lunedì 14 maggio 2012

PSICOPATIA E PSICOPATICI


“Gli psicopatici sono molto bravi a mascherare il loro vero sé davanti alle persone che vogliono manipolare e truffare. Avere in mente una semplice lista diagnostica dei tratti che definiscono la psicopatia non garantisce il successo nel riconoscimento degli psicopatici. Infatti, si verifica spesso che esperti ben addestrati in questo settore di studi vengano gabbati e manipolati da noti psicopatici che hanno appena incontrato” (Paul Babiak e Robert D. Hare, 2006).

Il Dott. Robert Hare, che ha condotto indagini per oltre 20 anni, afferma:
«Si trovano psicopatici in ogni professione… l'avvocato timido, il medico sempre sul punto di perdere la licenza, l'uomo di affari che propone l'improponibile».

Hare descrive gli psicopatici come persone a cui manca la capacità di provare compassione o rimorsi di coscienza e mostrano disinvoltura, fascino superficiale, grandiosità, menzogna patologica, comportamento imbroglione/manipolativo, mancanza di sensi di colpa, facilità alla noia, mancanza di empatia ed altri tratti spesso riscontrati nei ciarlatani. Secondo Hare queste persone soffrono di un difetto cognitivo che impedisce loro di provare solidarietà o rimorso.[Dossier Ciarlataneria]

E’ un concetto soggetto a molte discussioni, ma di solito è definita come una costellazione di caratteristiche affettive, intrapersonali e comportamentali che includono egocentrismo, impulsività, irresponsabilità, emozioni superficiali, assenza di empatia, senso di colpa o rimorso, mentire patologico, manipolazione e persistente violazione di norme e aspettative sociali (Cleckley 1976; Hare 1993). I crimini degli psicopatici sono di solito completamente freddi, omicidi senza rimorso privi di una ragione apparente. A sangue freddo si prendono ciò che vogliono e agiscono a loro piacimento senza il minimo senso di colpa o pentimento. In molti sensi essi sono predatori interspecie nati che soddisfano la loro sete di potere e di controllo mediante il fascino, la manipolazione, l’intimidazione e la violenza. Mentre quasi tutte le società li considererebbero dei criminali (con l’eccezione di società di frontiera o in guerra dove possono diventare eroi, patrioti o leaders), è importante distinguere il loro comportamento dal comportamento criminale.
Come recita un assioma comune in psicologia, LA MAGGIOR PARTE DEGLI PSICOPATICI HANNO PERSONALITA’ ANTISOCIALE MA NON TUTTI COLORO CON PERSONALITA’ ANTISOCIALE SONO PSICOPATICI.
Questo perché l’APD è definita principalmente dai comportamenti (comportamenti antisociali da Fattore 2) e non coinvolge le dimensioni affettive/intrapersonali (caratteristiche a nucleo psicopatico da Fattore 1, narcisismo) della psicopatia. Inoltre, sia i criminali che gli affetti da APD tendono ad “andare oltre” il crimine, mentre gli psicopatici no. Gli psicopatici amano intellettualizzare nel trattamento con la loro comprensione a metà delle regole. Come il personaggio di Star Trek Spock, il loro ragionamento non sopporta nessun mescolamento di cognizione ed emozione. Sono predatori calcolatori che quando si trovano in trappola tenteranno di scappare, di creare fastidi e pericoli per lo staff che li ha in cura, di avere un’influenza distruttiva nei confronti degli altri pazienti o detenuti e simuleranno sintomi falsi per essere trasferiti, andando avanti e indietro tra diversi istituti.

Le caratteristiche comuni dei tratti psicopatici (voci della PCL-R) sono:

*Fascino facile e superficiale
*Grandioso senso di autostima
*Bisogno di stimoli
*Mentire patologico
*Tendenza all’imbroglio e alla manipolazione
*Assenza di rimorso o senso di colpa
*Affettività superficiale
*Insensibilità e mancanza di empatia
*Stile di vita parassitico
*Scarso controllo comportamentale
*Comportamento sessuale promiscuo
*Problemi comportamentali precoci
*Carenza di obiettivi realistici a lungo termine
*Impulsività
*Irresponsabilità
*Incapacità di accettare la responsabilità delle proprie azioni
*Molte relazioni coniugali a breve termine
*Delinquenza giovanile
*Revoca della libertà condizionata
*Versatilità criminale

