di Gianni Lannes
Lo Stato (magistrati, assistenti sociali e psicologi) toglie
i bambini ai poveri per darli ai ricchi. Quanti potenti in divisa, doppiopetto
e toga sorvolano le normali procedure e si aggiudicano a piacimento i minori
che pretendono ad uso e consumo?
Nel Belpaese ogni
giorno - mediamente - vengono portati via 80 bambini ai genitori naturali,
strappati alla famiglie d’origine per rinchiuderli in centri “casa-famiglia”
per anni.
Quasi il 77 per cento dei minori viene allontanato per
“metodi educativi non idonei” e per l’ “impossibilità di seguire i figli”.
In Italia, più di
32mila bambini vengono chiusi nelle comunità o dati in affidamento. Il
numero di bambini senza famiglia è oscillato negli ultimi anni tra i 15mila e i
20mila. In realtà, dopo ben 13 anni, si è ancora inattesa di un censimento così
come stabilito dalla legge 149/2001 (progressiva chiusura degli orfanotrofi,
inserimento dei bambini nelle famiglie attraverso lo strumento dell'affido, per
arrivare gradualmente a un'adozione, o all'inserimento dei minori nelle case
famiglia).
I tribunali hanno appaltato tutto all’esterno. Il processo è
uscito dalla base delle prove, per trasformarsi in un vergognoso
approfondimento psicologico. Così gli assistenti sociali hanno diritto di vita
e di morte sulle persone. Basta uno screzio tra due coniugi per dipingere
patologie incurabili, che legittimano la fulminea e definitiva sottrazione dei
figli.
In Italia attualmente ci sono oltre 20 mila giovani - tra
neonati, bambini e ragazzi - ospitati da strutture di accoglienza. Sono
istituti riservati a chi è stato allontanato dai genitori naturali o non li ha
proprio mai conosciuti. Solo uno su cinque di questi ospiti viene assegnato
(con adozione o affido) dai tribunali alle famiglie che ne fanno richiesta.
Il motore che alimenta questa anomalia italiana è un buco
nero dove le cause nobili lasciano il posto ai meri affari.
Ogni ospite che risiede in una casa-famiglia costa dai 70 ai
200 euro al giorno. La retta agli istituti (sia religiosi sia laici) viene
pagata dai Comuni. Soldi pubblici erogati fino a quando il bambino resta “in
casa”. Un giro d'affari che si aggira intorno ad 1 ,5 miliardi di euro l'anno.
Tanto ricevono le oltre 1.800 case famiglia italiane per mantenere le loro
quote di minori.
Chi controlla il loro operato, anche amministrativo.
Non esiste un monitoraggio ufficiale a livello nazionale. Si
conosce pochissimo di questi inferni e di quello che accade all'interno. Una
banca dati c'è ma è insufficiente e non esiste un censimento. C’è soltanto un
database all'italiana che non contempla anche i casi, numerosissimi, di affido.
Chi lucra sulla pelle di migliaia di bambini e
adolescenti? Perché i bambini vengono reclusi in autentici lager? Ogni
vita un'odissea. E così ne approfittano anche gli insospettabili pedofili e i
vivisezionatori a caccia di pezzi umani di ricambio.
Nel 2013 sono svaniti
più di 3 mila minori nello Stivale.
I bambini sono il futuro e una civiltà si distingue per il
grado di attenzione, amore e di protezione che accorda loro. Ma in Italia vige
la legge toscana del Forteto. Vero
Renzi?
riferimenti:
Fonte: da SU LA
TESATA del 17 agosto 2014
ITALIA: MIGLIAIA DI BAMBINI ALLA MERCE' DI MAGISTRATI,
PSICOLOGI E ASSISTENTI SOCIALI
di Gianni Lannes
I dati ufficiali: 35 mila prelievi forzati di minori. Una
barbarie tutta italiana: evidente coercizione, dunque violenza, con il pretesto
della tutela legale proprio contro chi li ha concepiti e messi al mondo. E' il
quadro drammatico che mandano in onda ogni giorno. Chi rammenta la drammatica
tragedia del Forteto in Toscana? Primo ministro Renzi ne sa qualcosa? Perché
lei Renzi, in qualità di presidente del consiglio non risponde alle
interrogazioni parlamentari in merito alla violenza contro i bambini?
