«Noi non vogliamo capire che l’islam moderato non esiste,
che la Primavera araba è finita e che la sua nuova fase consiste nel progetto
islamista e jihadista di costruire il Grande califfato islamico. Neanche a
dirlo, il principale ostacolo alla sua costruzione siamo noi». Domenico
Quirico, inviato della Stampa, rapito in Siria e rimasto nelle
mani dei ribelli per cinque mesi, riassume in una grande «dichiarazione di
guerra» dell’islam all’Occidente gli attentati in Siria,
Pakistan,
Nigeria,
Egitto
e Kenya a cui stiamo assistendo in questi giorni. Domani sera Quirico sarà a
Milano per un incontro organizzato dal Cmc e a tempi.it racconta «quello che ci
sfugge, perché ci fa comodo far finta di non vedere».
Cos’è che non vogliamo vedere?
Che esiste un jihadismo internazionale che ha dichiarato
guerra all’Occidente, strutturato militarmente e con un progetto politico che
viene sistematicamente messo in atto in diverse parti del globo.
Qual è il loro obiettivo?
Ricreare il Grande califfato islamico del sesto secolo, che
è stato il momento di massima espansione militare e politica dell’islam nel
mondo. Allora, andavano dall’Europa all’Asia. È chiaro quindi che il principale
ostacolo nella costruzione di questo progetto politico siamo noi.
Ma Al Qaeda non stava perdendo terreno?
Le cose sono cambiate. Al Qaeda oggi propone una sfida molto
radicale: costruire uno Stato islamico che faccia da nucleo per un successivo
sviluppo militare e politico che inglobi il Medio Oriente, il Maghreb, il Sahel
e arrivi fino alla Spagna.
La Spagna?
Sì, è considerata terra musulmana da riconquistare. E tutto
questo viene detto con grande chiarezza e sincerità. Non sono trame oscure che
si muovono nella testa di qualche nostalgico del Medioevo, è un progetto
politico preciso che ha armi, eserciti e soldi. E che si sta realizzando a
partire dalla Siria.
In un articolo ha
definito l’Occidente «debole e brutale». Perché?
Perché alterniamo una vigliaccheria che ci contraddistingue
da decenni a momenti di apparente energia come l’intervento franco-inglese in
Libia. Prendiamo la Siria: siamo passati dall’immobilismo, quando intervenire
sarebbe stato politicamente intelligente ed eticamente obbligatorio, cioè
quando la rivoluzione era ancora laica e democratica e non islamica, a progetti
totalmente idioti come quello degli Stati Uniti di Obama di bombardare l’esercito
di Assad, dando così ad Al Qaeda l’unica cosa che ancora gli manca:
l’aviazione.
Pakistan, Nigeria, Egitto, Kenya: gli attentati
terroristici si moltiplicano dovunque.
Questa nuova “internazionale islamica” è in grado di
spostarsi su tanti fronti nuovi con grande rapidità.
Perché all’Occidente sfugge questo progetto politico?
Ci
sfugge perché ci fa comodo far finta di non capire. Se noi capissimo la natura
del problema, dovremmo prendere decisioni pratiche e siccome le classi
dirigenti dell’Occidente alternano vigliaccheria a momenti di totale
obnubilamento mentale, ci attacchiamo come ostriche allo scoglio di questa
illusione adatta per i conventi e i salotti televisivi.
Che tipo di illusione?
Quella secondo cui l’islam radicale sarebbe un’appendice
secondaria di pochi pazzi che girano il mondo per esercitare la loro follia
mentre invece l’islam è tollerante, illuminista, pronto ad accogliere le novità
che gli porge l’Occidente come internet o Facebook. E noi non ci accorgiamo che
invece l’islam moderato ed educato che ci piace tanto è una piccola percentuale
di élites collegate all’Occidente. Mentre la maggioranza è un’altra cosa.
Parla per esperienza personale?
I signori che ho incontrato in Siria erano tutti giovani
ragazzi, certamente non folli di Dio che stavano tutto il giorno a salmodiare
nelle moschee, ma che sapevano fare la guerra e avevano un progetto politico
preciso.
Eppure la cosiddetta Primavera araba aveva suscitato
grandi speranze.
La Primavera araba è un periodo che i giornalisti possono
ormai consegnare agli storici. È definitivamente tramontata. Siamo in una
seconda fase che deriva dalla Primavera araba ma che non è più quella dei
giovani di piazza Tahrir o di Avenue Bourghiba. L’islamismo ha raccolto il loro
testimone e intelligentemente ha preso l’eredità di qualche cosa che non ha
contribuito a costruire, perché bisogna ricordare che gli islamici non hanno
partecipato alle rivoluzioni né in Egitto, né in Tunisia né tantomeno in Libia
o in Siria.
Ora invece?
Ora invece Al Qaeda è la forza maggiore e meglio armata sul
territorio e ha cancellato il Free Syrian Army, che raggruppava i rivoluzionari
veri. Oggi la Primavera araba si è trasformata nel progetto del Califfato,
anche per colpa dei governi occidentali che prima hanno sostenuto le dittature
e poi sono stati sorpresi dal movimento rivoluzionario e hanno cercato di fare
una conversione ipocrita di 360 gradi.
Assad è un brutale dittatore, i ribelli hanno dimostrato
di non poter garantire un futuro democratico alla Siria. Che cosa può fare
adesso l’Occidente?
Non credo che ora sia possibile e intelligente dal punto di
vista politico intervenire in alcun modo in Siria. Il regime è inaccettabile,
mentre la nuova rivoluzione non è altro se non jihaidsimo e banditismo, perché
ci sono gruppi di criminali che non hanno alcuna ideologia se non quella di
riempirsi le saccoccie con estorsioni. Bisogna vedere se il regime avrà le
forze necessarie per contenere lo jihadismo, che è ancora possibile.
Ma i ribelli non stanno avanzando?
I giornali scrivono curiose storie sul fatto che la
rivoluzione avanza ovunque, ma la verità è che Assad controlla ancora le grandi
città e finché è così resisterà, anche grazie ai suoi potenti appoggi
internazionali.
Lei ha detto che l’islam moderato non esiste:
un’affermazione molto poco politically correct.
Noi vogliamo credere all’islam moderato. Io ho girato tutte
le rivoluzioni arabe dal 2011 ad oggi. Quando facevo il corrispondente da
Parigi ho trovato moltissimi islamisti moderati che possono andare in
televisione a fare dibattiti strappando applausi e facendo commuovere la
platea. Poi sono andato sul terreno e ho trovato ben altra realtà. In fondo, è
come il bolscevismo.
Cioè?
Ha mai conosciuto un bolscevico moderato? No, perché non
esiste in natura. Uguale per l’islam.
Un islamista moderato non può esistere?
Esatto, perché l’islam è una religione totalizzante e
guerriera. Dobbiamo dirlo chiaro: è nata con le guerre di Maometto e ha nella
lotta e nella conversione uno dei principi fondamentali del suo esistere. Anche
quando diventasse una religione moderata e illuminista non sarebbe più islam,
ma un’altra cosa.
Fonte: Visto su TEMPI
si martedì 24 settembre 2013
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