Fonte: da conosci te stesso del   18 marzo 2008



LA PSICOPATIA E IL MONDO PERVERSO DEI SERIAL KILLER

Di  Ruben De Luca
(Psicologo Criminologo Direttore GORISC (Gruppo Osservatorio di Ricerca, Intervento e Studio sul Crimine) Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Consulente CEPIC)

“Gli psicopatici sono molto bravi a mascherare il loro vero sé davanti alle persone che vogliono manipolare e truffare. Avere in mente una semplice lista diagnostica dei tratti che definiscono la psicopatia non garantisce il successo nel riconoscimento degli psicopatici. Infatti, si verifica spesso che esperti ben addestrati in questo settore di studi vengano gabbati e manipolati da noti psicopatici che hanno appena incontrato” (Paul Babiak e Robert D. Hare, 2006).

Alcuni esempi di incompetenza degli “esperti” in ambito legale e tratta mentale:
- Numerosi studi hanno dimostrato che tanto i professionisti in ambito legale quanto i profani riescono a individuare gli inganni poche volte e, di solito, si tratta di conclusioni quasi sempre casuali (Vrij, 2000).
- In Canada, un campione di 32 soggetti che si occupa di determinare i requisiti della libertà sulla parola ha espresso opinioni del tutto casuali per individuare l’inganno, dopo aver visto delle persone che parlavano in una videocassetta (Porter, Woodworth & Birt, 2000). Sembra che uno dei fattori più importanti responsabile delle performance scadenti sia la fiducia in indizi errati, ma che si ritengono utili per il riconoscimento delle menzogne.
- Seto e Barbaree (1999) hanno evidenziato che i soggetti inseriti in un programma di trattamento per criminali sessuali che hanno ricevuto le valutazioni più positive che sia possibile immaginare da parte degli “esperti” durante il trattamento, avevano dei punteggi elevati nella PCL-R e, successivamente, mostravano il più elevato tasso di recidiva.
Gli psichiatri forensi sono in grado di riconoscere se un criminale sta simulando una malattia mentale?
- Il fallimento nel riconoscere il problema della simulazione riflette il presupposto radicato nella mente degli  “esperti” psichiatri che il livello base di simulazione di una malattia mentale sia prossimo allo 0.  Questo presupposto era, e in molti casi ancora lo è, un’opinione alla moda negli ambienti clinici (Gerson, 2002).
-  Le statistiche disponibili indicano che, tra i criminali, la simulazione di deficit cognitivi, come l’amnesia, è tutt’altro che rara.  In una ricerca condotta su 131 “esperti” neuropsicologi, Mittenberg, Patton, Canyock e Condit (2002)  hanno riscontrato che i soggetti interpellati stimavano il livello di simulazione nei casi criminali esaminati da loro in un range 11-20%.
-  Tutte le ricerche internazionali concordano nelle stesse conclusioni: anche i più addestrati psichiatri forensi non riescono a riconoscere almeno il 50% dei simulatori con i quali entrano in contatto, quando si basano esclusivamente sui resoconti dei pazienti e non hanno accesso ai risultati di test psicologici appropriati (Rosen & Phillips, 2004; Rubenzer, 2004).
E gli investigatori sono in grado di riconoscere se la confessione di un criminale è vera o falsa?
-  Kassin, Meissner e Norwick (2005) hanno fatto vedere o ascoltare le confessioni di 10 criminali a un campione di studenti universitari e di investigatori con una lunga esperienza in casi di omicidio.  Una metà delle confessioni era vera, l’altra metà era falsa (inventata appositamente per lo studio).
Risultato...
-   gli studenti riuscivano a riconoscere quali confessioni erano vere e quali false con maggiore precisione rispetto agli investigatori e i livelli di accuratezza erano maggiori per le confessioni audioregistrate rispetto a quelle videoregistrate.
-  Confrontati con il loro elevato tasso d’insuccesso, gli investigatori continuavano a essere più fiduciosi del loro giudizio nonostante la prestazione scadente.

UN PO’ DI CHIAREZZA SULLA PSICOPATIA...

