“Gli psicopatici sono molto bravi a mascherare il loro vero
sé davanti alle persone che vogliono manipolare e truffare. Avere in mente una
semplice lista diagnostica dei tratti che definiscono la psicopatia non
garantisce il successo nel riconoscimento degli psicopatici. Infatti, si
verifica spesso che esperti ben addestrati in questo settore di studi vengano
gabbati e manipolati da noti psicopatici che hanno appena incontrato” (Paul
Babiak e Robert D. Hare, 2006).
Il Dott. Robert Hare, che ha condotto indagini per oltre 20
anni, afferma:
«Si trovano psicopatici in ogni professione… l'avvocato
timido, il medico sempre sul punto di perdere la licenza, l'uomo di affari che
propone l'improponibile».
Hare descrive gli psicopatici come persone a cui manca la
capacità di provare compassione o rimorsi di coscienza e mostrano disinvoltura,
fascino superficiale, grandiosità, menzogna patologica, comportamento
imbroglione/manipolativo, mancanza di sensi di colpa, facilità alla noia,
mancanza di empatia ed altri tratti spesso riscontrati nei ciarlatani. Secondo
Hare queste persone soffrono di un difetto cognitivo che impedisce loro di
provare solidarietà o rimorso.[Dossier
Ciarlataneria]
E’ un concetto soggetto a molte discussioni, ma di solito è
definita come una costellazione di caratteristiche affettive, intrapersonali e
comportamentali che includono egocentrismo, impulsività, irresponsabilità,
emozioni superficiali, assenza di empatia, senso di colpa o rimorso, mentire
patologico, manipolazione e persistente violazione di norme e aspettative
sociali (Cleckley 1976; Hare 1993). I crimini degli psicopatici sono di solito
completamente freddi, omicidi senza rimorso privi di una ragione apparente. A
sangue freddo si prendono ciò che vogliono e agiscono a loro piacimento senza
il minimo senso di colpa o pentimento. In molti sensi essi sono predatori
interspecie nati che soddisfano la loro sete di potere e di controllo mediante
il fascino, la manipolazione, l’intimidazione e la violenza. Mentre quasi tutte
le società li considererebbero dei criminali (con l’eccezione di società di
frontiera o in guerra dove possono diventare eroi, patrioti o leaders), è
importante distinguere il loro comportamento dal comportamento criminale.
Come recita un assioma comune in psicologia, LA MAGGIOR
PARTE DEGLI PSICOPATICI HANNO PERSONALITA’ ANTISOCIALE MA NON TUTTI COLORO CON
PERSONALITA’ ANTISOCIALE SONO PSICOPATICI.
Questo perché l’APD è definita principalmente dai
comportamenti (comportamenti antisociali da Fattore 2) e non coinvolge le
dimensioni affettive/intrapersonali (caratteristiche a nucleo psicopatico da
Fattore 1, narcisismo) della psicopatia. Inoltre, sia i criminali che gli
affetti da APD tendono ad “andare oltre” il crimine, mentre gli psicopatici no.
Gli psicopatici amano intellettualizzare nel trattamento con la loro
comprensione a metà delle regole. Come il personaggio di Star Trek Spock, il
loro ragionamento non sopporta nessun mescolamento di cognizione ed emozione.
Sono predatori calcolatori che quando si trovano in trappola tenteranno di
scappare, di creare fastidi e pericoli per lo staff che li ha in cura, di avere
un’influenza distruttiva nei confronti degli altri pazienti o detenuti e
simuleranno sintomi falsi per essere trasferiti, andando avanti e indietro tra
diversi istituti.
Le caratteristiche
comuni dei tratti psicopatici (voci della PCL-R) sono:
*Fascino facile e superficiale
*Grandioso senso di autostima
*Bisogno di stimoli
*Mentire patologico
*Tendenza all’imbroglio e alla manipolazione
*Assenza di rimorso o senso di colpa
*Affettività superficiale
*Insensibilità e mancanza di empatia
*Stile di vita parassitico
*Scarso controllo comportamentale
*Comportamento sessuale promiscuo
*Problemi comportamentali precoci
*Carenza di obiettivi realistici a lungo termine
*Impulsività
*Irresponsabilità
*Incapacità di accettare la responsabilità delle proprie
azioni
*Molte relazioni coniugali a breve termine
*Delinquenza giovanile
*Revoca della libertà condizionata
*Versatilità criminale
Fonte: da conosci te stesso del 18 marzo 2008
LA PSICOPATIA E IL
MONDO PERVERSO DEI SERIAL KILLER
Di
Ruben De Luca
(Psicologo Criminologo Direttore GORISC (Gruppo
Osservatorio di Ricerca, Intervento e Studio sul Crimine) Università degli
Studi di Roma “La Sapienza” Consulente CEPIC)
“Gli psicopatici sono molto bravi a mascherare il loro vero
sé davanti alle persone che vogliono manipolare e truffare. Avere in mente una
semplice lista diagnostica dei tratti che definiscono la psicopatia non
garantisce il successo nel riconoscimento degli psicopatici. Infatti, si
verifica spesso che esperti ben addestrati in questo settore di studi vengano
gabbati e manipolati da noti psicopatici che hanno appena incontrato” (Paul
Babiak e Robert D. Hare, 2006).
