MOTOGP
Rossi, Rossi e ancora Rossi. Il diluvio mediatico no su
Valentino non si arresta ed ora anche il mensile Rolling Stone, gli dedica un
lungo servizio sul numero in edicola dal 29 novembre.
"La prima volta che ho guidato la Ducati è stato
uno shock - ricorda il pesarese a RS - Dopo tre giri ho pensato: “Siamo
nella merda”. Mi sono bastati per capire che avevo fatto un errore. Non
avevo potuto mai provare la moto prima di firmare, ma ho firmato lo stesso. I
problemi erano chiarissimi fin dall’inizio. Ho detto: “Ok, proviamo a
migliorare questa moto”. Abbiamo lavorato per tutta la prima parte della
stagione, ma dopo 10 gare ho cominciato a capire che non avrei mai vinto con
quella moto. Le voci secondo cui volevo rescindere il contratto erano vere, ma
non potevo farlo, non c’era modo. Ed è stato un bene. Sarebbe stata una scelta
sbagliata, troppo facile dire: “Me ne sto a casa” quando le cose vanno male.
Non bisogna arrendersi. Si dice che quando attraversi un periodo difficile
diventi più forte, secondo me non è vero. Sicuramente diventi più
vecchio".
Valentino non si è tirato indietro, e ha risposto anche
alle domande su Stoner e Pedrosa: "Casey ha fatto un lavoro
incredibile con la Ducati e se riguardo la sua telemetria non capisco come
abbia fatto. La gente pensa che Stoner fosse molto veloce, ma non molto
intelligente, e per questo alla fine ha fatto il botto. Ma la realtà è che
con la Ducati ha dovuto guidare sempre oltre il limite, andare più forte
possibile. E se guidi così, alla fine ti schianti. Abbiamo due storie diverse.
Lui aveva guidato una sola moto, la Honda di Luca Cecchinello e per un solo
anno, quando è passato in Ducati. Credo abbia pensato: “Fanculo, questa moto è
buona, devo vincere”. Io invece venivo da anni con la Honda e la Yamaha e ho
capito subito che la moto non era buona. Sono sicuro che se Stoner domani
salisse sulla Ducati di Dovizioso arriverebbe sesto. Comunque guidava in un
modo incredibile. È unico. Se mi manca? In pista sì. Era un grande talento,
difficile da battere. Fuori dalla pista no. Senza di lui, tra noi piloti va
molto meglio. Ci sono i rivali e i nemici, ma la situazione è normale: quando
finisce la gara non siamo amici, ma l’atmosfera è ok".
E su Pedrosa aggiunge: "È un peccato che
Pedrosa non sia mai stato campione del mondo. Se lo merita, mi piace molto.
Adesso mi sembra che gli sia entrata un po’ di paura, ha il talento per vincere
il titolo, ma si è rotto le ossa 18 volte. Sono tante. Forse potrei fare
quattro chiacchiere con Lorenzo e Márquez e dirgli: “Ragazzi per favore,
lasciatene uno a Dani".
Fonte: visto su MOTO GP del 28 novembre 2013
Read more: http://www.gpone.com/2013112812306/Stoner-Ora-con-la-Ducati-arriverebbe-6.html#ixzz2m2jhDoo7
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