E se sul banco degli imputati, o almeno sotto l’attenzione
dell’opinione pubblica, finissero per una buona volta i professionisti “legali”
di affidamenti a famiglie potenti e soggetti inquietanti in alta uniforme,
ovvero magistrati, assistenti sociali e psicologi?
Il problema è un classico: chi controlla i controllori
quando perdono il controllo, calpestano l’umanità ed ignorano il buon senso?
E quando la legge
imperante è illegale, ovvero incostituzionale?
Perché toghe, ermellini e camici bianchi non pagano mai per
i loro disumani e reiterati errori che violentano la psiche di migliaia di
piccoli esseri indifesi?
Il meccanismo istituzionale è palesemente distorto e va
cambiato subito, senza tentennamenti. I figli sono l’unica ragione di vita di
madri e padri.
Il giudice Francesco
Morcavallo il 21 maggio 2013 in tv a “Mattino 5″ ha presentato un quadro
tragico della situazione in Italia.
I casi di prelievi forzosi di bambini sottratti ai loro
genitori non sono affatto residuali. «I minori allontanati - per lo più
immotivatamente - sono in Italia 35 mila. Allontanamenti per lo più immotivati.
Nel 99 per cento dei casi non ci sono motivazioni su fatti ma giudizi sulla
personalità o del minore o dei genitori. La PAS è uno dei pretesti per
instaurare queste tipologie di falsi giudizi basati solo su sospetti».
Chi dovrebbe operare per garantire la tutela dei bambini
finisce colluso con il sistema degli affidi o soggiace ai voleri del più forte,
lasciandosi ricattare e manipolare dalle minacce che spesso riceve.
«Il problema è questo e sono ancora purtroppo pochi,
pochissimi, gli avvocati che hanno la preparazione e la fermezza di farlo
rilevare: non si sottrae un bambino ad una famiglia sulla base di un generico
giudizio sulla capacità genitoriale. Ci vogliono fatti pericolosi o dannosi e
prove dei fatti e il giudice che è attributario del potere di valutare quei
fatti… Ma quei fatti non possono essere sensazioni né sensazioni che si
ricavano sulla base di relazioni commissionate ai servizi sociali». E’ sempre il giudice Morcavallo a dichiararlo.
Già nel 2011 lo stesso giudice (fonte: “Il resto del Carlino” 28 dicembre
2011), denunciava gravi abusi quali «affidamenti di bambini scarsamente
motivati, provvedimenti provvisori prorogati all’infinito, un completo appiattimento
del Tribunale sulle relazioni dei servizi sociali».
Appunto: affidamento di minori e relazioni degli operatori.
La Federcontribuenti ha istituito una commissione di inchiesta sul grave
fenomeno. Esatto, non il parlamento tricolore, ormai esautorato dal sistema di
potere. Infatti il governo Renzi, alla stregua dei precedenti esecutivi, non
risponde alle interrogazioni in merito. Perché mai? Qual è il giro d’affari
sulla pelle di esseri indifesi?
Roberta Lemma,
vice presidente di Federcontribuenti e fautrice dell'iniziativa
"Finalmente Liberi", la commissione di inchiesta di Federcontribuenti
sugli affidamenti minorili nata con il solo scopo di richiamare l'attenzione
delle istituzioni su un fenomeno che riguarda direttamente i minori e le
famiglie coinvolte. «Nel sistema che vede segnalare un minore all'attenzione
del tribunale dei minori e dare inizio alla procedura di analisi e valutazione
dello stato psico fisico del bambino e dei genitori incontriamo spesso
criticità tali da mettere in pericolo il sistema di tutela minori stesso.
Finalmente Liberi non si occupa solo della teoria giuridica
nell'ambito minorile, ma soprattutto, si pone come attenta osservatrice
dell'accanimento, spesso ingiustificato, degli operatori che ruotano intorno al
tribunale dei minori».
Il pericolo si annida nelle valutazioni scritte rilasciate
dai psicologi o dagli stessi assistenti sociali come dagli operatori delle case
famiglia, «leggendo molte relazioni viene da pensare che chiunque di noi,
considerate le osservazioni sollevate, è a rischio di valutazione negativa.