Alcuni esempi di
incompetenza degli “esperti” in ambito legale e tratta mentale:
- Numerosi studi hanno dimostrato che tanto i professionisti
in ambito legale quanto i profani riescono a individuare gli inganni poche
volte e, di solito, si tratta di conclusioni quasi sempre casuali (Vrij, 2000).
- In Canada, un campione di 32 soggetti che si occupa di determinare
i requisiti della libertà sulla parola ha espresso opinioni del tutto casuali
per individuare l’inganno, dopo aver visto delle persone che parlavano in una
videocassetta (Porter, Woodworth & Birt, 2000). Sembra che uno dei fattori
più importanti responsabile delle performance scadenti sia la fiducia in indizi
errati, ma che si ritengono utili per il riconoscimento delle menzogne.
- Seto e Barbaree (1999) hanno evidenziato che i soggetti
inseriti in un programma di trattamento per criminali sessuali che hanno
ricevuto le valutazioni più positive che sia possibile immaginare da parte
degli “esperti” durante il trattamento, avevano dei punteggi elevati nella
PCL-R e, successivamente, mostravano il più elevato tasso di recidiva.
Gli psichiatri forensi sono in grado di riconoscere se un criminale
sta simulando una malattia mentale?
- Il fallimento nel riconoscere il problema della
simulazione riflette il presupposto radicato nella mente degli “esperti” psichiatri che il livello base di
simulazione di una malattia mentale sia prossimo allo 0. Questo presupposto era, e in molti casi ancora
lo è, un’opinione alla moda negli ambienti clinici (Gerson, 2002).
- Le statistiche
disponibili indicano che, tra i criminali, la simulazione di deficit cognitivi,
come l’amnesia, è tutt’altro che rara. In
una ricerca condotta su 131 “esperti” neuropsicologi, Mittenberg, Patton,
Canyock e Condit (2002) hanno
riscontrato che i soggetti interpellati stimavano il livello di simulazione nei
casi criminali esaminati da loro in un range 11-20%.
- Tutte le ricerche
internazionali concordano nelle stesse conclusioni: anche i più addestrati
psichiatri forensi non riescono a riconoscere almeno il 50% dei simulatori con
i quali entrano in contatto, quando si basano esclusivamente sui resoconti dei
pazienti e non hanno accesso ai risultati di test psicologici appropriati
(Rosen & Phillips, 2004; Rubenzer, 2004).
E gli investigatori sono in grado di riconoscere se la
confessione di un criminale è vera o falsa?
- Kassin, Meissner e
Norwick (2005) hanno fatto vedere o ascoltare le confessioni di 10 criminali a
un campione di studenti universitari e di investigatori con una lunga
esperienza in casi di omicidio. Una metà
delle confessioni era vera, l’altra metà era falsa (inventata appositamente per
lo studio).
Risultato...
- gli studenti riuscivano a riconoscere quali
confessioni erano vere e quali false con maggiore precisione rispetto agli
investigatori e i livelli di accuratezza erano maggiori per le confessioni
audioregistrate rispetto a quelle videoregistrate.
- Confrontati con il
loro elevato tasso d’insuccesso, gli investigatori continuavano a essere più
fiduciosi del loro giudizio nonostante la prestazione scadente.
UN PO’ DI CHIAREZZA
SULLA PSICOPATIA...
- PSICOPATIA
È un disturbo di personalità definito da tratti e
comportamenti. Gli psicopatici sono privi di coscienza e sprovvisti di capacità
empatiche, senso di colpa e lealtà verso chiunque. Sono concentrai solo su se
stessi.
