Innanzitutto, le mie felicitazioni: avete intrapreso
un’indagine coraggiosa e che può essere non solo giusta, ma benefica, può
salvare risparmi, stipendi, pensioni, posti di lavoro, il benessere di una
provincia.
Disponendo di fonti qualificate, già dal giugno 2011 pubblico
sul mio website www.marcodellaluna.info
e altrove articoli sul Monte, sollecitando indagini mirate sull’operato dei
vertici di MPS. Il primo si intitola Ora si salvi MPS. Ve li allego per
vostra comodità.
Premesso che le ipotesi di reato su cui indagate si
realizzano con manipolazioni contabili ricostruibili con “chiavi” specifiche,
scrivo la presente per dirvi di badare che le Vostre indagini non
vengano strumentalizzate per affondare ulteriormente (buttare verso lo zero
assoluto) il valore del titolo onde rilevare il Monte “a gratis” e
per darvi qualche idea e traccia spero utile a questi fini, scusandomi se
suggerisco qualcosa che già state facendo, e raccomandando i seguenti
accertamenti tecnici, consigliati da stakeholders dell’antica banca:
1. Controllare se
vi fossero, nel patrimonio di Antonveneta al momento dell’acquisizione da parte
di MPS, contenziosi sommersi, ossia crediti in sofferenza o AD
incaglio oggettivo (secondo i parametri dettati da Banca d’Italia)
ma contabilmente non evidenziati come tali (non posti all’incaglio o in
sofferenza), che ne diminuissero il valore; ALLO SCOPO, SAREBBE UTILE
CONFRONTARE LE SOFFERENZE RILEVATE DA JP MORGAN NELLA SUA STIMA CON QUELLE, PUR
SEMPRE PARZIALI, EMERSE A TUTT’OGGI
2. Controllare se
e da quando, nelle varie gestioni, vi siano contenziosi sommersi in
MPS;) Si tenga presente che mettere un credito all’incaglio o
in sofferenza ha un costo per la banca, in termini di accantonamento, dal 35 al
55% dell’importo del credito, e che quindi una banca in difficoltà può non
avere i fondi per compiere questi peraltro doverosi adempimenti; ne
risulterebbe un bilancio “insincero”;
3. Controllare
se, in considerazione di quanto precede e di quanto segue, MPS abbia “barato”
nell’autosomministrazione degli stress tests della BCE, per occultare le
proprie criticità;
4. Controllare se
vi siano colpe di amministratori, sindaci, organi della Fondazione, di
Bankitalia, di Consob, in relazione a mancati controlli e/o interventi sulle
omesse contabilizzazioni di incagli e sofferenze, che dovevano farsi in
violazione della relativa normativa di Bankitalia;
5. Controllare
se, nei precedenti, veloci passaggi di proprietà di Antonveneta, insieme con
l’occultamento di sofferenze, si configuri una manovra per gonfiare
illusoriamente il valore del titolo onde creare una artata giustificazione al
pagare Antonveneta un multiplo (9 contro 2) di quanto effettivamente valeva, a
illecito beneficio di terzi da individuarsi, mandando in dissesto il Monte;
ANDREBBERO, a tal fine, RICOSTRUITE LE TRANSAZIONI, E LORO SUCCESSIVE
DIRAMAZIONI, ESEGUITE COI PROVENTI DEL PAGAMENTO DELL’ANTONVENETA
6. Controllare se
vi siano state, e da parte di chi, operazioni speculative al ribasso – vendite
short allo scoperto ANCHE TRAMITE DERIVATI – sui titoli
MPS e Antonveneta, lanciate in previsione dell’imminente crollo
delle quotazioni di entrambi i titoli;
7. Controllare
se, in caso positivo, per tali operazioni siano state usate le entrate
realizzate con la vendita delle azioni di Antonveneta a MPS (finanziare una
speculazione contro MPS coi soldi frodati a MPS sarebbe davvero da Guinness dei
primati);
8. Controllare se
MPS abbia regolarmente contabilizzato e non distratto per fini impropri i fondi
previdenziali volontari, c.d. zainetti, dei dipendenti, anche in relazione al
fatto che, dal 2011, gli aggiornamenti delle posizioni vengono comunicati ai
dipendenti con mesi di ritardo, così come le richieste di anticipi sul montante
giacciono a lungo inevase; si tenga presente che MPS è l’unica banca a gestire
in proprio (con patente conflitto di interessi) i fondi
previdenziali dei propri dipendenti;
9. Controllare se
esistano clienti mutuatari o affidati, riconducibili a medesimi settori di
appartenenza, e affidati singolarmente, ma non collegati “a rischio unico” –
omissione questa volta a far figurare l’esposizione della banca verso di loro
come meno rischiosa;
10. Controllare
se MPS tenga nell’attivo di bilancio crediti che in realtà ha già ceduto a
terzi (società finanziarie, società-veicolo di cartolarizzazione di mutui
e di recupero crediti), controllati e non;
11. Controllare
se il grosso dei bad credits, derivante da mutui e altri crediti risalenti al
2007-2009 (periodo di particolare interesse), sia
riconducibile all’influenza di qualche specifico socio finanziatore del Monte o
a suoi collegati, beneficiari diretti o indiretti dei mutui medesimi; e se sia ravvisabile
l’azione di grappolate di funzionari e dirigenti compiacenti, che poi
hanno fatto brillante carriera, sospinti dagli elevati volumi di credito da
loro erogati (volumi facilmente quantificabili anno per anno); a tal fine
vogliate richiedere al CDA l’elenco dei soggetti censiti con rapporto FO
(fornitore) in essere o estinto, onde poter meglio individuare mediatori
creditizi eventualmente riconducibili a soggetti interni ed esterni o
prestanomi, e relative liste dei mutui intermediati; con tale indagine si
evidenzieranno anche i consulenti esterni alla banca, i cui costi molto onerosi
andrebbero incrociati con le relative fatture);
12. Controllare
se vi siano rapporti significativi tra certi ingressi di soci di capitali,
certi rapporti politici di tali soci, certi top managers, certe operazioni di
credito azzardate;
13.
