di REDAZIONE
Proponiamo in ANTEPRIMA per L’Indipendenza la
traduzione integrale in italiano dell’articolo Syria:
What is the War Good For?, tratto da Reason magazine, di
Andrew P. Napolitano, ex giudice della Corte Superiore del New Jersey,
commentatore ed opinionista presso Fox News Channel. Ha scritto
sette libri sulla Costituzione americana. (Traduzione di Luca Fusari)
La richiesta del presidente Obama per una espressa
autorizzazione del Congresso ad un’invasione aerea limitata della Siria solleva
profonde questioni giuridiche e costituzionali. Per cominciare,
semplicemente non c’è alcuna base giuridica nel diritto internazionale per
poter sostenere l’invasione americana della Siria. Eppure, nonostante questo,
la legge federale permette al presidente di impegnare le forze militari
statunitensi ovunque egli voglia per un massimo di 90 giorni senza l’espressa
autorizzazione da parte del Congresso. Allora, perché Obama chiede
l’autorizzazione se già c’è l’ha?.
Da Marzo 2011, la Siria è in preda ad una guerra civile.
Coloro i quali cercano di spodestare il governo del presidente Bashar al-Assad
sono un mix di suoi avversari politici nazionali, di ex ufficiali militari
siriani scontenti, e di pericolosi combattenti islamici radicali tra i quali
dei stranieri affiliati ad al-Qaeda. Le organizzazioni internazionali di
monitoraggio della guerra hanno contato i morti da entrambe le parti a più di
100 mila persone.
Fino alla scorsa settimana, gli Stati Uniti erano
ostinatamente rimasti fuori da questa guerra, dato che il suo esito non
dovrebbe interessare la sicurezza nazionale americana. Anche se Assad era
un amico dell’allora senatore John Kerry, tanto che è nota una famosa cena tra
i due, ora è un mostro disposto ad usare gli estremi rimedi per rimanere al
potere. D’altra parte, i nostri alleati nella regione sicuramente
preferirebbero che il governo siriano non fosse diretto o sotto l’influenza di
al-Qaeda, e la legge federale proibisce agli americani e al governo degli Stati
Uniti di aiutare al-Qaeda. Quindi la nostra neutralità è durata fino al mese di
Agosto 2012, quando Obama fece un commento sconsiderato e dettato dalla
spavalderia durante la sua campagna per la rielezione, e ora teme che esso
venga definito un bluff.
Nel suo commento, che suona come quello di un poliziotto
internazionale, il presidente tiene una posizione che ha condannato ai
tempi del presidente George W. Bush. Egli ha dichiarato che se il governo
siriano dovesse aver usato armi chimiche contro i suoi avversari, siccome il
loro uso è vietato da tutte le norme civilizzate, l’America dovrebbe rivedere
la sua neutralità.
Facendo affidamento su tale sua asserzione, che egli
sostiene essere intelligente, ora sta mostrando l’uso ad opera del governo
siriano di armi chimiche sui civili innocenti. La scorsa settimana, Obama ha
dichiarato l’intenzione di impegnarsi in un’invasione militare limitata della
Siria per indebolire la sua determinazione e la capacità di combattere
ulteriormente i ribelli.
Non importa che nelle foto mostrate dai collaboratori di
Obama e dagli operatori umanitari ministeriali vi siano le presunte vittime del
governo siriano gasate e degli operatori senza maschere antigas e guanti, e
non importa che il regime di Assad abbia consentito agli ispettori dell’Onu il
libero accesso al suo materiale bellico, e non importa che il presidente voglia
invadere la Siria prima che gli ispettori esprimano un loro rapporto.
Il presidente vuole farci credere che il regime di
Assad abbia gasato intenzionalmente mille innocenti siriani che erano senza
alcuna valenza militare per i ribelli, né una minaccia per il regime, e tra i
quali vi erano, secondo l’ex presidente della Camera, la Democratica
californiana Nancy Pelosi, «centinaia di bambini».
