Roma, 15 apr. (Adnkronos Salute) - C'è chi ne va fiera e li
metterebbe in mostra anche in pieno inverno e chi, invece, anche d'estate
ricorre a ogni trucco per nasconderli. I piedi, infatti, "per quanto siano
un capolavoro di ingegneria, costituto da 26 ossa sostenute da muscoli e
legamenti, possono avere un aspetto molto diverso da persona a persona. In
particolare, fermandoci a quello esteriore, si riconoscono universalmente tre
tipi di piede: greco, egizio e romano, a seconda della conformazione delle
dita". Lo spiega all'Adnkronos Salute Attilio Basile, ortopedico e
traumatologo, specialista presso l'ambulatorio delle patologie del piede
ospedale San Camillo di Roma.
"Il nome non si riferisce alle caratteristiche delle
estremità dei tre popoli, ma semplicemente - aggiunge l'ortopedico - alla forma
delle tre vele che portano lo stesso nome e che ricorda appunto quella
disegnata dal profilo della parte anteriore del piede. Caratteristiche
differenti che non influiscono sulla salute del piede, ma che inevitabilmente
possono rendere più o meno agevole indossare questo o quel paio di scarpe. E
proprio ciò a volte può fare la differenza nella comparsa di piccoli
problemi".
Il piede greco, più versatile, "è considerato quello
esteticamente migliore, tanto da essere chiamato anche piede 'da modella', con
una pianta generalmente stretta e affusolata, e soprattutto con una forma delle
dita quasi parabolica: l'alluce, infatti, è leggermente più corto del secondo e
del terzo dito, che hanno una lunghezza sostanzialmente uguale, mentre quarto e
quinto dito sono lievemente più corti e a scalare". Ebbene, questo piede
può osare la punta stretta: decolleté o stivali affilati, infatti, non creano
problemi. Questo perché la maggior parte delle scarpe è realizzata studiando
come modello il piede greco. "Chi ha il piede greco può permettersi di
indossare anche più a lungo di altri calzature 'estreme' cioè a punta stretta e
con i tacchi alti, perché le dita hanno sufficiente spazio per disporsi senza
accavallarsi tra loro o senza contrarsi 'a martello"', spiega Basile.
Il rovescio della medaglia è il rischio abusare di questo
tipo di modelli. "Indossare quotidianamente scarpe a punta stretta e
soprattutto con tacchi superiori ai 5 centimetri - avverte Basile - costringe
il piede a una marcata flessione e sposta eccessivamente il peso del corpo
tutto sulla parte anteriore, con un aumento del 76% della pressione
sull'avampiede, esponendo al rischio di metatarsalgia, un dolore vivo e cronica
della pianta anteriore del piede associato alla formazione di calli visibili.
Senza contare che camminare costantemente sui tacchi alti destabilizza la
postura", sottolinea il medico.
Il piede egizio, invece, è il più diffuso in Italia e si
riconosce perché le dita hanno una lunghezza a scalare, partendo quindi
dall'alluce che è il più lungo di tutte le dita, a decrescere fino al quinto
dito. Chi ha questa forma può avere qualche difficoltà in più con alcuni
modelli di calzature rispetto al piede greco. "Bisogna infatti garantire
all'alluce il giusto spazio, altrimenti finisce per rimanere compresso e
contratto in una posizione che a lungo andare diventa dolente. Ma, allo stesso
tempo, il resto del piede non deve trovarsi troppo libero di muoversi nella
scarpa o, viceversa, troppo compresso, altrimenti ci si trova a fare i conti
molto spesso con fastidiose vesciche: la pelle sfrega, si surriscalda e si
arrossa, inizia a scollarsi dagli strati inferiori, il tessuto si infiamma e
dai capillari comincia a fuoriuscire del siero che si accumula sotto la cute
formando una bolla trasparente", dice l'ortopedico. "Meglio quindi
optare per calzature con una punta comoda, anche rotonda, ma aderenti sul
tallone, in modo che non si verifichino sfregamenti fastidiosi: una tomaia
morbida, comunque, aiuta a seguire al meglio le richieste del piede senza danneggiarne
la pelle".
Se si scelgono sandali aperti, l'alluce è sicuramente più
libero di muoversi senza grossi problemi, soprattutto con i modelli in voga
negli ultimi anni, che richiamano lo stile anni '50, e che pur non essendo
completamente a punta aperta hanno una sorta di 'via di fuga' adatta per un
alluce più lungo: l'importante è che chiaramente non sporga troppo dalla
scarpa, altrimenti c’è il rischio di contusioni o distorsioni del dito.
Anche detto piede quadrato o 'del contadino', il piede romano
tende ad avere la parte anteriore leggermene tozza e larga. Primo, secondo e
terzo dito sono in genere della stessa lunghezza, mentre il quarto e quinto
dito tendono a essere più piccoli. "Chi ha un piede romano dovrebbe
evitare le scarpe a punta e in generale le calzature troppo strette e
costrittive. Significherebbe, infatti, spingere l'alluce verso il secondo dito:
questo, in persone predisposte, può essere sufficiente per causare la
formazione di un alluce valgo, cioè una deformità del primo dito data dalla
lussazione dell'articolazione, caratterizzata da una prominenza verso
l’esterno, dolente", avverte Basile.
"Non solo: si riduce lo spazio disponibile per le altre
dita del piede che si piegano a martello e non possono più riprendere la
normale estensione. Questo determina anche la formazione di callosità sul dorso
del dito, dove c’è il piegamento, per via dello sfregamento contro la scarpa, e
sulla pianta del piede, tutto accompagnato da fastidio e dolore". Questo
piede sopporta male anche le scarpe con i tacchi, perché spingono in avanti
l'avampiede riducendo lo spazio in punta e causando anche lesioni e calli dati
dallo sfregamento della tomaia sulla pelle delle dita.
Meglio scegliere sandali aperti, a pianta larga, facendo
attenzione che il piede non debordi, perché se tende a fuoriuscire, finisce con
creare attrito ai lati del piede, con la comparsa di calli e ispessimenti o
vesciche. Fondamentale, quando si scelgono scarpe chiuse, è che, oltre alla
pianta larga, il materiale sia estremamente morbido, in modo da 'disegnarsi'
sul piede senza causare lesioni.
Fonte: visto su adnkronos.com del 15 aprile 2013
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