di GILBERTO ONETO
Che il “patriottismo sia l’ultimo rifugio dei mascalzoni”
lo aveva affermato Samuel Johnson anche senza conoscere l’Italia di
oggi. Se avesse assistito all’ultima puntata di “Servizio Pubblico” sarebbe
sicuramente stato assai meno moderato nel linguaggio.
La presenza di Eva Klotz, che ha detto solo una serie
di cose di normale buon senso, ha scatenato la reazione rabbiosa di tutti i
presenti, che hanno messo da parte ogni divisione ideologica, partitica e
politica. Tutti si sono accaniti contro la signora Klotz con astio, cattiveria,
mediterraneo complesso di superiorità. Tutti – comunisti, fascisti – si sono
gettati con livore, sghignazzando, facendo battute idiote, sfoderando i
peggiori luoghi comuni patriottici, con il supporto di una claque di grillini e
sinistri che si è trasformata per l’occasione nella folla oceanica di
Piazza Venezia: roba da “spezzeremo le reni al Tirolo”, roba da far commuovere
il cuore cingolato del Presidente.
Nessuno dei tromboni presenti ha saputo entrare nella
vera essenza della questione: i crucchi sono crucchi e tanto basta!
Neppure Travaglio, che è il più intelligente di tutti e che qualche
trascorso autonomista ce l’ha fra le pieghe del suo lungo curriculum, è
riuscito a evitare di sprofondare nel banale, nel corale “dagli all’untore” in
difesa dei sacri confini della Patria. “Il Piave mormorò non passa lo
straniero!”
Tutti quelli che si illudono che con questa gente si
possa ragionare, che la sinistra sia diversa dalla destra, che i grillini
siano alternativi eccetera, hanno avuto un’altra piccola ma significativa
dimostrazione di cosa sia l’Italia. Davanti
al pericolo di qualche cambiamento, di poter perdere qualche privilegio, di non
avere più Mamma-Stato che provvede per i meno fortunati (e cioè, di solito, per
i più furbi), tutti i patrioti, tutti quelli che in qualche modo vivono di
Italia o che sono troppo stupidi per capire che stanno tenendo bordone a quelli
che lo fanno (e bene), tutti mostrano il petto a difendere il menù tricolore.
Se poi l’eroica e corale mobilitazione di popolo la si fa contro una signora
gentile e sola, tanto meglio. È il genere di battaglie che il patriottismo
italiano preferisce. E sono anche le sole che sia mai riuscito a vincere.
I coglioni lo fanno perché l’hanno letto sul libro Cuore.
I furbi lo fanno per una decisa difesa dei loro interessi. La provincia di
Bolzano è ben poca cosa; i suoi abitanti sono meno numerosi degli zingari che
girano per la Lombardia. Si potrebbe anche fare il bel gesto di lasciarli
andare. Oltre a tutto i patrioti ripetono da decenni il mantra (falso) che il
Sud Tirolo prenda un sacco di soldi dallo Stato. Ragione di più per lasciarli
andare per la loro strada.
Perché questo accanimento alla Enrico Cadorna? Perché sanno bene che anche un piccolo
precedente potrebbe essere fatale per uno Stato in condizione comatosa, che
emette solo grugniti e rantoli. Il Sud Tirolo sarebbe come la fessura in
cui teneva il dito il ragazzino di Harlem: se si molla lì viene giù
tutto. Quindi, tutti quelli che vogliono libertà, autonomia e indipendenza
devono essere a fianco dei sudtirolesi, assieme a quella piccola donna coraggiosa
che si chiama Eva Klotz.
Lo dovrebbero capire soprattutto quelli che vanno a Roma
a fare i “saggi”, che credono che si possa trattare, negoziare, “allearsi col
diavolo” e tutte le altre balossate che sono venute fuori negli ultimi decenni
per frenare la voglia di libertà della nostra gente.
“Servizio Pubblico” lo ha davvero fatto un servizio
pubblico: ci ha fatto vedere chi sono i nemici. Fascisti, progressisti,
grillini, finti liberali, comunisti e opportunisti: fanno finta di discutere e
litigare per continuare a mungere le comunità padano-alpine. Oggi siamo
tutti tirolesi!
Fonte: srs di
Gilberto Oneto, visto su L’Indipendenza del 7 aprile 2013-04-07
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