L’importante non è il governo che c’è o il paese in cui
vivi, ma solo se hai la libertà perché quel governo e quel paese non te l’hanno
rubata.
Sono arrivato domenica scorsa a Manchester e stasera sono a
Kettering. In 4 giorni ho visitato per motivi di lavoro tre stabilimenti di
aziende del settore FOOD, il primo piuttosto piccolo, il secondo di medie
dimensioni, il terzo dal quale sono uscito poc’anzi è grandissimo, una specie
di Barilla del Nortonhamptonshire. In
mezzo a un parco di alberi secolari e grandi prati. Mi sono detto: come in
brianza !!! uguale. Dove ai parchi
abbiamo sostituito l’asfalto dei piazzali, e parallepipedi di cemento armato
prefabbricato grigi e anonimi, e palazzine uffici prefabbricate anch’esse,
adiacenti sempre al loculo (capannone !!!) della produzione, tanto per tenere
sempre tutto sotto controllo. Non vero, rag. Brambilla ?
Anche l’architettura in fondo parla del paese in cui ti
trovi. In Italia abbiamo il Colosseo e la fortezza di Tiberio a Capri, il
teatro greco di Taormina e i bronzi di Riace, le gondole dei canali di Venezia
e il palazzo della Signoria, ma lasciandoci tutte queste meraviglie, i nostri
antenati sono stati avari di fantasia e bravura da lasciarci in dote, oppure come
sono portato a credere, l’abbiamo ricevuta quella dote, e svenduta al primo
immobiliarista di passaggio, per la lottizzazione artigianale fuori paese,
direzione Usmate Velate, al primo palazzinaro di periferia per 120 villette a
schiera chiamato “sotto la madonnina” solo perché ogni villetta ha una finestra
che guarda nella direzione del duomo di Milano, che in linea d’aria è solo a 19
km!! Insomma la campagna inglese è un’altra cosa, e
l’Italia da qui sembra neppure esistere, sebbene ci sia nato e ci continuo a
vivere senza sapere più perché da tanti anni.
Sono 4 giorni che non incontro persone tristi, rassegnate o
demotivate.
Sono 4 giorni che non sento neppure citare la parola di moda
dalle nostre parti: crisi.
Sono 4 giorni che vedo gente che lavora, ricerca, studia e
si inventa di tutto per il miglioramento delle performances delle proprie
aziende.
Sono 4 giorni che vedo e incontro gente riunita in sala, che
ascolta, spiega, commenta, impara, insegna e poi agisce nel proprio reparto,
nel proprio ufficio.
E l’Italia dell’industria che conosco mi sembra sempre più
lontana. Quell’italia dove fare riunioni è solo perdita di tempo, dove formare
il personale una follia, pianificare strategie di mercato, di prodotti uno
sport per consulenti e manager della bocconi. Sarà per questo che qui i
ristoranti sono pieni e le autostrade pure. Pieni di bella gente i primi e terribilmente
cariche di tir e merci le seconde. Ma questo è quello che io vedo. Mentre in
Italia, in giro per lo stivale è una desolazione immensa. E non parlo delle
autostrade, che sono sempre e comunque desolate anche se sono piene come qui e
ormai deserte come da noi.
Sono 4 giorni è vero, che sopporto di cenare alle 6.30 del
pomeriggio, che nei menù che mi presentano devo adoperare tutto il mio buon
senso, la conoscenza della lingua e sottoporre a interrogatorio di terzo grado
la cameriera, e nonostante tutto finire per mangiare la solita bistecca alta
due centimetri e patate fritte a volontà. Del pane neanche l’ombra, ti scappa pure la
voglia di chiederlo. E’ vero pure che in hotel al mattino, cerco disperatamente
del latte e un liquido coloro marrone scuro per sognare un cappuccino, anche se
la schiuma non c’è e il colore dell’intruglio è tutto tranne che l’italica
pozione del mattino. Consumo a faccia
bassa, rosso di vergogna mentre intorno è tutto un effluvio di salsicce con
fagioli e uova con prosciutto. Lo
scontro mattutino tra gli anglossasoni effluvi e il mio desiderio di cappuccino
è come un calcio nello stomaco. Esco sconvolto degli olezzi, ma giuro che mi
sento corrazzato come un panzern e pronto ad affrontare la giornata, tra
bicchierate di liquido marrone per tortura e tramezzini infarciti di ogni ben
di dio, tranne che di quel poco che in italia fa anche di un tramezzino una
goduria.
E’ vero pure che i miei colleghi del momento, uno scozzese e
un irlandese, prima di cena trangugiano, come stanno facendo adesso che vi
scrivo, i due barili di birra pari a un litro o litro e mezzo. E sebbene
cortesemente accenno “no, thanks”, loro replicano “sure ?” non riesco a
dire il mio “yes sure” che mi ritrovo il barilotto di birra gelata anche per
me, mentre fuori è a meno due. E devo trangugiare !! Quando si dice l’italiano
le pubblic relations.
Ho provato a chiedere ai miei due colleghi, cosa pensano
della separazione degli Scottish dai British, e anche a qualcun’altro in giro.
Tutti sanno che il referendum è già fissato per il 2014 (mi pare in settembre)
e tutti con parole diverse mi hanno detto che l’importante non è il governo che c’è o il paese in cui vivi, ma solo
se hai la libertà perchè quel governo e quel paese non te l’hanno rubata.
Quando sento questo, sono sempre più sicuro che i miei antenati non potevano essere
affatto latini. Dal mare del Nord al canale della Manica su una cosa
concordano tutti: stare fuori e lontano
dall’euro e liberarsi al più presto dalle burocrazie e dalle commissioni di
Bruxelles.
Vi prego mandatemi un messaggio di conforto e
incoraggiamento perchè possa ancora tornare in Italia ?
Fonte: srs di A.Trunfio, da
Rischio Calcolato del 7 febbraio
2013
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