Mai come quest'anno la sfilata allegorica del primo maggio,
con tutto il suo corollario di bandiere rosse, sindacalisti
d'accatto e guitti da cortile, appare come un esercizio retorico privo di
costrutto, completamente disancorato dalla realtà. Una sorta di nemesi delle
coscienze, anestetizzate dalla ripetitività di gesti senza senso e inebetite
dai ritmi sincopati di concertini rock, usati per creare un pubblico
all'imbonitore di turno.
In primo luogo non si comprende bene la natura dell'oggetto
che ci si appresta a festeggiare.
Il
lavoro, omai da tempo latitante e nella maggior parte dei casi (quando c'è)
associato a salari inadeguati al mantenimento di una famiglia?
I lavoratori,
bestie da soma in via d'estinzione, immolati sull'altare del progresso e della
competitività?
I disoccupati, fra le cui fila sempre maggiormente copiose
albergano ogni giorno che passa, nuovi e più numerosi aspiranti suicidi che la
"buona stampa" finge bellamente d'ignorare?......
I sindacalisti d'accatto che continuando a millantare
credito attraverso belle parole e false promesse, hanno permesso che si
arrivasse fino a questo punto?
La sinistra
italiana che ha cavalcato per decenni la lotta di classe, prendendo per il
naso milioni di lavoratori, fino ad arrivare a scoprire che il sodalizio con i
banchieri, la grande finanza ed i "prenditori" d'accatto,
rappresentava il fine ultimo della sua esistenza?
Quale senso possono avere le sfilate con le bandierine ed i
concertini, messi in scena in una giornata in cui non c'è nulla, ma proprio
nulla da festeggiare? Qualcuno ha mai visto (dimenticando la sindrome di
Stoccolma) un poveraccio pesto e dolorante che canta e balla per festeggiare il
suo aguzzino? O una tribù indigena che festeggia la pioggia nel bel mezzo di un
periodo siccitoso?
Al più anzichè festeggiare, la tribù di cui sopra potrebbe
spendersi in rituali propiziatori, finalizzati ad ingraziarsi la benevolenza
degli dei, affinché finalmente facciano piovere.
Ma il primo maggio non potrebbe neppure venire rivisitato in
questa chiave, dal momento che l'Olimpo non alberga fra le nuvole ma in luoghi
assai più terreni e le cause della siccità, dalle delocalizzazioni alla
mancanza di dazi sono tangibili e note a chiunque possegga la licenza
elementare.
Nonostante ciò, con in tasca la licenza elementare e negli
occhi il fervore mistico di chi crede, non importa in cosa, ma crede, tutti in
fila per tre a festeggiare il primo maggio e fra un corteo, un comizio
elettorale ed un concertino, ci sarà pure il tempo per qualche
"vasca" ai centri commerciali, tutti
aperti (Coop in testa) senza distinzioni, perchè il progresso ha detto che
é giusto così.
Fonte: srs di marco cedolin ,
da Il Corsivo di Marco Cedolin, del 30 aprile 2012
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