Il primo a contribuire era stato il padovano Fabio
Miotti, giovane presidente del consiglio comunale di San Giorgio in Bosco:
trenta euro. Ma a distanza di dieci giorni langue la sottoscrizione per
raccogliere i fondi necessari allo svolgimento del referendum per la secessione
del Veneto dall’Italia. L’obiettivo di raccolta è di 14 milioni di euro,
necessari per l’organizzazione della consultazione elettorale cara al
governatore Luca Zaia.
A ieri mattina, il conto corrente aperto nella Banca
Unicredit (il numero di IBAN è il seguente: IT 37 C 02008 02017 000103397411) contava su meno di quarantamila
euro.
Per l’esattezza, a mezzogiorno i soldi sul conto corrente
sono 39.741,74, frutto di 456 bonifici da altrettante persone. La media di ogni
versamento di poco superiore agli 80 euro. Insomma, siamo molto lontani
dall’obiettivo del 14 milioni di euro. Non c’è stata la corsa agli sportelli,
che qualcuno proditoriamente annunciava. Insomma, un flop. E i primi a
rallegrarsene, a Palazzo Balbi, sono proprio gli assessori che non hanno
investito un centesimo del loro tempo per inseguire l’idea della secessione. Né
tantomeno quella del referendum previsto dalla legge regionale 16.
Di questo passo, se i versamenti continueranno con questa
frequenza (una quarantina al giorno) l’obiettivo dei 14 milioni sarebbe
raggiunto tra 3500 giorni solari: praticamente tra nove anni e mezzo, nel 2024.
Salvo naturalmente l’intervento di un «cavaliere bianco» capace di
mobilitare qualche milione in poche settimane. Ma nessuno si affaccia
all’orizzonte.
Ecco per quali ragioni la Lega sta rapidamente svoltando
verso la più generale richiesta di autonomia e di statuto speciale per il
Veneto (anche perché il governo ha impugnato entrambe le leggi regionali:
quella sull’autonomia e quella sulla indipendenza).
Il segretario federale della Lega Matteo Salvini ha detto
pochi giorni fa:
«Il Veneto – ha
spiegato – è circondato dal Trentino e dal Friuli, che fanno competizione da
tutti i punti di vista. Penso che una via graduale all’indipendenza possa
passare attraverso l’autonomia. Se ci sono due regioni a statuto speciale di
fianco, non si vede perché non possa diventarlo il Veneto e anche la Lombardia».
La legge regionale 15 (quella sull’autonomia), a
differenza della legge che promuove il referendum sull’indipendenza è
finanziata dal bilancio regionale e non deve attraversare la graticola
della raccolta fondi popolare. Ecco perché, probabilmente, la Lega si accoderà
presto alla questione «autonomia» anziché secessione: un punto sul quale la
convergenza è molto più ampia, a sinistra come a destra. I quesiti previsti
dalla legge 15, infatti, ruotano attorno alla domanda: «Vuoi che la Regione del
Veneto diventi una regione a statuto speciale?».
La svolta di Salvini non è sfuggita al consigliere
regionale del Nuovo Centro Destra Costantino Toniolo:
«Mi rallegro per la
conferma che viene dal segretario della Lega Nord Matteo Salvini: la strada
giusta per il Veneto è quella dell’autonomia, perché la Costituzione non
permette l’indipendenza. É la strada aperta con la legge da me proposta e
approvata dal Consiglio regionale l’11 giugno scorso».
A ME PARE SIA UN RISULTATO ECCEZIONALE
Alla data del 15 Ottobre il conto corrente deputato a
raccogliere i 14 mil. di euro per poter effettuare il Referendum contava per la
precisione € 39741.74, frutto di 465 bonifici ovvero una media di circa € 80,00
a persona. Il dato economico estrapolato in modo asettico è di fatto
risibile. Il dato economico estrapolato in modo più analitico è di
fatto eccezionale, se si considera che tale cifra è frutto di un semplice
passaparola social su FaceBook.
Tale dato è ancor più eccezionale se si considera l’assoluta
mancanza da parte dei media che oggi invero s’affrettano a “spernacchiare” in
modo meschino un dato di fatto in realtà di grande portata, ovvero la capacità
di riuscire a fare a meno di loro per iniziare a smuovere le acque.
Il dato economico estrapolato in modo razionale
effettivamente deve far riflettere, nel senso che un iniziativa lodevole un
iniziativa atta alla conclamazione di democrazia basata sulla volontà popolare,
che è stata “concessa” ai Veneti, sia stata comunque in qualche modo mal
fruita, volendo da “qualche parte” ( purtroppo ben identificabile ) essere
usata a proprio uso e consumo in modo inappropriato, senza una corretta
pianificazione, al sol fine d’avere un tornaconto personale di visibilità,
tanto da poter serenamente affermare che qualcuno affetto da nemesi
narcisistica ha di fatto operato in modo da creare un effetto confusione.
Fortunatamente, all’orizzonte (molto prossimo ) si vede
quello che una volta era un mare in burrasca, pieno di bicocche,
decisamente più sereno, ci sono meno navi ma evidentemente lo stare qualche dì
in più in Arsenale, gli ha permesso di strutturarsi al fine di poter spiegare
le vele e con il vento in poppa cavalcare le onde in modo più costruttivo.
“FORSE” qualcuno credeva che con un conto, “SOLO” i propri
accoliti, la comunicazione di Facebook o poco più, si potesse fare “Tombola”,
l’approssimazione l’improvvisazione e la buona volontà non bastano… non
sono mai bastati!
Neppure Davide contro Golia ha improvvisato… si è
studiato la strategia quindi ha deciso dove e come colpire…….. VINCENDO!
