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giovedì 4 dicembre 2008

Adolf Hitler era…un po’ EBREO



Si tratta di dati che gli stessi ebrei non hanno interesse a rendere noti e ancor meno i cattolici, desiderosi
di non rovinare il loro feeling con i “fratelli maggiori”.
Le prove? Ecco quanto si riesce a sapere scavando scavando scavando…
Adolf Hitler nacque alle 18.30 del 20 Aprile del 1889 a Braunau sull’Inn, al confine tra l’Austria e la Germania.  Le origini della sua famiglia sono molto incerte.
Uno zio, Johann
Nepomuk Hüttler, pare fosse di sangue ceco e si parla di un avo artigiano ambulante serbo. Suo nonno, Johann Georg Hiedler, era mugnaio ambulante.
Si dubitava della nascita legittima di Hitler, il quale avrebbe dovuto avere il cognome di Schicklgruber, perché suo padre, figlio naturale di una Schicklgruber, era stato molto tardivamente e dubbiosamente attribuito al mugnaio Hiedler, con un illecito amministrativo, secondo lo storico Philippe Bernert.
La nonna di Hitler, Marie Anne Schicklgruber, cameriera, nubile, partorì il 7 giugno 1837 il piccolo Aloïs, futuro padre di Hitler.
Si diceva che la donna avesse avuto Aloïs da una relazione nascosta con il figlio del suo datore di lavoro, il RICCO EBREO Frankenberger di Graz.
Costui era un barone viennese membro della famiglia Otteristein, del distretto di Waldviertel, che fece maritare la cameriera con il giovane mugnaio Johann Georg Hiedler, SOPRANNOMINATO HITLER, nel maggio del 1842, che lavorava anch’esso presso la famiglia padronale.
E’ stato accertato che la famiglia Frankenberger passava regolarmente un vitalizio a Marie Anne, anche dopo la sua partenza e matrimonio.  Dal 1837 al 1903, per 66 anni, questo vitalizio fu versato regolarmente anche, dopo la sua morte, al mugnaio Hiedler, detto Hitler, e a suo figlio Aloïs.
Il 6 giugno 1876, lo zio di Adolf Hitler, Johann Nepomuk Hüttler, si recò assieme a due testimoni di fronte al notaio della città di Spital per un RICONOSCIMENTO DI PATERNITA’ IN EXTREMIS a favore del defunto mugnaio Hiedler, cioè il riconoscimento fraudolento del padre di Hitler, Aloïs, nato il 17 giugno 1837 dal mugnaio e dalla ragazza-madre Marie Anne Schicklgruber, SPOSATA SOLO NEL 1842!
Nell’atto si dichiarava di voler dare a questo figlio naturale il patronimico di HITLER.
Si diceva che il nome degli Hiedler o Hütler fosse anch’esso di origine ebraica. Hitler non ignorava nulla di questa sua ascendenza.
Otto Strasser, compagno della prima ora di Hitler, riferì che il futuro capo del Nazismo aveva un fratellastro, anch’esso di nome Aloïs, come il loro padre comune.
Questo era direttore di sala del ristorante Hut di Berlino, in Postdamer Platz e più volte avrebbe confidato al fratello della loro comune origine ebraica. Era anche in possesso di lettere del nonno ebreo indirizzate all’amante Marie Anne Schicklgruber che ne costituivano la prova.  Nel 1927 tentò di venderle alla stampa per denaro ma Hitler le fece acquistare per una somma molto ingente e le distrusse.
Si sa che in seguito fece scomparire tutte le prove possibili così come fece raschiare via dalle tombe l’iscrizione degli Hiedler-Hütler detti Hitler. Proibì le ricerche sulla sua famiglia.  Però a conoscenza di ciò sarebbero stati il cancelliere austriaco Dolfuss, assassinato nel 1934, e il ministro Schuschnigg.
Fonte: nr.

Bisogna terrorizzare le masse. Il terrore è importante




Bisogna terrorizzare le masse. Il terrore è importante. Per fare questo bisogna usare una saggia e insinuante propaganda “popolare”, cioè di basso livello mentale. Il livello spirituale della gente deve essere portato tanto più in basso quanto più numerosa è la massa che si vuole attirare. Più bassa è la zavorra conoscitiva, tanto più impressionante sarà il successo.
La capacità di comprensione delle grandi masse è molto limitata. Occorre far leva sull’Ignoranza. E’ la nostra più grande alleata. Nelle masse la possibilità di capire è piccola ma quella di dimenticare è grandissima.
Bisogna limitarsi a poche frasi pronunciate con voce tonante e usarle come se quella voce provenisse da Dio, affinché perfino l’ ultimo degli uomini sia mosso da queste parole. La bugia, anche la più spudorata menzogna, è importante e in essa vi è sempre incluso un certo fattore di credibilità.
Le grandi masse, nella primitiva semplicità delle loro menti, possono essere facilmente da noi corrotte e così resteranno più agevolmente vittime di una enorme bugia piuttosto che di una piccola menzogna, perchè tutti gli uomini sono un po’ bugiardi e dicono piccole bugie, ma si vergognerebbero e non si azzarderebbero mai a dire menzogne troppo grandi. Quindi credono che le enormi bugie non siano vere bugie e addirittura le ritengono grandissime verità.
Fonte: Mein Kampf