ILLEGITTIMITÀ DELLA TASSAZIONE, IN PARTICOLARE DELLA
PRIMA CASA, NEL REGIME MONETARIO ATTUALE
E’ risaputo che mediante le tasse lo Stato ricava le risorse
per assicurare il benessere della collettività e che quindi necessita della
moneta anche per questo scopo, diamo per assodato quindi che si debbano pagare
imposte e tasse, tanto che non ci poniamo più la domanda sul perché esistano e né
se perdurino i motivi che ne hanno determinato l’iniziale istituzione. Il
problema è quindi se sussistano o persistano la necessità, le motivazioni, le ragioni, IL DIRITTO…..
Ciò possiamo capirlo solo se sappiamo e capiamo che la
Moneta è una istituzione pubblica, cioè di proprietà della Comunità
in quanto ne crea e ne accetta il valore per convenzione e per reciproca
fiducia, allora e solo allora potremo capire come le imposte e le tasse
non hanno senso e ragione di esistere nella situazione monetaria contingente
(dal 1992). Anche perché la moneta è essa stessa una “tassa” in
quanto la funzione primaria è la stessa del fisco e cioè far circolare e
condividere, ridistribuire la ricchezza con tutti gli altri cittadini….
Adempimento che però da vari decenni non può più espletare perché svuotata
delle sue intrinseche valenze in quanto la Sovranità monetaria, il potere di
emettere moneta ex nihilo, non è più nelle mani della Comunità, precondizione
per, eventualmente e semmai, tassare i cittadini.
La distonia e dicotomia logica è avvenuta nel momento in cui
la Sovranità monetaria è stata trasferita incostituzionalmente
nelle mani di privati cittadini stranieri, la BCE, ai quali lo
Stato italiano ha delegato un enorme potere a spese della comunità nazionale ed
europea, e l’azione invece di far circolare e condividere la ricchezza
fra i cittadini, al contrario gliela sottrae.
Rammento e sottolineo che è la comunità (Stato) che
dovrebbe emettere Moneta, esercitando la Sovranità monetaria, senza doversi
indebitare con altri soggetti perché è essa comunità dei cittadini (Stato)
la creatrice del valore della Moneta e di conseguenza soltanto essa ne è la
legittima proprietaria, e …. “poiché democrazia significa sovranità politica
popolare, il popolo deve avere anche la sovranità monetaria che di quella
politica è parte costitutiva ed essenziale in un sistema di democrazia vera o
integrale in cui la moneta va dichiarata, a titolo originario, di
proprietà dei cittadini sin dal momento della sua emissione.” Prof. G. Auriti.
La rinuncia da parte dello Stato alla sovranità monetaria è,
in effetti, una “stranezza” che poteva trovare una valida giustificazione in
altri tempi, quando la moneta aveva un proprio valore intrinseco perché
costituita da pezzi coniati in metalli pregiati, o quando essa, pur
rappresentata da simboli cartacei, aveva tuttavia una copertura nelle riserve
auree o argentee delle banche, non si vedono ragioni fondate e legittime,
per le quali lo Stato debba richiedere ad un istituto bancario privato
il mutuo, sempre oneroso, di banconote create dal nulla prive di ogni valore
intrinseco, trasferendogli in tal modo anche il loro valore, il potere
d’acquisto, e quindi anche la sovranità monetaria e la sovranità tutta in senso
assoluto.
Insomma il debito pubblico viene artificiosamente creato con
la richiesta di denaro da parte dello Stato alla banca centrale (Bankitalia
/BCE).
Questo porta al folle, demenziale, delinquenziale, perverso
paradosso che più un’economia cresce, più ha bisogno di denaro cartaceo, o di
altro supporto, per rappresentare il valore dei beni ed i servizi prodotti,
e contemporaneamente più si indebita. Oggi la moneta risulta essere per la
massima parte una semplice stampa tipografica o digitazione elettronica senza
alcunché a garanzia, salvo il controvalore costituito dal bene- servizio
prodotto dal cittadino che si acquista con quella determinata quantità di “valuta
– denaro – banconota” , che quindi, anche per questa ulteriore ragione,
non può che essere di proprietà del cittadino e quindi della collettività.
