Enrico Bernardi guida sulle strade di Verona la prima auto a benzina del mondo
La storia di Enrico Bernardi è la storia esemplare di
un pioniere dell'automobile, che tanto fece per portare sulle strade di allora
(era il 1898) le prime "carrozze" che si muovevano a quattro ruote
senza l'ausilio di un traino di cavalli.
Strade polverose, poco più che piste bianche, ma che già
vedevano apparire i primi mostri che si sfidavano su raid estenuanti per
allora, come la Torino-Asti Alessandria-Torino, o la Verona-Brescia-Mantova-Verona.
Ancora pochi anni e le auto avrebbero dominato le strade d'Europa.
Intanto Enrico
Bernardi, veronese, nato nel 1841, inventava carburatori, valvole di
aspirazione, albero a camme, camera di
compressione. E ancora: la lubrificazione, il carter ermetico, il
raffreddamento ad acqua. Oltre, naturalmente, al cambio, alla frizione, allo
sterzo. Insomma, l'automobile.
Purtroppo furono i più veloci (e pratici) Daimler e Benz
ad ottenere il riconoscimento delle proprie invenzioni ed a
brevettarle prima di lui.
L'auto di Bernadi motorizzata "PIA" presso la sede centrale dell'ACI di Verona
Nel 1884 realizzava a Quinzano
di Verona il primo prototipo di veicolo con motore a benzina nel mondo, con
tre ruote, azionato da “PIA” un motore di piccola potenza. (al
motorino iniziale diede il nome della figliola Pia) Il prototipo fu poi presentato all'esposizione
internazionale di Torino del 1884 ed è attualmente conservato presso la facoltà
di ingegneria a Padova.
Il motore originale "PIA"
Nel 1894 Enrico Bernardi realizzava il suo veicolo con
motore a benzina e, per produrlo, nello stesso anno veniva fondata la Miari & Giusti, prima fabbrica
italiana di automobili.
Di lui restano pochi ricordi: le sue auto si limitarono a
qualche conquista locale, ma non superarono lo scoglio del 1900.
E, per lui, nemmeno una lapide: la sua tomba,
infatti, non ha resistito al passare degli anni.
Fonte: liberamente tratto da srs di Federica Ameglio
BERNARDI ENRICO ZENO
Enrico
Bernardi, insieme alla moglie, prova la vettura a tre ruote sulle strade della
Lessinia.
di Mario Medici
BERNARDI, Enrico Zeno. - Nacque a Verona il 20 maggio
1841 da Lauro, medico-fisico, e da Bianca Carlotti. Compì gli studi ginnasiali
nella città natale; ancora studente, allestì due interessanti modelli: uno era
relativo a una locomotiva a vapore con distribuzione dell'inversione del moto a
un solo eccentrico, l'altro era inerente a una macchina alternativa a vapore
per impianti fissi; per essi ottenne una menzione onorevole nella sezione della
meccanica all'Esposizione provinciale veronese d'agricoltura, industria e belle
arti (1856-1857)
Compiuti gli studi universitari a Padova, il Bernardi nel
1863 si laureò in matematica. Nel quadriennio seguente ricoprì successivamente,
e anche contemporaneamente, gli incarichi di assistente agli insegnamenti di
geodesia, idrometria, meccanica razionale e fisica sperimentale. Fu poi
professore di fisica e di meccanica e preside nell'istituto tecnico di Vicenza,
ove nel 1870 compì un interessante studio sull'eclisse solare, i cui risultati
vennero compendìati nell'opera Importanza di un'eclisse totale di sole (Vicenza
1870). Socio corrispondente dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti,
ne divenne membro effettivo nel 1878.
Nel 1874 il Bernardi dette inizio agli studi e alle ricerche
sui motori a gas illuminante, costruendo un motorino della potenza di appena
1/50 di KW, che consumava proporzionalmente circa il 20% in meno dei
contemporanei motori germanici, di potenza 8o volte maggiore, costruiti da
Langen-Otto.
Nel biennio 1875-76 diresse a Vicenza la fonderia e tomeria
Mori. Nel 1878 costruì un secondo motorino a gas illuminante, con stelo dello
stantuffo agente direttamente sulla manovella e non tramite dentiera e
rocchetto, come negli altri motori del tempo. Pubblicò in questi stessi anni i
risultati dei suoi studi negli Atti dell'Istituto veneto di scienze lettere
ed arti (Studi sopra i motori atmosferici a gas,s. 5, IV [1877-78],
pp. 1123-89).
