Le Interviste di Ne Parlano a Cuneo - Luna De Gattis da
voce alla gente della Granda
"Ho prestato
per mesi il mio servizio gratuito a sostegno dei migranti, in cambio ho
ricevuto solo odio e prepotenze"
La cittadina cuneese, a cui oggi, vogliamo dare voce senza
censura e senza vincoli istituzionali, è un'ex volontaria di una delle Caritas
della nostra Provincia. Ha deciso di chiamarci, poiché ha letto con
attenzione molti degli articoli relativi al tema dell'Immigrazione comparsi
sulle nostre pagine, sbigottita da alcuni commenti di nostri lettori, che lei
stessa ritiene fuori dal mondo, ha voluto con forza raccontarci la sua drammatica
esperienza.
"Come è nata
in te, la volontà di fare volontariato, l'ispirazione per fare qualcosa per gli
altri, per i meno fortunati?"
Vengo da una famiglia Cattolica, molto devota e praticante.
I miei genitori mi hanno cresciuta nella fede, nel rispetto per gli altri e
nella consapevolezza che quando è possibile, un sano gesto di solidarietà e
carità verso il prossimo in difficoltà è cosa buona e giusta.
"Così hai
deciso di proporti come volontaria nella Caritas Diocesana della tua
Parrocchia..."
Si, da sempre sono frequentatrice dell'oratorio, e di
tutte le attività collegate alla vita della comunità Cristiana della mia Città,
quindi, non appena l'età me l'ha permesso ho deciso con grande gioia di
collaborare con la Caritas per dare una mano a quelle che pensavo essere
persone in difficoltà...
"Subito ti
faccio una domanda, tra i cittadini che si rivolgono agli aiuti di questo
importante ente no profit, troviamo più Italiani o Stranieri?"
Gli italiani, almeno nella realtà che ho conosciuto, sono molto
pochi, per lo più alcolisti o tossicodipendenti, per essere chiara,
difficilmente ho visto il pensionato in difficoltà venire a chiedere un coccio
di pane. Il resto è tutta cittadinanza straniera, proveniente da ogni parte del
mondo...
"Secondo te,
perchè il pensionato in difficoltà, non si rivolge a voi per un'aiuto?"
Perchè ha una dignità. All'italiano onesto, che ha lavorato
una vita, che da sempre paga salatissime tasse, non piace umiliarsi a venire da
noi a chiedere un'aiuto, cerca di arrangiarsi, magari rinuncia ad un pasto, ma
mai al suo orgoglio, la gente per bene è fatta così, non chiede l'elemosina, si
da da fare...
"Ci racconti
chi è il personaggio tipo che si rivolge a voi e magari ci dici pure quali sono
le sue richieste?"
Diciamo che tendenzialmente abbiamo a che fare con
immigrati dal nord Africa, di fede Islamica, quindi con le relative pretese a
livello di cibo da proporgli, oppure cittadini dell'Est, Romeni ed Albanesi in
particolare. La maggioranza sono uomini, quasi tutti in buono stato di salute
alterata per lo più dall'uso e direi abuso di Alcool. Chiedono di tutto, dal
pasto due volte al giorno, a soldi per sigarette e caffè, a vestiti e in caso
di presenza di bambini giocattoli, libri e tutto quello che può servire...
"Ovviamente,
immaginiamo che siano grati e felici di ricevere queste cose, a titolo
totalmente gratuito, dalla cittadinanza che li ospita..."
Invece immaginate proprio male. All'inizio della mia
esperienza, ero stupita, nel vedere quanta generosità vi era nella comunità in
cui vivo. Quotidianamente arrivano, cibo, abbigliamento, giocattoli e tanto
altro materiale, a volte addirittura nuovo e comunque sempre in ottimo stato.
Il cuore dei cuneesi, è molto grande, questo mi ha sempre riempito il cuore di
gioia. Con immensa passione e sana generosità, preparavamo i pacchi da
consegnare ai poveri disperati che da li a poco sarebbero venuto a ritirare ciò
di cui avevano bisogno, eravamo felici e pieni d'entusiasmo perchè avevamo
davanti agli occhi la dimostrazione che il Razzismo non ce l'ha fatta....
"Ma
Poi...."
