Rattristato, mi sprofondo sulla poltrona, penso alle nostre lunghe chiacchierate telefoniche e mi ritornano in mente le parole della sua ultima telefonata:
« Sto finendo le bozze di un libro, non so ancora che titolo dargli, ma grosso modo sarà: “Il sultanato della Padania”»
«Come? » Dissi io.
«Eh sì, sui libri di storia ufficiale, questo non viene mai riportato, ma, per mezzo secolo, parte della Pianura Padana è stata sotto il dominazione arabo: un Sultanato. Ho recuperato moltissimo materiale. Ma non ti preoccupare, appena finito te ne manderò subito un paio di copie.»
Non so se quel libro lo abbia finito, di lui ora, mi rimane il ricordo di una delle più belle menti da storico che abbia conosciuto.
(VR 20 dicembre 2009)
Riporto un articolo dal “Gazzettino Sampierdarenese” del settembre 2008, dove viene ricordato.
Vittorio Giunciuglio: una vita per la storia di Genova
Lutto nel mondo della cultura
Vittorio Giunciuglio, nato a San Pier d’Arena (GE) il 14 febbraio 1926, nostro concittadino, con la grande passione per la storia testimoniata da due suoi libri, è mancato il 2 agosto di quest’anno. Il Gazzettino Sampierdarenese lo vuole ricordare con un scritto del prof. Franco Bampi che di Vittorio Giunciuglio era amico.
Conobbi Vittorio Giunciuglio attraverso un manifesto che, più o meno nei primi anni Novanta, apparve sui muri della città. Lo sapete, recitava il manifesto, che i sette anni tra il 1097 e il 1104 furono determinanti per tutta la storia di Genova? Per maggiori dettagli il suggerimento era quello di leggere il libro, di Giunciuglio appunto, intitolato “I sette anni che cambiarono Genova”. Seppi solo più tardi che il manifesto, e il libro, Vittorio li aveva fatti pubblicare a sue spese. Con qualche difficoltà trovai il libro e lo lessi. Rimasi stupito e divertito. E nacque in me la curiosità di conoscere l’autore. Lo conobbi occasionalmente qualche anno più tardi e, dato che entrambi amavamo parlare in genovese, legammo subito. Lui era, come me, un grande appassionato della storia di Genova e dedicava moltissimo del suo tempo a consultare archivi e biblioteche. Pubblicò così un secondo libro: “Un ebreo chiamato Cristoforo Colombo”, che lessi quasi d’un fiato. Aspettavo il terzo, che aveva annunciato già da qualche anno e che avrebbe contenuto le sue originali ricerche sul Generale Cantore, ma ora il destino lo ha sottratto a noi.
Appassionato come era di Genova, fu candidato dal Movimento Indipendentista Ligure alle elezioni comunali del 2002. Quella candidatura fu per lui l’occasione per ribadire e riaffermare il suo grande interesse per Genova, la Liguria e la sua storia. Vittorio infatti era sempre pronto a discutere di storia e a sostenere con forza e passione gli ultimi esiti delle sue ricerche. Era colto, di quella conoscenza dell’autodidatta capace di sfidare il più istruito dei professori; e da buon ligure era tenace e infaticabile nei suoi studi. Ora non c’è più. Forse, tra le mille carte che ci ha lasciato sparse nei cassetti di casa, forse lì c’è la risposta a qualche quesito che la storia ufficiale ha lasciato insoluto. Carte e scritti che meritano di essere letti e ordinati per costituire quel terzo volume che da tempo ci aveva promesso.
Fonte: srs di Di Franco Bampi dal Gazzettino Sampierdarenese del settembre 2008
(VR 20 dicembre 2009)
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