Ci sono solo tre
modi per acquisire la ricchezza in una società libera.
Per via ereditaria,
che si verifica quando qualcuno ti dona ricchezza.
Per via economica,
quando si scambia una abilità, un talento, un bene, la conoscenza, il sudore,
l’energia o la creatività con un acquirente disponibile.
E il modello mafioso,
il quale si verifica quando un uomo con una pistola, dice: «dammi i soldi o ti accadrà qualcosa»
In quale modello opera
il governo? Perché glielo abbiamo
permesso?
Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la
traduzione integrale in italiano dell’articolo Taxation Is Theft di
Andrew P. Napolitano, ex giudice della Corte Superiore del New Jersey,
commentatore ed opinionista presso Fox News Channel. Ha scritto
sette libri sulla Costituzione americana. (Traduzione di Luca Fusari)
Con un codice fiscale che supera le 72 mila pagine di
lunghezza e che richiede più di sei miliardi di ore personali all’anno per
determinare il reddito imponibile dei contribuenti, con l’IRS diventata
un’autorità temuta in sé, e con un governo che continua ogni anno ad estrarre
sempre più ricchezza da ogni contribuente americano, è da meravigliarsi che lo
scorso 15 aprile fosse un giorno di terrore in America?. Le tasse sulla
previdenza sociale e le imposte sul reddito hanno perseguitato tutti noi fin
dalla loro istituzione nel secolo scorso, e alcuni politici sono stati disposti
a definire questi stratagemmi per quello che sono: furto.
Il Governatore del Texas Rick Perry ha creato grande
clamore, tra i vari fautori dello statalismo durante le primarie
presidenziali repubblicane dello scorso anno, quando ha chiamato la previdenza
sociale uno schema Ponzi. Aveva ragione. E’ stata una truffa fin dal suo inizio
ed è ancora oggi una truffa.
Quando la previdenza sociale venne istituita nel 1935,
fu destinata a fornire assistenza finanziaria minima a coloro i quali erano
troppo anziani per lavorare. E’ stata inoltre istituita al fine di rendere gli
elettori dipendenti dai Democratici di Franklin Delano Roosevelt. FDR copiò
l’idea dal sistema stabilito in Italia da Mussolini. Il piano era quello di
avere una piccola contribuzione da parte di alcuni lavoratori e datori di
lavoro da porre in un fondo per i lavoratori custodito dal governo. Al momento
della sua adozione, l’aspettativa di vita media degli americani era di 61 anni
di età, ma la previdenza sociale non si attivava fino all’età di 65 anni.
Così, il sistema fu orientato a prendere i soldi dal lavoratore americano medio
senza che gli fossero più restituiti.
Nel corso del tempo, l’aspettativa di vita è cresciuta e
ha superato i 65 anni, il cosiddetto fondo fiduciario è stato rivisto in
quanto il sistema pagava più denaro di quello che stava prendendo, proprio come
uno schema Ponzi. FDR chiamò la previdenza sociale una «polizza assicurativa»,
ma in realtà è diventato un risparmio forzato. Tuttavia la banca depositaria
dei fondi, il Congresso, ha rubato i risparmi e li ha spesi. E il valore del
risparmio è stato ridotto dall’inflazione.
Oggi, il meglio che si possa sperare di ricevere dalla
previdenza sociale, quale effettivo suo potere d’acquisto, sono 75
centesimi per ogni dollaro stanziato come contributo. Questo rende la
previdenza sociale peggiore di uno schema Ponzi. È possibile uscire da un
investimento di Ponzi, invece non si può uscire dalla previdenza sociale. Chi
rimarrebbe cliente di una banca che restituisce solo il 75% dei propri risparmi
depositati?.
La Costituzione non consente ai federali di rubare i
soldi degli americani, ma i federali li rubano lo stesso. In uno
dei dibattiti presidenziali dei Repubblicani dello scorso anno, un
giovane ha chiesto al moderatore di porre la seguente domanda ai candidati: «Se
guadagno un dollaro, quanto di esso ho diritto a mantenere?». La domanda è
stata rivolta ad uno dei candidati, il quale non sapeva cosa rispondere, sicché
il moderatore cambiò poi tema. Solo il congressista Ron Paul ha dato una seria
risposta post-dibattito alla domanda del giovane: «tutto».
Ogni documento ufficiale fondativo del governo, dalla
Dichiarazione di Indipendenza alla Costituzione degli Stati Uniti, pronunciati
nei giuramenti da tutti coloro i quali lavorano per il governo, indicano che
l’esistenza del governo è in funzione del popolo. La Dichiarazione proclama
anche che il governo ottiene tutti i suoi poteri dal consenso dei governati. Se
credi in tutto questo come lo credo io, allora proprio come noi non abbiamo il
potere di prendere la proprietà del nostro vicino e distribuirlo contro la sua
volontà, dobbiamo far sì di impedire al governo l’esercizio di tale analogo
potere. Detto diversamente, proprio come tu non hai la legittimità morale e
legale nel prendere la mia proprietà, così il governo non dovrebbe essere
autorizzato a fare altrettanto.
Ecco un esempio che avrai già sentito. Sei seduto a
casa di notte e senti un bussare alla porta. Apri la porta e un ragazzo con una
pistola puntata ti dice: «dammi i soldi che voglio darli ai meno fortunati».
Pensi che sia pericoloso e un folle, così ti precipiti a chiamare la polizia,
ma proprio allora scopri che lui è la polizia, ed lì per raccogliere le tasse.
Gli artefici della Costituzione americana tutto questo lo
avevano capito. Per 150 anni, il governo federale è stato impegnato nella
compravendita di territori, delegando ai singoli Stati i servizi resi. Ha
respinto la visione hamiltoniana che i federali debbano prendere tutto ciò che
volevano, e ha seguito il primo principio jeffersoniano: gli scambi commerciali
sono morali solo quelli completamente volontari.
Questo ha funzionato bene fino a quando i progressisti
hanno preso il controllo del governo nel primo decennio del XX° secolo.
Questi hanno convinto gli americani ad approvare, nelle loro legislature
statali, la ratifica del XVI° emendamento, il quale è stato progettato per tassare
la ricchezza dei ricchi e ridistribuirla. Hanno promesso al popolo americano
che l’imposta sul reddito non avrebbe mai superare il 3% del reddito e sarebbe
stata applicata solo al 3% dei proprietari. Com’erano stolti o
ingannatori…
Eppure l’imposizione di una tassa federale sul reddito è
molto più che prendere da chi lavora e guadagna e darlo a coloro che non lo
fanno. Ed è molto più di un rubinetto atto a riempire il trogolo federale.
Alla sua base vi è una presunzione terrificante. Si presume che in realtà non
possediamo la nostra proprietà. Si accetta la nozione marxista che lo Stato
possieda tutte le proprietà e che questo ci permetta di mantenere e utilizzare
tutto ciò che abbiamo, in modo tale da non rivoltarci nelle strade. Chi ruba e
usa qualunque cosa può politicamente farla franca. E’ credibile questo?.
Ci sono solo tre modi per acquisire la ricchezza in una
società libera. Per via ereditaria, che si verifica quando qualcuno ti dona
ricchezza. Per via economica, quando si scambia una abilità, un talento, un
bene, la conoscenza, il sudore, l’energia o la creatività con un acquirente
disponibile. E il modello mafioso, il quale si verifica quando un uomo con una
pistola, dice: «dammi i soldi o ti accadrà qualcosa» In quale modello
opera il governo? Perché glielo abbiamo permesso?.
Fonte: visto su L’Indipendenza del 28
aprile 2013
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