E’ UN PRIMO MAGGIO DI LUTTO.
Un primo maggio che vede la Costituzione cancellata dalle
decisioni di un governo antidemocratico, che registra, come mai, un numero
impressionante di suicidi e di tentati suicidi causati dalle precarie
condizioni economiche in cui versa la maggioranza del paese, che segna il
record della disoccupazione rilevata dall’Istat, che tutti sanno ben inferiore
alla reale, che porta con sé tutta la rabbia repressa di un popolo tradito
dalle sue istituzioni e dalle sue rappresentanze sociali.
Le parole di Napolitano risultano l’ennesima offesa ai
cittadini italiani. Non cita le disperazioni che stanno attraversando tutto lo
stivale, parla di un lavoro che non c’è cercando, anche lui, come l’indegno
ministro Fornero, di creare ulteriori spaccature nel paese, di far credere che
il lavoro negato ai giovani sia dovuto alle “salvaguardie” che gli anziani
continuano ad avere.
Fanno finta di dimenticarsi che il lavoro è un diritto per
tutti, anche per quei cinquantenni che le ricette di questo governo stanno
definitivamente gettando fuori dal mondo lavorativo.
Non è un caso che la quasi totalità delle persone che ha
pensato di togliersi la vita avesse un’età non più considerata giovane, ma gli
indifferenti anzianotti nostri governanti non sembrano accorgersene.
Ora il tecnico-professoron Monti ha chiamato un altro
tecnico per fare quelle cose tecniche che lui tecnicamente non sa fare.
Ora passano all’attacco definitivo della salute e
dell’istruzione.
I tagli di tutti i precedenti governi non sembrano siano
bastati ad arginare il deficit di bilancio che cresce, anche dopo la cura del
professorone, a ritmi vertiginosi…grazie agli sprechi non ancora sfiorati da
nessuna riforma.
Ed allora le menti tecniche cancellano lo stato
sociale…niente sanità, niente scuola pubblica, niente assistenza sociale,
trasporti ridotti, giustizia massacrata.
Quindi, tecnicamente, pagheremo il 50% del nostro reddito
per “mantenere” quella sovrastruttura che di Stato non ha più nulla e che di
democratico non ha neanche più il senso.
Ci si aspetterebbe, anche da quei pochi media che ancora
sembrano relativamente liberi, un’ondata di sdegno…dai sindacati ci si
attenderebbe, come minimo, uno sciopero generale…e non di un solo giorno…viste
le nefandezze che anche loro, nei comizi, denunciano.
Ed invece sui media c’è Grillo…il comico…quello che in un
comizio ha paragonato queste persone, questo governo, alla mafia…
Per i sindacati c’è il comizione…seguito dal concertone…e
tante, ma tante, belle parole…in totale assenza di ogni fatto ed atto sia a
livello nazionale che a livello locale.
C’è da cominciare a domandarsi seriamente se sia possibile
riuscire a trovare un’ uscita da questo massacro premeditato sperando ancora in
questo o quel partito, in questo o quel sindacato.
Quanto sta accadendo non più in tv, ma sotto i nostri occhi,
nel nostro condominio, nelle nostre case, non trova risposta alcuna in quella
marmaglia di ricchi indifferenti idioti che riempiono le nostre orecchie delle
loro sguaiate parole.
C’è bisogno d’altro…c’è bisogno di ricordare come è nato il
primo maggio…e ripercorrere, senza leader né bandiere, quel percorso…
Da Wikipedia: A far cadere definitivamente la scelta su
questa data, per commemorare la festa dei lavoratori, furono i gravi incidenti
accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago (USA) e
conosciuti come rivolta
di Haymarket. Il 3 maggio
i lavoratori in sciopero di Chicago si ritrovarono all’ingresso della fabbrica
di macchine agricole McCormick. La polizia, chiamata a reprimere
l’assembramento sparò sui manifestanti uccidendone due e ferendone diversi
altri. Per protestare contro la brutalità delle forze dell’ordine gli anarchici
locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell’Haymarket square, la
piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole. Questi
fatti ebbero il loro culmine il 4
maggio quando la polizia sparò nuovamente sui manifestanti provocando
numerose vittime, anche tra i suoi.
L’11
novembre del 1887 a Chicago (USA), quattro
operai, quattro organizzatori sindacali e quattro anarchici furono impiccati
per aver organizzato il 1º
maggio dell’anno precedente lo sciopero e una manifestazione per le otto
ore di lavoro.
Il 20
agosto fu emessa la sentenza del tribunale: August Spies, Michael Schwab,
Samuel Fielden, Albert R. Parsons, Adolph Fischer, George Engel e Louis Lingg
furono condannati a morte; Oscar W. Neebe a reclusione per 15 anni. Otto uomini
condannati per essere anarchici, e sette di loro condannati a morte. Le ultime
parole pronunciate furono: Spies: “Salute, verrà il giorno in cui il nostro
silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte!”
Fischer: “Hoch die Anarchie! (Viva l’anarchia!)” Engel: “Urrà per
l’anarchia!” Parsons, la cui agonia fu terribile, riuscì appena a parlare,
perché il (boia) strinse immediatamente
il laccio e fece cadere la trappola. Le sue ultime parole furono queste: “Lasciate
che si senta la voce del popolo!“
Ex dipendente di un'azienda d'informatica ormai vicina alla
sparizione. Dirigente nazionale dello Slai-cobas nel 2003 iniziò una dura
battaglia contro i vertici societari per impedire quella che sembrava, e poi si
è rivelata, una vera e propria truffa ai danni dei lavoratori. Veniva
licenziato nel 2005 con un pretesto. Vinceva tutte le cause contro l'azienda,
che comunque non lo reintegrava nè pagava il dovuto. Attualmente disoccupato
con un inutile tessera di giornalista pubblicista
FONTE: il Pasquino, da Reset Italia
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