Enrico Mattei
saltò in aria con il suo aereo il 27 ottobre del 1962, poche ore prima tenne un
discorso memorabile a Gagliano
Castelferrato (Enna), dove disse ai siciliani che il petrolio trovato nelle
loro terre gli avrebbe portato benessere e avrebbe fatto in modo che la gente
non emigrasse più e che, anzi, sarebbero ritornati gli emigrati.
Infine si
scagliò contro le multinazionali estere.
Di seguito vi riportiamo il discorso integrale con le parti
evidenziate in cui parla del risveglio della Sicilia, forse fu questa la causa
del suo omicidio?? L’ Italia Unita
S.P.A. voleva tenere la Sicilia sempre come colonia interna?
I fatti giudiziari nati successivamente alla sua morte,
portano purtroppo a pensare proprio questo…
“Prima di tutto desidero ringraziarvi di questa calda
accoglienza che abbiamo ricevuto, qui, nel vostro paese. Oggi si
affacciano alla mia memoria quegli anni che possiamo considerare lontani,
dell’immediato dopoguerra, quando nessuno credeva alle reali possibilità dei
nostro sottosuolo. Noi cominciammo una lotta dura, fra l’ostilità di coloro che
non credevano a queste possibilità dei nostro paese, poi giungemmo alle
scoperte della valle Padana che hanno rivoluzionato – come diceva poco
prima il vostro onorevole Lo Giudice – la valle Padana e l’alta Italia. Quando
chiedemmo di venire in Sicilia, trovammo che non eravamo di moda: allora
erano in momento favorevole tutte le compagnie petrolifere straniere. Io
debbo ringraziare la Regione siciliana di averci dato tutto quello che in
pratica era rimasto, che gli altri non avevano scelto. Volevamo dimostrare anche alla Sicilia
quello che potevano veramente fare gli italiani, gli italiani che si rendevano
conto di quello che poteva significare questo tipo di progresso per la
Sicilia.
Vennero i nostri primi geologi e gli scienziati, le prime
squadre cominciarono il lavoro, svolto tra l’incredulità ed una certa
ostilità. Arrivammo al rinvenimento del petrolio di Gela: a Gela oggi sta
sorgendo un enorme complesso. Il vostro presidente, ieri, ci ha onorato di
una visita e si è reso conto di che cosa si può fare in Sicilia. Il nostro
ringraziamento va a tutti i nostri scienziati, ai nostri operai, ai nostri
tecnici, a tutti coloro che giornalmente si impegnano nella dura fatica di
trovare nelle viscere della vostra terra le ricchezze che vi sono
nascoste. Avete visto con quanto impegno ci siamo messi in questa impresa:
momenti di attesa, di speranza, di lavoro duro, di polemiche ideologiche
contro di noi. Siamo arrivati a scoprire il metano anche a Gagliano: di
questo ringraziamo il Signore Iddio, perché gli uomini possono stabilire
con i loro mezzi se ci sono le condizioni favorevoli, ma è solo
l’aiuto divino che può far arrivare gli uomini a dei successi. Le risorse
e le riserve che sono state messe alla luce sono importanti, però
probabilmente lo saranno ancora di più perché prosegue il lavoro di
ricerca dei nostri tecnici. Noi siamo convinti che la vostra terra conserva
ancora beni nascosti, perciò noi siamo impegnati con tutti i nostri
uomini. Dovete ringraziare veramente il vostro presidente per quello che
ha fatto per questo paese, per questa provincia povera.
Amici miei, anche io vengo da una provincia povera, da
un paese povero come il vostro. Pure oggi c’è qua della nostra gente – io
sono marchigiano, quelli sono paesi poverissimi – che viene a lavorare in
Sicilia: perché prima di qui, in alta Italia e nel centro Italia, abbiamo fatto
ricerche minerarie come queste, e quindi abbiamo creato le scuole, abbiamo
creato gli uomini che operano in Sicilia e pensiamo di mandare anche
siciliani in altre zone d’Italia. Poi, con le riserve che sono state
accertate, una grande ricchezza è a disposizione della Sicilia.