- SOCIOPATIA
Non è una condizione psichiatrica codificata, ma si riferisce
a modelli di attitudini e omportamenti
che sono considerati antisociali e criminali da una larga parte della società,
mentre sono visti come normali o necessari dalla sottocultura o dall’ambiente
sociale in cui si sviluppano. I sociopatici possono avere una coscienza ben
sviluppata e una capacità normale di empatia, senso di colpa e lealtà, ma il
loro concetto di “giusto” e “sbagliato” è basato sulle regole e le aspettative
della loro sottocultura o gruppo. Molti criminali possono essere definiti come
sociopatici.
- DISTURBO ANTISOCIALE
DI PERSONALITÀ(DAP)
È una categoria diagnostica ad ampio raggio utilizzata nel
DSM-IV. Comportamenti antisociali e criminali giocano un ruolo fondamentale
nella sua definizione e, in questo senso, il DAP è simile alla sociopatia.
Alcuni soggetti con il DAP sono psicopatici, ma molti non lo sono. La
differenza tra la psicopatia e il DAP è che la prima include tratti di
personalità come mancanza di empatia, megalomania ed emozioni superficiali che
non sono necessari per una diagnosi di DAP.
Il DAP è 3-4 volte più comune della psicopatia nella
popolazione generale e nelle prigioni. La quantità di soggetti che sono
definibili come sociopatici non è nota, ma sembra decisamente più elevata
rispetto al numero di soggetti con DAP.
COME SI MISURA LA
PSICOPATIA: GLI STRUMENTI IDEATI DA ROBERT D. HARE.
- PCL-R(PsychopathyChecklist-Revised)
E’ una scala clinica di valutazione e non un questionario di
autosomministrazione. Il soggetto che deve essere valutato non deve rispondere a
domande come accade in altri test. Un esperto pratico delle procedure di
valutazione compie la valutazione basandosi su un’intervista approfondita e
sull’esame delle informazioni raccolte sul soggetto. Per ogni tratto o
caratteristica, l’esperto esprime un giudizio sull’attribuzione o meno al
soggetto. Un manuale tecnico contiene definizioni accurate ed esempi
comportamentali per ognuna delle 20 caratteristiche della psicopatia.
2 punti: se il soggetto presenta un determinato tratto in
maniera evidente e inequivocabile;
1 punto: se il tratto è presente solo parzialmente o qualche
volta;
0 punti: se il tratto è inesistente.
Essendo 20 i tratti che caratterizzano la PCL-R, si va da un
minimo di 0 punti (nessuna traccia di psicopatia) a un massimo di 40 (un
perfetto esempio di psicopatico puro).
- PCL: SV(PsychopathyChecklist:ScreeningVersion)
Utilizzata soprattutto per misurare la psicopatia nella
popolazione generale (quindi non soggetti incarcerati o pazienti psichiatrici),
è una versione più corta della PCL-R: ha lo stesso metodo di attribuzione del
punteggio, ma è più corta, essendo composta da 12 items
invece che da 20, quindi il punteggio varia da un minimo di 0 a un
massimo di 24.
CAMPI E TRATTI DELLA
PSICOPATIA:
1) Interpersonale → superficiale, grandioso, ingannatore.
2) Affettivo → mancanza di rimorsi, mancanza di empatia, non
accetta responsabilità.
3) Stile di vita → impulsivo, mancanza di obiettivi,
irresponsabile;
4) Antisociale
→storiadi:controllicomportamentaliscadenti,comportamentoadolescenziale
antisociale, comportamento adulto antisociale.
GLI STILI
PSICOPATICI.
- LO “STILE CLASSICO”.
Sono quei soggetti che hanno un punteggio elevato in tutte e
quattro le dimensioni della psicopatia (interpersonale, affettivo, stile di
vita, antisociale). Virtualmente, mostrano tutte le caratteristiche che
definiscono la psicopatia.
- LO “STILE MANIPOLATIVO”.
Sono quei soggetti che hanno un punteggio elevato nelle
dimensioni interpersonale e affettiva, e un punteggio più basso nelle altre
due. Loro manipolano, ingannano e affascinano, ma sono meno impulsivi e
antisociali rispetto agli altri tipi.
- LO “STILE AGGRESSIVO”.
Sono quei soggetti che hanno un punteggio elevato nelle dimensioni
affettiva, stile di vita e antisociale, mentre si registra un punteggio più
basso nella dimensione interpersonale. Sono individui aggressivi, che
“bullizzano”, scostanti, meno affascinanti e manipolativi rispetto agli altri
tipi. Sono soggetti che passano all’azione piuttosto che affabulatori.
Relazionarsi a uno
psicopatico durante un colloquio di lavoro: i consigli di Babiak & Hare
(2006).
