L’euro ha centrato il suo obiettivo: …ovvero quello di
distruggere le nazioni europee in soli 10 anni!
“L’idea che
l’Euro sia un fallimento è stupidamente errata, l’Euro sta provocando ciò per
cui è stato progettato dal suo ideatore e da quel 1% di oligarchi che l’hanno
imposto“.
Così ha scritto il
giornalista americano Greg Palast sul Guardian del 26 giugno 2012,
ricordando che “l’ideatore”, Robert Mundell, ha sempre visto la sua
creatura (l’euro) come l’arma che avrebbe spazzato via norme e regolamenti sul
lavoro; “Ho conosciuto Mundell tramite il mio docente universitario Milton
Friedman“.
Palast descrive bene
l’idea di Mundell: “L’Euro inizia davvero a svolgere il suo compito in tempi
di crisi, infatti la moneta unica e soprannazionale toglie ai governi eletti la
possibilità di usare politiche creditizie e fiscali capaci di farci uscire
dalla crisi, in quanto pone le politiche monetarie al di fuori dalla portata
dei politici (eletti) e, senza queste prerogative, l’unico modo che hanno i
governi per cercare di mantenere i posti di lavoro è quello di ridurre regole e
diritti verso imprese e lavoratori, tutto nel nome della concorrenza”. Per
Mundell niente deve interferire col MERCATO“.
Palast continua
dicendo che Mundell gli spiegava che “l’euro è tutt’uno con la Reaganomics;
la disciplina monetaria impone la disciplina fiscale ed agisce anche sui
politici (servi del mercato invisibile… sic), e quando la crisi morde allora
alle nazioni resta ben poco da fare se non liberalizzare, privatizzare,
deregolamentare e soprattutto distruggere il welfare garantito dallo Stato“.
Il termine “riforme
strutturali” non è altro che un eufemismo per nascondere l’annullamento dei
diritti dei lavoratori (e degli imprenditori…), Mundell sostiene che “l’unione
monetaria è una guerra di classe con altri mezzi” (tradotto
dall’academico-politichese: la classe oligarchica contro il 99% dei cittadini).
Fonte: visto su MoviSsol
del 30 giugno 2012
ROBERT MUNDELL, IL
GENIO DEL MALE DELL’ EURO
Per l’architetto dell’euro, prendere le decisioni di
macroeconomia senza la partecipazione dei politici eletti e stringere i tempi
della deregolamentazione erano una parte del piano.
L’idea che l’euro abbia "fallito" è
pericolosamente ingenua. L’euro sta facendo esattamente quello che il suo ideatore
– e quell’1% di ricchi che decisero di adottarlo – aveva previsto e per
cui era stato programmato.
Nella foto: Robert Mundell
Questo progenitore è l’economista Robert Mundell, che lavorò all’Università di
Chicago. L’architetto della "supply-side economics" è ora professore
alla Columbia University, ma io lo conoscevo perché era in contatto con il mio
professore di Chicago, Milton Friedman,
con cui lavorò nella ricerca su valute e tassi di cambio che sarebbe stata la
base del progetto di unione monetaria europea e della moneta comune europea.
Mundell, all’epoca, era più interessato ad arredare il suo
bagno. Il Professor Mundell, oltre ad aver vinto un Premio Nobel possedeva
anche una antica villa in Toscana, e mi disse, irritato:
"Non vogliono nemmeno farmi costruire un bagno. Qui
ci sono delle regole che mi dicono che non posso trasformare questa stanza in
un bagno! Ci potresti credere ?" (l premio Nobel ha comprato nel 1969 a Siena Palazzo Santa Colomba: gli piace forse la bellezza ? O era solo un
"Investimento?")
Come spesso accade, non lo so. Ma io non ho una villa in
Italia, quindi non posso nemmeno immaginare quali frustrazioni possa creare un
regolamento catastale sulla costruzione di servizi igienici.
Ma Mundell, un canadese-americano, di quelli che possono
fare tutto, voleva fare qualcosa anche per questo: e venne fuori con un’arma
capace di spazzare via le regole e i regolamenti governativi sul lavoro. (Odiava
veramente gli idraulici e il loro sindacati che volevano un sacco di soldi per
spostare il suo water.)
"E ‘molto difficile licenziare i lavoratori in
Europa", si lamentò. Ma trovò una risposta: l’euro.
L’euro sta facendo bene il suo lavoro quando la crisi
colpisce, ha spiegato Mundell. L’aver rimosso i controlli di un governo sulla
moneta sta evitando che piccoli e fastidiosi funzionari eletti dal popolo
utilizzino gli strumenti monetari e fiscali Keynesiani per tirare fuori una
nazione dalla recessione. "Si deve
lasciare la politica monetaria fuori dalla portata dei politici", ha
detto. "[E], senza poter manovrare la politica fiscale, l’unico modo con
cui le nazioni possano sostenere il livello occupazionale è dare spazio alla
concorrenza riducendo le norme in materia di business."
Parlava di leggi del lavoro, di regolamenti sull’ambiente e,
naturalmente, di tasse. Con l’euro tutto sarebbe stato spazzato via. La democrazia, in questo modo, non
sarebbe più riuscita a interferire con il mercato e nemmeno con l’impianto
idraulico.
