Circola una recente denuncia penale che sta facendo sognare
molte brave persone, ma che rischia di infliggere una grossa delusione. Per una
ragione tecnica. Però non disperate, perché resta una possibilità di azione –
correggendo il tiro.
Nel 2005, nella prima edizione del mio saggio €uroschiavi,
formulai una denuncia penale per crimini di assoggettamento dell’Italia al
potere straniero ed eversione della Costituzione mediante la cessione a privati
e a potenze esterne (BCE) della sovranità monetaria. Indicavo come autori dei
fatti i vertici politici e le autorità monetarie. Ipotizzavo i reati di cui
agli art. 241, 283 e 416 bis (associazione mafiosa). Tra l’altro, scrivevo:
«Attentato all’indipendenza dello Stato (art. 241 CP):
[I]. Chiunque commette un fatto diretto a sottoporre il territorio dello Stato
o una parte di esso alla sovranità di uno Stato straniero, ovvero a menomare
l’indipendenza dello Stato, è punito con l’ergastolo.
Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei
governanti che illegittimamente hanno donato la sovranità monetaria prima alla
Banca d’Italia e poi alla BCE, e sottoponendo così la Repubblica al potere
indipendente e sovrano di organismi privati e, il secondo, addirittura esterno
alla Repubblica stessa. La denominazione di “istituto di diritto pubblico”
applicata recentemente alla Banca d’Italia è ingannevole e non cambia le cose:
per quanto le norme statutarie siano formulate dallo Stato, la gestione e la
proprietà sono totalmente autoreferenziali e private.
Attentato contro la costituzione dello Stato (art. 283
CP): [I]. Chiunque commette un fatto diretto a mutare la Costituzione
dello Stato, o la forma del Governo, con mezzi non consentiti dall’ordinamento
costituzionale dello Stato, è punito con la reclusione non inferiore a dodici
anni.
Questo reato potrebbe essere stato commesso da quei
governanti che illegittimamente hanno concorso a istituire il sistema di
dominio della finanza privata sullo Stato. »
Qualcuno raccolse il mio suggerimento e presentò una
denuncia su questo schema. Ma nel 2006 le istituzioni reagirono prontamente, e
si misero al sicuro, con una legge che ha sanato il loro operato passato e
futuro. Così l’opera di eversione costituzionale e di sottoposizione
dell’Italia a poteri esterni è potuta progredire.
Come hanno fatto, tecnicamente? Hanno modificato il Codice Penale
introducendo, nelle fattispecie di reato applicabili, il requisito
dell’elemento della violenza. Se non si usa violenza, non si realizza il reato
di attentato contro l’integrità, l’indipendenza o l’unità dello Stato, o alla
Costituzione, etc. E quanto, da parte delle istituzioni, si sovverte la
Costituzione o si assoggetta lo Stato a poteri esterni, lo si fa con leggi e
trattati, non con la violenza. Così coperti, nello stesso anno, 2006, hanno
riformato lo Statuto della Banca d’Italia, per legittimarne la completa
privatizzazione.
Ecco, ad esempio, il testo dell’art. 241 nella formulazione
modificata (sopra ho riprodotto quella originale):
«C.p. art. 241. Attentati contro l’integrità,
l’indipendenza e l’unità dello Stato.
Salvo che il fatto costituisca più grave reato,
chiunque compie atti violenti diretti e idonei a sottoporre il
territorio dello Stato [c.p. 4] o una parte di esso alla sovranità di uno Stato
straniero, ovvero a menomare l’indipendenza o l’unità dello Stato, è punito con
la reclusione non inferiore a dodici anni.
La pena è aggravata se il fatto è commesso con
violazione dei doveri inerenti l’esercizio di funzioni pubbliche.»
Recentemente, l’avv. Paola Musu e il giornalista Paolo
Barnard, promotore in Italia della Modern Money Theory, hanno reso noto di aver
sporto denuncia penale contro i vertici dello Stato per reati contro l’ordine
costituzionale e l’indipendenza dello Stato, commessi attraverso la cessione
della sovranità monetaria e politica al sistema bancario privato, o perlomeno a
guida privata, intorno a cui ruota l’Euro.
I denuncianti individuano i colpevoli “in particolare nelle
persone del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del Presidente del
Consiglio dei Ministri Mario Monti, dei ministri in carica, dei membri del
Parlamento che hanno votato le succitate misure di svuotamento democratico
dello Stato italiano e della nostra Carta Costituzionale, ciascuno nelle
persone attualmente e medio tempore in carica in relazione all’arco temporale
interessato, nonché tutte le altre persone eventualmente coinvolte.”
