Vi segnaliamo un interessante libro di uno scrittore inglese
Martin Solly che nel 1995 analizzava la società italiana partendo dal dato di
fatto dello scarso o finto patriottismo che ci contraddistingue.
Il libro si chiama: “Xenophobe’s guide to the Italians” ,
ancora una volta autori stranieri (il più importante fu certamente lo storico
Smith) vedono cose nella nostra finta patria che noi autoctoni non riusciamo a
vedere.
Vi trascrivo integralmente l’introduzione così da capire
tutto il senso del libro.
IL POPOLO ITALIANO
Gli italiani non sono un’etnia definita, ma un insieme di
popolazioni differenti.
Tendono a pensare a se stessi e agli altri in primo luogo
come romani, milanesi, siciliani o fiorentini, e in seguito come italiani.
Molto poco unisce Torino a Bari, o Napoli a Trieste, eccetto
l’autostrada, la ferrovia e la Chiesa Cattolica.
Ogni tanto gli italiani cercano di comportarsi come una
nazione e fanno grossi sforzi per essere nazionalisti, per esempio quando la
nazionale di calcio riscuote successi durante il campionato mondiale.
Ma principalmente gli italiani si sentono tali quando sono
all’estero: in una gelateria di Melbourne in Australia, in una miniera belga o
ad una partita di calcio negli Stati Uniti.
L’identità è importante per gli italiani. Forse proprio
perchè sono piuttosto insicuri della loro italianità e non esattamente in grado
di dire cosa significhi, sentono invece fortemente le loro radici.
“Di dove sei?” è una domanda importante per un italiano e
richiede una risposta esauriente. Diversamente da un inglese o da un americano,
nessun italiano è mai in imbarazzo quando questa domanda gli viene posta.
Gli italiani sanno esattamente da dove vengono, e portano
quel luogo con sè per tutta la vita.
Dichiarare la propria origine è strettamente connesso con il
concetto chiave del “campanilismo” che letteralmente significa “fedeltà al
proprio campanile” ; in pratica esso presuppone il pensare che la propria città
natale sia la migliore del mondo.
Gli italiani amano la loro città di origine e trovano
difficile esserne allontanati. Questo attaccamento alla città, comunque,
presuppone grande concorrenza, che è particolarmente forte tra paesi, città,
provincie e regioni vicine.
La rivalità è così accesa che spesso gli italiani non hanno
tempo per altro, perchè sanno bene che quelli di altre famiglie, paesi, città o
regioni non sanno comportarsi come si deve e sono inaffidabili. Come sarebbe
bella l’Italia senza gli altri italiani!
Tratto da Martin Solly; Xenophobe’s guide to the Italians
, Orsham, Ravette Books, 1995
Fonte: Briganti.info del 6 febbraio 2015
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