- Conservare il controllo del colloquio.
- Rispettare il proprio
piano per condurre il colloquio.
- Chiedere esempi tangibili
dei lavori precedenti(progetti completati, rapporti scritti, ecc.)
- Focalizzarsi sulle azioni e sui comportamenti.
- Chiedere chiarimenti sui dettagli solo accennati.
- Osservare se le reazioni
emotive sono appropriate al contenuto verbale.
- Prendere appunti durante il colloquio.
- Non decidere da solo
in merito a un’assunzione.
- Conosci te stesso.
- Essere consapevoli che
è difficile smascherare le menzogne.
Alcuni segnali di
pericolo da tenere in considerazione sul posto di lavoro (Babiak &
Hare, 2006).
- Incapacità a formare una squadra.
- Incapacità nella condivisione.
- Trattamento differenziato dello staff.
- Incapacità di dire la verità.
- Incapacità di essere modesto.
- Incapacità di accettare
reprimende.
- Incapacità di agire
in maniera prevedibile e pianificata.
- Incapacità dire agire
con calma.
- Incapacità di agire
senza aggredire.
CLASSIFICAZIONE DEI
SERIAL KILLER SADICI DI SCHURMAN-KAUFLIN (2005):
- SADICO “MANIACO SESSUALE”
Le SC sono caratterizzate da overkilling, degradazione della
vittima, lesioni concentrate su genitali, glutei e seni. Questo tipo di sadico
è il più feroce, è pieno d’odio verso il genere femminile e gli piace la violenza.
Di solito, nel suo aspetto, c’è almeno una caratteristica femminile (una voce
dal timbro chiaro, corporatura gracile, seni troppo sviluppati). L’umiliazione
della donna serve per farli sentire più mascolini.
- SADICO “PEDOFILO”
Le SC sono caratterizzate da vittime infantili, segni di tortura
e disposizione esterna del cadavere.
Spesso, questo sadico ha alcune componenti femminee nel suo aspetto proprio
come il “maniaco sessuale”, ma il suo livello d’insicurezza è più profondo,
ragion per cui sceglie i bambini come vittime. Ha un aspetto rassicurante,
spesso è sposati, ha famiglia e un lavoro stabile.
- SADICO“OMOSESSUALE”
I cadaveri ritrovati sulla SC presentano segni di
mutilazione, “sperimentazione” varia e smembramento.
Di solito, questo sadico ha un aspetto piuttosto mascolino e una corporatura
massiccia. Molto curato nell’aspetto e molto abile nella manipolazione. Metodo
preferito di uccidere è lo strangolamento, dopo aver stordito la vittima con
droghe e/o alcool.
- SADICO“MACHOMAN”
Le SC sono piuttosto ordinate, pulite, e l’uccisione è
effettuata con calma. Questo sadico è il più intelligente e sicuro di sé. Usa
il suo fascino per avvicinare e donne che considera dei semplici “giocattoli”
per il suo piacere. Ha una visione estremamente arcaica del rapporto
uomo/donna. E’ il tipo più ossessivo e paranoide, interessato alle attività di
polizia e militari. Si intende di psicologia e criminologia.
- SADICI ATTIVI IN COPPIA
Le SC sono caratterizzate da modelli comportamentali
differenti che rispecchiano le singole personalità, ma c’è sempre tortura,
stupro e mutilazioni sui cadaveri delle vittime. Il grado di violenza è molto
elevato e c’è sempre una personalità più dominante dell’altra. La coppia può
essere anche uomo/donna.
MODELLO V.U.L.T.U.R.E. DI SCHURMAN-KAUFLIN (2005):
- V=Violent
Tutti i sadici amano utilizzare una forte dose di violenza per scaricare la loro rabbia.
- U=Uninhibited
Il sadico è completamente disinibito e gli piace sperimentare sesso estremo e uccisioni
alternative.
- L=Liars
L’uso sistematico di
menzogne è parte integrante della personalità dei sadici manipolatori.
-T=Talkers
La manipolazione
verbale viene usata nell’approccio con la vittima e amplifica la sensazione
di potere.
- U=Unfeeling
Il sadico è emotivamente
insensibile ai bisogni degli altri.
- R=Ruthless
La crudeltà
assoluta permette al sadico di torturare e uccidere senza avere ripensamenti.
- E=Empty
Il sadico avverte un
vuoto interiore al quale riesce a dare sollievo temporaneo solo infliggendo
dolore agli altri.
Fonte: srs di Ruben de Luca
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