I reati che essi ravvisano sono i seguenti:
241 c.p. attentato contro l’integrità, l’indipendenza o
l’unità dello Stato;
270 c.p. associazioni sovversive;
283 c.p. attentato contro la Costituzione dello Stato;
287 c.p. usurpazione di potere politico;
289 c.p. attentato contro gli organi costituzionali;
294 c.p. attentato contro i diritti politici del cittadino;
304 c.p. cospirazione politica mediante accordo;
305 c.p. cospirazione politica mediante associazione.
Musu e Barnard pare non si siano accorti del suddetto
“dettaglio”. La loro denuncia espone
fatti che erano reati prima di quella legge del 2006, ma ora non lo sono più
(tranne i reati riferibili agli artt. 287 e 294, che però non credo siano
realizzati).
Quindi la loro denuncia difficilmente avrà il seguito
sperato. Però aspettate prima di gettare la spugna.
L’istituzione di un apparato di potere come il Sistema
Europeo delle Banche Centrali o, peggio, come il Meccanismo Europeo di
Stabilità, costituisce, sostanzialmente, una eversione radicale delle
costituzioni democratiche di molti paesi coinvolti e la loro sottomissione a un
potere esterno, autocratico, non democratico. Per il Codice Penale italiano,
però, tale attività non integra più i reati suddetti né quello di Alto
tradimento (art. 90, 2° comma, della Costituzione, a carico del capo dello
Stato). Non integra i detti reati, perché, dal 2006, tutte quelle fattispecie
di reato richiedono anche l’elemento della violenza, che è stato introdotto
dalla Legge 24/02/2006 n. 85, denominata “Modifiche del Codice Penale
in materia di reati di opinione.” In realtà il legislatore non mirava ad
aumentare la libertà di opinione, ma a legittimare l’attentato alla libertà e
all’indipendenza dello Stato, la sovversione del suo ordinamento, l’eversione
dell’ordine democratico, che erano in via di esecuzione.
Riformulando quegli articoli, si sapeva dove si voleva
arrivare: a proibire la rivoluzione ma a legittimare il colpo di Stato, il
colpo di palazzo – cioè legittimare la violazione della costituzione da parte
del potere costituito. Quindi chi compie una violenza estrema ma usando armi
legislative, agisce nel lecito; chi per contro, reagendo contro quella violenza
estrema, che subisce sulla propria vita, dignità, libertà, compie una violenza
minima, come incendiare cassonetti, ma illecita, quello sì, quello commette
reato. Però ha ancora il diritto di suicidarsi. Questo diritto non glielo
hanno ancora tolto, né tassato.
Che fare, a questo punto?
Le cose cambierebbero se pm e giudici iniziassero a
considerare come violenza, ai fini della ravvisabilità dei predetti reati,
anche quella compiuta mediante manipolazioni dei mercati e altri mezzi
finanziari, le manovre per far impennare lo spread o crollare i titoli di
Stato, e simili. Perciò tecnicamente consiglio a coloro che si
dilettano nel presentare simili denunce, di spiegare, nelle loro denunce e
memorie aggiuntive, che sussiste l’elemento della violenza, e in che cosa
consiste.
Ma c’è qualcosa di ancora più interessante, specialmente in
questo periodo di crescente tassazione, di suicidi fiscali, e di riluttanza del
potere politico a tagliare la spesa pubblica parassitaria – 60 miliardi solo
per tangenti, scrive la Corte dei Conti. Tra sprechi e creste, almeno 70
miliardi se ne vanno ogni anno nelle voci gonfiate di spese per acquisti di
beni e servizi. E almeno altrettanti per appalti pure gonfiati. Dovevano
fare la spending review, dovevano applicare i costi standard per porre fine
alla moltiplicazione per 5 dei costi da Milano a Palermo, e ora finiscono per
concedere, forse, 2,2 miliardi di risparmi, poi forse altri 2. Cioè la politica
dice: io faccio buchi nei bilanci perché spreco e rubo, e siccome sprecare e
rubare è mio interesse, non smetto di farlo, e i buchi che apro li dovete
colmare voi cittadini con le tasse, e se non vi va bene potete suicidarvi.
Però à chiaro che buona parte, gran parte, di quei 140
miliardi di sprechi e ruberie va ad organizzazioni mafiose che manovrano gli
appalti e i subappalti assieme alla politica. E allora si può studiare di
denunciare per concorso esterno in associazione mafiosa coloro che, come
ministri, pubblici amministratori e funzionari di controllo, pur vedendo come
molte spese pubbliche sono gonfiate per procurare profitti alla criminalità
organizzata, omettono e hanno omesso di impedire tali illeciti, e continuano a
mandare avanti quella spesa a spreco e mangerie, e magari ne traggono benefici
in termini di voti nelle elezioni.
Ovvio che per redigere una simile denuncia occorre fare
un serio lavoro di documentazione contabile.
Gonte: srs di Marco Della Luna, del 08.05.12
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