Nota personale:
La democrazia è semplicemente il governo dei criminali, che
ingannando il popolo riescono a prenderne il potere, a discapito dei giusti e
del resto delle masse, che per loro ignoranza avvalorano i loro stessi boia. Su
questi troni dove siedono gli incapaci e i vili, prospereranno i peggiori
oppressori dell'umanità intera.
Per quanto si sforzino gli idioti a dimostrare che la
democrazia sia uno strumento di libertà, tutti i fatti esaminati a mente lucida
dimostrano invece i gravi danni che le società hanno subito adottando tali
forme di governo, e che in questo tipo di società proprio la libertà tanto
propagandata è quella che invece viene a mancare.
Non è un caso se i criminali e i corrotti possano avere modo
di prosperare solo nella democrazia, come un parassita può prosperare solo
finché non è riconosciuto come tale.
La soluzione a questo cancro democratico, non può essere
certamente il ritorno alle monarchie dinastiche, ne tantomeno affidarci ancora
a questa truffa della democrazia e i suoi idioti che la sostengono, sia per
vile interesse personale che per gli interessi dell'elite finanziaria
globalista, loro burattinai, che solo grazie alla democrazia possono agire
indisturbati;
è necessario restaurare una aristocrazia spirituale, che
deve guidare i popoli non governarli, questa aristocrazia deve essere scelta
tra i migliori esseri, tra i più spirituali, valorosi, intelligenti, di alta e
vera moralità provata dai fatti, non dalla vile propaganda, questi devono
essere scelti fin da piccoli per le loro doti naturali, e istruiti all'arte del
governo, affinche possano divenire le guide saggie del proprio popolo, che
siano legati in modo dissolubile al popolo stesso, e che si adoperino per la
prosperità di tutti, prorpio come era il consiglio di atlantide.
white wolf
ANONIMO ATENIESE, LA
DEMOCRAZIA COME VIOLENZA
«L'attaccamento che gli uomini provano per la libertà e
quello che risentono per l'eguaglianza sono due cose distinte - scriveva Aléxis
de Tocqueville -; non esito ad aggiungere che sono anche disuguali: l'uno muta
incessantemente d'aspetto, si riduce, si dilata, s'afforza, si debilita secondo
gli eventi, l'altro è sempre uguale a se stesso, sempre teso al medesimo
obiettivo col medesimo ardore ostinato e talora cieco».
L'anonimo che nel quinto secolo avanti Cristo compose questo
trattatello sul Sistema politico ateniese (il primo esemplare superstite
di prosa attica) ha per l'appunto questo obiettivo: di mostrare come la cieca
uguaglianza democratica vigente in Atene abbia dato vita al sistema
maggiormente lesivo della libertà dei «migliori». La democrazia è dunque per lui
- nel pieno valore etimologico - «violenza del popolo», ed il mondo intero (non
solo Atene) è diviso tra «buoni» e «canaglia» in lotta incessante e
irrimediabile. La sua riflessione nondimeno lo porta a concludere - ed è qui la
sua originalità - che la democrazia, il «predominio della canaglia», proprio
nel suo pessimo funzionamento, è un sistema a suo modo perfetto.
Luciano Canfora
PERCHÉ MAI DOVREBBE GOVERNARE LA CANAGLIA?
Anonimo ateniese, La democrazia è il governo della canaglia
La democrazia come violenza; Sellerio, Palermo 1982
“A me non piace che gli Ateniesi abbiano scelto
un sistema politico, che consenta alla canaglia di star meglio della gente per
bene. Poiché però l’hanno scelto, voglio mostrare che lo difendono bene il loro
sistema, e che a ragion veduta fanno tutto quello che gli altri Greci
disapprovano.
Dirò subito che è giusto che lì i poveri e il popolo contino
più dei nobili e dei ricchi: giacché è il popolo che fa andare le navi e ha
reso forte la città. E lo stesso vale per i timonieri, i capi rematori, i
comandanti in seconda, i manovratori, i carpentieri: è a tutta questa gente che
la città deve la sua forza, molto più che agli opliti, ai nobili, alla gente
per bene. Stando così le cose, sembra giusto che le magistrature siano
accessibili a tutti — sia quelle sorteggiate che quelle elettive —, e che sia
lecito, a chiunque lo voglia, di parlare all’assemblea.
Ancora. Il popolo non ama rivestire quelle magistrature
dalla cui buona gestione dipende la sicurezza di tutti e che invece, se rette
male, comportano rischi: perciò esclude dal sorteggio il comando dell’esercito
e il comando della cavalleria. Queste cariche preferisce lasciarle ai più
capaci. Invece cerca di rivestire tutte quelle che comportano uno stipendio ed
un profitto immediato.
C’è chi si meraviglia che gli Ateniesi diano, in tutti i
campi, più spazio alla canaglia, ai poveri, alla gente del popolo, anziché alla
gente per bene: ma è proprio così che tutelano — come vedremo — la democrazia.
Giacché appunto, se stanno bene e si accrescono i poveri, la gente del popolo,
i peggiori, allora si rafforza la democrazia.
Quando invece il popolo consente che prosperino i ricchi e
la gente per bene, non fa che rafforzare i propri nemici. Dovunque sulla faccia
della terra i migliori sono i nemici della democrazia: giacché nei migliori c’è
il minimo di sfrenatezza e di ingiustizia, e il massimo di inclinazione al
bene; nel popolo invece c’è il massimo di ignoranza, di disordine, di
cattiveria: la povertà li spinge all’ignominia, e così la mancanza di
educazione e la rozzezza, che in alcuni nasce dall’indigenza.
