Il ministro Giulio Terzi di Sant'Agata davanti ai due marò
di Toni Capuozzo
23 marzo 2013,
Un Paese non vive, e non muore, di solo spread. I due
fucilieri di marina stanno viaggiando verso l’India. Il balletto del governo
italiano ha messo insieme cedimenti, tradimenti della parola data, sussulti di
orgoglio tardivo e ancora cedimenti. Non fosse una vicenda drammatica, si
direbbe che siamo su Scherzi a parte.
Ma hanno scherzato con la memoria di due pescatori uccisi –
i due marò ancora …negli ultimi interrogatori hanno ribadito la propria
innocenza: hanno sparato in acqua e contro un’imbarcazione che non era il St
Anthony – e con la vita, la dignità e l’equilibrio di due servitori dello
Stato.
E’ inutile chiedersi cosa abbiano da dire i tanti
giustizialisti italiani davanti alle violazioni del diritto internazionale.
Chedersi cosa abbiano da dire i tanti che alzavano il
sopracciglio a ogni sorriso di Sarkozy, a ogni battuta di socialdemocratico
tedesco, a ogni sortita di Berlusconi, a ogni articolo di Economist: dov’è il
prestigio dell’Italia, adesso, che rating assegnarci ?
Serve sorridere amaro dei tanti sorrisi di compatimento
davanti all’ignoranza dei neoparlamentari, adesso che siamo davanti allo
spettacolo dell’incapacità di tecnici di lungo corso ?
Possiamo pensare allo stato d’animo di tanti connazionali in
divisa, che stanno a Kabul o si preparano per il Mali : per quale Paese
rischiano la vita ?
Siamo legittimati a preoccuparci per il fragilissimo governo
che verrà, quando constatiamo che abbiamo un governo in carica tremebondo e
balbettante, che smentisce se stesso ?
Fa male pensare ai due marò, convinti con cinque ore di
discussione a ripartire, inghiottendo per disciplina mesi e giorni di
illusione, un obbedisco senza stima per chi ordina. Fa male pensare alle
famiglie, a come macerano in silenzio i ringraziamenti di appena pochi giorni
fa.
Fa male essere italiani, qualche volta.
Fonte: visto su Fisto AN-ANALISI DIFESA del 23 marzo 2013
Link: http://www.analisidifesa.it/2013/03/a-volte-fa-male-essere-italiani/
di Gianandrea Gaiani
Doveva ripristinare la credibilità internazionale
dell’Italia e invece il governo Monti è riuscito, quasi a tempo scaduto, a far
sembrare un atto eroico anche l’8 settembre.
Il voltafaccia con il quale i “tecnici” dell’esecutivo
italiano hanno deciso di consegnare nuovamente Salvatore Girone e Massimiliano
Latorre agli indiani passerà alla Storia come l’atto più ignobile compiuto
dall’Italia nei confronti dei suoi militari. Patetici i tentativi di
giustificare la decisione con nuove garanzie offerte dall’India (delle quali
Nuova Delhi non ha fatto menzione) quando a indurre il governo a rimangiarsi la
decisione di far restare in Patria i due fucilieri sono state evidentemente le
minacce di ritorsioni economiche da parte dell’India, peraltro ampiamente
prevedibili. Le “nuove garanzie”, come ha spiegato il sottosegretario agli
Esteri Staffan De Mistura, sono che ai marò in caso di condanna non sarà
applicata la pena di morte e che potranno risiedere nell’ambasciata di Delhi
con libertà di movimento. Condizioni che però esistevano già prima dell’11
marzo, quando la Farnesina notificò che i fucilieri non sarebbero rientrati a
Delhi. E che fine ha fatto la pretesa di ottenere una sentenza circa la
giurisdizione?
Con la supponenza che ha sempre contraddistinto i suoi
rapporti con l’opinione pubblica, il governo Monti ci prende per fessi dal
momento che l’accordo bilaterale ratificato nei mesi scorsi dai due parlamenti
prevede già il rimpatrio degli indiani condannati in Italia e degli indiani
condannati in Italia. Il governo ci informa che Girone e Latorre “hanno
aderito” alla valutazione di riportarli a Nuova Delhi nonostante la Procura di
Roma avesse iniziato l’indagine su quanto accaduto il 15 febbraio 2012:
circostanza che giustificherebbe il fermo dei due militari da parte delle
autorità giudiziarie italiane.
La madre di tutte le buffonate, che dimostra quale rispetto
per gli italiani nutrano gli esponenti del governo tecnico, è rappresentata dal
tentativo di De Mistura di “riscrivere” la decisione dell’11 marzo di negare il
rientro in India ai due militari facendola apparire come un provvedimento
temporaneo. Spavaldamente, sfidando il ridicolo, De Mistura ha detto che “la
parola data da un italiano è sacra: noi avevamo solo sospeso” il rientro in
India “in attesa che New Delhi garantisse alcune condizioni”.
La nota della Farnesina dell’11 marzo non parlava però di
”sospensione” ma comunicava che ”l’Italia ha informato il governo indiano che,
stante la formale instaurazione di una controversia internazionale tra i due
Stati, i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non
faranno rientro in India alla scadenza del permesso loro concesso.” Per
ricomporre la crisi l’India pretendeva la restituzione dei due fucilieri di
Marina, come aveva ribadito ieri il ministro della Giustizia indiano, Ashwani
Kumar. Il governo Monti ha obbedito ponendo l’Italia sotto la giurisdizione di
Nuova Delhi.
Grazie al professore e al suo esecutivo ci rammaricavamo che
l’Italia fosse ormai il 17° lander della Germania ma a quanto pare ci è andata
anche peggio diventando il 29° Stato della Federazione Indiana.
Fonte: visto su AD-ANALISI DIFESA del 22 marzo 2013
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