«Fin dal 2008 le università americane hanno
collaborato con il Pentagono per studiare le dinamiche dei movimenti sociali
nel mondo», spiega
Glen Ford, commentatore radiofonico
americano, fondatore di “Black Agenda
Report” e autore di “The Big Lie: An
Analysis of U.S. Media Coverage of the Grenada Invasion”.
Gli ultimi avvenimenti, il quadro
internazionale, le scelte politiche e militari degli anni recenti lo hanno
spinto ad un’analisi provocatoria e molto dura.
«L’obiettivo
degli studi sul terrorismo sta nell’individuare possibili vettori di
resistenza, che vengono identificati e eradicati, come una malattia. Il
cosiddetto “Minerva Initiative” considera l’intero pianeta come un territorio
nemico».
Ford spiega come il Dipartimento della Difesa
americano consideri «sostenitore della
violenza politica»
chiunque «si opponga alla politica militare americana nel mondo, alle politiche repressive degli alleati
americani, al sistema giudiziario americano improntato alla repressione
razziale».
«Il
Pentagono definisce questo nuovo campo della ricerca come “studi sul
terrorismo” e ne spiega la finalità, cioè il rafforzamento di quella che viene chiamata “guerra al terrore”».
Attraverso il “Minerva Initiative”, continua Ford, «i militari hanno commissionato alle università studi su come gestire le
popolazioni insoddisfatte nel mondo, inclusi gli Stati Uniti, e quel progetto è
stato l’oggetto di un articolo sul “Guardian” del dottor Nafeez Ahmed,
accademico che studia questioni di sicurezza internazionale».
Guerra totale
contro il pianeta: «Il progetto Minerva
ha pagato ricercatori della Cornel University per scoprire quando i movimenti
sociali raggiungono una massa critica di persone, a quale livello divengono un
pericolo per lo status quo. Nel linguaggio degli studi sul terrore, questi
individui diventano contagiosi, come i vettori delle malattie. E neutralizzarli
diventa lavoro per gli warfighters».
«L’università
di Washington – aggiunge Ford – sta studiando i movimenti su larga scala che
coinvolgono moltissime persone in 58 paesi. Ecco quindi perché le agenzie di
intelligence americane stanno intercettando i telefoni e le comunicazioni
Internet di pressochè tutta la popolazione del pianeta. Stanno mappando i
network umani, le miriadi di associazioni per trovare possibili vettori di
resistenza».
I militari Usa e
l’intelligence hanno ad esempio «consultato
gli accademici per studiare le dinamiche della rivoluzione egiziana nel 2011,
delle elezioni russe nel 2011, della crisi dei sussidi petroliferi in Nigeria nel 2012
e delle proteste al Gazi Park in Turchia nel 2013, sempre con l’intento di
prevenire il contagio per diffusione. L’esercito americano si sente coinvolto
in una guerra totale contro il pianeta Terra. Quando i legislatori americani dicono di voler difendere la
sicurezza nazionale da tutti i potenziali nemici, in realtà stanno difendendo
l’ordine capitalistico prevalente contro tutti i movimenti sociali che
potrebbero opporvisi, dovunque sul pianeta».
Fonte: visto su LIBRE del 21 agosto 2014
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