Da anni le leadership europee infliggono ai paesi membri una
terapia nel segno dei tagli e delle tasse per rimettere in moto la crescita. Ma
nonostante i risultati vanno in direzioni completamente opposte si prosegue
ciecamente su questa linea. A che scopo?
Il fiscal compact sta strangolando l’Europa. A suon di
riforme l’Ue si sta avvicinando verso la fine come peraltro già accaduto nel
secolo scorso dopo la caduta di Wall Street, nonostante l’esempio degli stati
Uniti di marchio roosveltiano che “qualcosa” in materia capitalistica
capivano. I capi di Sato ed i banchieri sembrano però allergici a questa
chiave di lettura fallimentare nonostante i numeri parlano chiaro e la crisi
dilaghi in tutta Europa.
Potrebbe essere per presunzione o semplicemente per
ignoranza o incapacità come dimostrano le innumerevoli previsioni sbagliate da
più parti, a cui abbiamo assistito in questi anni. O lo scenario potrebbe
essere molto più inquietante. Si potrebbe trattare anche di un preciso piano
politico perseguito dal massimo potere regnante attualmente, secondo cui la
recessione con tutti i danni che comporta potrebbe apparire il giusto prezzo da
pagare per far si che prevalga un preciso modello nell’Eurozona.
Obbligare i paesi membri a far quadrare i conti vuol dire
obbligarli a svendere il proprio patrimonio industriale e demaniale, accrescere
la pressione fiscale sui lavoratori dipendenti, visto che si evita di colpire i
grandi patrimoni ed infine tagliare la spesa sociale destinata al welfare al
sistema scolastico ed al pubblico impiego, spezzando così di fatto le gambe ad
uno Stato e smantellando la struttura sociale.
Appare un progetto politico abbastanza chiaro che rovescia
di fatto le battaglie degli anni passati fatte dai lavoratori, facendo
dell’Europa una sorta di esperimento sociale in cui prevale l’essenza del
capitale privato a discapito del singolo. Denaro uguale potere.
A questo punto appare chiaro come all’Europa non interessi
nulla dell’equità sociale, ma con la povertà sempre più dilagante appare chiaro
come ad un certo punto le risorse da “succhiare” prima o poi finiranno e se già
ai nostri giorni la povertà crea enormi disagi sociali in un futuro i disagi
saranno ancora più grandi c’è il rischio che i ricchi inizieranno a farsi la
guerra di sopravvivenza tra di loro e che i poveri si uniscano per combattere i
ricchi.
Fonte: visto su L’Euroscettico del 8 settembre 2014
Link: http://www.euroscettico.com/leuropa-si-sta-suicidando-preciso-piano-politico-incapacita-ci-governa/
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