San Martino Buon Albergo
La passione divorante per le moto e l'alta velocità non lo
abbandona neppure quando, cravatta e doppiopetto, veste i panni del consulente
finanziario di multinazionali. Sempre di sangue freddo si trat ta: andare ai
300 all'ora su una due ruote o ridurre i rischi finanziari. Paolo Chiaia, 54
anni, nato a Verona e residente in Valpolicella, dopo il diploma al Maffei è
una laurea economico-finanziaria alla Bocconi a Milano, si è fatto le ossa alla
divisione riduzione rischi finanziari della Montedison, quella di Gardini per
intenderci «dei rischi finanziari mi occupavo, tutto il resto come si faceva a
prevederlo?».
Alla morte del boss accumula ulteriori esperienze in qualche
altra banca e poi fonda una sua società di consulenza finanziaria. Si sposa,
arrivano due figli, la vita sembra incanalata, quando ritorna il vecchio amore,
la moto.
«Ho pensato che oltre a spendere soldi nelle moto per andare
a correre in pista», spiega Paolo, «potevo farlo diventare anche un business,
pessima scelta, perché a costruire certe moto, alla fine non si guadagna».
Il sogno si realizza 10 anni fa. Paolo digita su Google
«moto che non esiste» e dopo una veloce navigazione è colpo di fulmine per una
Confederate, una moto americana costruita su misura, pezzi unici artigianali,
mostri di tecnologia e potenza: «Ho telefonato in America e ho detto che volevo
importare in Europa le Confederate, e così è stato. Anzi, ad onor del vero
siamo andati ben oltre». Paolo infatti diventa socio del marchio americano ed
entra nel Cda.
«Già ai tempi dei primi esemplari importati la cifra si
aggirava oltre i 70 mila dollari», spiega, «la Confederate era diventata famosa
perché Angelina Jolie ne aveva rega lata una a Brad Pitt. Ma un modello ce l'ha
Nicolas Cage e Van Allen e altri vip. Importarle in Europa ha richiesto uno sforzo
di omologazione che ha fatto aumentare ancora di più il prezzo».
Ma perché costa così tanto? «Perché sono tutti modelli
unici, in carbonio e alluminio invece di acciaio e plastica, perché hanno
cilindrate grosse oltre i 2000 centimetri cubici, hanno soluzioni tecniche
uniche e design particolari. Oggi una
Confederate costa dai 100 ai 120 mila euro».
L’attore Tom Cruise su
una delle moto prodotte negli Usa da Chiaia
E per averla bisogna addirittura attendere, almeno tre mesi,
a meno che non ti chiami Tom Cruise e allora basta una telefonata e la corsia è
preferenziale: «Abbiamo lavorato giorno e notte per potergliela consegnare alla
prima di Mission Impossible 3 a New York», spiega Paolo, «e ce l'abbiamo
fatta».
Paolo Chiaia però, l'avrete capito, non concepisce la vita senza
nuove sfide e così, nel 2008 si reca al
Motor Show di Bologna per presentare la Confederate, conosce Graziano Rossi,
papà di Valentino. Si mettono a chiacchierare di moto, il tempo vola e, dopo
qualche ora si accorgono di parlare dello stesso modello, una moto da flet
track, piccola, leggera, da derapate. In Italia non ce ne sono (ancora la moto
che non esiste) e Graziano le cerca perché ha un'idea, cambiare allenamento a
Valentino, dal motocross, troppo pericoloso, al flet track (tutti i più grandi,
da Kenny Roberts a Freddy Spencer, da Stoner a Niki Hayden si sono allenati con
il flet track in America). «Te la faccio io gli ho detto», sorride Paolo, «e
così è nato il progetto della Zaeta (da gli Zaletti, i biscotti) e la prima su
cui è salito Valentino è la mia, poi lui è sotto contratto con la Yamaha e con
quelle deve allenarsi, ma le potenzialità le ha capite derapando con la mia
Zaeta».
Sono moto leggerissime (pesano 115 kg con tutti i liquidi),
in alluminio, ricavate dal pieno, una tecnica particolare di alta qualità, sono
tutti modelli unici, mai una uguale all'altra, motore 530 cc marca TM. Il
quartier generale è a San Martino Buon Albergo, dove c'è l'officina e dove è
cresciuta la collaborazione con In-Motion del giovane ingegnere Giulio
Bernardelle di San Martino pure lui e che ha informatizzato tutto il processo
di costruzione della moto.
Giovani cervelli che il mondo ci invidia, ma che in Italia
sono poco o nulla conosciuti. «Al momento non siamo nessuno rispetto ai grandi
marchi mondiali, ma la nostra Zaeta non teme confronti, chiedete a Valentino
Rossi per averne conferma», sorri de Paolo.
Fonte: da L’Arena
di Verona del 4 agosto 2016
Link: http://www.larena.it
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