Berlusconi non vuole
farsi processare e il popolo italiano protesta davanti al Tribunale. Francesco Carbone
protesta davanti al tribunale per farsi
processare per mandare dei criminali
istituzionalizzati in galera e il
popolo e i magistrati i neanche lo considerano.
Mi chiamo Francesco
Carbone e per 7 anni sono stato responsabile su Verona dell’Impresa Sannita srl
(ditta che ha appalti speciali di Poste Italiane nel nord Italia in diverse
città tra cui Verona) fino a quando sono stato costretto a dare le mie
dimissioni a seguito di minacce e vessazioni ricevute dall'amministratore della
ditta appaltante sig. D’Agostino
Raffaele (nipote dell’ex Capo della Polizia e dei Servizi Segreti Fernando
Masone), e dagli alti dirigenti di Poste
Italiane per le mie lamentele e denunce sulle lacune lavorative che
praticamente erano: nessun tipo di sicurezza e igiene sul posto di lavoro,
obbligati a fare lavori che non ci competevano per contratto, presenza di
lavoratori in nero, straordinari sottopagati in nero, mezzi di trasporto mal
messi e spesso senza revisione, appropriazioni indebite di denaro prelevato
direttamente dalle buste paga degli autisti sotto forma di rimborso, continui
insulti e minacce dal personale e dai dirigenti di Poste Italiane.
Praticamente ho
denunciato i fatti al dirigente della Cgil il quale oltre a non fare niente
mi ha consigliato di non disturbare gli alti Dirigenti di Poste Italiane che in
quel momento erano occupati a preparare i nuovi appalti, in quanto avrei perso
il posto di lavoro e vedendo la mia perseveranza, ha riferito a tutti gli
autisti che per colpa mia e delle mie continue lamentele avrebbero perso il
posto di lavoro , creando attorno a me il vuoto.
Ho denunciato
presso l'ispettorato del lavoro la presenza, all'interno di Poste Italiane, di
lavoratori in nero con tesserino identificativo fornito dai dirigenti di Poste
Italiane e non è stato fatto alcun controllo, inoltre alla richiesta di
informazioni da parte della Procura di Verona, il direttore ordinario Palumbo
risponde che non ha proceduto all'ispezione in quanto nutriva forti dubbi sulla
veridicità di ciò che io avevo denunciato ma non verifica la veridicità e non
mi denuncia per false informazioni a un pubblico ufficiale.
Ho denunciato
presso lo Spisal di Verona ( Servizio Ispezione Azienda Sanitaria Locale )
tutte le irregolarità riguardanti la sicurezza e igiene nei posti di lavoro ed è stato fatto solo qualche
controllo a seguito della mia minaccia di denunciarli per omissione di atti
d'ufficio, tra l'altro la mia denuncia presentata il 28/09/2007 e' stata
protocollata il 12 novembre 2007 subito dopo la mia minaccia di denunciarli
alle autorità.
Ho collaborato
per mesi con elementi dei Servizi Segreti della Guardia di Finanza di Verona e
volontariamente non e' stato fatto alcun controllo ne sull'evasione fiscale, ne
sulla frode fiscale, ne sugli appalti illeciti da me documentata, anzi mi hanno
fatto ritardare la denuncia che dovevo presentare in procura.
Sono stato minacciato
dagli uomini di fiducia dell'appaltante che mi fecero capire che era inutile mettermi contro di loro in quanto
l'appaltante era il nipote dell'ex capo della Polizia e dei Servizi Segreti
Fernando Masone e erano appoggiati molto bene politicamente e tra l'altro anche
se avessi fatto denunce alla magistratura, l'allora ministro della Giustizia
era Mastella e a loro dire, era in stretto contatto con tutti gli appaltanti
del centro sud Italia.
Dopo tutto ciò
essendo sicuri di essere intoccabili avendomi fatto terra bruciata attorno, il
Direttore del Triveneto di Poste Italiane Roberto Arcuri a seguito della mia
caparbietà a non fare lavori che non mi competono per contratto o che vanno
contro la sicurezza, invia una raccomandata al mio datore di lavoro
obbligandomi a non entrare in tutti gli uffici di Poste Italiane e di
consegnare il pass di entrata, in quanto elemento indesiderato per aver
chiesto il rispetto del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro e della
sicurezza sul lavoro.
