Autore Nicoletta
Forcheri
E mo’ me lo voglio togliere un sassolino.
All’epoca avevo fatto un’indagine, mai scritta né
pubblicata, in seguito a un report della Gabanelli sullo scandalo dei
rifiuti nei campi flegrei e litorale domizio attorno a Napoli.
Avevo già scoperto da tempo che funziona così: una ditta
riceve la commessa e poi da in subappalto alla mafia, la quale viene
incriminata di tutti i mali.
In realtà succedette così: la Jacorossi Imprese SpA riceve la commessa dalla Regione Campania (nel 2001) con tanto di finanziamento, 117 di
milioni di euro, e un capitolato: assumere 380 lavoratori socialmente utili per
bonificare i terreni dei campi flegrei e litorale domizio, e per organizzarne
la raccolta (http://www.caleno24ore.it/wordpress/1503/la-controversa-storia-della-jacorossi-la-societa-proprietaria-dellilside.html).
La Jacorossi che fa? Assume i 380 lavoratori costringendoli
a incrociarsi le braccia e dopo cinque anni li licenzia, in barba alla
convenzione. Non organizza la raccolta e non bonifica i terreni, anzi
subappalta a ditte più o meno mafiose per inquinare ancora di più i terreni.
Piccolo hic: la Gabanelli aveva omesso di dire che subito
dopo avere ricevuto la commessa dalla Regione Campania, praticamente nello
stesso anno 2001, la Jacorossi Imprese SpA, controllata della Fintermica Spa della famiglia
Jacorossi, costituiva prima una impresa comune con una controllata di Gaz de France (appartenente al governo
francese) tramite la sua filiale, la Cofathec
Servizi: la Cofathec &
Jacorossi Progetti Spa, e poi tale impresa comune veniva acquisita per oltre
il 50% da Cofathec Servizi nel 2003,
e cioé la Francia che ne acquisisce
il controllo almeno al 75% (delibere AGCM http://www.agcm.it/concorrenza/concentrazioni/open/41256297003874BD/5C01FB5B3C1560F4C1256B020039B99C.html e
http://www.agcm.it/concorrenza/concentrazioni/open/41256297003874BD/6CF7E4F4147640F9C1256CC20044A57E.html).
Onde per cui era la Francia che controllava quell’impresa
che inquinava i terreni attorno a Napoli intascando i nostri fondi pubblici e
utilizzando la nostra “mafia locale” per portare a termine questo lavoro
criminoso, criminale e assassino.
Piccolo dettaglio “strano”: la Jacorossi, si legge nella
delibera dell’impresa comune, cede i suoi asset materiali e immateriali siti in
Italia e in Israele… Cioè per ordine decrescente di responsabilità: Francia,
Jacorossi, politici e, in subordine, mafia.
Delle 350 mila tonnellate di rifiuti tossici solo 40 mila
furono trasportati per essere infoiati tra Napoli e Caserta nel modo descritto
dal Casalese in questo articolo, http://www.cronacaflegrea.it/pozzuoli-rifiuti-tossici-seppelliti-ho-detto-dove-stanno-ma-non-bonificano-perche-costa-troppo/.
In subordine: la mafia manovalanza della Francia.
Cofathec Servizi, che all’epoca era una controllata di Gaz
de France e che acquisisce la Jacorossi Imprese, adesso è scomparsa in Cofely, dopo essere diventata una
controllata del gruppo nato dalla mega fusione dei franco-rotti GAZ DE FRANCE SUEZ.
Tale fusione fu autorizzata dall’antitrust di Bruxelles in
barba a qualsiasi buonsenso, logica e normativa antitrust, nel 2008.
Si può quindi pacificamente affermare che l’aumento di
mortalità dovuto a tumori, malformazioni e malattie degenerative nei terreni
inquinati “dalla mafia” non fu solo colpa di mafia e politici camerieri, ma
sicuramente del governo francese che schermato dalle scatole cinesi operava
nell’ombra, e che all’epoca della commessa era un grosso player della impresa
comune Jacorossi Imprese/Cofathec. La linea di comando occulta che intascava e
impartiva gli ordini.
Presumibilmente i Rothschilds subentrano poi, quando le
malefatte sul terreno sono state fatte e per inciso i terreni sono diventati a
buon mercato, sempre che Albert Frère,
loro fedele alleato, sia il loro effettivo prestanome (in GDF – Suez).
Infatti Albert Frère, che è l’azionista di riferimento del
colosso nato dalla mega fusione Gaz de France Suez avvenuta nel 2008, condivide
(?) con i Rotschilds la proprietà del castello vitivinicolo Domaines Lafite
Rothschilds…notoriamente dei Rothschilds…ma dichiaratamente di Albert Frère:
che fanno, i rotti, prestano la proprietà come fa la regina d’Inghilterra che
dopo cent’anni se la riprende?
La catena di comando invisibile è quindi: i Rothschilds –
“invisibili” proprietari di Domaines Lafite, Albert Frère, “prestanome” o
fedele alleato in GDF Suez (controllante la Jacorossi?, la Francia, Jacorossi Imprese (e famiglia
Jacorossi), i politici e, in subordine, la “mafia”.
A livello dei politici si può tranquillamente aggiungere la
magistratura bancaria che non fa il suo dovere esattamente come i giornalisti
non fanno le indagini.
Fonte: visto su SATAMPA LIBERA del 22 ottobre 2013
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