- PSICOPATIA
È un disturbo di personalità definito da tratti e comportamenti. Gli psicopatici sono privi di coscienza e sprovvisti di capacità empatiche, senso di colpa e lealtà verso chiunque. Sono concentrai solo su se stessi.
- SOCIOPATIA
Non è una condizione psichiatrica codificata, ma si riferisce a modelli di attitudini e  omportamenti che sono considerati antisociali e criminali da una larga parte della società, mentre sono visti come normali o necessari dalla sottocultura o dall’ambiente sociale in cui si sviluppano. I sociopatici possono avere una coscienza ben sviluppata e una capacità normale di empatia, senso di colpa e lealtà, ma il loro concetto di “giusto” e “sbagliato” è basato sulle regole e le aspettative della loro sottocultura o gruppo. Molti criminali possono essere definiti come sociopatici.
- DISTURBO ANTISOCIALE DI PERSONALITÀ(DAP)
È una categoria diagnostica ad ampio raggio utilizzata nel DSM-IV. Comportamenti antisociali e criminali giocano un ruolo fondamentale nella sua definizione e, in questo senso, il DAP è simile alla sociopatia. Alcuni soggetti con il DAP sono psicopatici, ma molti non lo sono. La differenza tra la psicopatia e il DAP è che la prima include tratti di personalità come mancanza di empatia, megalomania ed emozioni superficiali che non sono necessari per una diagnosi di DAP.
Il DAP è 3-4 volte più comune della psicopatia nella popolazione generale e nelle prigioni. La quantità di soggetti che sono definibili come sociopatici non è nota, ma sembra decisamente più elevata rispetto al numero di soggetti con DAP.

COME SI MISURA LA PSICOPATIA: GLI STRUMENTI IDEATI DA ROBERT D. HARE.

- PCL-R(PsychopathyChecklist-Revised)
E’ una scala clinica di valutazione e non un questionario di autosomministrazione. Il soggetto che deve essere valutato non deve rispondere a domande come accade in altri test. Un esperto pratico delle procedure di valutazione compie la valutazione basandosi su un’intervista approfondita e sull’esame delle informazioni raccolte sul soggetto. Per ogni tratto o caratteristica, l’esperto esprime un giudizio sull’attribuzione o meno al soggetto. Un manuale tecnico contiene definizioni accurate ed esempi comportamentali per ognuna delle 20 caratteristiche della psicopatia.
2 punti: se il soggetto presenta un determinato tratto in maniera evidente e inequivocabile;
1 punto: se il tratto è presente solo parzialmente o qualche volta;
0 punti: se il tratto è inesistente.
Essendo 20 i tratti che caratterizzano la PCL-R, si va da un minimo di 0 punti (nessuna traccia di psicopatia) a un massimo di 40 (un perfetto esempio di psicopatico puro).

- PCL: SV(PsychopathyChecklist:ScreeningVersion)
Utilizzata soprattutto per misurare la psicopatia nella popolazione generale (quindi non soggetti incarcerati o pazienti psichiatrici), è una versione più corta della PCL-R: ha lo stesso metodo di attribuzione del punteggio, ma è più corta, essendo composta da 12 items invece che da 20, quindi il punteggio varia da un minimo di 0 a un massimo di 24.

CAMPI E TRATTI DELLA PSICOPATIA:
1) Interpersonale → superficiale, grandioso, ingannatore.
2) Affettivo → mancanza di rimorsi, mancanza di empatia, non accetta responsabilità.
3) Stile di vita → impulsivo, mancanza di obiettivi, irresponsabile;
4) Antisociale →storiadi:controllicomportamentaliscadenti,comportamentoadolescenziale
antisociale, comportamento adulto antisociale.

GLI STILI PSICOPATICI.

- LO “STILE CLASSICO”.
Sono quei soggetti che hanno un punteggio elevato in tutte e quattro le dimensioni della psicopatia (interpersonale, affettivo, stile di vita, antisociale). Virtualmente, mostrano tutte le caratteristiche che definiscono la psicopatia.

- LO “STILE MANIPOLATIVO”.
Sono quei soggetti che hanno un punteggio elevato nelle dimensioni interpersonale e affettiva, e un punteggio più basso nelle altre due. Loro manipolano, ingannano e affascinano, ma sono meno impulsivi e antisociali rispetto agli altri tipi.

- LO “STILE AGGRESSIVO”.
Sono quei soggetti che hanno un punteggio elevato nelle dimensioni affettiva, stile di vita e antisociale, mentre si registra un punteggio più basso nella dimensione interpersonale. Sono individui aggressivi, che “bullizzano”, scostanti, meno affascinanti e manipolativi rispetto agli altri tipi. Sono soggetti che passano all’azione piuttosto che affabulatori.

