La strage di Parigi è il risultato di una superficialità
della Civiltà occidentale nei confronti di culture intrise di fondamentalismi
incapaci di una convivenza con altri criteri culturali e
religiosi. L’Europa ha sottovalutato e sottovaluta un doveroso
accompagnamento di chi proviene da culture e società integraliste e che rifiutano
dialogo e integrazione.
La tolleranza non porta ad una rispettosa convivenza. È
il dialogo e la rilettura della dignità della persona nei suoi diritti e doveri
(sia uomo o donna, bambino o anziano) che i responsabili del vivere civile
devono curare.
La satira è un linguaggio da sempre presente, anche
nella Roma antica, che può essere compreso solo da chi sa che l’integralismo è
figlio della paura dell’altro o di un narcisismo sterile ed aggressivo. La
satira educata sdrammatizza ed offre un sorriso liberatorio.
L’Europa deve riprendere seriamente la sua identità
annebbiata da un secolarismo e relativismo che la corrodono. I valori che
vengono dal cristianesimo hanno fatto l’Europa sia occidentale che orientale
così come essa è, nelle sue luci e nelle sue ombre. Chi viene deve trovare una
civiltà e una società, pur nella pluralità, consapevole dei suoi valori e
pronta a farli conoscere e, nello stesso tempo, capace di dialogare per
comprendere pregi e limiti di chi proviene da una concezione culturale diversa.
L’Europa, che fu patria dei diritti umani, non può
non farsi carico dell’educare ad una integrazione che liberi da rigidità
integraliste e chiedere rispetto per il patrimonio dei suoi popoli. Il dialogo
è il vero campo per liberare dalle tentazioni delle “guerre sante” che ormai in
diversi modi sono presenti in molti Paesi dell’Occidente.
È la persona umana con i suoi doveri e i suoi diritti
che deve essere al centro dell’attenzione culturale, sociale, politica e
religiosa.
Se si è colpito Parigi, tutti i nostri Popoli sono sotto
tiro, perché è in atto una convinzione che gli integralisti islamici hanno
fatto propria: che questa Europa moralmente “liquida” va distrutta con la
sua cultura, la sua società e la sua religione.
Credo sia terminato il tempo delle alchimie buoniste. È
doveroso che si facciano sentire ed operino coloro che sono preposti al bene
comune con scelte che non misconoscano i valori della nostra identità e si
adoperino per una integrazione personale e collettiva di chi si è stanziato in
Europa.
Un “occhio di riguardo” va anche dato a coloro che in
nome di una morbosa e falsa laicità attentano costantemente alle fondamenta
dell’anima dell’Europa che sono i valori contenuti nell’antropologia cristiana.
La lotta contro i segni della cultura cristiana, come
il crocefisso, il presepe, il patrimonio artistico musicale, pittorico e
letterario sono attentati all’identità della stessa Europa, va fermata se non
si vuole diventare apolidi ed inutili interlocutori in questo contesto
interculturale.
Fonte: srs di Ettore Malnati da LA NUOVA BUSSOLA QUOTIDIANA del 11 gennaio
2015
Nessun commento:
Posta un commento