Controllare se il CDA abbia o non abbia comperato i cap, cioè le coperture,
per i mutui a tasso variabile, onde proteggere la banca da variazioni al
rialzo dei tassi (prodotto “mutuo variabile con cap”, non più in offerta);
14.
Controllare perché la Fondazione non è intervenuta a porre freno a operazioni
rovinose e palesemente incongrue, come l’acquisto di Antonveneta senza previa
due diligence (omissione certamente non dovuta a svista), e perché non sia
intervenuta in via disciplinare e correttiva;
15. Controllare
se sia legittimo e conforme ai fini statutari di beneficenza l’operato della
Fondazione anche in relazione all’uso del suo patrimonio e all’affidamento a
una discussa banca d’affari americana del collocamento delle azioni MPS da essa
già possedute;
16.
Controllare se vi siano colpe degli organi preposti alla sorveglianza sulla
Fondazione, in relazione alla eventuale opportunità di commissariarla;
17.
Controllare quali siano i veri motivi della scelta di Fabrizio Viola come
direttore generale, in considerazione dei negativissimi risultati della sua
gestione di Biper Banca (era già bruciato e solo un bruciato poteva accettare
di legarsi a una banca ormai pure bruciata o predestinata a una brutta fine?);
si noti che Viola, non appena nominato, disse di non sapere se MPS avesse
ancora le condizioni per esercitare il credito; e una tale dichiarazione o è
frutto di un amore incondizionato della verità, oppure mira a deprezzare la
banca;
18.
Controllare non solo le operazioni sui conti in essere dei soggetti
indasgati , ma anche quelle sui rapporti cessati, che sovente riconducono ad
operazioni spot di una certa valenza;
19. Controllare
in generale tutti i passaggi e incassi di denari, e i loro tramiti e termini;
visto che è tutto tracciabile, tracciate tutto; se il Santander ha incassato una
plusvalenza dalla vendita di Antonveneta, dovrà documentare dove è finita: se è
rimasta entro di esso, è un conto; se, con giri strani, o ad esempio via Cayman
Islands, è finito altrove, allora è chiaro che c’è un terzo beneficiario;
20. Eseguire i sequestri conservativi dei beni e
dei valori dei verosimili colpevoli di reati che abbiano arrecato danni;
21. Chiedere l’assistenza anonima di qualche
dipendente funzionario, ad integrazione di quanto i vertici di banca e fondazione
vorranno fornire, per superare le difficoltà tecnicistiche negli
accertamenti, e per sapere quali armadi aprire (naturalmente ci
vorrà personale formatosi nell’una banca e nell’altra);
22. Tener presente come, non solo nella malgestione
dell’azienda per fini esterni ad essa, ma anche nel rapporto col personale,
recentemente riformato in senso assai peggiorativo, e in quello con la
clientela, cui si offrono prodotti per investimento sempre più aleatori e a
sempre maggiore upfront per la banca, o contratti con clausole comportanti che
il cliente cede alla banca la proprietà dei titoli in cui investe (così che,
sovente senza capirlo – perché i moduli parlano di un “prestito” – si assume il
rischio-banca in caso di default di questa con un premio di rischio del solo
0,1% l’anno), si concreta una policy del mordi-e-fuggi,
basata sul breve o brevissimo termine.
Allegati: 1)modulo per “prestito” di titoli; 2) n. 2
articoli miei.
14.05.12
Avv. Marco Della Luna
Fonte: da Marco Della Luna del 14 maggio 2012
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