L’illusione di cui molti, purtroppo, non hanno ancora
preso coscienza.
di Cesare Sacchetti
In una pellicola di qualche tempo fa intitolata “L’uomo
che fuggì dal futuro”( titolo originale THX1138) viene descritta una società
autoritaria dove gli uomini sono ridotti a operai dediti alla catena di
montaggio di automi, e il consumo di droghe è prescritto e imposto dalle
oligarchie per mantenere i ritmi di lavoro costanti, in modo tale che gli
uomini ridotti a funzione della catena di montaggio non diminuiscano il livello
della produzione. Il protagonista impersonato da Robert Duvall vive con una
compagna di stanza scelta dalla centrale di comando e le droghe che sono
somministrate ad entrambi hanno l’effetto di sopprimere le emozioni e i
sentimenti che potrebbero sbocciare tra i due.
I protagonisti decidono di non utilizzare le droghe e tra
loro nasce un sentimento che la gerarchia autoritaria decide presto di
processare con un dibattimento telematizzato per poi separare definitivamente i
due.
Questo modello di società etero-diretta secondo la quale
l’uomo è un mero prodotto senza personalità privo delle facoltà emozionali e
intellettive che gli consentono la realizzazione personale e affettiva
assomiglia sempre di più in maniera quasi profetica alla società in cui l’Homo Europeus è stato progettato per
vivere in ogni aspetto della sua vita quotidiana programmato fin dalla sua
nascita.
Se effettivamente gli stati non debbono più esistere, e
l’estinzione delle lingue, dei costumi, delle tradizioni, delle frontiere, e
dei diritti sociali sono stati scientemente messi in atto nell’ultimo
quarantennio per dare vita a un conglomerato senza alcuna identità e legame dai
popoli che lo compongono, nasce quindi un contesto dove l’uomo non è più
cittadino, e non appare più in grado di determinare il suo svolgimento sociale
ed economico, ma il suo percorso è già stato deciso in ogni sua parte.
La gerarchia sovranazionale, tramite le sue parti
operative come la Commissione Europea, ha ormai in mano tutti gli strumenti
per decidere sia della vita economica di uno Stato, attraverso il potere
sanzionatorio sui limiti di deficit usato discrezionalmente solamente nei
riguardi di chi ha meno peso specifico nell’UE, sia riguardo all’agricoltura e
all’alimentazione dei popoli europei passando per l’imposizione forzata
sull’uso degli OGM.
La raffinatezza, e forse una delle chiavi che hanno reso
possibile la realizzazione di un tale progetto, è il non conoscere chi
effettivamente detiene il potere decisionale, poiché persino quello che
ufficialmente è il vero Governo esecutivo, la Commissione Europea, obbedisce a
logiche di lobby e multinazionali che comandano le direttive ed i
regolamenti più aderenti ai propri interessi e si ottiene così un sistema
piramidale a compartimenti stagni, dove il livello più basso rappresenta la
manodopera che deve eseguire senza forse nemmeno capire del tutto cosa stia
facendo.
La cosiddetta casta è senz’altro uno dei livelli più bassi
chiamati ad eseguire le direttive, e incarna il perfetto parafulmine destinato
ad addossarsi le colpe dell’intero fallimento economico e sociale, sempre con
lo stesso binomio debito pubblico/corruzione tanto caro anche a quella parte del
giornalismo italiano che si dichiara antisistemica, così da poter garantire
l’anonimato ai veri dominus dell’economia mondiale e dei processi decisionali,
che si sono da tempo trasferiti ben lontani da Roma.
L’aspetto su cui riflettere e che forse appare più
sorprendente è come sia possibile, anche a discapito di una limitata conoscenza
economica e giuridica, che una parte dei popoli europei abbia accettato e
continui ad accettare questo stato di cose che sta cancellando giorno dopo
giorno tutti i diritti sociali che erano stati conquistati in passato a
caro prezzo?
Sembra impossibile non accorgersi della realtà quotidiana
per chi la vive, eppure il pensiero delle masse sembra anestetizzato, non un
moto di ribellione ardente e incisivo è ancora riuscito a scalfire l’edificio
costruito dagli architetti dell’élite sovranazionale. Non è neppure di aiuto
ricordare i dati economici che abbiamo spesso elencato in passato e che
non fanno altro che confermare l’enorme impoverimento che hanno sofferto gli
europei.
In una conferenza all’Università di Berkeley, Aldous
Huxley fornisce quella che potrebbe essere la corretta chiave di lettura:
”Mi sembra che la natura della più recente rivoluzione
sia precisamente questa: siamo sul punto di sviluppare una serie di tecniche
che permetteranno all’oligarchia regnante che è sempre esistita e probabilmente
continuerà ad esistere, di portare le persone ad adorare la loro condizione di
servitù. Questo è lo scopo finale delle “rivoluzioni maligne” come potremmo
chiamarle, e questo è un problema a cui mi sono interessato per anni e ho
scritto anche un romanzo in proposito, Il mondo nuovo, dove racconto una
società che utilizza tutti gli strumenti a disposizione per standardizzare la
popolazione, per appianare le differenze umane più sconvenienti in modo da
creare modelli di massa di esseri umani organizzati in un sistema scientifico
programmato. Ho dovuto notare con incredibile sconcerto, che le previsioni che
ho fatto in passato e immaginato nel mio romanzo, le quali sembravano essere
puramente fantastiche, sono vere o si stanno per realizzare”.
Se dunque questa società standardizzata descritta da
Huxley spinge i suoi componenti paradossalmente a difendere la propria
condizione di sottomissione, lo si deve anche e soprattutto all’uso di
tecniche e strumenti che negli anni si sono fatti sempre più raffinati grazie
anche a un massiccio uso della tecnologia.
L’esempio più recente viene dalle code che si creano per
accaparrarsi gli Iphone 6, con gli oggetti tecnologici divenuti veri e propri
feticci senza i quali le persone si sentono escluse.
Senza dimenticare i modelli di uomo e donna imposti dai
mass media, basati sull’apparenza e sull’effimero, che grazie agli
strumenti citati da Huxley posseduti dall’oligarchia come i mass media, la
carta stampata, ed il cinema che permettono la programmazione scientifica
dell’uomo sulla base di un modello funzionale alle elite, anestetizzato e privo
di pensiero critico.
È questa la ragione per cui le differenze tra le diverse
culture sono detestate e se ne ordina la distruzione. Si tratta di
un’illusione di cui molti, purtroppo, non hanno ancora preso coscienza.
Il protagonista del film che abbiamo citato sopra, riesce
alla fine a fuggire dalla società programmata per accedere a una zona che non è
controllata dall’oligarchia ed appare la vista di una magnifica alba.
Ci piacerebbe pensare
che sia ancora possibile anche per gli uomini europei fuggire dall'illusione
dell'Homo Europeus e vedere sorgere una nuova alba.
Fonte: srs di di
Cesare Sacchetti da l’AntiPolitica
del 6 ottobre 2014
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