venerdì 13 febbraio 2015

IL POPOLO ITALIANO




Vi segnaliamo un interessante libro di uno scrittore inglese Martin Solly che nel 1995 analizzava la società italiana partendo dal dato di fatto dello scarso o finto patriottismo che ci contraddistingue.

Il libro si chiama: “Xenophobe’s guide to the Italians” , ancora una volta autori stranieri (il più importante fu certamente lo storico Smith) vedono cose nella nostra finta patria che noi autoctoni non riusciamo a vedere.

Vi trascrivo integralmente l’introduzione così da capire tutto il senso del libro.


IL POPOLO ITALIANO

Gli italiani non sono un’etnia definita, ma un insieme di popolazioni differenti.

Tendono a pensare a se stessi e agli altri in primo luogo come romani, milanesi, siciliani o fiorentini, e in seguito come italiani.

Molto poco unisce Torino a Bari, o Napoli a Trieste, eccetto l’autostrada, la ferrovia e la Chiesa Cattolica.

Ogni tanto gli italiani cercano di comportarsi come una nazione e fanno grossi sforzi per essere nazionalisti, per esempio quando la nazionale di calcio riscuote successi durante il campionato mondiale.

Ma principalmente gli italiani si sentono tali quando sono all’estero: in una gelateria di Melbourne in Australia, in una miniera belga o ad una partita di calcio negli Stati Uniti.

L’identità è importante per gli italiani. Forse proprio perchè sono piuttosto insicuri della loro italianità e non esattamente in grado di dire cosa significhi, sentono invece fortemente le loro radici.

“Di dove sei?” è una domanda importante per un italiano e richiede una risposta esauriente. Diversamente da un inglese o da un americano, nessun italiano è mai in imbarazzo quando questa domanda gli viene posta.

Gli italiani sanno esattamente da dove vengono, e portano quel luogo con sè per tutta la vita.

Dichiarare la propria origine è strettamente connesso con il concetto chiave del “campanilismo” che letteralmente significa “fedeltà al proprio campanile” ; in pratica esso presuppone il pensare che la propria città natale sia la migliore del mondo.

Gli italiani amano la loro città di origine e trovano difficile esserne allontanati. Questo attaccamento alla città, comunque, presuppone grande concorrenza, che è particolarmente forte tra paesi, città, provincie e regioni vicine.

La rivalità è così accesa che spesso gli italiani non hanno tempo per altro, perchè sanno bene che quelli di altre famiglie, paesi, città o regioni non sanno comportarsi come si deve e sono inaffidabili. Come sarebbe bella l’Italia senza gli altri italiani!

Tratto da Martin Solly; Xenophobe’s guide to the Italians , Orsham, Ravette Books, 1995


Fonte: Briganti.info del 6 febbraio 2015



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