La "Libertà", non riguarda solamente il pensare,
scrivere e spostarsi dove si preferisce, per esempio.
La Libertà riguarda anche e sopratutto il "vivere senza
imposizioni".
Ogni uomo ha una "sfera" di liberta', che si
ferma sempre e comunque prima di invadere quella del prossimo.
Riprendiamoci questo "principio inviolabile".
MLR
L'INDECENZA DELLE BANCHE
Di: Beppe Scienza
"Comprare qualcosa, pagando con banconote o monete è
una delle cose più normali di questo mondo. Eppure in Italia c'è chi vuole
farlo passare per un comportamento addirittura incivile. Si veda Giovanni
Sabatini, direttore dell'associazione delle banche italiane (ABI), con la
ridicola tesi che "la lotta al contante è una vera e propria battaglia di
civiltà". Chiaramente straparla, per nascondere una verità ben diversa: le
banche guadagnano su tutti i pagamenti, salvo quelli in contanti. Per questo
vogliono colpevolizzare chi li usa. Con le carte di credito, bancomat ecc.
lucrano le provvigioni addebitate ai negozianti, le commissioni sui movimenti
di conto corrente, gli interessi (fino al 24,9% annuo) sulle carte di revolving
ecc. Inoltre costringono la gente a tenere i soldi sul conto, senza
corrispondergli praticamente nessun interesse.
Le banche italiane si sono addirittura inventate la campagna
della guerra al contante. Hanno costruito e finanziato "War on cash"
che diffonde falsità del tipo: "Il cash è superato, costoso, pericoloso,
inquinante e scomodo".
Uno dei leitmotiv delle banche, ripetuto pappagallescamente
dai giornalisti economici italiani, è poi che a tale riguardo l'Italia sarebbe
in forte ritardo rispetto all'Europa. Ebbene, anche questa è una frottola,
smentita dalla banca centrale tedesca: in Germania l'80% degli acquisti avviene
in contanti. Anzi, la Deutsche Bundesbank ha addirittura organizzato un
convegno a difesa del contante (Bargeldsymposium, Francoforte 10-10-2012,
ovviamente ignorato dalla stampa italiana.
Vantaggi del contante. Studiosi e dirigenti della banca
centrale tedesca dimostrano in modo inconfutabile che, rispetto ai pagamenti elettronici,
il contante è: più comodo, più veloce, più accettato, più rispettoso della
privacy, più economico, più trasparente.
Importantissimo l'ultimo punto: solo prelevando contanti e
pagando con essi si ha un immediato controllo sulle proprie spese. Peccato che
alle banche invece faccia gioco che uno vada in rosso sul conto corrente, per
applicargli interessi anche del 20,4% (vedi Banca Intesa-Sanpaolo), senza che
ufficialmente sia usura.
Questo e altri vantaggi del contante solo comunque citati
anche da Carlo Pisanti, direttore centrale della Banca d'Italia.
L'evasione fiscale. Si può convenire sull'opportunità di
vietare l'uso delle banconote per grossi importi, come nell'acquisto di un
appartamento o anche di una macchina. Ma qui il discorso è un altro. La
"lotta al contante" prende di mira chi paga in contanti un paio di
scarpe o il conto di un ristorante. Geronimo Emili di "War onCash"
vuole tutti i micro-pagamenti, cioè di 5 euro o meno, senza contanti con la
vaga promessa che "si abbasseranno i costi delle commissioni
bancarie", rifiutando peraltro ogni regolamentazione. In realtà non è
neppure vero che proibendo del tutto l'uso dei contanti si potrebbe contrastare
l'evasione fiscale, perché non si vede come il fisco avrebbe abbastanza
personale per spulciare i 40 milioni di conti correnti degli italiani.
Forti critiche alla pretesa utilità anti-evasiva della lotta
al contante arrivano da Alessandro Penati, dell'Università Cattolica di Milano:
"Come se per eliminare l'evasione bastasse eliminare la banconote.
Un'assurdità". Ma anche da Ranieri Razzante, esperto e docente di
antiriciclaggio. In realtà la grossa evasione e la massiccia esportazione di
capitali non usano il contante, ma sovra- e sotto-fatturazioni e altri trucchi
contabili.
I costi del contante. Sulla stampa italiana leggiamo
bizzarrie come quella di Enrico Romagna-Manoja, direttore del Mondo, che scrive
che "il costo in Europa per la gestione delle banconote supera i 300
miliardi di euro" (il Mondo, 26-10-2012, pag. 7). A ciò corrisponderebbe
per l'Italia un costo nell'ordine dei 100 miliardi di euro l'anno: una sparata
senza fondamento (e senza nessuna fonte).
Mette le cose a posto Helmut Rittgen, responsabile per il
contante della Bundesbank che scrive a pag. 9 del suo intervento: "Gli argomenti,
secondo cui il contante sarebbe il mezzo di pagamento più caro, sono
semplicemente falsi". Nel complesso il contante risulta anzi quello meno
costoso.
Potremmo continuare a lungo. Nel 2009, quando in Italia le
banche erano partite con la guerra al contante, Giampaolo Fabris scriveva che
"il contante tendenzialmente è destinato a scomparire" (il Sole 24
Ore, 21-12-2009, pag. 21). Di nuovo ristabilisce la verità la Bundesbank
proclamando al contrario che "il contante è un mezzo di pagamento di ieri,
di oggi…
e di domani". Con buona pace dei banchieri italiani."
Fonte: visto su MARCO LA ROSA di venerdì 12 dicembre 2012
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