Anche se tutto questo avesse avuto luogo, come
sostiene Obama, si può legittimamente bombardare la Siria per punire il suo
governo per aver violato le norme internazionali o per dissuaderlo dal farlo di
nuovo? In una parola: No.
Il diritto internazionale riconosce solo tre percorsi
legali per l’uso della forza militare. Si riconosce il diritto di ogni
Paese ad adoperare la forza militare al fine di salvaguardare i propri confini
dall’essere invasi o sottomettessi da coloro che hanno iniziato l’invasione.
Riconosce la capacità di uno Stato membro delle Nazioni Unite di andare in
aiuto di un altro Stato membro delle Nazioni Unite quando uno di essi è stato
invaso. E i trattati che gli Stati Uniti e la Siria hanno sottoscritto,
consentono limitate invasioni di scopo quando esse sono approvate dall’Onu.
Nessuno di questi scenari leciti è applicabile alla Siria.
Obama può da solo lanciare un’invasione della Siria,
anche se fosse illegale e anche se il Congresso non l’approvasse? A causa
delle vicissitudini della storia, della personalità dei presidenti e dei miopi
compromessi dei passati Congressi, l’area dell’arbitrarietà presidenziale nel
fare la guerra ha diverse ramificazioni legali e costituzionali.
Secondo la Costituzione, solo il Congresso può
autorizzare l’uso della forza militare in modalità offensiva. Le note di
James Madison alla Convenzione Costituzionale del 1787 rendono evidente che i
suoi autori erano quasi unanimi nella loro determinazione nell’escludere dai
poteri presidenziali quello bellico, lasciandolo esclusivamente al Congresso.
Lo hanno fatto in modo chiaro e senza ambiguità nell’articolo I, Sezione 8 della
Costituzione.
Nonostante il linguaggio preciso della Costituzione e la
storia della nascita della nazione, la War Powers Resolution (WPR),
una legge federale promulgata nel 1973, nonostante il veto del presidente
Nixon, permette al presidente di utilizzare a sua discrezione i militari per
guerre offensive per un massimo di 90 giorni. Pertanto, ai sensi del diritto
federale vigente, Obama può legittimamente bombardare la Siria anche se il
Congresso si rifiutasse di autorizzarlo a farlo e anche se un tale atto sarebbe
in contrasto con il diritto internazionale.
Ma la WPR è profondamente incostituzionale
perché cede poteri costituzionali sulla guerra dal Congresso al presidente.
La WPR è stato un compromesso politico mal concepito operato da un
presidente indebolito dal Watergate e dai falchi del Congresso che approvarono
l’invasione unilaterale di Nixon della Cambogia e i membri del Congresso fedeli
alla separazione dei poteri.
Tuttavia, la Corte Suprema ha stabilito costantemente che
il trasferimento di poteri costituzionali tra i rami del governo federale è
incostituzionale, anche se popolari e consensuali, a meno che non sia
determinata da una modifica della Costituzione. Il fatto che il Congresso possa
lasciare che le guerre vengano iniziate dal presidente, è come se il presidente
lasciasse al Congresso la facoltà di nominare i giudici federali. La
Costituzione non ha più alcun significato o valore di legge.
Allora perché Obama vuole l’approvazione del Congresso
per fare ciò che il diritto internazionale gli vieta e che la legge federale
gli consente? Obama sa che la guerra è la salute dello Stato: unisce
avversari politici intorno ad obiettivi dal suono patriottico e spesso genera
il supporto per quelle risorse e per quei funzionari del governo a rischio, che
ora sono inviate lì.
Ma sarà un’altra guerra a migliorare la nostra libertà o
la nostra sicurezza? Incrementerà il nostro debito? Cestinerà la legge?
Possiamo bombardare ed uccidere per vantarci? Le risposte sono ovvie, e non
possono giustificare la guerra.
Fonte: visto su L’Indipendenza del 7 settembre 2013
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