Nel 1879 il Bernardi vinse la cattedra di macchine
idrauliche termiche ed agricole presso l'università di Padova. Ottenne nel 1882
un attestato di privativa industriale per tre anni per il ritrovato
"motore a scoppio, a gas, per le piccole industrie ". Il brevetto
relativo (n. 14.46o) fu il primo per un motore a combustione interna operante
secondo un ciclo atmosferico e ad azione diretta. Nel 1884 egli realizzò e
provò il suo primo motore alleggerito a benzina per l'autolocomozione.
Nel trentennio del suo insegnamento all'università di Padova
il Bernardi elaborò i più importanti lavori scientifici e ideò i ritrovati più
geniali nel campo della meccanica della locomozione con motori a benzina. Al
motorino iniziale diede il nome della figliola Pia e lo presentò nella sezione
della meccanica (la XVIIa) all'Esposizione nazionale di Torino del 1884, ove
venne premiato con medaglia d'argento. I suoi studi e le sue ricerche si
concentrarono, nel quadriennio 1885-89, sull'ideazione e costruzione di un
motore a benzina per l'autolocomozione, che venne brevettato nel 1889 con
rivendicazioni di varie caratteristiche tecniche originali: il cilindro-motore
a camera di compressione diretta, con valvola di distribuzione in testa
azionata mediante un bocciolo su albero secondario e leva a bilancere; un
regolatore di velocità ad asse orizzontale con molla antagonista a tensione
variabile a volontà; un carburatore di benzina a livello costante, mantenuto
tale grazie a un galleggiante operante sulla valvola di presa dei carburante,
corredata di un dispositivo di regolazione a mano, che ha precorso i modemi
carburatori a getto polverizzato di benzina; il carburatore era posto nella
testata e formava gruppo con la valvola d'aspirazione, mentre la vaschetta del
carburante era separata. Lo spruzzatore della benzina, ideato dal Bernardi, è
veramente interessante dal lato teorico: esso era a luce anulare, regolabile
mediante la variazione della posizione di un ago conico d'acciaio.
Nel campo dell'autotrazione, inoltre, il Bernardi propose e
realizzò uno sterzo corretto a cinque aste articolate, caratterizzato da una
soluzione matematicamente esatta del problema della sterzatura in curva: un
cambio di velocità a tre marce e retromarcia; una trasmissione a catena con
baricentro dislocato in posizione tale da assicurare una grande stabilità
all'autovettura; l'adozione di cuscinetti a sfera sugli alberi del cambio,
della trasmissione e degli assali e di un innesto a frizione con cono
d'attrito, determinante l'avvolgimento a spirale di una fune metallica.
Tra i vari sistemi brevettati citiamo: brevetto 30.928 del
21 giugno 1895 "Carrello motore per veicoli su strade ordinarie e
trasmissione pneumatica per comandare il movimento ";
brevetto 43.230 del 9 giugno 1897 "Nuovo motore a
scoppio di gas specialmente applicabile per dare movimento ad un veicolo";
brevetto 46.601 del 22 febbr. 1898 "Collegamento
cinematico Bernardi per lo sterzo delle ruote direttrici di automobili e
velocipedi";
brevetto 47.857 del 30 giugno 1898 "Sistema Bernardi
per ottenere la circolazione dell'acqua fredda intorno ai cilindri dei motori a
scoppio e delle macchine pneumofore ".
Sul problema dello sterzo corretto dei veicoli il Bernardi tornò
successivamente pubblicando i risultati dei suoi studi negli Atti
dell'Istituto veneto (Sistema pratico di semplici aste articolate che
risolve il problema dello sterzo corretto per automobili, LXIII, 2
[1903-04], pp. 915 bis-959;
Soluzione del problema generale dello sterzo corretto con
sole aste articolate per un sistema rotolante comunque complesso, LXIV, 2
[1904-05], pp. 1331-1345).
Dalla minuscola motocicletta azionata con motore da 1/3 di
CV, avente alesaggio 65,5 e corsa 80,2 mm, e ruotante a 500 giri al minuto,
realizzata per il figlio Lauro cinquenne nel 1884, al motoscooter a tre ruote in
fila del 1892 e alla vettura automobile a tre ruote, che cominciò a circolare
nel 1894, fu un continuo susseguirsi di geniali concezioni innovatrici per la
tecnica motoristica.