Ma poi arrivava questa gente. L'arroganza la faceva da
padrona sempre e comunque, il senso del rispetto non esisteva, la nostra
ospitalità veniva violentata e calpestata ripetutamente. Con modi schifati
questi individui che si dichiaravano disperati, gettavano a terra gli scatoloni
certosinamente ordinati da noi volontari fin dalle prime luci del mattino,
cercavano il capo firmato, l'etichetta che indicasse che il prodotto era nuovo,
il cibo di marca ed il giocattolo all'ultima moda. Insomma, quelli che dovevano
essere poveretti in circa di un qualunque aiuto, si rivelavano ogni volta
parassiti in cerca non di carità e solidarietà ma di regali costosi...
"Dunque
quello che sentiamo in giro è vero, non sono poi così disperati questi
"Migranti"..."
Macché disperati, è gente che spende più di 2000€ per
imbarcarsi verso quella che per loro è la nuova Eldorado, un'investimento vero
e proprio che se va a buon fine li sistemerà per tutta la vita...
"Puoi essere
più precisa?"
Se il viaggio va bene, cosa che succede nel 95% dei casi,
una volta sbarcati in questo paese, questi signori saranno sistemati per tutta
la vita. Le associazioni di volontariato provvedono a vestirli e nutrirli, i
comuni pagano loro affitto e bollette, lo stato gli elargisce una diaria per le
spese extra e tutto il resto è gratis perchè non hanno quasi mai reddito
(dichiarato)
"Insomma,
verrebbe da dire, diventiamo tutti immigrati?"
Assolutamente si, vivendo questa esperienza me ne sono resa
conto come mai prima.
Sono partita con tutte le buone intenzioni, da Cristiana
credente e praticante, vedevo nel Migrante un fratello in difficoltà, un amico
da aiutare a cui offrire riparo dal dramma di una guerra o da una persecuzione
razziale. Ho aperto loro il mio cuore, la mia casa, ho versato lacrime di
commozione di fronte alle vittime delle traversate, ho lottato per debellare
ogni discriminazione, ho fatto di tutto per dare loro una possibilità, un
futuro... In cambio ho ricevuto solo bastonate...
"Le Caritas e
i vari enti assistenziali, ci risulta che comunque si diano anche da fare, non
solo per mantenere queste persone, dopo un'aiuto iniziale, vorrebbero che
diventassero autonomi, magari con un lavoro, come del resto fanno tutti gli
italiani normali..."
Se lo stato e altri enti, ti mantenessero a fare nulla, se
tutti i tuoi privilegi venissero a mancare nel momento in cui dovessi
garantirti autonomamente un reddito... Tu cercheresti un lavoro? Probabilmente
si, perchè arrivi da una cultura di dovere, onestà e sacrificio. Ma se arrivi
da un'altro modello di società... Ti adageresti sugli allori e approfitteresti
della situazione...
"Abbiamo
parlato con un Signore Egiziano, Cristiano Copto, che ha dovuto lasciare la sua
terra a causa della sua fede in Cristo, la sua intervista verrà pubblicata la
prossima settimana su queste pagine, in sintesi lui mi raccontava proprio
questo, una minima parte di migranti viene qui per rifarsi una vita, per
lavorare e per dare un futuro alla sua famiglia nel rispetto del nuovo stato
che li ha accolti, ma la stragrande maggioranza ha idee totalmente diverse,
sono persone che lasciano un paese per la loro mancanza di volontà e per il loro
scarso spirito di sacrificio, vengo qui per trovare che li mantenga...."
Posso confermare ciò che dici. La stragrande maggioranza
delle persone che accogliamo nelle Caritas, non ha affatto voglia di darsi da
fare. Non è gente disperata che con umiltà chiede un pezzo di pane, sono tutti
pelandroni che con arroganza inaudita pretendono ogni diritto dimenticandosi
che ai diritti corrispondono anche dei doveri...
"Quando hai
deciso, di lasciare definitivamente l'opera di volontariato a sostegno dei
migranti?"
Ho gettato la spugna, il giorno in cui l'arroganza è
diventata violenza. Le risse, le liti, i tafferugli e gli scontri, sono
all'ordine del giorno quando in una sola stanza convivo più etnie e più
personalità che di certo non sono qui per interagire con il prossimo, a questo
ci siamo abituati e proprio per questo motivo si cerca di avere sempre una
massiccia presenza di uomini anche robusti tra di noi volontari, per evitare il
peggio e sedare sul nascere eventuali scontri che potrebbero finire in malo
modo... ma a volte tutto questo non basta....