Come si comprende bene, sulla base di quanto generalmente
assodato e condiviso, il valore alla moneta al momento della creazione (e
sempre) era ed è proprietà del cittadino produttore e di conseguenza della
collettività. A questa legittima e giusta rivoluzione e mutazione concettuale
dei rapporti giuridici e comportamentali sulla Sovranità monetaria però
non seguì alcunché di contestuale e simmetrico nella revisione dei rapporti fra
lo Stato, le banche, il fisco ed il cittadino contribuente.
Questa imposizione fiscale tuttora attuale, in vigore da
sempre nel corso degli ultimi secoli in ogni parte del mondo civile, aveva la
sua motivazione ed un senso operativo nel vecchio corso delle monete quando
queste erano esse stesse in metallo prezioso o erano banconote di carta
rappresentanti l’oro della riserva aurea dello Stato e quindi rappresentavano
la somma del valore che fino a quel momento non aveva contribuito alla
solidarietà sociale, motivo per cui era giusto che chi deteneva quelle somme in
denaro, su quelle somme o in ciò che le somme avevano permesso in un
determinato tempo di acquistare, fosse in vario modo tassato.
Ma quando a partire dal 15 agosto del 1971 è stato
abolita (giustamente) la convertibilità in oro (abolizione del Trattato
di Breton Woods) e la moneta diventa in quello stesso istante invece
semplice rappresentazione del valore che si riconosceva nel prodotto o nel
servizio che il detentore della moneta andava ad “acquistare” le cose in
merito alla tassazione avrebbero dovuto cambiare radicalmente.
Infatti, come oggi ben sappiamo, per averne avuto successive
e reiterate conferme ufficiali: l’euro (moneta) è, fin dalla sua emissione
ed in eterno di proprietà della B.C.E. e se, come abbiamo visto, il valore non
è nella banconota (euro) ma nel bene, servizio, prodotto che si va ad
acquistare (fin qui tutto perfettamente logico), ne consegue che tutto il
valore prodotto dall’individuo, dalla collettività, dagli Stati viene integrato
in eterno nella “banconota euro” (anche questo accettabile) perciò si verifica
quello che è sanzionato da una miriade di articoli del codice civile e penali,
ed anche il più incredibile dei miracoli: ciò che è mio/nostro (IL VALORE
PRODOTTO DEL NOSTRO LAVORO) l’euro lo integra in sé ed, incredibilmente,
meraviglia delle meraviglie, quello che era il valore del nostro lavoro diventa
magicamente di proprietà dei banchieri… “IN ETERNO” !!!
Per di più, a seguito della immotivata ed illegittima
delega alla BCE ad emettere l’euro a debito agli Stati ed ai cittadini e visto
il cosiddetto debito da signoraggio derivante dalla emissione della moneta
stessa da parte della BCE, viene da pensare che in qualunque modo ci muoviamo
ci facciamo del male…Ma il peggio è che lo Stato, che dovrebbe essere una
“Istituzione” al servizio del Cittadino, invece si è trasformato in aguzzino
del cittadino su mandato delle banche, in particolare della BCE… (come ormai
dovrebbe apparire chiaro a tutti).
Lo Stato sulla semplice e superficiale scorta di una
legislazione tributaria antidiluviana risalente al periodo in cui ancora vigeva
la convertibilità della moneta in oro (e quindi, come visto, aveva un senso e
un supporto giuridico e di Diritto) pretende, ora, in un contesto del tutto diverso,
addirittura opposto, contro ogni logica, legittimità fondata, senso del
Diritto…. Il pagamento di tasse (qualunque tassa) da noi cittadini che non
siamo mai in nessun momento possessori del VALORE…. MA AL CONTRARIO SEMPRE E
SOLTANTO “POSSESSORI DEL DEBITO” per definizione e di fatto, stante la
spudorata, insensata, demenziale logica di potere attuale. In definitiva tutta
questa sequela di operazioni altro non è che un semplice trasferimento di
ricchezza dal popolo ai banchieri.
