Il digiuno consente un periodo di depurazione dell’organismo ed è accettato come terapia che favorisce il miglioramento della prestazione psicofisica.
Nel 2005, un gruppo di ricercatori danesi pubblicarono
uno studio sul digiuno sul prestigioso Journal Applied of Physiology.
Questa è
la loro introduzione alla ricerca:
“Il nostro genoma è stato probabilmente selezionato
durante il periodo tardo-paleolitico (50,000-10,000 AC), durante un periodo in
cui l’uomo era cacciatore-raccoglitore. A quel tempo non vi erano garanzie a
trovare cibo, con conseguenti alterni periodi di abbondanza e di
carestia. Inoltre, l’attività fisica doveva essere una parte della vita
quotidiana dei nostri antenati, per il foraggio e quindi la caccia per il cibo.
Queste oscillazioni cicliche oscillazioni tra periodi di abbondanza e carestie,
e quindi in anche in riserve di energia, nonché tra esercizio e di riposo,
hanno caratterizzato il periodo tardo-paleolitico, che hanno guidato la
selezione di geni coinvolti nella regolazione del metabolismo. Così il nostro
genotipo selezionato secoli fa per favorire un ambiente con oscillazioni di
riserve energetiche esiste ancora, con poche o nessuna modifica.”
In origine, quando l’uomo aveva a che fare con la natura
selvaggia, vi erano periodi di digiuno forzato, o meglio di carestia.
L’”evolversi” della civiltà ha ridotto i periodi di digiuno e posto invece
l’attenzione sui pasti. In una società “bulimica” come la nostra, dove gli
eccessi (beni superflui, di cibo, di pseudo-divertimenti, alcolici, droghe)
sono all’ordine del giorno, è utile ritornare ad esser consapevoli di ciò che è
essenziale. Sono tante le forme di digiuno che possono aiutarci in questo
senso.
Le religioni stesse in passato hanno ceduto sulla sostanza,
in favore del potere secolare: nel Cristianesimo il digiuno del venerdi si è
trasformato in digiuno dalla sola carne, per poi trasformarsi in abbuffate di
pesce e farinacei; per le altre religioni è accaduto qualcosa di molto simile,
ed abbiamo così dimenticato il significato profondo di questa pratica.
L’atteggiamento dei medici del passato nei confronti del
digiuno fa riflettere: non immaginate quanta importanza essi gli attribuissero
e come già allora lo conoscessero sotto aspetti che noi oggi dobbiamo
“riscoprire”.
Uno dei padri fondatori della medicina moderna, Galeno,
diceva:
“L’anima viene soffocata da troppo grasso e da troppo
sangue, e allora diventa incapace di comprendere e valutare le cose divine e
celesti”.
Avicenna, un noto medico del Medioevo, curava i suoi
pazienti col digiuno.
Ippocrate spiegava “La fame agisce con grande
potenza sulla natura umana, e può essere intesa come un mezzo che porta alla
guarigione”
In parole povere Ippocrate sottolineava come il senso della
fame fosse direttamente proporzionale alla guarigione che il corpo stava
vivendo. Effettivamente basti pensare
che una persona disintossicata e con sangue depurato fa molta meno fatica a
digiunare per diversi giorni.
Uno dei più famosi igienisti alimentari sostenitori del
digiuno fu Herbert Shelton, autore di numerosi libri e ricerche. La
sua opera maggiore fu Il digiuno può salvarvi la vita nel quale riporta
esperienze e casistiche di centinaia di guarigioni dei suoi pazienti tramite
digiuno.
Oggi nella medicina ufficiale il digiuno ha perso la
rilevanza di un tempo e spaventa la stessa classe medica.
Fortunatamente esistono ancora centri di digiuno-terapia in
Italia. Sono però ancora pochi i medici di oggi che credono in questa pratica
terapeutica e che la applicano.
L’attaccamento esagerato al cibo secondo il mio parere
diventa spesso una gratificazione sostitutiva, il segno di un vuoto interiore.
Viceversa non dobbiamo collegare la parola digiuno con la parola anoressia.
Quest’ultima è il segno di un disagio
interiore legato al rifiuto indiscriminato e inconsapevole di quelli che sono i
veri nutrimenti di corpo e anima (aria sana, abitudini di vita salubri,
serenità interiore, interruzione del digiuno con cibi vitaminizzanti ed
energetici come la frutta e la verdura, esposizione al sole, ecc).
Chi digiuna
consapevolmente difatti dà grande importanza al nutrimento sottile della natura
proveniente dal sole, dall’aria, dall’acqua, ambiente, ecc…
In Occidente la fame spirituale ed emotiva viene colmata con
beni materiali e cibo spazzatura (fast food, dolci artificiali, prodotti
surgelati, aromi, bevande alcoliche e gasate).
La gratificazione si è spostata sul piano dell’oralità; il
sentirsi soddisfatti si è spostato sul piano del gonfiore addominale.
Il duro lavoro su se stessi, la sobrietà, la disciplina,
l’armonia spirituale vengono troppo spesso ridicolizzati e banalizzati in
questa società.
Il digiuno vissuto in modo consapevole permette alle energie
normalmente impiegate per la digestione e la peristalsi intestinale di essere
indirizzate verso nuove vie: l’eliminazione delle scorie, la pulizia di
cellule, tessuti, organi, ghiandole; l’abbassamento dei livelli di colesterolo;
l’aumento dell’ormone Gh durante i primi 5 giorni; maggiore lucidità e minore
stanchezza; pulizia del corpo e dell’anima e non solo…
Come è importante la
disciplina, allo stesso modo è fondamentale evitare di sentirsi in colpa se una
tantum si mangia un cibo non ottimale per la nostra salute.
Sentirsi liberi di interrompere il digiuno per motivi
sociali o lavorativi diminuisce i livelli di stress e rende più piacevole il
percorso.
Per digiunare è indispensabile L’AUTODISCIPLINA. Quest’ultima
richiede sacrifici, per questo spaventa molte persone già alle prese coi mille
problemi della vita. Ecco perché risulta più facile banalizzare e criticare il
digiuno. Spesso confondiamo il piacere istintuale con il vero piacere
intuitivo.
Nessuno dei due è da condannare; la scelta dipende
esclusivamente dalle priorità e dal percorso di ogni individuo.
“Per coloro che sono forti e capaci di dominarsi, tutto va
bene; si potrebbe quasi dire che tutto è permesso, poiché essi sanno come tutto
può essere utilizzato per il bene.
Ai deboli, invece, bisognerebbe
proibire persino il Cielo, perché il Cielo li renderà folli.
Sì, ecco ciò che spesso può anche sconvolgere le persone: il
Cielo, ossia la purezza, la bellezza, la luce.
Nell’Inferno, invece, in mezzo a tutti i diavoli, esse
trovano il proprio posto e si sentono benissimo.
Eh sì, con i deboli bisogna continuamente prendere delle
precauzioni, perché tutto diventa pericoloso: l’amore, la saggezza, la gioia….
Non si sa come potranno sopportarlo o cosa ne faranno.
Anche vivere può essere pericoloso per alcuni. Allora, cosa
rimane di buono per loro?
Quante regole morali sono state dettate a causa della
debolezza degli esseri umani! Ma il giorno in cui essi diverranno veramente forti
e padroni di sé, non sarà loro proibito più niente.”
Omraam Mikhaël Aïvanhov
Fonte: visto su Salute e Libertà si conquistano ogni giorno
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