A questo punto prendo
tutta la documentazione in mio possesso ( documenti, foto e video) e vado a
presentare denuncia alla Procura della Repubblica allegando il tutto.
Dopo un mese il
mio avvocato viene convocato per consegnare alla procura tutti i numeri di
telefono di tutti i lavoratori in nero e poi il nulla.
Nessuna convocazione
e dopo 17 mesi e 8 giorni , dopo che gli appalti erano stati riconsegnati alle
stesse ditte, il capo della procura Schinaia mi archivia la denuncia senza
neanche avvisarmi come la legge prevede, con nessuna motivazione e senza
interpellare il Gip (FACCIO PRESENTE CHE ALL'EPOCA DEI FATTI OLTRE A ESSERE
PERSONA OFFESA DAI REATI ERO INCARICATO DI PUBBLICO SERVIZIO OBBLIGATO DAL
CODICE PENALE A DENUNCIARE FATTI DI RILEVANZA PENALE).
Agli atti delle indagini mancano documenti importanti.
Per questo motivo e per tutti gli altri motivi gravi ho
scritto al presidente della Repubblica e al Ministro Alfano chiedendo che
immediatamente vengano inviati gli ispettori a Verona per sequestrare e
verificare l'operato del Capo della Procura.
Ho consegnato la richiesta fatta al ministro Alfano e la
lettera al Presidente della Repubblica allegando tutta la documentazione in mio
possesso più le denunce anche a:
Procura di Roma
Procura Generale di Roma
Consiglio Superiore della magistratura.
Ho fatto altre 13
denunce querele in seguito all’archiviazione per diversi reati tutti
riconducibili alla prima denuncia sabotata e sono tutte state pilotate e
sabotate da una cerchia della magistratura che opera nelle procure di
Verona Roma Palermo e Termini Imerese .
Le denunce sono state
tutte sabotate e archiviate tramite l’abuso del mod. 45 classificando le
mie denunce criminalmente come fatti non contenenti reato per auto archiviarle
senza fare alcuna indagine o attraverso il mod. 44 classificando le mie denunce
contro ignoti pur facendo nomi e cognomi e in alcuni casi anche indirizzi e numeri
di telefono.
L'Onorevole Fini
ha posto la mia lettera denuncia all'attenzione della Commissione competente e
non ho ricevuto alcuna risposta e la stessa, non e’ mai arrivata in commissione
Parlamentare.
La mia dettagliata
denuncia si trova anche all'attenzione del Ministro Sacconi e la Direzione
Generale del Ministero del Lavoro e non ho ricevuto alcuna risposta e nessuna
ispezione e' stata fatta.
La mia denuncia
dettagliata si trova anche all'attenzione del Ministro Brunetta il quale l'ha
posta all'attenzione dell'ispettorato della Pubblica funzione a dicembre del
2008 a tutt'ora non ho ricevuto alcuna risposta e nessuna ispezione e' stata
avviata.
Il 28 aprile ho
inviato una richiesta di intervento disciplinare al CSM per i procuratori
Papalia e Schinaia che volontariamente hanno messo la mia denuncia querela a
mod. 45 per auto archiviarla senza alcuna indagine.
Ho chiamato il CSM
registrando le telefonate e mi hanno risposto che la mia richiesta era in mano
al relatore dal 5 maggio, la pratica e'
309/2010 e il 3 giugno 2010 mi informano che la mia pratica sarà messa al
vaglio del Plenum dopo il 15 giugno.
Giorno 07 giugno 2010
il CSM mi risponde con una lettera ciclostilata inserendo anche ciò che
avevo chiesto nella prima istanza , dichiarando che le richieste disciplinari
le possono richiedere solo il Ministro e il Procuratore Generale della Corte di
Cassazione e per ciò non faranno alcun intervento sia nei confronti dei
procuratori Capo e non saranno aperte le indagini sulla denuncia auto archiviata
con metodi criminali e mafiosi.
Mi invitano a
rivolgermi alle autorità competenti per denunciare civilmente o penalmente
i Procuratori Capo Papalia e Schinaia, pur avendogli consegnato nella
documentazione anche la denuncia querela presentata a Verona il 23 Febbraio
2010 nei confronti dei Procuratori Capo e gli appartenenti dei Servizi Segreti
e tutti coloro che hanno impedito , ritardato, omesso le normali procedure di
indagini, occultando documenti o presentando documenti totalmente falsi e la cosa
assurda e’ che mi dichiarano che la mia istanza era stata valutata al plenum
del 26 maggio 2010 pur non essendo assolutamente vero.
