sabato 30 marzo 2013

MARRA: POLITICI O GIORNALISTI DI ‘SUCCESSO’ SOLO SE MASSONI O BILDERBERGHINI O PRO-ILLICEITÀ BANCARIA…




Pannella si è praticamente vantato di essere massone pochi giorni fa da Radio Radicale, raccontando, tra l’altro, di quando, già qualche decennio fa, incontrò Pietro Grasso che si recava a una riunione massonica.  Del resto quello svergognato di Pannella è vicino a quella gentildonna di campagna di Bonino che, di nuovo incredibilmente, fu eletta all’epoca Commissario Europeo dal Bilderberg perché ne è membro; tant’è che nessuno ha mai sentito dire né all’uno né all’altra una parola in tema di banche, e meno che mai contro le banche.


Renzi è figlio di massone, e non so se lui stesso è massome tesserato o ‘solo’ filomassone.

Napolitano è riportato dalla rete come un orrendo comunista-massone, ma non ho sentito l’esigenza di approfondire perché mi basta sapere, con certezza, che è filo-birderberghino, come dimostra l’accanito sostegno a Monti, che ho denunziato alla procura di Roma per essere, in violazione della Costituzione e della legge Anselmi, insieme ad altri, membro del Bilderberg, e per essere stata la sua elezione alla Presidenza del Consiglio frutto di una decisione del Bilderberg.


Di Bersani non mi risulta sia apertamente iscritto al Bilderberg o alla massoneria, ma è culo e camicia con Monti e altri B&M (bildeberghini & massoni) di ferro, sicché siamo di fronte a un concorso ben più che esterno.

Berlusconi è massone e, nonostante sarebbe visceralmente contro gli apparati e sgradito ai ‘salotti buoni’ (Bilderberg), è però sempre pronto a vendere anima e corpo suoi – e quel che è peggio anche altrui – a chiunque gli ‘dia una mano’ a guadagnare qualche soldo o a tirarsi fuori dal baratro che alla fine comunque lo ingoierà.


Draghi, Prodi, Gruber e Riotta (ma anche Rossella, Veltroni, Bernabé, Telecom, Fiat, Scaroni, Tremonti e molti altri) sono anche loro membri Bilderberg.


Grillo e Casaleggio infine, a parte la nota contiguità di Casaleggio agli ambienti bancari internazionali, è ovvio che l’avere Grillo ‘rimosso’ il signoraggio, del quale è bene al corrente (è addirittura stato vicino ad Auriti, che di certo si sta rigirando nella tomba), implica che ha buoni motivi per non parlarne più e per avere escluso ogni riferimento (serio) dal programma del M5S sia al signoraggio che alla criminalità bancaria in generale.  Sa bene infatti che la corruzione, la mala politica eccetera non rubano, tutte insieme, nemmeno un millesimo di quello che rubano le banche. Buoni motivi per tacere, quelli di Grillo, rappresentati come minimo dal fatto che non parlarne è un modo per indurre i media a ‘portarlo’, sia pure subdolamente. Perché i media sono o di proprietà o sotto il controllo delle banche, e se avessero voluto affondarlo sarebbe bastato riprendere un po’ la storia delle 13 società offshore che – tragicomicamente per uno che non fa altro che aggredire gli esportatori di denaro all’estero – ha fondato usando come testa di legno il suo autista.


La peggiore però è la magistratura, che è il vero colpevole di tutto, perché il problema non è che il ‘ladro’ voglia rubare, ma che il ‘gendarme’ gli si è venduto.

Alfonso Luigi Marra

Fonte: visto su Signoraggio.it. il blog di Gino, il 29 marzo 2013

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