Come dice un altro premio Nobel, Paul Krugman, la creazione della zona euro ha violato la regola
base dell’economia nota come "area monetaria ottimale". Grazie a una
delle regole escogitate da Bob Mundell.
Ma questo non preoccupava Mundell. Per
lui, l’euro non doveva trasformare
l’Europa in una forte entità economica unificata . Si
preoccupava piuttosto di Reagan e della Thatcher.
"Ronald Reagan non sarebbe stato eletto Presidente
senza l’influenza di Mundell", ha scritto una volta Jude Wanniski sul Wall
Street Journal. Le supply-side economics ( Nota 1) introdotte da Mundell sono
diventate il modello teorico per Reaganomics – o come George Bush Sr.
diceva L"economia voodoo": il credo nella panacea della magia
del libero mercato, che ha ispirato le politiche della Thatcher.
Mundell mi ha spiegato che, di fatto, l’euro è un tutt’uno
con le Reaganomics: "Una Disciplina monetaria deve imporre anche una
disciplina fiscale ai politici."
E quando cominciano le crisi, le nazioni economicamente
disarmate hanno poco altro da fare, se non cancellare massicciamente le regole
sociali, privatizzare indiscriminatamente le industrie statali , tagliare le
tasse e buttare il welfare state giù per lo scarico.
Così, vediamo che il (non eletto) Primo Ministro Mario
Monti sta cambiando completamente il diritto del lavoro in Italia per
rendere più facile ai datori di lavoro, come Mundell , di licenziare gli
idraulici toscani.
Mario Draghi, il (non eletto) Capo della Banca Centrale
Europea, chiede "riforme strutturali" – un eufemismo per
distruggere i contratti collettivi di lavoro. Tutti parlano di una teoria
nebulosa che questa "svalutazione interna" , dovrà far funzionare in
ogni nazione e permetterà a tutti di essere più competitivi.
Monti e Draghi non possono credibilmente spiegare come, se
tutti i paesi del continente deprezzano la loro forza lavoro, sarà possibile
ottenere un vantaggio competitivo.
Ma non c’è bisogno di spiegare le loro politiche, ma solo
guardare come stanno lasciando lavorare i mercati con i titoli sovrani di ogni
nazione. Quindi, l’unione
monetaria è una guerra di classe con
altri mezzi.
La crisi in Europa e le fiamme in Grecia hanno fatto
amalgamare meglio tutti i componenti di quello che il re dei filosofi della “
supply side economics” Joseph Schumpeter chiamava la "distruzione
creativa". Schumpeter , sostenitore del libero mercato
dell’apologeta Thomas Friedman, è subito volato ad Atene per vedere la banca
bruciata, come fosse un "provvido tempio" dove sono morte tre persone
dopo un bombardamento di fuoco di manifestanti anarchici, e non ha perso
l’occasione per fare la sua omelia sulla globalizzazione e sulla
"irresponsabilità" della Grecia.
Le fiamme, la disoccupazione di massa, la svendita dei beni
nazionali, dovrebbero produrre quello che Friedman chiama "rigenerazione" della Grecia
e, in definitiva, dell’intera zona euro. Così Mundell e tutti quegli altri che
hanno una villa in Toscana, potranno spostare i loro dannati cessi ovunque
vogliano e adesso potranno farlo con meno fastidi.
Nessun fallimento quindi anzi, l’euro, che era una creatura
di Mundell, ha fatto molto di più di quanto probabilmente aveva sognato il suo
papà.
Greg Palast
Fonte: http://www.guardian.co.uk
Link: http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/jun/26/robert-mundell-evil-genius-euro?INTCMP=SRCH
Tradotto per www. ComeDonChisciotte.org da ERNESTO CELESTINI
Nota 1 :
La supply-side economics enfatizza il ruolo
dell’offerta (supply-side) nello stimolare la crescita economica, in
contrapposizione alle teorie keynesiane che si focalizzano sulla domanda
aggregata di beni e servizi, sostenendo che è compito dello stato intervenire
con misure di sostegno alla domanda qualora la domanda aggregata sia insufficiente
a garantire il pieno impiego o comunque il raggiungimento degli obiettivi di
politica economica prestabiliti.
Il sostegno all’offerta deve avvenire,
secondo i sostenitori di questa teoria, attraverso l’effetto-incentivo di una
minore tassazione. La minor tassazione, stimolando il risparmio e gli
investimenti, e influendo le scelte individuali, ad esempio sul lavoro,
stimolerebbe una maggiore crescita, capace di far aumentare le entrate fiscali
nonostante la diminuzione delle aliquote. Inoltre la supply-side causerebbe
effetti positivi sul tasso di inflazione grazie allo stimolo dell’offerta.
Alcuni tra gli esponenti più radicali della teoria hanno fatto parte
dell’amministrazione Reagan.
Fonte: qui l’articolo originale: http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/jun/26/robert-mundell-evil-genius-euro?INTCMP=SRCH
Fonte: visto su http://www.comedonchisciotte.org
del 2 agosto del 2012
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