La domanda non è oziosa. Non è cioè una
provocazione scherzosa, paradossale, divertente, da chicchera del dopocena
con gli amici, sgranocchiando bagigi e frutta secca (se d’inverno) o finendo le
fragole col gelato (se d’estate). La domanda è terribilmente seria, e anzi va posta
correttamente così: per il bene comune, collettivo, per il bene della società,
è più dannosa l’attività di un falsario o quella del sistema bancario?
Entrambe infatti immettono liquidità nel
sistema.
Entrambe creano liquidità senza alcun corrispettivo d’oro
o qualsivoglia sottostante.
Entrambe abbassano il valore unitario del denaro, creando
inflazione.
E fin qua, i punti in comune. Esistono però alcuni punti
che le distinguono:
L’attività del falsario è illegale, quella del
sistema bancario no.
Il sistema bancario crea moneta debito, cioè per
ogni “X” di moneta creata, crea un “X + Y%” di debito (con Y sempre maggiore di
zero, a volte anche 50, 60% nel caso dei mutui a lunga scadenza), il falsario
immette la sua moneta in circolo spendendola, quindi senza alcun debito
associato.
Il falsario pertanto non ipoteca alcun bene di
creditore per creare il suo denaro, e non ci saranno creditori disperati
che si suicideranno, alla fine, per aver perso tutti i loro beni (e quelli
dei firmatari a garanzia del prestito, tipicamente genitori, suoceri, nonni,
ecc.).
E siccome con la creazione di un debito illimitato,
irripagabile, stiamo tutti (individui, famiglie, imprese, stati) perdendo la
nostra libertà, gravando e ipotecando le future generazioni,
decisamente l’attività del falsario è
meno dannosa alla società di quella del sistema bancario.
Fonte: Visto su STAMPA LIBERA del 22 maggio 2013
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