Relazionarsi a uno psicopatico durante un colloquio di lavoro: i consigli di Babiak & Hare (2006).
- Conservare il controllo del colloquio.
-  Rispettare il proprio piano per condurre il colloquio.
- Chiedere  esempi tangibili dei lavori precedenti(progetti completati, rapporti scritti, ecc.)
- Focalizzarsi sulle azioni e sui comportamenti.
- Chiedere chiarimenti sui dettagli solo accennati.
-  Osservare se le reazioni emotive sono appropriate al contenuto verbale.
- Prendere appunti durante il colloquio.
-  Non decidere da solo in merito a un’assunzione.
-  Conosci te stesso.
-  Essere consapevoli che è difficile smascherare le menzogne.

Alcuni segnali di pericolo da tenere in considerazione sul posto di lavoro (Babiak & Hare, 2006).
- Incapacità a formare una squadra.
- Incapacità nella condivisione.
- Trattamento differenziato dello staff.
- Incapacità di dire la verità.
- Incapacità di essere modesto.
-  Incapacità di accettare reprimende.
-  Incapacità di agire in maniera prevedibile e pianificata.
-  Incapacità dire agire con calma.
-  Incapacità di agire senza aggredire.

CLASSIFICAZIONE DEI SERIAL KILLER SADICI DI SCHURMAN-KAUFLIN (2005):

- SADICO “MANIACO SESSUALE
Le SC sono caratterizzate da overkilling, degradazione della vittima, lesioni concentrate su genitali, glutei e seni. Questo tipo di sadico è il più feroce, è pieno d’odio verso il genere femminile e gli piace la violenza. Di solito, nel suo aspetto, c’è almeno una caratteristica femminile (una voce dal timbro chiaro, corporatura gracile, seni troppo sviluppati). L’umiliazione della donna serve per farli sentire più mascolini.

- SADICO “PEDOFILO”
Le SC sono caratterizzate da vittime infantili, segni di tortura e disposizione esterna del  cadavere. Spesso, questo sadico ha alcune componenti femminee nel suo aspetto proprio come il “maniaco sessuale”, ma il suo livello d’insicurezza è più profondo, ragion per cui sceglie i bambini come vittime. Ha un aspetto rassicurante, spesso è sposati, ha famiglia e un lavoro stabile.

- SADICO“OMOSESSUALE
I cadaveri ritrovati sulla SC presentano segni di mutilazione, “sperimentazione” varia e  smembramento. Di solito, questo sadico ha un aspetto piuttosto mascolino e una corporatura massiccia. Molto curato nell’aspetto e molto abile nella manipolazione. Metodo preferito di uccidere è lo strangolamento, dopo aver stordito la vittima con droghe e/o alcool.

- SADICO“MACHOMAN
Le SC sono piuttosto ordinate, pulite, e l’uccisione è effettuata con calma. Questo sadico è il più intelligente e sicuro di sé. Usa il suo fascino per avvicinare e donne che considera dei semplici “giocattoli” per il suo piacere. Ha una visione estremamente arcaica del rapporto uomo/donna. E’ il tipo più ossessivo e paranoide, interessato alle attività di polizia e militari. Si intende di psicologia e criminologia.

- SADICI ATTIVI IN COPPIA
Le SC sono caratterizzate da modelli comportamentali differenti che rispecchiano le singole personalità, ma c’è sempre tortura, stupro e mutilazioni sui cadaveri delle vittime. Il grado di violenza è molto elevato e c’è sempre una personalità più dominante dell’altra. La coppia può essere anche uomo/donna.

MODELLO   V.U.L.T.U.R.E.  DI SCHURMAN-KAUFLIN (2005):

-  V=Violent
Tutti i sadici amano utilizzare una forte dose di violenza per scaricare la loro rabbia.
-  U=Uninhibited
Il sadico è completamente disinibito e gli piace sperimentare sesso estremo e uccisioni
alternative.
-  L=Liars
L’uso sistematico di menzogne è parte integrante della personalità dei sadici manipolatori.
-T=Talkers
La manipolazione verbale viene usata nell’approccio con la vittima e amplifica la sensazione di potere.
- U=Unfeeling
Il sadico è emotivamente insensibile ai bisogni degli altri.
- R=Ruthless
La crudeltà assoluta permette al sadico di torturare e uccidere senza avere ripensamenti.
- E=Empty
Il sadico avverte un vuoto interiore al quale riesce a dare sollievo temporaneo solo infliggendo dolore agli altri.


Fonte: srs di Ruben de Luca

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