Negli questi ultimi anni, in questo paese chiamato Italia,
sentiamo sempre più parlare dell’agognato “pareggio di bilancio”, in nome di
queste tre parole i nostri cari governanti, non eletti, ci stanno obbligando ai
sacrifici più alti dal punto di vista economico ma anche sociale. Per cercare
di essere sicuri di raggiungerlo l’hanno pure messo in Costituzione, come se di
solito all’Italia della propria Costituzione importasse qualcosa.
Comunque in nome di quest’ultimo, hanno portato la
tassazione italiana al top a livello mondiale (record di cui esserne davvero
fieri), hanno tagliato i servizi, hanno impoverito i pensionati, hanno fatto
suicidare imprenditori ed operai, hanno fatto raddoppiare il livello di povertà
e disoccupazione, soprattutto giovanile, hanno costretto le aziende a chiudere
qua in Italia per andarsene anche appena oltre confine per poter continuare a
sopravvivere.
Bene, allora guardiamoci un po’ indietro, nella storia di
questo stato patrigno. Così guardandosi indietro si capisce che la storia non
cambia, si evince che questo è un paese fatto così, un paese che vive o
sopravvive grazie al debito pubblico costante e perenne.
Dal 1861 anno di dichiarazione dell’unità d’Italia ad oggi,
solo 2 volte è stato raggiunto il pareggio di bilancio, la prima volta nel 1876
con “la destra storica” al potere, obbiettivo raggiunto grazie ad una serie di
tasse che colpivano un po’ tutti senza troppe distinzioni, ma anche grazie ad
una delle tasse più umilianti e scabrose della storia di questo paese, la
odiata “tassa sul macinato” introdotto in verità già da qualche anno prima che
andava chiaramente a colpire le fasce deboli della popolazione.
Per vedere la seconda volta il pareggio di bilancio, bisogna
aspettare addirittura la dittatura, nel 1925, grazie ad Alberto De Stefani,
economista di Mussolini poi caduto in disgrazia durante il regime, per farlo ci
fu bisogno semplicemente di una dittatura, in contemporanea ad uno dei periodi
di maggior espansione soprattutto industriale mai visti in questo paese, per
poter così diminuire drasticamente la spesa pubblica.
Ma la vera chicca di tutta questa nostra storia è che in
periodo Repubblicano non è mai accaduto neppure una volta e non mi dilungo
oltre, vi lascio solo con una domanda, secondo voi sarà mai possibile con
questo sistema politico basato su clientelismi, corruzione, incapacità
manifesta di gestione della cosa pubblica, incapacità decisionale, lobby da
accontentare e favori da scontrare a raggiungere mai questo agognato pareggio di
bilancio?
Mattia Giolo
Fonte: visto su Raixe
Venete
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