Di Silvia
Cirocchi at settembre 1, 2013
L’occupazione che va più di moda in Italia in questi giorni
è quella dei giornalisti-inquisitori, quelli che giudicano chi sia degno o
immeritevole di esercitare l’attività politica; ma stranamente tutti loro
fingono di ignorare che il primato di “indegnità” nella storia della Repubblica
spetta a un rappresentante del Partito Comunista Italiano.
Emanuele Strassera, Ezio Campasso, Mario Francesconi,
Giovanni Scimone, Maria Santucci e Maria Francesconi. Sono cinque partigiani e
due donne uccisi dal compagno “Gemisto”,
alias Francesco Moranino.
L’Onorevole Francesco Moranino.
Iscritto al Partito Comunista clandestino nel 1940, Moranino
nel dopoguerra depose le armi partigiane e si dedicò alla carriera politica. Il
2 giugno del ’46 fu eletto deputato nelle file del PCI, nel ’47 (nel terzo
governo De Gasperi) fu nominato sottosegretario alla Difesa. Nel ’53 fu
rieletto per la sua seconda legislatura.
Proprio nel 1953 Gemisto fu incriminato per fatti avvenuti
durante la Resistenza.
Moranino fu accusato dell’eccidio della “Missione Strassera”
e delle due donne.
Il 27 gennaio 1955 la Camera dei Deputati, con una
maggioranza di centrodestra, votò l’autorizzazione a procedere nei confronti di
Moranino su richiesta della Procura di Torino; la prima autorizzazione
all’arresto di un parlamentare concessa dalla nascita della Repubblica.
L’accusa per omicidio plurimo aggravato e continuato ed
occultamento di cadavere si confermò tale con una condanna definitiva
all’ergastolo per 7 omicidi.
Dalla sentenza: «Perfino la scelta degli esecutori
dell’eccidio venne fatta tra i più delinquenti e sanguinari della formazione.
Avvenuta la fucilazione, essi si buttarono sulle vittime depredandole di quanto
avevano indosso. Nel percorso di ritorno si fermarono a banchettare in
un’osteria e per l’impresa compiuta ricevettero in premio del denaro».
Moranino per evitare la cattura fuggì in Cecoslovacchia dove
divenne direttore dell’emittente radiofonica in lingua italiana Radio Praga.
Nel 1958 alcuni sospetti sullo svolgimento del processo
fecero si che l’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi commutò la
pena dall’ergastolo a 10 anni di reclusione, ma Moranino si rifiutò di
rientrare. Lo fece solo in seguito ad amnistia, dopo che nel 1965 il Presidente
della Repubblica Giuseppe Saragat gli concesse la grazia.
Ed ora arriva la parte più interessante, il 19 maggio 1968
il pluriomicida compagno Gemisto condannato all’ergastolo sarà ricandidato
nelle liste del PCI e PSIUP ed eletto senatore, (con 38.446 voti) entrerà nella
Commissione Industria e Commercio.
In fondo è solo un compagno che ha sbagliato. Perché è così
che si usa dire a sinistra, giusto?
Fonte: visto su Qelsi
del 01 gennaio 1023
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