Nelle relazioni troviamo osservazioni di questo tipo: la mamma si tocca spesso
i capelli mostrando fragilità emotiva. Il bambino scaglia i giocattoli che il
padre gli porge. La casa è troppo in ordine per permettere ai bambini di
giocare liberamente. La casa è troppo in disordine».
Il giudice come punto di riferimento per le sue decisioni
prende proprio queste relazioni, ma quale genitore non sarebbe nervoso davanti
ad un test che deve valutare la sua capacità genitoriale? O quale bambino non
gioca gettando a terra i giocattoli? Queste persone vengono messe volutamente
in una situazione di inferiorità, schiacciate dal potere che la penna che li
descrive ha.
Non si tratta di bambini che hanno subito violenza, ma di
famiglie in difficoltà per i più svariati motivi, spesso conseguenza di una
cattiva politica sulle famiglie, caduti nella segnalazione ai servizi sociali.
Quale famiglia italiana non vive un qualche disagio di
natura economica o emotiva, o quale famiglia nell'arco della sua vita non si
trova a vivere una momentanea tragedia o quale coppia di genitori non litiga?
Si riscontra spesso anche una coercizione di minori, un
atteggiamento di esuberante senso di protezione, un comportamento di superiorità
nei confronti di famiglie in difficoltà da parte di coloro che operano
nell'ambito della "tutela del minore".
Ribadisce la signora Lemma: «Ribadiamo la necessità di
rivedere il sistema di tutela dei minori quando non vittime di violenza, la
necessità di coinvolgere sin dall'inizio l'intero nucleo familiare spesso
tagliato fuori. L'allontanamento del minore e il suo affido devono diventare
l'ultima opportunità e non la prima. La procedura va snellita, i protagonisti
devono sapersi porre domande, non diventare plotone d'esecuzione. Molti padri
non vengono tutelati nel loro compito genitoriale, le famiglie affidatarie
diventano spesso un ostacolo alla ritrovata serenità della famiglia di origine.
Non abbiamo tanto bisogno di giudicanti ma di persone capaci di trattare casi
così delicati con tutta l'umanità, il buon senso e l'onestà intellettuale di
cui devono essere capaci».
Conclude Roberta Lemma, «la mia famiglia mi ha cresciuta con
attenzione e amore e questo anche se mia madre si è ammalata di depressione
quando ancora ero piccola, una depressione che spesso le ha fatto tentare il
suicidio e con un padre che sempre mi ha amata anche se non è una persona
capace di slanci affettuosi.
Non può essere una sculacciata, uno schiaffo, un disegno
angosciante o una difficoltà momentanea il movente del prelievo forzato del
minore.
La segnalazione dovrebbe dare inizio ad una attenta
valutazione ed investigazione e non all'accanimento psicologico; solo nei casi
di comprovata violenza può essere giustificato un intervento immediato di
prelievo e allontanamento del bambino e, anche in questo caso, spesso sarebbe
sufficiente spostare il minore dai nonni o dai zii quando non intercorre il
pericolo di essere raggiunto dalla violenza».
Sull’infanzia negli ultimi dieci anni si è speculato in una
maniera vergognosa, sfruttando la figura del bambino come mera fonte di
guadagno.
Il firmamento di associazioni che portano in sé paroline
magicamente evocative come “bigenitorialità” non si contano più. Qualcuno si è
forse chiesto il perché? Rende immediatamente popolari e benvoluti dichiarare
che non bisogna strumentalizzare i bambini: peccato, poi, che si continuino ad
organizzare convegni su convegni e maratone su maratone con un’unica finalità:
quella appunto di strumentalizzare proprio loro, i bambini.
Purtroppo i bambini sono da sempre un’interessante fonte di
lucro, ma mai come ai tempi d’oggi si son verificati così tanti atti di
sciacallaggio.
In uno Stato di diritto giudici, assistenti sociali e
psicologi non devono e non possono avere alcun diritto sui bambini, se non per
proteggerli realmente da insidie, pericoli e violenze, previo un controllo
diretto e indipendente di organismi super partes.
riferimenti:
Fonte: da SU LA TESTA
del 17 agosto 2014
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