Il messaggio di un siriano di Damasco: "I ribelli
martellano da mesi il quartiere di noi cristiani. Perché l’America vuole
colpirci?"
Cari amici italiani,
due giorni fa mentre voi ascoltavate le
notizie sugli attacchi con le armi chimiche i ribelli e i combattenti di Al
Qaida che si trovano accanto a noi qui alla periferia est di Damasco, nella
zona di Jobar (la stessa del presunto attacco con i gas, ndr) ci hanno regalato
un ennesimo colpo di mortaio caduto molto vicino alla mia abitazione, nella
zona di Bab Tuma.
Succede da mesi e io veramente non riesco più a capire
perché tanto accanimento nel colpire un quartiere abitato da civili cristiani.
In soli 6 giorni ci sono piovute sulla testa più di 20 bombe di mortaio. Alcune
sono esplose tra le case, altre sui tetti delle chiese, una in una scuola
femminile diretta dalla chiesa cattolica. Ormai è chiaro, questo quartiere
abitato da cristiani è un obbiettivo.
A tutto questo ormai ci stavamo abituando, ma ora a
terrorizzarci s'è aggiunta la notizia della questione chimica. La minaccia
degli Stati Uniti e dei suoi alleati di Francia ed Inghilterra ci lascia
impauriti e sgomenti. Da giorni vedo una grande paura dipinta nei visi dei miei
fratelli cristiani. Chi può scappa in Libano. Chi non può farlo abbandona i
piani alti e cerca posto negli scantinati. Da ieri abbiamo incominciato a far
provviste di pane, grano, formaggio. Ma far la spesa diventa ogni giorno più
difficile. In due giorni il valore del dollaro è passato da 200 a 280 lire.
In tutto il nostro quartiere si respirano paura, tristezza e
preoccupazione. Una cupa angoscia s'è insinuata nelle anime di noi cristiani di
Damasco. In questa angoscia c'è un'unica domanda: ci sarà un attacco americano
su Damasco? E perché l'America vuole colpirci?
Se alla base di tutto c'è la questione delle armi chimiche
perché non aspettano i risultati e le prove, non accertano chi l'ha fatto? Fino
ad ora non c'è nessuna prova per condannare il governo di Damasco. Qualche
tempo fa il giudice svizzero Carla del Ponte, membro di una Commissione Onu ha
accusato i ribelli. Medici Senza Frontiere parla di 355 persone morte durante
l'attacco in quella zona non lontana dalle nostre case. Noi abbiamo sentito
molte testimonianze secondo cui sarebbero stati i «ribelli siriani» ad
utilizzare le armi chimiche e non le forze del regime. Molti dei miei amici
cristiani sono convinti che l'America non abbia una sola prova. Molti temono
che Obama e l'America vi stiano raccontando una grossa bugia. Siamo convinti
che l'attacco non risolverebbe la questione dei siriani, anzi la renderebbe più
complessa, perché moltiplicherebbe il numero dei morti innocenti causando
maggior povertà e spingendo molti più siriani a cercare la strada della fuga
all'estero.
Tutto il mondo ormai pende dalle labbra di Obama. Che
democrazia è questa? I siriani ormai possono solo sperare nella sua pietà. Che
democrazia è questa? Una persona sola può arrogarsi il diritto di decidere la
morte o la salvezza di migliaia di siriani. Che democrazia è questa? Perché
Obama non mostra prima le prove che condannano il regime di Damasco e
dimostrano l'uso del gas nervino contro i civili? Da qui, dal cuore di
Damasco io mi rivolgo a tutti voi italiani e a tutti i vostri politici per
chiedervi: «Fermate la guerra». Noi cristiani d'Oriente, siamo i discepoli di
Paolo e Pietro, siamo i figli dei padri della Chiesa, siamo l'essenza della
Cristianità. Non abbandonateci, non lasciateci nelle mani dei fanatici di Al
Qaida e di chi combatte per reinsediare il Califfato e sogna di arrivare a
conquistare Roma. Cristo ci ha insegnato a non «aver paura» e noi fedeli alle
sue parole ci sforziamo di non temere nulla. Ma voi pregate per noi.
(testo
raccolto da Gian Micalessin)
Fonte: visto su IL GIORNALE.it di sabato 31 agosto 2013
Link: http://www.ilgiornale.it/news/interni/i-nostri-due-incubi-qaida-casa-i-missili-cielo-946704.html
Nessun commento:
Posta un commento