Pur essendo coinvolte
le Procure di Roma, Verona, Palermo, e
Termini Imerese in quanto le denunce querele, anche se per diversi reati,
sono tutte collegate alla prima denuncia auto archiviata , non sono mai stato convocato da nessun
Magistrato o forze dell'ordine in merito a ciò che ho denunciato.
Violando l'art 112
della Costituzione, ( il Magistrato ha l'obbligo dell'azione penale), non
viene avviata alcuna indagine o procedimento penale ne nei confronti di chi ho
denunciato e neanche nei miei confronti per calunnia, false informazioni a
pubblici ufficiali e non vengo neanche denunciato per diffamazione pur avendo
pubblicato via web e in particolar modo su facebook non solo la vicenda ma
anche le denunce scannerizzate foto e video.
L'unica cosa di cui sono certo e' che per fatto il mio
dovere, mi ritrovo disoccupato, senza
giustizia e attenzionato dalla Digos come se fossi un criminale.
Il 24 novembre 2010
il senatore Elio Lannutti ha presentato un’interrogazione Parlamentare a
risposta scritta a 4 ministeri chiedendo
di verificare tutto ciò che ho denunciato e pur essendo gravissimi reati contro
lo Stato commessi da funzionari pubblici e pubblici ufficiali, nessuno risponde
e nessuno interviene.
In pratica allo Stato
e alla Magistratura, fa comodo farmi passare per un fantasma cosi da non
fare emergere le mie denunce che provano che gli appalti speciali di Poste Italiane,
altro non sono che dei veri e propri Caporalati illeciti per sfruttare i
lavoratori e per spartirsi i proventi degli appalti finanziati dal Ministero
dello Sviluppo Economico, di fatti il mio ex Capo il sig. D’Agostino Raffaele
per farmi desistere nel denunciare e per invogliarmi a sedermi al loro tavolo
per fare discorsi grandi, mi diceva spesso che Poste Italiane e’ uno dei più’
grandi calderoni italiani dove tutti mangiano e nessuno controlla in quanto i
primi a mangiare sono i controllori.
Il 25 luglio 2011 ho
iniziato una manifestazione permanente davanti al Tribunale di Palermo dove
richiedevo con 2 cartelloni di 25 mt ciascuno , di essere processato per
calunnia almeno per poter avere un processo penale per poter dimostrare con
prove alla mano tutto ciò che ho denunciato.
Il 4 agosto 2011
ho cessato la mia manifestazione dopo aver parlato con due tenenti dei
Carabinieri e il 3 novembre scopro che il 5 agosto 2011 il Procuratore Generale
Luigi Croce su
indicazione dei Carabinieri della sicurezza del Tribunale di Palermo, senza
ascoltarmi, senza essere denunciato e processato, mi condanna all’interdizione
ad entrare presso tutti gli uffici giudiziari di Palermo e ciò per fortuna mi
viene notificato subito dopo aver parlato con il Procuratore Viola scoprendo
che il Procuratore Agueci aveva insabbiato le mie denunce archiviandole a mod.
45 senza avvisarmi e mettendo a mod. 44 (contro ignoti) una denuncia per
diffamazione a mezzo stampa contro il Giornale di Sicilia e la Sicilia.
In Pratica l’interdizione era stata fatta solo per evitare
che io potessi controllare lo stato delle denunce essendo sicuri che non avrei
trovato un avvocato che mi difendesse o che avrebbe controllato le denunce al
posto mio.
Per loro sfortuna, finalmente un avvocato con la schiena
dritta l’ho trovato e ora vedremo cosa succederà.
Inoltre, tutto ciò
che ho vissuto in questi 4 anni sarà reso pubblico attraverso la pubblicazione
di un libro che tra qualche mese sarà disponibile sia su tutto il territorio
italiano che in tutto il mondo in lingua inglese e vedremo se riuscirò ad
ottenere o no un processo.
Francesco Carbone
Villafrati (PA) 90030
3470752136
Vive a Villafrati
Data di nascita: 18 luglio 1975
Uomo
Fonte: da Facebook
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