Nel 1894 si costituiva a Padova la società Miari e Giusti,
trasformata poi in accomandita Miari e Giusti per la fabbricazione industriale
di motori e di vetture automobili Bernardi e, il 5 maggio 1899, in Società
Italiana Bernardi.
Il conferimento del premio di L. 3000, aggiudicato a
un'autovettura Miari e Giusti, con motore Bernardi, nella corsa automobilistica
Torino-Asti-Alessandria disputata il 17 luglio 1898, per avere percorso il
tragitto di 192 km nel minor tempo (9 ore e 47 nunuti) e con un consumo di solo
5,5 Kp di petrolina italiana, fu per il Bernardi, un meritato riconoscimento
della sua grande opera di pioniere dell'automobilismo italiano.
Il motore sviluppava 2 CV, aveva un alesaggio di 85 min,
corsa di 109 mm, cilindrata 62 dmc,
ruotava a 820 giri al minuto, il rapporto di compressione era di 3,85, il
rendimento risultò del 15,5 %.
Una autovettura Bernardi percorse alla fine del secolo
scorso ben 6o.ooo km senza dover subire radicali riparazioni, nonostante lo
stato delle strade in quell'epoca.
La Società Italiana Bernardi non ebbe, tuttavia, successo
commerciale e finì pertanto per esser posta in liquidazione nel giugno
dell'anno 1901.
Durante l'ultimo decennio di permanenza a Padova, e
specialmente a partire dall'anno 1910, il Bernardi si dedicò con passione anche ai problemi della
fotografia a colori, riuscendo ad ottenere delle eccellenti cromonegative,
nonché a studi ed sperimentazioni d'aerodinamica; compì anche una serie di
ricerche sull'utilizzazione dell'energia solare.
Trasferitosi a Torino, dopo il suo collocamento a riposo, il
Bernardi vi si spegneva il 21 febbraio 1919.
Busto di Enrico Bernardi, presso sede ACI di Verona
Busto di Enrico Bernardi, presso sede ACI di Verona
A Padova, nell'Istituto di macchine dell'università, da lui
fondato, un piccolo Museo Bernardi ne custodisce i cimeli, le pubblicazioni e
gli scritti originali; altri cimeli sono conservati ed esposti nelle sale del
Museo dell'automobile a Torino e del Museo della scienza e della tecnica
Leonardo da Vinci di Milano.
Bibliografia
L. Bernardi, La vetturetta ed i motocicli Bernardi nella
storia dell'automobilismo, in Atti del I. Congresso del motore a scoppio,
Padova 1929, pp. 454-460;
A. Capetti, E. B. (discorso pronunciato nell'aula
magna dell'università di Padova), ibid., pp. 1-7;
A. Levi Cases, Precursori ital. nella storia del motore a
combustione interna, ibid., pp.9-42;
Ente Fiera di Verona, L. M., E. B. pioniere del motore a
scoppio, in Civico Museo di storia naturale di Verona, III(1937),
pp. 1-10;
M. Medici, Gli albori dell'automobilismo e l'opera
geniale di uno scienziato italiano: E. B.,in Auto-Moto-Avio, maggio
1941, pp. 15-37;
Id., Centen. della locomoz. meccanica, in L'illustr.
ital.,31 maggio 1942, pp. 528-529; Id., Passato, presente e
futuro dell'automobilismo, in Automobilismo ed automob. industr.,n.
5, settembre-ottobre 1961, pp. 669-682;
Automobile Club di Verona, E. B. pioniere dell'automobilismo,
in Via Libera, numero speciale per le celebrazioni dell'automobilismo
italiano, giugno 1963, pp. 12-27;
G. Canestrini, Priorità ital. in campo automobilistico (relazione
tenuta il 28 luglio 1963 alle Celebr. dell'automobilismo ital. in Verona;
Atti delle celebr. in corso di stampa);
M. Medici, Carburazione ed iniezione nei motori
automobilistici, ibid.;
Id., L'opera di due grandi Pionieri dell'automobilismo:
E. B. e Giovanni Agnelli, in ATA, 1963, n. 100 pp. 516-525.
Fonte: srs di Mario Medici, da Treccani.it
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