Amici miei, noi non vi porteremo via niente. Tutto quello
che è stato trovato -che abbiamo trovato – è della Sicilia, e il nostro sforzo
è stato fatto per la Sicilia e per voi. Giustamente il vostro presidente
diceva che noi non abbiamo nessun profitto personale. E’ vero: noi
lavoriamo per convinzione. Con la convinzione che il nostro paese, e la
Sicilia, e la vostra provincia possano andare verso un maggior benessere;
che ci possa essere lavoro per tutti; e si possa andare verso una maggiore
dignità personale e una maggiore libertà.
Amici miei, io vi dico solo questo: noi ci sentiamo
impegnati con voi per quanto c’è da fare in questa terra. Noi non portiamo
via il metano; il metano rimane in Sicilia, rimane per le industrie, per
tutte le iniziative, per tutto quello che la Sicilia dovrà esprimere”.
Dalla piazza una voce interrompe: “Così si può levare
questa miseria di Gagliano”.
Rivolgendosi all’anonimo, Mattei dice:“Amico mio, io non
so come lei si chiami, ma anch’io ero un povero come lei; e anch’io ho dovuto
emigrare perché il mio paese non mi dava lavoro; sono andato al Nord, e
adesso dal Nord stiamo tornando al Sud con tutta l’esperienza acquistata.
Noi ci impegniamo con le nostre forze, con le nostre conoscenze, con i
nostri uomini, a dare tutto il nostro contributo necessario per lo
sviluppo e l’industrializzazione della Sicilia e della vostra provincia. Io vi
devo chiedere – come ho già chiesto al sindaco – scusa di non
essere venuto prima. Ma sono gli impegni che abbiamo in tutto il mondo: ci
sono 50 mila persone che oggi operano in questo gruppo; e su 50 mila
persone ci sono mille e seicento ingegneri, 3 mila periti industriali e
geometri, 2 mila dottori in chimica e in economia, 300 geologi, decine di
migliaia di specialisti che si muovono in tutto il mondo. E tutto questo
porta lavoro, porta responsabilità, porta un grande impegno; ma io conoscevo
esattamente la situazione di Gagliano, delle sue riserve, di questo lavoro,
delle possibilità che esistono per l’avvenire. Le abbiamo seguite giorno
per giorno, con ansia, e qualche volta, molte volte, ne eravamo felici. Ora su
questo si deve innestare un successivo lavoro, si devono innestare
industrie che dovranno portare in questa zona benessere e ricchezza.
Noi ci impegniamo insieme con voi, con tutti. Potete contare sulla nostra
opera, come avete potuto contare su tutto quanto abbiamo compiuto fino ad
oggi senza che ci fosse stato richiesto. L’abbiamo compiuto perché sapevamo
– se arrivava il successo – di poter raggiungere dei risultati che
cambiano la fisionomia della vostra regione. E noi andremo avanti in
questo, seguiteremo il nostro lavoro di ricerca perché più risorse vengano
reperite, queste risorse sono tesori. I tesori non sono i quintali
di monete d’oro, ma le risorse che possono essere messe a disposizione
dei lavoro umano.
Amici, desidero ancora ringraziarvi per queste vostre
accoglienze che io sapevo mi avreste fatto, ma non così calorose come
invece ho trovato, perché so che vi rendete conto dello sforzo che abbiamo
compiuto e di ciò che vi portiamo, e quindi fra di noi non poteva esserci
che simpatia e fiducia. Sapevo che un giorno sarei venuto in mezzo a voi, che
voi mi avreste guardato con simpatia e con affetto. Abbiamo discusso, con
i vostri rappresentanti, dei vostri problemi, molti dei quali non sono che
problemini. Non assorbiremo 70 persone, ma tutti coloro che potrete darmi,
tutti, e sarà necessario che tornino molti di quelli che sono andati all’estero
perché a Gagliano avremo bisogno anche di loro. Noi non vi porremo dei
limiti. Noi vogliamo solo stabilire una collaborazione che duri sempre.
C’è una scuola di qualificazione da fare? Mi darete il vostro contributo,
indicandomi i corsi che dovranno essere istituiti. Sono piccoli problemi: l’importante è questa
enorme massa di risorse che da oggi è messa a disposizione della Sicilia,
e sulla quale si potrà e si dovrà costruire, se ci sarà l’impegno di
tutti”.
(ENRICO MATTEI, discorso ai cittadini di Gagliano
Castelferrato (En), 27 ottobre 1962, due ore prima di morire)
Fonte: da BRIGANTI.it del 2 ottobre 2012
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