“Tutta colpa di un fungo considerato una prelibatezza locale” Sedici casi di Sclerosi Laterale Amiotrofica in un villaggio di 200 anime. Un'incidenza 20 volte superiore alla media europea. Una lunga indagine scientifica individua nel "falso spugnolo", fungo tossico ma apprezzato in cucina, il probabile colpevole. Ma i residenti restano scettici, e l'unico superstite nega di averlo mai mangiato
Sembrava un angolo di paradiso, un tranquillo villaggio alpino incastonato tra le montagne francesi. Ma Montchavin, 200 anime nel cuore della Savoia, nascondeva un segreto terribile, una “maledizione” silenziosa che per quasi trent’anni ha seminato morte e angoscia. Tra il 1991 e il 2019, ben 16 residenti – quasi un decimo della popolazione – hanno ricevuto una diagnosi infausta: Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), o malattia del motoneurone (MND), una patologia neurodegenerativa fatale, senza cura né trattamento, che paralizza lentamente il corpo fino a bloccare la respirazione.
Un’incidenza spaventosa, 20 volte superiore alla media europea, che ha trasformato l’idillio alpino in un incubo. Cosa stava uccidendo gli abitanti di Montchavin? Per anni, le ipotesi più disparate hanno serpeggiato tra i residenti: il piombo fuoriuscito da una miniera dismessa e finito nell’acqua? Le onde elettromagnetiche delle antenne di telefonia mobile? O addirittura una maledizione, come credeva una donna del villaggio?