Si è utilizzata l’autorità dello Stato, nello specifico la
potestà impositiva esercitata sul popolo, come strumento per attuare una azione
illecita e quindi, agire per rifondere un Debito pubblico artefatto
illegalmente è già in sé atto di pirateria internazionale estortiva e di rapina
di assoluta ed estrema gravità e rilevanza penale. Il debito pubblico è
incostituzionale e fraudolento, poiché nasce dall’uso illegittimo di questo
potere monetario da parte di soggetti privati.
Dal che ne consegue che gli atti, ad essa azione collegati,
perdono il fondamento giuridico e la legittimità per esser fatti valere, e non
trova quindi giustificazione la potestà impositiva dello Stato e neppure
quella delle amministrazioni periferiche a cui lo Stato la trasferisce, essendo
viziato e contro legge il presupposto che la giustifica.
INSOMMA
“Il Debito pubblico è primariamente e sostanzialmente un
debito nato a causa della illegale ed incostituzionale cessione della Sovranità
monetaria.” La palese illegittimità tributaria deriva dalla incostituzionale
cessione della Sovranità monetaria attuata con l’adesione al Trattato di
Maastricht. Il prelievo fiscale attuale si basa su un sistema normativo
presupponente ancora la proprietà della moneta da parte dello Stato e dei
Cittadini, e della convertibilità in oro, metodo volutamente ed
intenzionalmente lasciato intatto nelle sue norme, prassi e funzionalità,
atavico, obsoleto, inorganico, inadeguato, in modo di raggirare per l’ennesima
volta l’ignaro cittadino.
Tutto questo ottenuto attraverso l’emissione di denaro
falso dal nulla e quindi aspetti immotivati, deviati di una stessa immane
truffa architettata a danno dei cittadini e dello Stato, messa in atto dal
sistema bancario e di chi lo controlla, attraverso l’indebita emissione da chi
non ha: titolo, risorse, ragioni, diritto, merito, e delega.
Di cui le banche però pretendono il pagamento vero
tramite le tasse di ogni forma, tipo, identità, provenienza, misura,
caratteristica, attraverso la schiavizzazione o il prelievo forzoso, i
pignoramenti, la confisca di beni dei cittadini, degli imprenditori, delle
Comunità locali dello Stato nazionale stesso. Azioni che si sono potute
esplicare grazie a contorsionismi e distorsioni logiche, legali e procedurali,
volutamente inefficienti, incongrue, inette, tutte strategicamente volute,
intenzionali e programmate.
In conclusione ….
Fino a quando è esistita la convertibilità e la moneta
era emessa dallo Stato attraverso la banca d’Italia era come possedere un
appartamento ed era ““giusto”” pagarci le tasse. Ma ora che siamo in regime di
non convertibilità e soprattutto ora che noi paghiamo un “affitto”
(INTERESSE) al PROPRIETARIO (la B.C.E.) e quindi è come se abitassimo in un
appartamento in affitto… chi deve pagare le tasse l’inquilino o il proprietario
??
Ma proprio per arrivare fino alla radice dell’argomento,
ovvero in merito alle tasse sulla prima casa, che già per tutti i motivi
esposti sopra NON E’ DOVUTA…. Addirittura si può fare riferimento
all’art. 31 della costituzione che dice: “La Repubblica agevola
con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e
l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie
numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli
istituti necessari a tale scopo”.
E cosa c’è di più “agevolante e provvidenziale” per
la formazione della famiglia se non una casa ??
Quindi, siamo all’assurdo che: tu Stato metti nella carta di
fondazione della tua Società (la COSTITUZIONE) una simile sanissima e
sensatissima affermazione…. E poi la smentisci nei fatti andando ad estorcere
anche l’ultima stilla di sangue ai tuoi figli ???
Allora non è di Democrazia che stiamo parlando bensì di una
autentica e brutale DITTATURA !!!
Fonte: ses di ORAZIO
FERGNANI, in AlbaMediterranea 26 aprile 2012
Fonte: In Sovranità Popolare del 29 aprile 2012-05-06
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