di Francesca Morandi
Molti italiani ancora non lo capiscono:
l’euro è il problema, non la soluzione. Lo afferma un’analisi del
settimanale britannico The Spectator che, in
un articolo intitolato “Il declino terminale
dell’Italia e nessuno ha lo stomaco di fermarlo”, dipinge un quadro
desolante sulla decadenza economica e politica dell’Italia, definita
prigioniera dell’unione monetaria senza un’unione politica e privata dei mezzi
per risollevarsi, come la tradizionale medicina valutaria della svalutazione.
L’economia italiana è in stagnazione dal 2000 –
scrive The Spectator. Inoltre, negli ultimi cinque anni ha subito una
contrazione del 9.1%. Peggio ancora, il
mese scorso è entrata in deflazione - quello che tutti temevano - che in
Giappone ha causato una stagnazione dell’economia per 20 anni. L’esperienza
dell’Italia all’interno dell’unione monetaria europea è stata particolarmente
dolorosa – continua.
Gli italiani sono entrati nell’euro seguendo il
gregge (europeista, ndr), senza un serio dibattito, ma con una tale euforia di
firmare che hanno accettato un tasso di cambio con la lira troppo alto. I
prezzi dei beni essenziali, come sigarette, caffè e vino, sono raddoppiati nel
giro di una notte, mentre i salari sono rimasti fermi.
Quando la crisi è arrivata l’Italia, prigioniera
di un’unione monetaria senza un’unione politica, non è stata in grado di
fare nulla, e senza poter ricorrere alla tradizionale medicina della moneta, la
svalutazione.
Certo, afferma ancora The Spectator, l’Italia
non può dare la colpa di tutti i suoi problemi all’unione monetaria. L’euro non
ha causato la catastrofe ma ha privato l’Italia di uno dei mezzi per
combatterla, la svalutazione appunto, e ha accentuato le sue debolezze
strutturali.
Citando il movimento di Beppe Grillo e la Lega
Nord come unici sostenitori dell’uscita dall’euro, il settimanale del Regno
Unito rileva che molti italiani non l’hanno ancora capito: l’euro è il
problema, non è la soluzione. L’unica altra alternativa, prosegue, è una
reale austerità, in via drastica, ma non la seguiranno a meno che non si
trovino di fronte una pistola puntata.
The Spectator rileva poi che l’unica strada per
la ripresa permessa da Bruxelles e Berlino – quella dell’austerità – è stata
controproducente. Se l’austerità deve stimolare la crescita, deve essere
fatta fino in fondo, il che inevitabilmente porta a terribili sofferenze
(sociali) e il rischio di agitazioni di massa. Nessun politico italiano ha
lo stomaco di farlo. L’analisi economica cita altri punti deboli dell’Italia
come
Giudizi severi sono rivolti anche al
Mezzogiorno, definito il Sud senza speranza dell’Italia, come la Sicilia,
ad esempio, che ha assunto 28mila poliziotti forestali - più del Canada - e ha
950 autisti di ambulanze che non hanno ambulanze da guidare. Se il governo italiano tiene davvero
all’imprenditoria italiana deve mettere in atto urgenti e drastici tagli non
solo al corrotto e parassitario settore statale, ma anche alle tasse e ai costi
del lavoro, scrive ancora il giornale britannico che cita l’annunciato
licenziamento di 182 componenti di orchestra e coro del Teatro dell’Opera di
Roma per evidenziare le tutele eccessive di alcune categorie di lavoratori. I
musicisti dell’Opera – evidenzia - lavorano 28 ore a settimana, vengono pagati
con un salario annuale di 16 mesi e hanno assurdi vantaggi come ricevere uno
stipendio doppio, se si esibiscono all’aria aperta, perché è umido e questo
comporta rischi per la salute.
Una stoccata è data anche alla “Casta
politica” che tutt’oggi vanta stipendi d’oro, mentre il Paese è al
collasso. Con uno stipendio annuale lordo di 136.120 euro all’anno, il doppio
di quello dei britannici – sottolinea The Spectator -, i parlamentari italiani
sono i più pagati di tutto il mondo civilizzato.
Fonte: da
L’ANTIDIPLOMATICO del 24 ottobre
2014
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