sabato 2 novembre 2013

SACCOMANNI: IL SACCHEGGIATORE DEI CAMPI DI BATTAGLIA


Durante il Medio Evo i “saccomanni” erano i saccheggiatori dei campi di battaglia,


Oggi voglio parlarvi di un tema che ci riguarda inevitabilmente tutti. Voglio parlarvi di soldi, dei “nostri” soldi. Ho usato di proposito le virgolette perché spesso ci scordiamo che il denaro che teniamo abitualmente nel portafogli e siamo abituati a considerare nostro, in realtà non ci appartiene. Appartiene ad una associazione a delinquere denominata Banca Centrale Europea, che, dopo averlo stampato a costo tipografico, lo presta allo Stato italiano e agli altri Stati vittime di questo raggiro a tassi da usura.

Voglio parlarvi di soldi, appunto, perché la notizia del giorno è che Fabrizio Saccomanni, Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Letta, ha confermato al Senato l’intenzione di introdurre nuovi e ulteriori vincoli sull’uso del contante, attualmente stabilito per importi non superiori ai 1.000 Euro.


La volontà di spingere ancora l’acceleratore sull’uso dei pagamenti elettronici a discapito del contante era da tempo nell’aria ed era stata annunciata chiaramente lo scorso Luglio dal Ministro per il (Sotto)Sviluppo economico Flavio Zanonato durante un incontro con i commercianti della Confesercenti.


A prescindere dall’evidente incostituzionalità del voler limitare l’uso di quella che è una moneta a corso legale, occorre denunciare a gran voce il fatto che queste manovre rientrano nel contesto di gravi politiche illecite, dettate da oscure entità bancarie, destinate unicamente a gravare sulle già devastate tasche dei cittadini.


Eliminare o limitare l’uso del contante significa colpire il più pratico, semplice e meno oneroso mezzo di pagamento a disposizione della collettività. Come ha sottolineato Paolo Rebuffo, portavoce dell’Associazione Contante Libero, affidarsi ai canali elettronici significa dover sottostare alla vessazione rappresentata dal pagamento di commissioni bancarie. 100 Euro in contanti, per farvi un esempio, dopo cento passaggi di mano, rimarranno sempre 100 Euro. 100 Euro elettronici, dopo cento passaggi con bancomat o carte di credito, si riducono di fatto a 45 Euro. Della cifra iniziale ben 55 Euro, quindi oltre la metà, “svanisce” per entrare nelle casse degli istituti di credito. Stiamo quindi parlando di Signoraggio “secondario”,  di una vera e propria rapina ai danni dei cittadini. Rapina che avviene sotto gli occhi complici di una Magistratura che non fa il suo dovere, ormai irrimediabilmente asservita ai poteri forti che dettano le regole del gioco.


Come mi ha fatto notare l’amico Marco Della Luna, durante il Medio Evo i “saccomanni” erano i saccheggiatori dei campi di battaglia, quelli che, come avvoltoi o come iene, si appropriavano delle armi e delle corazze dei caduti in combattimento, sottraendo loro anche le poche monete che potevano avere nelle tasche. Nomen Omen! Mai detto latino è stato più indicato per riassumere la natura e le intenzioni di personaggi come il “buon” Fabrizio, che ipocritamente è stato indicato nella squadra di Govereno come “indipendente”, ma che in realtà dipende eccome; dipende da quella criminale cricca di potere usurocratico-massonico-bancario che dette le regole ai governi.


Presidente e membro del direttorio integrato dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS) dal 1° Gennaio di quest’anno, membro autorevole del cda della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) e supplente del Governatore nel Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea, il 2 Ottobre 2006 è stato inoltre nominato Direttore Generale della Banca d’Italia, ruolo dal quale si è dimesso il giorno del conferimento del suo incarico nel Governo Letta. Fabrizio Saccomanni rappresenta quindi la più alta personificazione del potere bancario. Egli è un uomo delle banche, ed è naturale quindi che faccia gli interessi delle banche a discapito degli interessi del popolo. Se in Italia il debito pubblico è esploso è perché la politica è stata abilmente messa da parte da quegli oscuri interessi di cui i “tecnici” sono sempre stati i portabandiera. Nel nostro Paese, l’ultimo Ministro delle Finanze proveniente dalla politica è stato Paolo Cirino Pomicino. Tutti quelli che sono venuti dopo erano “tecnici”, “professori”, “scienziati”, sembianze sotto le quali mascheravano la loro vera natura di biechi esecutori del sistema bancario.


Occorre prendere coscienza di questo stato di cose e ribellarsi. Tutti i nostri risparmi sono a rischio. La politica del “bail-in” sperimentata a Cipro è in procinto di essere applicata in modo esteso agli istituti bancari di casa nostra. Vale quindi ancora la pena di dare alle banche il frutto sudato del nostro lavoro? La risposta è no!

Nicola
 Bizzi

Fonte: visto su STAMPA LIBERA del 30 ottobre 2013


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