Lunedì 20 finalmente succederà ciò che ci permetterà di
prendere il “volo”, grazie a Pianificazione, Strategia, Costanza,
Collaborazione tra Istituzioni e Movimenti ed ovviamente con Capacità!
Con questo, invito ed auspico rispettosamente, tutti gli
indipendentisti di venire a “Canossa” per condividere in modo partecipativo
l’istanza comune, e finalmente dare il giusto impulso all’obiettivo che deve
diventare di TUTTI I VENETI.
Fonte: visto su MIGLIOVERDE del ottobre 2014
REFERENDUM VENETO, IL CONTO
CORRENTE APERTO LO CONTROLLA LO STATO ITALIANO
di REDAZIONE
Qualche giorno fa, abbiamo annunciato la nascita del Conto
corrente per la raccolta dei fondi relativa alla realizzazione del referendum,
come previsto dalla legge n. 16.
Da subito, qualcuno a storto il naso - lo stesso
assessore Ciambetti ci risulta – per via del fatto che quel conto corrente
non dà a chi versa le necessarie garanzie di vedersi restituiti i denari
devoluti, nel caso in cui il referendum non si dovesse svolgere.
Perché?
Ecco il motivo, stando a quanto riportato su alcuni siti
indipendentisti veneti, a firma di Roberto Agirmo:
“Premessa, mi assumo la completa responsabilità di quanto
segue:
Sebbene sia entusiasta dell’apertura del C/C effettuata
in data 30.09.2014 dalla Regione Veneto, ritengo sia doveroso fornire delle
informazioni suplettive, in quanto, maggiormente i cittadini sono informati
CORRETTAMENTE, migliore sarà il loro discernimento, quindi le decisioni che
potranno assumere.
Cosi come detto il C/C istituito è appoggiato direttamente
alla Regione, indi per cui è subordinato alle norme che vengono determinate per
qualunque “cassa economica” regionale.
Cosa significa questo?
Semplice!
Alle ore 18.00 di ogni giorno i denari in
“cassa” alla Regione, riconducibili a qualunque conto corrente della medesima,
viene di fatto svuotato e tutti gli importi finiscono nelle casse dello stato,
il quale alla bisogna retrocede i soldi alla Regione.
Sembra assurdo, ma è cosi!
Stante quanto sopra per tanto, esattamente come per tutti i
Conti Correnti, anche quello per la Raccolta dei fondi destinati al Referendum
segue questo ITER!
E Chiaro????
Bene!
Se è chiaro questo proseguiamo……
La regione, quindi il Presidente Luca Zaia e l’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti, che sono perfettamente a conoscenza di
quest’iter, evidentemente messi sotto pressione ( questa è una supposizione;
forse ) ( da chi? ) si sono visti costretti ad anticipare l’apertura del C/C,
quando invero era già stabilito dopo innumerevoli riunioni organizzative che
proprio al fine d’evitare questa discrasia si sarebbe dovuto costituire un
COMITATO che la stessa Regione avrebbe appoggiato e proprio quest’organo “super
partes” composto da innumerevoli movimenti, partiti ed associazioni, nonché
appunto la stessa regione in modo “esterno” avrebbe aperto un Conto Corrente
non soggetto a questo “potenziale pericolo”.
A quanto mi risulta, il COMITATO è prossimo alla
costituzione cosi come l’apertura del Conto Corrente.
Personalmente sono pronto non solo a fare il mio versamento,
ma anche a raccogliere e promuovere i versamenti da tutti coloro i quali si
sentiranno d’appoggiare il Rederendum stesso!
L’idea di versare dei soldi su un C/C che alle 18.00 di ogni
sera viene svuotato mandando tutti i soldi raccolti a Roma mi terrorizza.
Non
so a Voi!
Io aspetto la settimana prossima il nuovo C/C quindi verserò
il mio “obolo” Volontario e sereno.
P.s. Se ritenete queste informazioni interessanti v’invito a
condividere.
A SCANSO DI EQUIVOCI, E PER ULTERIORE CONFERMA DI QUANTO
SOPRA, ECCO ALCUNE ALTRE INFORMAZIONI:
Nel 2012 grazie al governo Monti, e’ stata istituita la
TESORERIA UNICA CENTRALE ( http://www.lagazzettadeglientilocali.it/pf/testo-news/23240/Tesoreria-unica-Monti-detta-le-istruzioni
).
Regioni,Provincie e
Comuni con più di 5000 abitanti, non hanno il DIRITTO di trattenere i loro
soldi.
Ogni sera ALLE 18.00 i conti correnti dei NOSTRI enti locali vengono
SVUOTATI quindi TUTTI i soldi vanno a Roma, quando gli enti necessitano di soldi,
lo stato li restituisce ma……all’interesse
dell’1%.
Ciò che è scritto qui è verificabile ergo per cui, chi dice
che si fa disinformazione, è sulla strada sbagliata.
Ovviamente c’è il libero arbitrio e ci mancherebbe
altro!!!!
Chi vuole versi pure ci mancherebbe altro!!!!
Io aspetto ancora
qualche giorno, poi SICURAMENTE verserò il mio OBOLO e non solo continuerò (
cosa che mai ho smessi di fare ) a battermi per la causa Indipendentista!
Io pretendo un C/C di cui possa fidarmi!
Tu ti fidi dell’Italia?
IO NO
Fonte: visto su MIGLIOVERDE del novembre 2014
Link: http://www.miglioverde.eu/referendum-veneto-il-conto-corrente-aperto-lo-controlla-lo-stato-italiano/
Nessun commento:
Posta un commento