B. Uno però
potrebbe dire che non li si doveva lasciar parlare tutti indiscriminatamente
all’assemblea, o accedere al Consiglio, ma consentire ciò solo ai più bravi e
ai migliori.
A. No. Proprio
perché all’assemblea lasciano parlare anche la canaglia, si regolano nel modo
migliore. Se all’assemblea parlasse la gente per bene, o partecipasse ai
dibattiti del Consiglio, gioverebbe ai propri simili, non al popolo. Ora invece
può levarsi a parlare qualunque ceffo e perciò persegue l’utile suo e dei suoi
simili.
B. Si potrebbe
obiettare: ma un tipo del genere come può capire ciò che conviene a lui o al
popolo?
A. Ma loro
capiscono che la stupidità, la ribalderia, la complice benevolenza di costui
giova di più che la virtù, la saggezza e l’ostilità della gente per bene.
Naturalmente una città dove si vive così non è la città ideale! Però è proprio
questo il modo migliore per difendere la democrazia.
B: Il popolo non
vuoi essere schiavo in una città retta dal buongoverno, ma essere libero e
comandare: del malgoverno non gliene importa nulla.
A: Ma proprio da
quello che tu chiami "malgoverno" il popolo trae la sua forza e la
sua libertà. Certo, se è il buongoverno che tu cerchi, allora lo scenario è
tutt’altro: vedrai i più capaci imporre le leggi, e la gente per bene la farà
pagare alla canaglia, e sarà la gente per bene a prendere le decisioni
politiche, e non consentirà che dei pazzi siedano in Consiglio o prendano la
parola in assemblea. Così in poco tempo, con saggi provvedimenti del genere,
finalmente il popolo cadrebbe in schiavitù.
[...]
Io dico dunque che "il Popolo di Atene" sa ben
distinguere i cittadini dabbene dalla canaglia. Ma, pur sapendolo, predilige
quelli che gli sono benevoli ed utili, anche se sono canaglie, e la gente
dabbene la odia proprio in quanto per bene: pensano infatti che la virtù, nella
gente per bene, sia nata per nuocere al popolo, non per giovargli.
B: Al contrario
però, ci sono alcuni che, pur essendo di nascita innegabilmente popolare, hanno
nondimeno una natura diversa da quella del popolo.
A: Ma io al
popolo la democrazia gliela perdono! È comprensibile che ciascuno voglia
giovare a se stesso. Chi invece, pur non essendo di origine popolare, ha scelto
di operare in una città governata dal popolo piuttosto che in una oligarchica,
costui è pronto ad ogni malazione, e sa bene che gli sarà più facile occultare
la sua ribalderia in una città democratica anziché in una città oligarchica.
Insomma, per quel che riguarda il sistema politico ateniese, io dico che non mi
piace affatto, ma che — dal momento che loro hanno voluto un regime democratico
— lo difendono bene, agendo appunto nel modo che ho descritto.
[...]
A. Molto si può
fare in Atene col danaro, e ancor più si potrebbe se se ne desse di più. Però
so bene che la città non sarebbe ugualmente in grado di sbrigare gli affari di
tutti i postulanti, qualunque somma di argento o di oro uno offrisse. E poi c’è
da giudicare quest’altro genere di cause: se uno non ha riparato la nave, o
costruisce su suolo pubblico; e poi occorre dirimere le liti per l’assegnazione
dell’allestimento dei cori per le varie feste: Dionisie, Targelie, Panatenee,
Prometie, Efestie – il tutto ogni anno. Ogni anno vengono eletti quattrocento
trierarchi, e anche tra costoro si debbono regolare ogni anno le eventuali
controversie. E poi debbono sottoporre all’esame i magistrati ed espletare i
relativi processi, fare l’esame degli orfani e nominare i guardiani delle
prigioni. Anche questo ogni anno. Poi, di tanto in tanto, debbono sbrigare
processi per diserzione, o se si verifica improvvisamente qualche crimine, o si
compiono insoliti oltraggi o atti di empietà. E tralascio molte altre cose: ho
citato quelle più grosse, tranne la definizione dei tributi (che avviene ogni
quattro anni).
[...]
B: Secondo me c’è
ancora un altro campo in cui gli Ateniesi si comportano male: quello della
politica estera. Quando ci sono città divise da lotte civili, loro si schierano
sempre con gli elementi peggiori.
A: Ma lo fanno a
ragion veduta. Se si schierassero coi migliori, sceglierebbero di non
appoggiare quelli che nutrono le loro stesse aspirazioni. Giacché in nessuna
città l’elemento migliore è favorevole al popolo, bensì — dovunque — l’elemento
peggiore: il simile favorisce il proprio simile. È per questo che gli Ateniesi
scelgono sempre ciò che si addice loro. Ogni volta che hanno tentato di
schierarsi coi migliori, è andata male. Per esempio in Boezia: in poco tempo,
il popolo è caduto in servitù. Un’altra volta, a Mileto, quando vollero
appoggiare i migliori, questi poco dopo defezionarono e fecero a pezzi i
democratici. E quando si schierarono con gli Spartani contro i Messeni, accadde
che, poco dopo, gli Spartani — piegati i Messeni — erano in guerra con gli
Ateniesi.
Anonimo ateniese
Fonte: visto su Antica
fratellanza Lupi Bianchi del 19 settembre 2014
Link: http://whitewolfrevolution.blogspot.it/2014/12/la-democrazia-e-il-governo-dei-criminali.html#more
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