(La nostra amica, si lascia andare in un pianto pieno di
sconforto....)
"Se non te la
senti di ricordare, non ti preoccupare, capiamo e possiamo anche fermarci
qui..."
No... è giusto che la gente sappia la mia storia fino in
fondo...
A volte non basta l'attenzione, la presenza di uomini, il
gran numero di persone che offrono il loro servizio volontario a titolo
gratuito...
Una sera, dopo una lunga cena in cui le offese, le squallide
avance, i tentati palpeggiamenti, le umilianti e sporche affermazioni l'hanno
fatta da padroni, cosa tra l'altro purtroppo normale quando una ragazza giovane
decide di offrire il suo aiuto in queste situazioni, mi reco nel retro della
sala mensa per buttare i rifiuti come ogni fine pasto... Ad attendermi, dopo
aver mangiato e bevuto un po' troppo, due di quelli che ancora qualcuno
definisce "Migranti", africani, da poco giunti nella nostra comunità
dopo essere sbarcati in Sicilia. Iniziano a fare affermazioni pesanti che non
oso neppure ripetere, parole piene di odio e sporco, ho paura, temo che la cosa
possa degenerare, cerco di fare finta di nulla e di finire in fretta il mio
lavoro... Purtroppo il peggio succede... Dalle parole si passa ai fatti,
l'ingiuria diventa violenza... I miei vestiti finiscono in brandelli, le loro
luride parti intime sfregano contro la mia pelle nuda, non ho neppure la forza
di urlare....
Dopo qualche eterno minuto, soddisfatti del loro vile gesto,
se ne vanno nel buio...
"Hai
denunciato l'accaduto a qualcuno?"
Ho chiamato mio fratello, mi ha portata al pronto soccorso,
mi ha aiutata a fare le denunce del caso... I due sono stati presi, non avevano
neppure il permesso di soggiorno, il giudice ha emesso una sentenza di
espulsione... non è mai stata eseguita...
"Conoscendo i
migranti, sapendo le loro difficili condizioni, immagino che questo sia un caso
isolato..."
Purtroppo è invece una routine...
Tentativi di violenza sono praticamente quotidiani,
fortunatamente in molti casi non si arriva all'atto vero e proprio, ma la paura
e la vergogna restano...
"Hai
abbandonato del tutto la tua parte di vita dedicata alla solidarietà, dopo
questo ignobile fatto che non merita ulteriori commenti?"
Assolutamente no. Continuo ad occuparmi del prossimo,
continuo ad offrire il mio tempo libero a chi ha bisogno, ho semplicemente
cambiato tipologia di persone.
Ora vado a far compagnia ai tanti anziani italiani
abbandonati a se stessi nelle case di riposo, porto loro una parola, un
orecchio con cui ascoltare le loro emozionanti storie e con un certo orgoglio
posso dire di portare loro anche un pochino di sana felicità. Aiuto le nonnine
a fare la spesa, donne coraggiose, con una vita alla spalle fatta di sacrifici
e privazioni ed ora confinate in una vecchiaia di solitudine e sofferenza,
offro loro un po' di conforto, di cui hanno tantissimo bisogno...
Ringraziamo la nostra gentile amica per l'intervista che
ha voluto rilasciarci, non pubblichiamo le sue generalità per motivi di ovvia
privacy. Concludo con una riflessione: l'esempio di questa ragazza dovrebbe
essere da monito per molti di noi. Mentre ci si straccia le vesti per cercare
di aiutare un clandestino appena sbarcato che il più delle volte si rivela
portatore d'odio e di dolore, dovremmo guardarci attorno e pensare prima ai
nostri vicini, i nostri nonni, i nostri bambini, la nostra gente insomma.
Tantissime persone in difficoltà, dalla grandissima dignità umana, che pur di
riuscire a farcela con le proprie gambe rinunciano a chiede il pur minimo
aiuto. Seguiamo tutti l'esempio della nostra amica, viva la solidarietà, ma
prima occupiamoci del nostro popolo...
(di Luna De Gattis)
Fonte: srs di Luna De Gattis, da Le Interviste di Ne Parlano
A Cuneo
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